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Autore: Rima_    06/08/2011    6 recensioni
Draco e Luna si incontrano, per caso, nel bagno di Mirtilla Malcontenta e iniziano, sempre per caso, una strana frequentazione.
- Sapevo che prima o poi saresti venuto, Malfoy.-
Luna sorrideva, i grandi occhi azzurri fissi in quelli grigi del Serpeverde, mentre aspettava che le dicesse qualcosa. Il silenzio tra i due sembrò durare un’eternità finchè Draco distolse lo sguardo e mormorò:
- Insegnami.-
Luna lo guardò continuando a sorridere incoraggiante, invitandolo a continuare.
- Insegnami a immaginare, Lovegood.-

Storia partecipante al Cliché Contest di Sophie_85.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Luna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ok, perdonate l'attesa nel postare il secondo ed ultimo capitolo, ma i risultati del contest sono arrivati oggi e io volevo aspettare quelli prima di pubblicare alcunchè. Quindi permettetemi di lasciarvi al capitolo, non prima di aver ringraziato le recensitrici del capitolo precedente, chi ha messo la storia tra le preferite e le ricordate e chi ha solamente letto.
Per precisazioni, risultato del contest, giudizio delle giudicie e affini vi rimando al piccolo angolino buio dell'autrice in fondo alla storia.
Buona lettura ;)
Rima.






Volevo dedicare questo secondo e ultimo capitolo a tre persone che sono state assillate in maniera più o meno ossessiva dalla sottoscritta durante la stesura della storia:

A Bro, che è sempre il primo a leggere le mie storie e che mi ha dato una mano a sbloccarmi,

Alla Lummy, che ho assillato morbosamente quando avevo il blocco dello scrittore

e a Tom, che è uno stalker (con affetto, ovvio).









Il giorno dopo Luna attese tutto il pomeriggio sotto il tiglio, ma Draco non venne, al suo posto si presentò un grosso gufo bruno, di quelli della scuola, che portava una lettera, beh un biglietto strappato da un pezzo di pergamena più che altro, senza firma, le cui parole erano state evidentemente tracciate di fretta dal mittente, col risultato di dare un aspetto ancora più caotico al tutto.

Lezione di pozioni supplementare. Stasera, Stanza delle necessità, alle 9 pm. Puntuale.

Sospirando la Corvonero si alzò e si diresse verso il castello, se l’era aspettato; d’altronde era perfettamente conscia che farsi vedere in pubblico con lei avrebbe compromesso la reputazione del Serpeverde.
Se non altro avrebbe impiegato quel tempo per cominciare con qualche ripasso in vista dei G.U.F.O.

La sera andò a cenare tardi e appena finito si diresse verso il settimo piano, dove attese pazientemente Malfoy, ma senza la reale speranza di vederlo.
Invece, contro ogni previsione, alle 9.00 pm puntuale vide comparire da dietro l’angolo l’alta figura bionda del Serpeverde.

- Sei pronto?-

L’altro annuì, così Luna iniziò a passeggiare avanti e indietro per tre volte di fronte alla parete finchè non comparve la porta.
Appena entrarono Draco dovette sbattere più volte le palpebre: non riusciva a credere ai suoi occhi, sembrava di stare in un’illustrazione di quei libri di fiabe che sua madre gli leggeva quando era piccolo.

Il soffitto aveva l’aspetto di un cielo trapunto di stelle, mentre sulle pareti erano raffigurati alberi dalla corteccia grigio-argentea, lei cui foglie erano di un verde scuro tanto intenso da sembrare velluto.  Una miriade di lucciole volteggiava per magia illuminando debolmente la stanza e piccole lucine multicolori risplendevano rincorrendosi e giocando a nascondino tra le foglie. E quello sulla parete di sinistra era…

- Un unicorno,- disse Luna, - mi sono sempre piaciuti. La Stanza deve aver pensato che lo avrei apprezzato.-

Si gettò poi per terra con un piccolo tonfo.

