Ok,
perdonate l'attesa nel postare il secondo ed ultimo capitolo, ma i
risultati del contest sono arrivati oggi e io volevo aspettare quelli
prima di pubblicare alcunchè. Quindi permettetemi di
lasciarvi
al capitolo, non prima di aver ringraziato le recensitrici del capitolo precedente, chi ha messo la storia tra le preferite e le ricordate e chi ha solamente letto. Per precisazioni, risultato del contest, giudizio delle
giudicie e affini vi rimando al piccolo angolino buio dell'autrice in
fondo alla storia.
Buona lettura ;)
Rima.
Volevo dedicare questo secondo e ultimo capitolo a tre persone che sono state assillate in maniera più o meno ossessiva dalla sottoscritta durante la stesura della storia:
A Bro, che è sempre il primo a leggere le mie storie e che mi ha dato una mano a sbloccarmi,
Alla Lummy, che ho assillato morbosamente quando avevo il blocco dello scrittore
e a Tom, che è uno stalker (con affetto, ovvio).
Il
giorno dopo Luna attese tutto il
pomeriggio sotto il tiglio, ma Draco non venne, al suo posto si
presentò un
grosso gufo bruno, di quelli della scuola, che portava una lettera, beh
un
biglietto strappato da un pezzo di pergamena più che altro,
senza firma, le cui
parole erano state evidentemente tracciate di fretta dal mittente, col
risultato di dare un aspetto ancora più caotico al tutto.
“Lezione di
pozioni supplementare.
Stasera, Stanza delle necessità, alle 9 pm. Puntuale.”
Sospirando
la Corvonero si alzò e si
diresse verso il castello, se l’era aspettato;
d’altronde era perfettamente
conscia che farsi vedere in pubblico con lei avrebbe compromesso la
reputazione
del Serpeverde.
Se non altro avrebbe impiegato quel
tempo per cominciare con qualche ripasso in vista dei G.U.F.O.
La
sera andò a cenare tardi e appena
finito si diresse verso il settimo piano, dove attese pazientemente
Malfoy, ma
senza la reale speranza di vederlo.
Invece, contro ogni previsione, alle
9.00 pm puntuale vide comparire da dietro l’angolo
l’alta figura bionda del
Serpeverde.
-
Sei pronto?-
L’altro
annuì, così Luna iniziò a
passeggiare avanti e indietro per tre volte di fronte alla parete
finchè non
comparve la porta.
Appena entrarono Draco dovette sbattere
più volte le palpebre: non riusciva a credere ai suoi occhi,
sembrava di stare
in un’illustrazione di quei libri di fiabe che sua madre gli
leggeva quando era
piccolo.
Il
soffitto aveva l’aspetto di un cielo
trapunto di stelle, mentre sulle pareti erano raffigurati alberi dalla
corteccia grigio-argentea, lei cui foglie erano di un verde scuro tanto
intenso
da sembrare velluto. Una
miriade di lucciole
volteggiava per magia illuminando debolmente la stanza e piccole lucine
multicolori risplendevano rincorrendosi e giocando a nascondino tra le
foglie.
E quello sulla parete di sinistra era…
-
Un unicorno,- disse Luna, - mi sono
sempre piaciuti. La Stanza deve aver pensato che lo avrei apprezzato.-
Si
gettò poi per terra con un piccolo
tonfo.
-
Siediti!-
-
Ma non vedo quasi niente,- obiettò
Draco – non potremmo accendere una candela?-
-
Potremmo, ma ci perderemmo questa
meraviglia. Forza, Malfoy, lezione numero uno: immagina qualcosa su cui
vorresti sdraiarti e buttati.-
-
E cosa dovrei immaginare, un letto?-
-
Anche, se ti fa piacere, ma io fossi
in te inizierei dalle piccole cose, tipo un cuscino, anzi montagne di
cuscini
soffici su cui sdraiarsi per guardare il cielo.-
-
Mh. –
-
Cosa c’è Malfoy?-
-
Come posso immaginare un cuscino?!
