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Autore: Lovely Grace    07/08/2011    12 recensioni
Isabella Swan è una giovane giornalista, laureata a pieni voti alla NY university. Vive in un appartamento nella periferia di New York con la sua migliore amica Alice Brandon.
Per il compleanno di quest’ultima, i genitori della ragazza le regalano una piccola vacanza di un week-end a Las Vegas.
Alice riesce a convincere Bella a partire, seppur non sia entusiasta.
Ma cosa succederà quando, il giorno dopo la festa di compleanno, Isabella di sveglierà con una fede all'anulare sinistro?
Spero di avervi incuriosito.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Note dell’autrice

Buonasera! Posto adesso perchè sto uscendo e non voglio rischiare di saltare subito l'aggiornamento u.u
Vi comunico che NON cancellerò la storia.
Come saprete, l'idea è nata per scherzo ed io mi diverto a scrivere i capitoli di quesa FF e a quanto pare vi piace!
Sono molto sorpresa di ciò, insomma 11 recensioni! Grazie mille!
Non me lo sarei mai aspettato.
Vorrei ringrazire tutti coloro che hanno recensito, chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e tutti i numerosi lettori silenziosi: lo so che ci siete, vi vedo!
Spero che il capitolo vi piaccia, e spero anche di non aver scritto troppe stupidaggini xD
Oggi conosceremo meglio Edward... Ed il titolo spiega già tutto...
Ci leggiamo in fondo, buona lettura :)