- Siediti!-

- Ma non vedo quasi niente,- obiettò Draco – non potremmo accendere una candela?-

- Potremmo, ma ci perderemmo questa meraviglia. Forza, Malfoy, lezione numero uno: immagina qualcosa su cui vorresti sdraiarti e buttati.-

- E cosa dovrei immaginare, un letto?-

- Anche, se ti fa piacere, ma io fossi in te inizierei dalle piccole cose, tipo un cuscino, anzi montagne di cuscini soffici su cui sdraiarsi per guardare il cielo.-

- Mh. –

- Cosa c’è Malfoy?-

- Come posso immaginare un cuscino?! Insomma è un cuscino, ci sono miliardi di cuscini a questo mondo, è una cosa banale. Uno vale l’altro.-

Luna rise.

- Malfoy, nulla è banale in questo mondo. Anche le piccole cose, che sembrano insignificanti, magari perché siamo abituati a vederle, sono speciali. Dipende tutto dal punto di vista.-  

Il Serpeverde alzò un sopracciglio, perplesso: quella Lovegood era assolutamente, totalmente strana.

- Siediti accanto a me. -

- Ma non ti vedo, Lovegood, finirei col sedermi sopra di te!-

La Corvonero rise ancora, stavolta più forte:

- Sei proprio strano, Malfoy.-

Draco si stupì ancora di più, lei blaterava di cuscini speciali, Gorgofrizzi, Cannoncini Balbettanti, andava in giro con una cipolla al collo e dei corvi alle orecchie e lui era quello strano?!
Comunque si abbassò lentamente e a tentoni verificò che sotto il proprio sedere non vi fosse nient’altro che un soffice tappeto erboso e si sedette. Improvvisamente Luna lo prese per un braccio e lo costrinse a sdraiarsi accanto a lei.

- Guarda le stelle, Malfoy. In genere non ce ne accorgiamo perché ci sono troppe luci o la luce della luna è troppo forte, ma guardale ora: non sono magnifiche? Non sono uno spettacolo speciale?-

Poi si tirò a sedere e si girò verso Draco: - Cominci a comprendere?-

Il Serpeverde si trovò ad annuire, mentre uno sciame di lucciole2 passava in mezzo a loro due, illuminando il volto sorridente di Luna.
Non si era reso conto di essere così vicino al volto della Corvonero e non si era mai accorto di come i suoi occhi fossero dolci.
Alzò una mano e la posò sui capelli di Luna per spostare una lucciola che si era impigliata, ottenendo come unico risultato quello di far arrossire la Corvonero e di far allontanare lo sciame2.
Lentamente fece scivolare la mano dai capelli lungo il viso della ragazza, disegnandone l’ovale.

Luna si sorprese di quel tocco gentile sulla sua guancia e sentì il familiare rossore invaderle il volto, mentre si stupiva di quel contatto.
Senza rendersene conto si trovò ad occhi chiusi a desiderare di annullare la distanza tra lei e Malfoy, mentre il cuore accelerava i battiti e sentiva l’aria mancare.
Improvvisamente si sentì afferrare dietro la schiena e attirare verso il Serpeverde, mentre la mano, che aveva indugiato sulle sue labbra, veniva sostituita da quelle morbide del ragazzo.
Luna si irrigidì pur rispondendo al bacio dell’altro, mentre sentiva le mani di Draco sui suoi fianchi procurarle una sensazione strana, ma piacevole.

Istintivamente portò le braccia al collo del Serpeverde e schiuse le labbra per permettere a lui di approfondire il bacio, mentre, impacciata, cercava di assecondarlo.
Si sentiva strana, come se un migliaio di Nargilli con i tacchi a spillo avessero deciso di dare una festa nel suo stomaco, eppure le sembrava che quella fosse la cosa migliore che potesse fare in quel preciso istante, come se non ci fosse stato niente di più normale che baciare Draco Malfoy nella Stanza delle Necessità, come se avesse aspettato da tutta una vita quel preciso momento.
Si staccavano l’uno dall’altra solo per riprendere fiato, per poi gettarsi nuovamente in quel turbinio di emozioni e di sensazioni nuove per entrambi.

