Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: misos    02/04/2006    5 recensioni
Regulus Black, un personaggio ombroso e schivo, il discendente di un'antica famiglia dalle notevoli aspettetive, una vita all'ombra del fratello maggiore. La storia di R.A.B., dal principio fino alla morte per ordine del suo signore Lord Voldemort.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo secondo

 

 

 

 

Capitolo secondo

 

 

 

 

 

 

“S

irius, ho paura!”

“Non preoccuparti Reg, ci sono qui io”

“Ma Sirius, è tutto buio…”

“E allora? Il buio non può mica mangiarti!”

“Ma…”

CRACK

L’oscurità fu squarciata da una luce abbagliante mentre la porta dello sgabuzzino si apriva di scatto e andava a sbattere dritta contro la fronte del giovane Sirius Black.

“Ma che caspita…”

“Kraecker chiede umilmente scusa! Kreacher non sapeva che qui dentro ci fossero i padroncini! La padrona dice a Kreacher “cerca i bambini” e Kreacher lo fa!”

“Chiudi il becco Kreacher!”

“Sissignore, se il padroncino ordina a Kreacher di tacere, Kreacher tace, ma la madre del padroncino ha ordinato di portarle i bambini e Kreacher non può disubbidire!”

“Vuoi chiudere quella fogna? Così ci sentiranno!”

“Sirius, qui ci sono i ragni!”

“Zitto tu! Kreacher, esci subito e dì a mia madre che non ci hai trovato… niente storie, è un ordine! Vai! Scattare!”

“Sissignore, padroncino Sirius”

L’elfo richiuse velocemente la porta con un’espressione tra il contrito e il torvo e scomparve con uno schiocco così come era apparso. Calò il silenzio. Potevo sentire lo zampettare di decine di insetti non meglio identificati tutto intorno a noi.

“Allora, dove eravamo rimasti? A già, mantieni la candela… tieni!”

Sirius mi passò un vecchio cero tutto scivoloso che accese con un semplice fiammifero.

“Ahi!”

Si era scottato con la cera calda e per un attimo la luce tremula gli illuminò gli occhi scuri contratti per il dolore. Si morse il labbro e guardò impassibilmente da un’altra parte: non potei che ammirarlo.

“Sei sicuro di voler venire?”

Mi piantò i sui occhi scrutatori in faccia.

“S-sì, non ho più paura ora che c’è luce” mentii spudoratamente.

“Bene” disse piano dopo avermi lanciato un’ultima occhiata dubbiosa “allora ti mostrerò il mio segreto. Giuri solennemente che non rivelerai, confesserai o confiderai mai a nessuno ciò che stai per vedere?”

“L-lo giuro…”

“Giuri che MAI, nemmeno sotto tortura spezzerai questa promessa?

“L-lo giuro…”

“Giuri che sarai disposto ad uccidere e ad essere ucciso per mantenerla integra?”

“L-lo… cosa?”

Mi guardò in tralice per un attimo dall’oscurità prima di scoppiare in una risata soffocata per non farsi sentire da fuori allo sgabuzzino.

“Allora andiamo, fratellino!”

Mi voltò le spalle e si mise a trafficare in una borsa estraendone un lungo bastoncino di legno.

“Ma… Siri… quella non sarà mica la bacchetta di papà?”

Mi sorrise furbo. Poi si rivolse al muro affianco a noi e si mise a picchiare alcuni mattoni con la punta della bacchetta.

“Tre a destra, uno giù e cinque su”

Si udì un sommesso scricchiolare e nella parete si aprì per magia un buco circolare grande abbastanza per far passare un uomo adulto.

“Wow! È un passaggio segreto! Non sapevo che ce ne fossero qui in casa nostra!”

“Ce ne sono molti, fratellino, mamma e papà ne conoscono la maggior parte, ma evidentemente non questo! Guarda!”