 Capitolo 2

Edward Cullen, il Dongiovanni del ventunesimo secolo

Edward Pov


 Edward Anthony Masen Cullen. Leggo quel nome, ed un sorriso spontaneo nasce sulle mie perfette labbra.
La mia carta d’identità è come un perfetto biglietto da visita: nome, cognome, e fotografia.
Mi piacerebbe fare come i poliziotti, ma invece di tirar fuori il distintivo, vorrei poter tirare fuori la mia carta d’identità.
I miei occhi si posano sul mio cimelio più grande: una foto. Ma non è una semplice foto, quella è LA FOTO, la più  bella immagine di me stesso che qualcuno potesse mai scattare.
Me ne sto semisdraiato per terra, sul pavimento in cotto di una terrazza sul mare, i capelli più disordinati del solito, gli occhi socchiusi, la bocca socchiusa ed una sigaretta tra le labbra, a casa di una modella emergente. Sylvie mi sembra si chiami.
Il suo nome non ha importanza, penso mentre nella mente riaffiorano i ricordi del suo volto, del suo corpo nudo davanti a me.
Sylvie, già dal nome, si capisce che è tutto un programma: lunghi capelli neri come la pece, lisci come quelli delle cinesi, brillanti come uno specchio, pelle chiarissima, quasi di porcellana, senza nessuna imperfezione, e profondi occhi neri, profondi come un enorme pozzo.
E il suo corpo… ah, il suo corpo!
Alta un metro e settantotto, portava una 40, gambe chilometriche ed elastiche, morbide, come quelle delle Barbie.
Il ventre piatto, perfetto, i fianchi ben formati, fisico a clessidra.
Ma la parte che ricordo mi faceva impazzire era il suo seno: portava una terza, notevole dato la sua magrezza, perfettamente rotondo e tonico, sfidava la legge di gravità, quasi fosse falso, e si adattava perfettamente alle mie mani.
E la sua voce calda, morbida, sensuale.
Sylvie è una ragazza come poche. E forse è proprio per questo che la scorsa settimana l’ho vista su un cartellone in Leicester Square, indosso solo uno striminzito completino intimo nero come i suoi capelli, di pizzo. Linea di Victoria’s Secret.
Ed io posso vantarmi di aver avuto un week-end di sesso selvaggio con lei.
Solo a ripensarci sento qualcosa muoversi nei Paesi Bassi, ed è meglio che mi dia una calmata: non è il massimo avere un’erezione nel mezzo di una piscina di Las vegas, con indosso un costume scuro fatto a slip, piuttosto aderente.
Se mi sento a disagio svestito così?
Beh, le occhiate di ammirazione e i risolini di eccitazione delle ragazze che mi passano davanti mi hanno fatto cambiare idea.
Dopotutto, io sono Edward Masen Cullen.
No, non sono un attore o un modello. Sono un medico.
Il che intriga ancor più le ragazze.
Mi piace andare alle feste e, alla solita domanda “che cosa fai nella vita di tutti i giorni?”, rispondere “sono un dottore”.
Sorriso malizioso alzando gli occhiali da sole quando una giovane ragazza, più o meno sui vent’anni, con indosso un bikini striminzito, mi saluta con la mano, sculettando cercando di farsi notare.
E, se proprio devo dirla tutta, ci è riuscita.
Ma tornando a noi, sono un medico.
So di avervelo già detto, ma mi piace troppo ripeterlo.
Medico, medico, medico, medico, medico.
Che cosa fai?
Sono un MEDICO.
Che tipo di medico sono?
Un pediatra.
No, non sono un ginecologo, cosa che i miei fratelli continuano a dire.
Sto prendendo un dottorato in pediatria, studiando alla NY University.
Lavoro in ospedale con mio padre, Carlisle Cullen, noto chirurgo, gode di un’ottima fama mondiale per la sua smisurata bravura.
La cosa che più mi piace di mio padre, è il suo carattere, la sua personalità: dotto, istruito, cortese, gentile, con i piedi ben piantati a terra anche se potrebbe permettersi di fare sceneggiate dalla mattina alla sera,  alla mano con tutti, persino con i pazienti più noiosi ed insopportabili, ed estremamente diplomatico.
Mi piacerebbe molto essere come lui, ma recitare la parte di figlio-di-papà-con-milioni-di-dollari-in-tasca-e-tutte-le-ragazze-ai-piedi.
Sono un Don Giovanni, insomma.
Che cosa ci faccio a Las Vegas?
Sono qua con i miei due fratelli, Emmett e Jasper.
In realtà Emmett di cognome fa Cullen, è mio fratello biologico, mentre Jasper di cognome fa Hale, è stato adottato dai nostri genitori quando aveva sei anni e vive in un orfanotrofio.
Eppure noi ci consideriamo fratelli. Ci amiamo come fratelli.
Come dicevo, siamo qui per festeggiare con largo anticipo l’addio a celibato di Emmett.
Dico largo perché il matrimonio sarà fra tre mesi, ma una piccola pausa di un week-end ci voleva proprio e quale altro posto se non Las Vegas? La città di divertimento e baldoria che non dorme mai?
Una botta di vita alla monotonia della vita quotidiana, insomma.
I nostri genitori non hanno badato a spese per noi: una delle due esclusive suite di lusso al The Venetian Resort-Hotel-Casino, uno, se non l’unico, hotel più esclusivo di tutta Las vegas.
Sono le diciassette e tra poco dovremo andare a prepararci: questa sera, nel salone principale dell’albergo, ci sarà una festa di compleanno esclusiva, tanto che un catering è venuto questa mattina presto per allestire la sala.
E quale occasione migliore per una bella serata di divertimento e magari, perché no, una sana scopata?
Qui a Las Vegas le ragazze hanno un’altra mentalità: non come a New York, dove recitano costantemente ed ostinatamente la parte delle povere innocenti verginelle che non si concedono al primo che passa, quasi ce l’avessero d’oro.
No, qui siamo a Las Vegas, le ragazze che vengono qui lo fanno con il nostro solito obbiettivo: divertirsi.
Qui non parli di moda o del traffico, qui si balla spudoratamente, si bevono cocktail che meritano di essere chiamati tali, ci si scambia sguardi ammiccanti e s’intavola una conversazione futile, giusto per correre in camera due minuti dopo ed andarsene il giorno seguente senza rimpianti, senza cuori in frantumi, senza aspettarcisi altro, con l’animo in pace e soddisfatti.
E finchè resti nel casinò, non c’è pericolo.
Magari si prova pure a sfidare la sorte, si vince e si perde, ed io ho un cervello che userò giusto per ingranare qualche extra, per togliermi qualche sfizio in più o semplicemente per fare il “buon samaritano” con una stripper. Il modo migliore per una scopata esperta, insomma.
So cosa vi starete chiedendo: ma tu pensi solo al sesso?
Beh, la risposta è soggettiva.
Personalmente penso di essere un persona equilibrata, a cui piace divertirsi senza inibizioni.
Non ho mai fatto un’ammucchiata o qualcosa del genere, ma i soliti giochetti erotici sì.
Molti hanno pregiudizi, ci sono bigotti pronti a darmi contro per questo, ma io dico: ho ucciso qualcuno? Violentato una donna? Disonorato una persona?
No. Solo, ho usato il mio corpo come mezzo per ricavare piacere, sfogare la frustrazione o la rabbia o lo stress, desideri o fantasie. E una ragazza si è offerta di aiutarmi in ciò.
Ed io ho goduto: una bella seratina, divertente, eccitante, insolita, un toccasana insomma.
E poi, diciamocela tutta: a chi non piace il sesso?
Se siamo stati creati con i genitali, a qualcosa serviranno pure, no?
Vorrei vedere chi dice che non fa sesso al mattino, con un’erezione insoddisfatta.
< Hey ragazzi che ne dite se andiamo a prepararci?> Interviene Jasper, alzandosi dalla sedia a sdraio.
A malincuore-mi stavo rifacendo gli occhi con tutti questi corpi favolosi- ci alziamo.
Mentre raggiungiamo la nostra suite, devo ammettere che l’hotel non è davvero niente male, forse è il più lussuoso in cui abbia mai alloggiato.
La nostra è una delle suite esclusive, quasi agli ultimi piani, e nel corridoio c’è solo un’altra porta. Speriamo almeno che ci sia qualche bella ragazza.
< A che cosa stai pensando così intensamente?> MI prende in giro Emmett, dandomi un pugno sulla spalla.
< Un po’ di cose> Rispondo rimanendo vago.
Mentre stiamo per entrare nella nostra suite, la porta di fronte alla nostra si apre, ed esce fuori una giovane ragazza non troppo alta, con un abitino rosa shocking, i capelli raccolti e piuttosto indaffarata, con diverse borse in mano.
Ci saluta con un sorriso raggiante, allegro e corre verso l’ascensore.
Noto con la cosa dell’occhio Jasper seguirla con lo sguardo, gli occhi letteralmente fuori dalle orbite.
Ridacchiando entriamo dentro, preparandoci per quella serata.
Non voglio osare, non voglio essere al centro dell’attenzione per ciò che indosserò –tanto lo sarò comunque- per cui indosso un paio di jeans chiari ed una camicia casual ma elegante, lasciando qualche bottone aperto, in modo da far vedere il mio petto.
Passo un po’ di gel nei capelli, in modo da tenerli in quello stato di disordine ordinato che li caratterizza e, insieme agli altri, scendiamo di sotto.
Già dall’entrata si sente la musica e il vociare della gente: non potrei chiedere di meglio.
< Ragazzi divertitevi ma state attenti a non cacciarvi nei guai> Ci rammenta Jasper.
< Tranquillo Jazz, e pensa a divertirti> Gli dico spingendolo  dentro.
E, mentre i miei occhi perlustrano il salone illuminato da luci da discoteca, leggermente psichedeliche, la mia attenzione viene catturata da una ragazza.
La stessa ragazza che mi ha guardato ieri, nella hall dell’albergo.
 E la stessa ragazza che adesso sta parlottando con qualcuno. Ma non m’interessa chi, i miei occhi sono catturati da qualcos’altro come il suo abitino succinto che mostra ogni curva. 