Draco non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe ritrovato a stringere tra le braccia Luna Lovegood e a desiderarla più di qualsiasi altra ragazza. C’era qualcosa in lei che lo inebriava e che gli faceva perdere il controllo, che lo spingeva a cercare un ulteriore contatto con la Corvonero, come se da quel contatto dipendesse la sua vita.
Seppe di aver osato troppo quando, in un vano tentativo di slacciarle la camicetta, Luna tornò a irrigidirsi.

Malfoy sentendo il disagio della ragazza si fermò, il respiro leggermente affannoso. Rimasero in silenzio, mentre una finta luna piena sbucava dalle fronde dei finti alberi, illuminando la stanza.

- Era il mio primo bacio,- mormorò Luna arrossendo mentre, tirandosi a sedere, si abbracciava le ginocchia con aria imbarazzata. Draco alla notizia rimase interdetto:

- Scu… Scusami. Per aver osato così tanto intendo.- fece una pausa prima di continuare – E poi immagino che avresti preferito darlo a qualcuno di più meritevole, tipo Potter o Paciock.-

Pronunciò le ultime parole con una smorfia: senza sapere perché, l’idea che la Lovegood, che Luna, baciasse lo Sfregiato o Pacesso3 lo irritava da morire.

- Non scusarti,- Luna gli prese la mano dicendolo, - è tutto ok. Mi è piaciuto darlo a te.-

Calò di nuovo un silenzio imbarazzato, mentre Draco guardava la Corvonero che alla luce della luna sembrava davvero carina. O forse era solo l’imbarazzo a renderla tale.

Fu Luna ad alzarsi improvvisamente e a rompere il loro mutismo.

- Credo che per oggi possa bastare.-

- Domani ti andrebbe di continuare? A insegnarmi a immaginare, intendo.-

La Corvonero rise nuovamente.

- Domani ho promesso a Ginny di aiutarla con i compiti di trasfigurazione, ma credo che potrei per una volta saltare la mia caccia serale ai Ricciocorni Schiattosi per dare una mano anche a te.-

Ogni sera per Draco e Luna si svolgeva come la precedente, dopo cena si incontravano nella Stanza delle Necessità e lei aiutava il Serpeverde a sciogliersi e a immaginare qualcosa di nuovo. Mentre la Stanza cambiava a ogni loro visita, cambiavano lentamente anche loro due, approfondendo la conoscenza l’uno dell’altra, e finendo, a volte, le loro “lezioni” con un bacio, che di volta in volta si faceva sempre più appassionato.
Draco sentiva di stare trascurando la missione per passare più tempo con la Corvonero, ma, da qualche parte, dentro di sé, capiva che forse era meglio così.
Fu in quel periodo che, giusto per sembrare attivo e non far immaginare che stesse accantonando il suo compito, mandò a Silente la collana di opali e l’idromele, fallendo entrambe le volte.
Non aveva certo dimenticato l’Armadio Svanitore, ma vi si dedicava con meno tempo e sempre con meno entusiasmo.
Aveva paura di quello che Luna gli faceva provare, non voleva mettere a repentaglio la sua vita e quella dei suoi genitori per colpa di una traditrice del proprio sangue, eppure non poteva far a meno di andare tutte le sere nella Stanza delle Necessità.
Ogni volta doveva essere l’ultima, si riprometteva, tuttavia si sentiva come calamitato da quella stanza e da quella strana ragazza bionda che credeva in animali immaginari. 