Insomma è un cuscino, ci sono miliardi di
cuscini a questo mondo, è una cosa banale. Uno vale
l’altro.-
Luna
rise.
-
Malfoy, nulla è banale in questo
mondo. Anche le piccole cose, che sembrano insignificanti, magari
perché siamo
abituati a vederle, sono speciali. Dipende tutto dal punto di vista.-
Il
Serpeverde alzò un sopracciglio,
perplesso: quella Lovegood era assolutamente, totalmente strana.
-
Siediti accanto a me. -
-
Ma non ti vedo, Lovegood, finirei col
sedermi sopra di te!-
La
Corvonero rise ancora, stavolta più
forte:
-
Sei proprio strano, Malfoy.-
Draco
si stupì ancora di più, lei
blaterava di cuscini speciali, Gorgofrizzi, Cannoncini Balbettanti,
andava in
giro con una cipolla al collo e dei corvi alle orecchie e lui era
quello
strano?!
Comunque si abbassò lentamente e a
tentoni verificò che sotto il proprio sedere non vi fosse
nient’altro che un
soffice tappeto erboso e si sedette. Improvvisamente Luna lo prese per
un
braccio e lo costrinse a sdraiarsi accanto a lei.
-
Guarda le stelle, Malfoy. In genere
non ce ne accorgiamo perché ci sono troppe luci o la luce
della luna è troppo
forte, ma guardale ora: non sono magnifiche? Non sono uno spettacolo
speciale?-
Poi
si tirò a sedere e si girò verso Draco:
- Cominci a comprendere?-
Il
Serpeverde si trovò ad annuire,
mentre uno sciame di lucciole2 passava in mezzo
a loro due,
illuminando il volto sorridente di Luna.
Non si era reso conto di essere
così vicino al volto della Corvonero e
non si era mai accorto di come i suoi occhi fossero dolci.
Alzò una mano e la posò sui capelli di
Luna per spostare una lucciola che si era impigliata, ottenendo come
unico
risultato quello di far arrossire la Corvonero e di far allontanare lo
sciame2.
Lentamente fece scivolare la mano dai
capelli lungo il viso della ragazza, disegnandone l’ovale.
Luna
si sorprese di quel tocco gentile
sulla sua guancia e sentì il familiare rossore invaderle il
volto, mentre si
stupiva di quel contatto.
Senza rendersene conto si trovò ad
occhi chiusi a desiderare di annullare la distanza tra lei e Malfoy,
mentre il
cuore accelerava i battiti e sentiva l’aria mancare.
Improvvisamente si sentì afferrare
dietro la schiena e attirare verso il Serpeverde, mentre la mano, che
aveva
indugiato sulle sue labbra, veniva sostituita da quelle morbide del
ragazzo.
Luna si irrigidì pur rispondendo al
bacio dell’altro, mentre sentiva le mani di Draco sui suoi
fianchi procurarle una
sensazione strana, ma piacevole.
Istintivamente
portò le braccia al
collo del Serpeverde e schiuse le labbra per permettere a lui di
approfondire
il bacio, mentre, impacciata, cercava di assecondarlo.
Si sentiva strana, come se un migliaio
di Nargilli con i tacchi a spillo avessero deciso di dare una festa nel
suo
stomaco, eppure le sembrava che quella fosse la cosa migliore che
potesse fare
in quel preciso istante, come se non ci fosse stato niente di
più normale che
baciare Draco Malfoy nella Stanza delle Necessità, come se
avesse aspettato da
tutta una vita quel preciso momento.
Si staccavano l’uno dall’altra solo per
riprendere fiato, per poi gettarsi nuovamente in quel turbinio di
emozioni e di
sensazioni nuove per entrambi.