 
Oh sì.


Note dell’autrice

Edward Cullen versione maniaco: On
Ahahahahaahah Ok, lo so, sono un pochino sadica a finire così il capitolo, ma prometto che il prossimo sarà megliore.
Questo capitolo è di passaggio, presentazione, conosciamo meglio Edward, ci facciamo un’idea su di lui. Chissà che poi non cambierà…
Il prossimo capitolo riguarderà la festa, l’incontro con Bella e altre cose… Qualche idea? Ahahah
Molte di voi hanno chiesto se il letto “rotante” esiste davvero. Ebbene sì, l’ho visto in una puntata de “Le ragazze di Playboy”, mentre erano in un hotel a Las Vegas.
Naturalmente non so se al Venetian ci sia… Passatemelo per licenza narrativa u.u
Alcune di voi hanno sbavato davanti alla descrizione dell’albergo e avendo imparato ad inserire immagini, vi metto qui una fotina piccolina della vista da fuori. Credo che basti per farsi un’idea.
P.s: vi metto il link di una dell'altra mia storia in corso, sempre su Edward e Bella. Se vi va, fate un salto ;)  Il mio soldato
Alla prossima settimana.
Un bacio, Chiara.


Questo è l'hotel --------> 
Alzi la mano chi vorrebbe alloggiare qui almeno una notte u.u
   
 
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