-Oggi pensa tu alla stanza,- gli disse una sera di fine maggio  – credo che tu sia pronto.-

Draco cercò di immaginare qualcosa, ma non riusciva pensare a niente se non al fatto che stava trascurando i suoi “doveri” per lei e che desiderava ogni giorno di più poter mandare tutto a quel paese per stringerla ancora anche solo per qualche minuto.

-Malfoy, credo che tu possa smettere di passeggiare avanti e indietro, la stanza è apparsa e tu sembri proprio uno Snorticolo Cornuto!-

Luna entrò per prima scoprendo che decisamente la Stanza voluta da Draco non era molto somigliante alle sue, anzi, sembrava più un enorme salotto, con tanto di camino con fuoco scoppiettante e divani in chintz, rigorosamente verdi.

- Scusami, non va molto bene, immagino, ma sono un po’ distratto.-

Luna poggiò una mano sul suo braccio: - Non ti preoccupare Malfoy, Draco, credo che possa andare benissimo anche così.-

La Corvonero si era da tempo accorta che l’animo di Draco era spesso turbato, e che man mano che si avvicinava la fine della scuola era diventato più nervoso e più impaziente mentre le sue occhiaie erano sempre più marcate e il suo volto sempre più stanco, ma non gli aveva mai chiesto nulla, sperando che, forse, prima o poi, si sarebbe confidato con lei.
Ma i mesi erano passati senza che il Serpeverde le parlasse di nulla, eppure continuava a incontrarlo tutte le sere scoprendo che la sua compagnia la faceva stare bene e, al contempo, notava anche che Draco stesso era più tranquillo.
Inoltre aveva scoperto di provare qualcosa per quello strano ragazzo snob e un po’ altezzoso che da tempo non rideva più di lei, ma rideva con lei.
Si sedettero entrambi sul divano, uno accanto all’altra e rimasero per un po’ in silenzio, mentre Luna, guardava il Serpeverde di sottecchi

- Cosa immaginiamo stasera, allora?-

- Decidi tu, Draco, questa è la tua serata, considerala un po’ come una specie di test. -

Il passaggio da cognome a nome non era sfuggito al ragazzo, ma cercò di adattarvisi, in fondo erano mesi che si incontravano di nascosto come degli amanti clandestini, non c’era niente di male nel chiamarla Luna e nel farsi chiamare Draco, almeno finchè rimanevano nella Stanza.

- Dici tipo un esame finale?-

- Una specie.-

Draco si lasciò andare a un mezzo sorriso:

- Odio gli esami finali, mi mettono ansia.-

- E come hai intenzione di fare per i M.A.G.O.?-

Il Serpeverde si rabbuiò prima di commentare lugubre:

- Non credo neanche di dovermi porre il problema.-

Luna capì che, forse, il fatidico momento era arrivato, così si arrischiò a porgli quella domanda che ormai da tempo la torturava:

- C’entra per caso Tu-sai-chi?-

Draco trasalì e le rispose in modo brusco:

- Non sono affari tuoi, Lovegood.-

La Corvonero lo guardò con aria ferita, aveva sperato fino all’ultimo che si sarebbe aperto con lei, aveva creduto di contare qualcosa, di poterlo aiutare, ma  evidentemente si era ingannata.

Draco, a quella visione, sentì qualcosa dentro di sé incrinarsi e quindi cercò di addolcire i toni:

- Non posso, e non voglio, metterti a parte di questo segreto, Luna, sarebbe dannoso per entrambi.- e ti allontanerebbe definitivamente da me, mentre io voglio starti accanto ancora per un po’, concluse tra sé.

Luna distolse lo sguardo; aveva capito. Aveva sempre saputo che Draco sarebbe finito tra le schiere di Colui-che-non-deve-essere-nominato, ma non pensava che sarebbe accaduto così presto e, in fondo, aveva sperato fino alla fine che non sarebbe successo.