Draco
non avrebbe mai immaginato che un
giorno si sarebbe ritrovato a stringere tra le braccia Luna Lovegood e
a
desiderarla più di qualsiasi altra ragazza. C’era
qualcosa in lei che lo
inebriava e che gli faceva perdere il controllo, che lo spingeva a
cercare un
ulteriore contatto con la Corvonero, come se da quel contatto
dipendesse la sua
vita.
Seppe di aver osato troppo quando, in
un vano tentativo di slacciarle la camicetta, Luna tornò a
irrigidirsi.
Malfoy
sentendo il disagio della ragazza si fermò, il respiro
leggermente affannoso. Rimasero in silenzio, mentre
una finta luna piena sbucava dalle fronde dei finti alberi, illuminando
la
stanza.
-
Era il mio primo bacio,- mormorò Luna arrossendo mentre,
tirandosi a sedere, si abbracciava le ginocchia
con aria imbarazzata. Draco alla notizia rimase interdetto:
-
Scu… Scusami. Per aver osato così
tanto intendo.- fece una pausa prima di continuare – E poi
immagino che avresti
preferito darlo a qualcuno di più meritevole, tipo Potter o
Paciock.-
Pronunciò
le ultime parole con una
smorfia: senza sapere perché, l’idea che la
Lovegood, che Luna, baciasse lo
Sfregiato o Pacesso3 lo irritava da
morire.
-
Non scusarti,- Luna gli prese la mano
dicendolo, - è tutto ok. Mi è piaciuto darlo a
te.-
Calò
di nuovo un silenzio imbarazzato,
mentre Draco guardava la Corvonero che alla luce della luna sembrava
davvero
carina. O forse era solo l’imbarazzo a renderla tale.
Fu
Luna ad alzarsi improvvisamente e a
rompere il loro mutismo.
-
Credo che per oggi possa bastare.-
-
Domani ti andrebbe di continuare? A insegnarmi
a immaginare, intendo.-
La
Corvonero rise nuovamente.
-
Domani ho promesso a Ginny di
aiutarla con i compiti di trasfigurazione, ma credo che potrei per una
volta
saltare la mia caccia serale ai Ricciocorni Schiattosi per dare una
mano anche
a te.-
Ogni
sera per Draco e Luna si svolgeva
come la precedente, dopo cena si incontravano nella Stanza delle
Necessità e lei aiutava il Serpeverde a sciogliersi e a
immaginare qualcosa di nuovo. Mentre
la Stanza cambiava a ogni loro visita, cambiavano lentamente anche loro
due,
approfondendo la conoscenza l’uno dell’altra, e
finendo, a volte, le loro
“lezioni” con un bacio, che di volta in volta si
faceva sempre più
appassionato.
Draco sentiva di stare trascurando la
missione per passare più tempo con la Corvonero, ma, da
qualche parte, dentro
di sé, capiva che forse era meglio così.
Fu in quel periodo che, giusto per
sembrare attivo e non far immaginare che stesse accantonando il suo
compito,
mandò a Silente la collana di opali e l’idromele,
fallendo entrambe le volte.
Non aveva certo dimenticato l’Armadio
Svanitore, ma vi si dedicava con meno tempo e sempre con meno
entusiasmo.
Aveva paura di quello che Luna gli
faceva provare, non voleva mettere a repentaglio la sua vita e quella
dei suoi
genitori per colpa di una traditrice del proprio sangue, eppure non
poteva far
a meno di andare tutte le sere nella Stanza delle Necessità.
Ogni volta doveva essere l’ultima, si
riprometteva, tuttavia si sentiva come calamitato da quella stanza e da
quella
strana ragazza bionda che credeva in animali immaginari.
-Oggi
pensa tu alla stanza,- gli disse
una sera di fine maggio –
credo che tu
sia pronto.-
Draco
cercò di immaginare qualcosa, ma
non riusciva pensare a niente se non al fatto che stava trascurando i
suoi “doveri”
per lei e che desiderava ogni
giorno di più poter mandare tutto a quel paese per
stringerla ancora anche solo
per qualche minuto.