Mi spinse nel buco e mi ritrovai in una stanzetta circolare, come l’estremità di un pozzo non molto profondo, il cui soffitto era costituito da una grossa cupola di vetro oltre la quale brillavano le stelle.

Sulle pareti di pietra erano appesi vecchi poster storti di giocatori di Quidditch, per terra vi erano pile di fumetti come “L’Acchiappababbani” e “Le avventure di un troll ritardato”. C’erano anche parecchi libri, il che mi apparse quanto mai strano perché era risaputo che Sirius detestava leggere. Una grande cesta contro il muro era traboccante di dolciumi, cioccolatini e “schifezzelle” che nostra madre non ci permetteva mai di mangiare se non nelle occasioni molto, molto speciali. Su uno scatolone dall’aria sovraccarica stava una gabbia di ferro nella quale dormiva il coniglietto di cui la mamma gli aveva intimato di sbarazzarsi.

“Benvenuto nella mia umile dimora!” trillò tutto euforico.

Ai miei occhi di un bambino quello non era un lurido buco sporco strapieno di cartacce e dolci scaduti, ma il prodotto di una mente geniale, il rifugio di un eroico criminale sfuggito alla giustizia-ingiusta di nostra madre, la gloriosa rivincita alla disciplina che ogni giorno veniva richiesta ai rampolli dei Black.

“Allora, che te ne pare? Ti ricordi di Caratacus? A quest’ora potrebbe essere su un piatto d’argento contornato da tante patatine croccanti… è un po’ spelacchiato, ma meglio che morto! Gli do da mangiare quello che posso…”

Aprì mestamente la gabbia e raccolse il coniglio impaurito, porgendogli una carota che aveva trafugato dalle cucine.

“Quanti dolci…”

Il miei occhi non avevano mai visto tanto bendiddio in una sola volta.

“Prendi tutto quello che vuoi, ma stai attento a quelle caramelle verdi, devono essere andate a male: l’altro giorno dopo averle mangiate ho continuato a vomitare bolle di sapone verdi per tutto il pomeriggio”

“Davvero?”

Il mio sguardo doveva essere comicamente ammirato, perché mio fratello mi lanciò un’occhiata tra il compiaciuto e il divertito.

“Sissì! Per questo non mi sono fatto vedere fino a sera, non perché mi è venuta la febbre della fattucchiera!”

Caratacus si divincolò dalle dita di Sirius e si andò a rifugiare dietro una pila di fumetti.

“È solo un po’ timido. Era un sacco di tempo che non vedeva nessuna altro oltre a me! Puoi prenderlo Reg, non ti morde!”

Il coniglietto si era rifugiato dietro un grosso volume e non fu facile tiralo fuori. Sentii le sue ossa sotto la carne mentre lo sollevavo da terra e lo stringevo tra le braccia per non farlo cadere.

“Perché le figure su quei libri non si muovono, Siri? Sono morte?” era una cosa che avevo notato già da prima, anche se, avendo imparato a leggere da pochi anni non prestavo alla carta stampata più che qualche occhiata.

“Perché sono libri babbani. Li ho barattati ad una bancarella con l’orologio d’oro di nonno Pollux. Quel tipo è stato contentissimo dell’affare. La mamma dice che sono robaccia e che non devo assolutamente leggerli, ma se la mamma dice di non fare una cosa, allora vuol dire che è una cosa molto divertente!”

“Oh! E sono belli?”

“Sì, Reg, sono belli”

“Ma la mamma dice sempre che tu non ami leggere perché sei uno scansafatiche!”

Mi guardò soddisfatto e scrollò le spalle.

“Non vedo l’ora di andarmene ad Hogwarts e di non dover più sentire tutto quello che dice mamma!”

“Ma così dovrò sentirla solo io!”

“Mi sa tanto di sì, fratellino!”

Quello fu uno dei pomeriggi più belli di tutta la mia infanzia.

Quando tornò da Hogwarts, Sirius era cambiato.