- Capisco,- rispose atona – allora forse per stasera è meglio smettere qui.-

Il Serpeverde si sentì mancare l’aria a quelle parole così, mentre Luna si stava alzando per avviarsi all’uscita, la afferrò per un polso e la fece voltare, per poi stringerla a sé, affondando il volto tra quei capelli biondi e beandosi di quel momento.
La Corvonero si sciolse quasi subito da quell’abbraccio e, alzandosi in punta di piedi, poggiò le sue labbra contro quelle di Draco, il quale approfondì subito il bacio con un tale impeto che in breve si ritrovarono sbilanciati e dovettero gettarsi sul divano.

I loro corpi combaciavano alla perfezione nonostante l’impedimento dei vestiti, mentre le mani esperte del Serpeverde si muovevano lungo tutto il corpo esile di Luna, provocandole dei brividi di piacere.
Mentre con una lentezza estrema lui cercava di sbottonarle la camicetta, le piccole mani della Corvonero andarono a slacciare con urgenza la cravatta verde-argento che in breve finì gettata da qualche parte oltre il divano, per poi passare ai bottoni della camicia di lui.
Nulla le importava in quel momento se non la presenza di quel corpo che sembrava fatto apposta per aderire al suo.
Le loro bocche si cercavano continuamente, in una serie di baci che di casto avevano ben poco e anche quando si staccavano per riprendere fiato lo facevano solo per pochissimo tempo, per poi gettarsi di nuovo tra le braccia dell’altro, come sottoposti a una forza invisibile.
In breve Luna si ritrovò completamente in intimo e Draco si concesse di dare una breve occhiata al corpo della Corvonero, prima di tornare a baciarla con rinnovata passione.
Quando sentì le mani di lei iniziare a trafficare con la lampo dei suoi pantaloni il Serpeverde si bloccò, come pietrificato: non poteva farle questo, non a lei.
Luna si fermò a fissarlo, mentre il ragazzo si tirava a sedere, allontanandosi da lei:

- Ho fatto qualcosa che non va?- gli disse, sopresa da quel comportamento.

- Tu… No, Luna, è che non posso farlo. Non posso fare questo a te.-

- Draco, - allungò una mano sul braccio di lui – io credo di essere pronta per un passo del genere.-

- Non è questione di sentirsi pronti. Tu non sai… Non puoi capire…-

Il Serpeverde si prese la testa tra le mani massaggiandosi le tempie, mentre Luna lo guardava incapace, per la prima volta, di fare alcunché.

- Draco, io posso capire se mi spieghi, se me ne parli.-

- Non posso parlartene, dannazione!- le urlò disperato – Non voglio che tu sia più in pericolo di quanto già sia e non voglio che tu mi guardi disgustata o delusa per quello che devo fare.-

Luna lo circondò con le sue braccia, mentre cercava la cosa più sensata da dire.

- Non credo che potrei mai farlo, perché –la Corvonero inspirò profondamente, cercando dentro di sé il coraggio di dire quelle parole - credo di essermi innamorata di te.-

Draco le rivolse un debole sorriso, che non riusciva a mitigare in alcun modo la tristezza nei suoi occhi.

- Mi ameresti lo stesso anche se sapessi che sono tra le file del Signore Oscuro? Mi ameresti lo stesso anche se sapessi che devo uccidere qualcuno di molto importante? Mi ameresti lo stesso anche se tu scoprissi tutto questo?-

- Sì, ti amerei lo stesso, perché so che tu non sei così. – fece una piccola pausa di proseguire – Ho imparato a conoscerti in questi mesi, Draco, e so che tu non sei ciò che sembri, so che non è questo quello che vuoi, so che non potresti mai fare una cosa del genere, neanche se lo volessi.-

- Tu non capisci, io devo farlo.-

- Ricordati, Draco, che c’è sempre una scelta, devi solo decidere qual è quella più giusta per te.-

Luna sorrise amaramente stringendolo ancora di più a sé, mentre le braccia di lui le circondavano la vita, stringendola come se fosse l’ultima volta.