-Malfoy,
credo che tu possa smettere di
passeggiare avanti e indietro, la stanza è apparsa e tu
sembri proprio uno
Snorticolo Cornuto!-
Luna
entrò per prima scoprendo che
decisamente la Stanza voluta da Draco non era molto somigliante alle
sue, anzi,
sembrava più un enorme salotto, con tanto di camino con
fuoco scoppiettante e
divani in chintz, rigorosamente verdi.
-
Scusami, non va molto bene, immagino,
ma sono un po’ distratto.-
Luna
poggiò una mano sul suo braccio: -
Non ti preoccupare Malfoy, Draco,
credo che possa andare benissimo anche così.-
La
Corvonero si era da tempo accorta
che l’animo di Draco era spesso turbato, e che man mano che
si avvicinava la
fine della scuola era diventato più nervoso e più
impaziente mentre le sue
occhiaie erano sempre più marcate e il suo volto sempre
più stanco, ma non gli aveva
mai chiesto nulla, sperando che, forse, prima o poi, si sarebbe
confidato con
lei.
Ma i mesi erano passati senza che il
Serpeverde le parlasse di nulla, eppure continuava a incontrarlo tutte
le sere
scoprendo che la sua compagnia la faceva stare bene e, al contempo,
notava
anche che Draco stesso era più tranquillo.
Inoltre aveva scoperto di provare
qualcosa per quello strano ragazzo snob e un po’ altezzoso
che da tempo non
rideva più di lei, ma rideva con
lei.
Si sedettero entrambi sul divano, uno
accanto all’altra e rimasero per un po’ in
silenzio, mentre Luna, guardava il
Serpeverde di sottecchi
-
Cosa immaginiamo stasera, allora?-
-
Decidi tu, Draco, questa è la tua
serata, considerala un po’ come una specie di test. -
Il
passaggio da cognome a nome non era
sfuggito al ragazzo, ma cercò di adattarvisi, in fondo erano
mesi che si
incontravano di nascosto come degli amanti clandestini, non
c’era niente di
male nel chiamarla Luna e nel farsi chiamare Draco, almeno
finchè rimanevano
nella Stanza.
-
Dici tipo un esame finale?-
-
Una specie.-
Draco
si lasciò andare a un mezzo
sorriso:
-
Odio gli esami finali, mi mettono
ansia.-
-
E come hai intenzione di fare per i
M.A.G.O.?-
Il
Serpeverde si rabbuiò prima di
commentare lugubre:
-
Non credo neanche di dovermi porre il
problema.-
Luna
capì che, forse, il fatidico
momento era arrivato, così si arrischiò a porgli
quella domanda che ormai da
tempo la torturava:
-
C’entra per caso Tu-sai-chi?-
Draco
trasalì e le rispose in modo
brusco:
-
Non sono affari tuoi, Lovegood.-
La
Corvonero lo guardò con aria ferita,
aveva sperato fino all’ultimo che si sarebbe aperto con lei,
aveva creduto di
contare qualcosa, di poterlo aiutare, ma evidentemente
si era ingannata.
Draco,
a quella visione, sentì qualcosa
dentro di sé incrinarsi e quindi cercò di
addolcire i toni:
-
Non posso, e non voglio, metterti a
parte di questo segreto, Luna,
sarebbe dannoso per entrambi.- e ti
allontanerebbe definitivamente da me,
mentre io voglio starti accanto ancora per un po’,
concluse tra sé.
Luna
distolse lo sguardo; aveva capito.
Aveva sempre saputo che Draco sarebbe finito tra le schiere di Colui-che-non-deve-essere-nominato, ma
non pensava che sarebbe accaduto così presto e, in fondo,
aveva sperato fino
alla fine che non sarebbe successo.