 

*****

 

 

Tornò una mattina di dicembre, con il suo baule lustro e il suo mantello nero con lo stemma dei Grifondoro, quello stesso stemma che aveva procurato a mia madre infinite urla e crisi di pianto.

Aveva un sorriso sicuro sul volto imberbe, i capelli spettinati, si aggirava per la casa del tutto padrone della situazione che gli era parecchio ostile. Mi guardava come se fossi solo l’ennesimo nemico in quella casa dove non c’era per lui nemmeno uno sguardo orgoglioso, ma solo disprezzo. Avrei voluto dirgli che a me non importava, che a qualunque casa appartenesse, qualunque tremenda azione, qualunque orrido disonore avesse apportato alla nostra famiglia, sarebbe sempre rimasto il mio fratello maggiore, la mia guida ribelle, il mio eroe.

Ma lui non mi degnava di uno sguardo, impegnato nelle continue schermaglie con nostra madre, impegnato a rendere onore alla nomea di figlio degenere che ormai si era creato. E poi c’erano i suoi nuovi amici, quel Potter di cui parlava sempre, le nuove materie, i nuovi professori, le nuove avventure in quel posto magnifico che doveva essere Hogwarts.

E a tutto ciò mia madre non trovava nulla di meglio da rispondere se non ripiegare su di me, coccolarmi, viziarmi e rivolgermi tutto l’affetto di cui per dieci anni mi aveva privato, nella speranza di far ingelosire quel principino viziato che ora le si stava rivoltando contro. Ma Sirius non pareva darle retta ed io ero ben lieto di accontentarmi di un suo ripiego, già conscio che non avrei mai potuto eguagliare l’affetto che ella nutriva per il suo primogenito.

E così mi trovai tra l’incudine e il mantello: da una parte mia madre che mi lusingava solo per ferire Sirius, dall’altra Sirius che mi maltrattava solo per ferire mia madre. Senza accorgermene nemmeno divenni il campo di battaglia di una guerra tra due fazioni opposte, della quale non facevo e alla quale non volevo appartenere. E nessuno, nessuno in quella famiglia si curò di come mi sentissi vuoto e colpevole, nessuno mi aiutò a venire a capo della situazione, nessuno si accorse veramente di me. Da allora, come d’altronde sempre lo avevo fatto, cominciai a vivere nell’ombra di quella stella luminosa chiamata Sirius.

 

*****

 

 

“Ciao”

“Cosa vuoi?”

Erano le sette e mezza di mattina. Sirius stava ficcando in tutta fretta le sue cose nel baule, per tornare ad Hogwarts. Non lo avrei rivisto fino a giugno.

“Posso darti una mano se vuoi”

“No grazie, non serve Reggy caro” cinguettò imitando malamente la voce di nostra madre “a quanto pare ti stanno insegnando per bene le buone maniere, eh?”

Non risposi, ma lo guardai con gli occhi pieni i lacrime.

“Oh, piantala di fare la femminuccia. Ti comporti come se fossi la vittima della situazione, quando non fanno altro che comprati giocattoli e caramelle. Ora te le danno loro le caramelle, eh? Non serve più che tu le venga sgraffignare dal mio rifugio segreto!”

“Le loro caramelle non sono così buone” farfugliai timidamente.

Si fermò un attimo e mi fissò.

Poi riprese a riempire in silenzio il baule.

“Beh, buona fortuna, studia e fai il bravo bambino, Reggy” mi disse chiudendo i baule, ma non c’era traccia di scherno nella sua voce, forse solo un po’ di tristezza.

 

*****

 

Wow, c’è voluto un bel po’ ma ecco finalmente il secondo capitolo, speriamo che vi piaccia, recensite i molti!!

A proposito, grazie a Panico, ale146 e Maho_Lupin

Nel prossimo cap vedremo come se la caverà Regulus ad Hogwarts… a presto!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: misos