 

Erano passati solo pochi giorni da quell’ultimo incontro tra Draco e Luna quando Hogwarts venne attaccata dai Mangiamorte.
La battaglia infuriava dentro il castello e l’Ordine era appena arrivato a dare man forte ai professori.
Luna era l’unica assieme a Neville ad aver risposto al richiamo dell’ES4, l’unica ad aver trovato il coraggio di schierarsi, di uscire allo scoperto per difendere sé stessa e le persone che amava.
Volavano Schiantesimi e altre maledizioni, ma non se ne curava: la priorità era difendere la scuola, i suoi amici e lui.
Quando lo vide scendere correndo le scale accompagnato dal professor Piton, il suo cuore mancò un battito: il professore di Pozioni stava dalla loro parte, forse anche Draco aveva scelto l’Ordine, aveva scelto lei.
Eppure c’era qualcosa che non le tornava, una strana sensazione alla bocca dello stomaco che le diceva chiaramente che le cose non stavano così. Si sentiva lacerata: da una parte la speranza, dall’altra la delusione e la disperazione.

I Mangiamorte non li colpiscono. È perché li credono dalla loro parte.

Piton attacca l’Ordine. È per non dare nell’occhio.

Stanno scappando. È solo per prendere qualche altro Mangiamorte.

Ma Harry li insegue. E loro scappano da lui.

Con questa consapevolezza Luna sentì qualcosa spezzarsi dentro di sé. Era finita, Draco aveva fatto la sua scelta e lei, nei suoi piani, non era contemplata.
Concesse di scendere a una lacrima solitaria, prima di asciugarsela con il dorso della mano e raggiungere i suoi amici.






Piccolo angolino buio dell'autrice.

2 sciame di lucciole: non sono sicura, si muovono a sciami? :D
3 Pacesso: Draco affibbia soprannomi a tutti, perché a Neville no? Così ho pensato di trovarne uno anche a lui. Siccome però non sono tanto brava e fantasiosa mi sono servita della traduzione italiana di Schlongbottom, nomignolo (?) dato a Neville in “A Very Potter Musical”, reso dai subber (onore e gloria a loro) come Pacesso.
4  Non so se Luna combatta assieme all’Ordine e ai Grifondoro nella battaglia del Principe Mezzosangue perché la Rowling non lo dice, però mi serviva per scopi puramente fanfictionistici e l’ho inserita. D’altronde se avessero usato ancora le monete immagino che lei avrebbe risposto alla chiamata, così come ha fatto nell’Ordine della Fenice.

Che altro... Sono superipermegaarcistraesaltatissima per i risultati del contest, perchè un terzo posto proprio non me lo aspettavo e mi ha fatto gongolare tutta.

Ringrazio Sophie e Fabi per i giudizi che sono stati dati in modo molto accurato e Sophie per aver indetto il contest e avermi dato la possibilità di scrivere su questa coppia che ho iniziato ad adorare dopo averne scritto :3

Detto questo, ecco il risultato:

3° Classificata
Rima. - Insegnami a immaginare  (il titolo originale è stato poi da me sostituito con un più semplice Imagine, visto che mentre stendevo la storia ho ascoltato a manetta l'omonima canzone di John Lennon)

Grammatica: 8.7/10
Stile: 8.25/10
Originalità e utilizzo del cliché: 9/10
Caratterizzazione: 8.85/10
Gradimento personale: 8.95/10
Prompt/citazione obbligatoria: 3.5/4
Bonus coppia 3/3 punti