-
Capisco,- rispose atona – allora
forse per stasera è meglio smettere qui.-
Il
Serpeverde si sentì mancare l’aria a
quelle parole così, mentre Luna si stava alzando per
avviarsi all’uscita, la
afferrò per un polso e la fece voltare, per poi stringerla a
sé, affondando il
volto tra quei capelli biondi e beandosi di quel momento.
La Corvonero si sciolse quasi subito da
quell’abbraccio e, alzandosi in punta di piedi,
poggiò le sue labbra contro
quelle di Draco, il quale approfondì subito il bacio con un
tale impeto che in
breve si ritrovarono sbilanciati e dovettero gettarsi sul divano.
I
loro corpi combaciavano alla
perfezione nonostante l’impedimento dei vestiti, mentre le
mani esperte del Serpeverde
si muovevano lungo tutto il corpo esile di Luna, provocandole dei
brividi di
piacere.
Mentre con una lentezza estrema lui
cercava di sbottonarle la camicetta, le piccole mani della Corvonero
andarono a
slacciare con urgenza la cravatta verde-argento che in breve
finì gettata da
qualche parte oltre il divano, per poi passare ai bottoni della camicia
di lui.
Nulla le importava in quel momento se
non la presenza di quel corpo che sembrava fatto apposta per aderire al
suo.
Le loro bocche si cercavano continuamente,
in una serie di baci che di casto avevano ben poco e anche quando si
staccavano per riprendere fiato lo facevano solo per pochissimo tempo,
per poi
gettarsi di nuovo tra le braccia dell’altro, come sottoposti
a una forza
invisibile.
In breve Luna si ritrovò completamente
in intimo e Draco si concesse di dare una breve occhiata al corpo della
Corvonero, prima di tornare a baciarla con rinnovata passione.
Quando sentì le mani di lei iniziare a
trafficare con la lampo dei suoi pantaloni il Serpeverde si
bloccò, come
pietrificato: non poteva farle questo, non a lei.
-
Ho fatto qualcosa che non va?- gli
disse, sopresa da quel comportamento.
-
Tu… No, Luna, è che non
posso farlo. Non posso fare questo a
te.-
-
Draco, - allungò una mano sul braccio
di lui – io credo di essere pronta per un passo del genere.-
-
Non è questione di sentirsi pronti.
Tu non sai… Non puoi capire…-
Il
Serpeverde si prese la testa tra le mani
massaggiandosi le tempie, mentre Luna lo guardava incapace, per la
prima volta,
di fare alcunché.
-
Draco, io posso capire se mi spieghi,
se me ne parli.-
-
Non posso parlartene, dannazione!- le
urlò disperato – Non
voglio che tu
sia più in pericolo di quanto già sia e non
voglio che tu mi guardi disgustata o delusa per quello che devo fare.-
Luna
lo circondò con le sue braccia,
mentre cercava la cosa più sensata da dire.
-
Non credo che potrei mai farlo,
perché –la Corvonero inspirò
profondamente, cercando dentro di sé il coraggio
di dire quelle parole - credo di essermi
innamorata
di te.-
Draco
le rivolse un debole sorriso, che
non riusciva a mitigare in alcun modo la tristezza nei suoi occhi.
-
Mi ameresti lo stesso anche se
sapessi che sono tra le file del Signore Oscuro? Mi ameresti lo stesso
anche se
sapessi che devo uccidere qualcuno di molto importante? Mi ameresti lo
stesso
anche se tu scoprissi tutto questo?-
-
Sì, ti amerei lo stesso, perché so
che tu non sei così. – fece una
piccola pausa di proseguire – Ho imparato a conoscerti in
questi mesi, Draco, e
so che tu non sei ciò che sembri, so che non è
questo quello che vuoi, so che
non potresti mai fare una cosa del genere, neanche se lo volessi.-
-
Tu non capisci, io devo farlo.-
-
Ricordati, Draco, che c’è sempre una
scelta, devi solo decidere qual è quella più
giusta per te.-
Luna
sorrise amaramente stringendolo
ancora di più a sé, mentre le braccia di lui le
circondavano la vita,
stringendola come se fosse l’ultima volta.
Erano
passati solo pochi giorni da
quell’ultimo incontro tra Draco e Luna quando Hogwarts venne
attaccata dai
Mangiamorte.
La battaglia infuriava dentro il
castello e l’Ordine era appena arrivato a dare man forte ai
professori.
Luna era l’unica assieme a Neville ad
aver risposto al richiamo dell’ES4,
l’unica ad aver trovato il
coraggio di schierarsi, di uscire allo scoperto per difendere
sé stessa e le
persone che amava.
Volavano Schiantesimi e altre
maledizioni, ma non se ne curava: la priorità era difendere
la scuola, i suoi
amici e lui.
Quando lo vide scendere correndo le
scale accompagnato dal professor Piton, il suo cuore mancò
un battito: il
professore di Pozioni stava dalla loro parte, forse anche Draco aveva
scelto
l’Ordine, aveva scelto lei.
Eppure c’era qualcosa che non le
tornava, una strana sensazione alla bocca dello stomaco che le diceva
chiaramente
che le cose non stavano così. Si sentiva lacerata: da una
parte la speranza,
dall’altra la delusione e la disperazione.
I Mangiamorte non li colpiscono. È perché li
credono dalla loro parte.
Piton attacca l’Ordine.
È per non dare nell’occhio.
Stanno scappando.
È solo per prendere qualche altro Mangiamorte.
Ma Harry li insegue.
E loro scappano da lui.
Con
questa consapevolezza Luna sentì
qualcosa spezzarsi dentro di sé. Era finita, Draco aveva
fatto la sua scelta e
lei, nei suoi piani, non era contemplata.
Concesse di scendere a una lacrima
solitaria, prima di asciugarsela con il dorso della mano e raggiungere
i suoi
amici.
Piccolo angolino buio dell'autrice.
2
sciame di lucciole: non sono sicura,
si muovono a sciami? :D
3
Pacesso: Draco affibbia soprannomi a
tutti, perché a Neville no? Così ho pensato di
trovarne uno anche a lui.
Siccome però non sono tanto brava e fantasiosa mi sono
servita della traduzione
italiana di Schlongbottom,
nomignolo
(?) dato a Neville in “A Very Potter
Musical”, reso dai subber (onore e gloria a loro)
come Pacesso.
4 Non
so se Luna combatta assieme all’Ordine e ai Grifondoro nella
battaglia del
Principe Mezzosangue perché la Rowling non lo dice,
però mi serviva per scopi
puramente fanfictionistici e l’ho inserita.
D’altronde se avessero usato ancora
le monete immagino che lei avrebbe risposto alla chiamata,
così come ha fatto
nell’Ordine della Fenice.
Che altro... Sono superipermegaarcistraesaltatissima per i risultati del contest, perchè un terzo posto proprio non me lo aspettavo e mi ha fatto gongolare tutta.