TOTALE: 50.25/57


Giudizio Sophie

Una storia molto carina, con una coppia parecchio inusuale (una di quelle proposte dalla giudicia, lo so XD). Ho trovato lo stile piacevole e adatto alla lunghezza della storia, anche se a volte si incontrano degli incisi e dei periodi un po’ troppo lunghi che rallentano un po’ la lettura (ad esempio: “Il giorno dopo Luna attese tutto il pomeriggio sotto il tiglio, ma Draco non venne, al suo posto si presentò un grosso gufo bruno, di quelli della scuola, che portava una lettera, beh un biglietto strappato da un pezzo di pergamena più che altro, senza firma, le cui parole erano state evidentemente tracciate di fretta dal mittente, col risultato di dare un aspetto ancora più caotico al tutto.”) Ci sono descrizioni fatte molto bene, sia dell’ambientazione sia introspettive, e i dialoghi sono abbastanza dinamici.  Non ti ho potuto mettere un punteggio pieno perché purtroppo ci sono un paio di sbavature, la più evidente è l’utilizzo de ‘la Corvonero’ per identificare Luna: lo usi tantissimo, e spesso in frasi ravvicinate, senza quasi mai usare un’altra espressione per identificarla, come ad esempio ‘lei’ o ‘la ragazza’ ecc. Inoltre ci sono altre piccole cose come alcuni elementi del mondo magico (come ad esempio ‘trasfigurazione’) a volte scritte con la maiuscola a volte con la minuscola; c’è una ripetizione (“insegnami a immaginare” e poco sotto “immagino”), e un uso del corsivo improprio (“enormi orecchini penzolanti”, “Ti manca l’immaginazione” e “Insegnami a immaginare”): mentre nel resto del testo dove hai usato il corsivo hai dato maggiore enfasi alla parola e al senso generale della frase, nei casi segnalati tra parentesi il suo uso risulta poco significativo e avresti ottenuto lo stesso effetto senza utilizzarlo.
Passando all’originalità della storia e lo sfruttamento del cliché, hai trovato un modo davvero carino per far avvicinare i due ragazzi, e si arriva all’utilizzo della Stanza delle Necessità in maniera naturale, senza sembrare una forzatura e anche se hai utilizzato l’espediente di “Malfoy costretto a fare il ‘cattivo’ anche se in fondo non lo è”, non sei caduta nel banale con un happy ending. Il voto sarebbe stato più alto se non avessi abbandonato subito la ‘scusa’ per cui si sono trovati nella Stanza: l’idea di Luna che insegna a Draco a immaginare è molto bella, però dopo la prima volta è stata messa molto in secondo piano, per far spazio all’utilizzo ‘classico’ della Stanza e forse un bilanciamento sarebbe stato più opportuno.
Entrambi i personaggi sono stati tratteggiati con molta cura, in particolar modo Luna che, salvo qualche riferimento di troppo ad animali immaginari che la rende un po’ stereotipata, è davvero lei. La scena del bagno è quella che davvero ho apprezzato di più! Draco invece sfiora un po’ l’OOC, soprattutto quando gli fai pronunciare questa frase “Scu… Scusami. Per aver osato così tanto intendo”: sicuramente una come Luna spiazzerebbe chiunque, ma Malfoy così educato e premuroso non ce lo vedo proprio :) e non ce lo vedo neanche a mettersi al collo qualcosa regalatogli da ‘Lunatica’ Lovegood.
L’uso del prompt riceve un punteggio pieno in quanto, anche se nella storia non è nominato molte volte, è un elemento importante nella fase iniziale della storia, e l’hai sfruttato molto bene.   
Nonostante la lunghezza, ho letto la tua storia volentieri. Luna è tratteggiata davvero bene, soprattutto nella prima parte. Mi sarebbe piaciuto se avessi approfondito maggiormente il discorso dell’immaginare, per rendere la storia diversa dalle molte storie romantiche; mi aspettavo di vedere come Draco avesse evoluto il suo modo di immaginare, o, per lo meno, se fosse riuscito grazie a Luna a sfruttare l’immaginazione per aggiustare l’Armadio Svanitore (cosa che avevi accennato nel corso della storia), invece niente. Purtroppo le storie romantiche rischiano di diventare un po’ banali e prevedibili e perdono di attrattiva, però il finale ‘diverso’, diciamo così, mi è piaciuto! Grazie per aver partecipato :)