Ringrazio Sophie e Fabi per i giudizi che sono stati dati in modo molto accurato e Sophie per aver indetto il contest e avermi dato la possibilità di scrivere su questa coppia che ho iniziato ad adorare dopo averne scritto :3
3° Classificata
Rima. - Insegnami a immaginare (il titolo originale è stato poi da me sostituito con un più semplice Imagine, visto che mentre stendevo la storia ho ascoltato a manetta l'omonima canzone di John Lennon)
Grammatica: 8.7/10
Stile: 8.25/10
Originalità e utilizzo del cliché: 9/10
Caratterizzazione: 8.85/10
Gradimento personale: 8.95/10
Prompt/citazione obbligatoria: 3.5/4
Bonus coppia 3/3 punti
TOTALE: 50.25/57
Giudizio Sophie
Una storia molto carina, con una coppia parecchio inusuale (una di quelle proposte dalla giudicia, lo so XD). Ho trovato lo stile piacevole e adatto alla lunghezza della storia, anche se a volte si incontrano degli incisi e dei periodi un po’ troppo lunghi che rallentano un po’ la lettura (ad esempio: “Il giorno dopo Luna attese tutto il pomeriggio sotto il tiglio, ma Draco non venne, al suo posto si presentò un grosso gufo bruno, di quelli della scuola, che portava una lettera, beh un biglietto strappato da un pezzo di pergamena più che altro, senza firma, le cui parole erano state evidentemente tracciate di fretta dal mittente, col risultato di dare un aspetto ancora più caotico al tutto.”) Ci sono descrizioni fatte molto bene, sia dell’ambientazione sia introspettive, e i dialoghi sono abbastanza dinamici. Non ti ho potuto mettere un punteggio pieno perché purtroppo ci sono un paio di sbavature, la più evidente è l’utilizzo de ‘la Corvonero’ per identificare Luna: lo usi tantissimo, e spesso in frasi ravvicinate, senza quasi mai usare un’altra espressione per identificarla, come ad esempio ‘lei’ o ‘la ragazza’ ecc. Inoltre ci sono altre piccole cose come alcuni elementi del mondo magico (come ad esempio ‘trasfigurazione’) a volte scritte con la maiuscola a volte con la minuscola; c’è una ripetizione (“insegnami a immaginare” e poco sotto “immagino”), e un uso del corsivo improprio (“enormi orecchini penzolanti”, “Ti manca l’immaginazione” e “Insegnami a immaginare”): mentre nel resto del testo dove hai usato il corsivo hai dato maggiore enfasi alla parola e al senso generale della frase, nei casi segnalati tra parentesi il suo uso risulta poco significativo e avresti ottenuto lo stesso effetto senza utilizzarlo.
Passando all’originalità della storia e lo sfruttamento del cliché, hai trovato un modo davvero carino per far avvicinare i due ragazzi, e si arriva all’utilizzo della Stanza delle Necessità in maniera naturale, senza sembrare una forzatura e anche se hai utilizzato l’espediente di “Malfoy costretto a fare il ‘cattivo’ anche se in fondo non lo è”, non sei caduta nel banale con un happy ending. Il voto sarebbe stato più alto se non avessi abbandonato subito la ‘scusa’ per cui si sono trovati nella Stanza: l’idea di Luna che insegna a Draco a immaginare è molto bella, però dopo la prima volta è stata messa molto in secondo piano, per far spazio all’utilizzo ‘classico’ della Stanza e forse un bilanciamento sarebbe stato più opportuno.
Entrambi i personaggi sono stati tratteggiati con molta cura, in particolar modo Luna che, salvo qualche riferimento di troppo ad animali immaginari che la rende un po’ stereotipata, è davvero lei. La scena del bagno è quella che davvero ho apprezzato di più! Draco invece sfiora un po’ l’OOC, soprattutto quando gli fai pronunciare questa frase “Scu… Scusami. Per aver osato così tanto intendo”: sicuramente una come Luna spiazzerebbe chiunque, ma Malfoy così educato e premuroso non ce lo vedo proprio :) e non ce lo vedo neanche a mettersi al collo qualcosa regalatogli da ‘Lunatica’ Lovegood.
L’uso del prompt riceve un punteggio pieno in quanto, anche se nella storia non è nominato molte volte, è un elemento importante nella fase iniziale della storia, e l’hai sfruttato molto bene.