Giudizio Fabi

La tua è una buona storia, nonostante tu abbia inserito l’avvertimento OOC ho trovato che la caratterizzazione sia ben definita, cosa difficile quando si ha a che fare con un crack pairing di questo tipo e in questo ambiente. Gli anni di Hogwarts infatti danno poco spazio ai cambiamenti di carattere perché sono ricchi di avvenimenti e perché i personaggi sono seguiti e il loro comportamento motivato da questi eventi.

Ti faccio quindi i complimenti per la caratterizzazione, anche se forse Luna appare un po’ caricaturata in alcuni punti e Draco è troppo premuroso nei suoi confronti.

L’inserimento del cliché è stato fatto in modo intelligente, nel senso che è stata una buona idea quella di far sì che Draco desse appuntamento a Luna nel giardino, inizialmente. Avrei voluto che fosse più chiara la giustificazione del proseguimento degli incontri nella Stanza delle Necessità, ma dopo il bacio credo che tu abbia preferito dare per scontato, in effetti ho valutato positivamente l'originalità…

Veniamo alla grammatica: ‘Il giorno dopo alle Serre, tutti gli studenti di Hogwarts assistettero ad uno spettacolo’ Qui sarebbe stata necessaria una virgola dopo ‘dopo’; 'un’enorme tiglio', tiglio è maschile, quindi non ci va l'apostrofo; 'compagni di casa', Casa va maiuscolo quando si tratta di una casa di Hogwarts; 'novo ciondolo', errore di battitura; 'altrimenti Lui avrebbe ucciso la sua famiglia.', qui non ho capito il motivo della maiuscola, ho immaginato che Lui fosse Voldemort, solo che messo così non è molto chiaro secondo me, avresti fatto meglio a mettere magari in corsivo, in modo da evidenziare in modo più chiaro.


Lo stile è spesso abbastanza articolato, a volte questo ha reso le frasi un po' troppo intricate, ti faccio un unico esempio: Ecco perché non si stupì, quando, mentre stava studiando in biblioteca, si trovò all’improvviso Draco Malfoy seduto sulla sedia di fronte a lei. In questo caso, per esempio, la frase è ben costruita e si nota che lo stile è curato, ma la virgola prima di 'quando' rallenta davvero troppo e confonde anche un po'. Usare gli incisi non è una brutta cosa, ma bisogna stare attenti a non abusarne perché tendono ad appesantire un po' la lettura e rischiano di ottenere un effetto di confusione.
Anche qui per esempio: sue occhiaie erano sempre più marcate e il suo volto sempre più stanco, ma non gli aveva mai chiesto nulla, sperando che, forse, prima o poi, si sarebbe confidato con lei. Anche qui come vedi c'è almeno una pausa di troppo. Mi rendo conto che la punteggiatura sia totalmente personalizzabile, è solo un lieve difetto stilistico che a mio parere rende la storia meno incisiva. Inoltre ti faccio notare che tendi a usare piuttosto spesso espressioni come 'la Corvonero' che, se a piccole dosi sono accettabili, sarebbero da sostituire quando questo sia possibile, ad esempio qui: Ogni sera per Draco e Luna si svolgeva come la precedente, dopo cena si incontravano nella Stanza delle Necessità e la Corvonero aiutava Draco a sciogliersi e a immaginare qualcosa di nuovo. Qui avresti potuto scrivere 'con lei', ho scelto questa frase proprio perché avevi già scritto il suo nome 'Luna'.
 
Il prompt è stato inserito correttamente e, anche se non ha un ruolo fondamentale a livello di trama, direi che ne hai parlato abbastanza.
Complimenti quindi, un'ottima storia, abbastanza personale.
   
 
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