Nonostante la lunghezza, ho letto la tua storia volentieri. Luna è tratteggiata davvero bene, soprattutto nella prima parte. Mi sarebbe piaciuto se avessi approfondito maggiormente il discorso dell’immaginare, per rendere la storia diversa dalle molte storie romantiche; mi aspettavo di vedere come Draco avesse evoluto il suo modo di immaginare, o, per lo meno, se fosse riuscito grazie a Luna a sfruttare l’immaginazione per aggiustare l’Armadio Svanitore (cosa che avevi accennato nel corso della storia), invece niente. Purtroppo le storie romantiche rischiano di diventare un po’ banali e prevedibili e perdono di attrattiva, però il finale ‘diverso’, diciamo così, mi è piaciuto! Grazie per aver partecipato :)
Giudizio Fabi
La tua è una buona storia, nonostante tu abbia inserito l’avvertimento OOC ho trovato che la caratterizzazione sia ben definita, cosa difficile quando si ha a che fare con un crack pairing di questo tipo e in questo ambiente. Gli anni di Hogwarts infatti danno poco spazio ai cambiamenti di carattere perché sono ricchi di avvenimenti e perché i personaggi sono seguiti e il loro comportamento motivato da questi eventi.
Ti faccio quindi i complimenti per la caratterizzazione, anche se forse Luna appare un po’ caricaturata in alcuni punti e Draco è troppo premuroso nei suoi confronti.
L’inserimento del cliché è stato fatto in modo intelligente, nel senso che è stata una buona idea quella di far sì che Draco desse appuntamento a Luna nel giardino, inizialmente. Avrei voluto che fosse più chiara la giustificazione del proseguimento degli incontri nella Stanza delle Necessità, ma dopo il bacio credo che tu abbia preferito dare per scontato, in effetti ho valutato positivamente l'originalità…
Veniamo alla grammatica: ‘Il giorno dopo alle Serre, tutti gli studenti di Hogwarts assistettero ad uno spettacolo’ Qui sarebbe stata necessaria una virgola dopo ‘dopo’; 'un’enorme tiglio', tiglio è maschile, quindi non ci va l'apostrofo; 'compagni di casa', Casa va maiuscolo quando si tratta di una casa di Hogwarts; 'novo ciondolo', errore di battitura; 'altrimenti Lui avrebbe ucciso la sua famiglia.', qui non ho capito il motivo della maiuscola, ho immaginato che Lui fosse Voldemort, solo che messo così non è molto chiaro secondo me, avresti fatto meglio a mettere magari in corsivo, in modo da evidenziare in modo più chiaro.
Lo stile è spesso abbastanza articolato, a volte questo ha reso le frasi un po' troppo intricate, ti faccio un unico esempio: Ecco perché non si stupì, quando, mentre stava studiando in biblioteca, si trovò all’improvviso Draco Malfoy seduto sulla sedia di fronte a lei. In questo caso, per esempio, la frase è ben costruita e si nota che lo stile è curato, ma la virgola prima di 'quando' rallenta davvero troppo e confonde anche un po'. Usare gli incisi non è una brutta cosa, ma bisogna stare attenti a non abusarne perché tendono ad appesantire un po' la lettura e rischiano di ottenere un effetto di confusione.
Anche qui per esempio: sue occhiaie erano sempre più marcate e il suo volto sempre più stanco, ma non gli aveva mai chiesto nulla, sperando che, forse, prima o poi, si sarebbe confidato con lei. Anche qui come vedi c'è almeno una pausa di troppo. Mi rendo conto che la punteggiatura sia totalmente personalizzabile, è solo un lieve difetto stilistico che a mio parere rende la storia meno incisiva. Inoltre ti faccio notare che tendi a usare piuttosto spesso espressioni come 'la Corvonero' che, se a piccole dosi sono accettabili, sarebbero da sostituire quando questo sia possibile, ad esempio qui: Ogni sera per Draco e Luna si svolgeva come la precedente, dopo cena si incontravano nella Stanza delle Necessità e la Corvonero aiutava Draco a sciogliersi e a immaginare qualcosa di nuovo. Qui avresti potuto scrivere 'con lei', ho scelto questa frase proprio perché avevi già scritto il suo nome 'Luna'.
Il prompt è stato inserito correttamente e, anche se non ha un ruolo fondamentale a livello di trama, direi che ne hai parlato abbastanza.
Complimenti quindi, un'ottima storia, abbastanza personale.