Capitolo
3 – L’alba si avvicina
:”Perché
te ne
sei andato?!?!?!?!?”:
urlò, tremante, sferrando un potente sinistro al muro, in
fiamme,
di un’abitazione che cedette e si lasciò cadere
sulla strada con fragore
immenso. Alcuni scapparono, altri si allontanarono borbottando, ma a
lui non interessava.
Senza quel gesto non avrebbe avuto la forza di restare calmo di fronte
a quelle
mezze maschere di vecchiaia piene i arroganza che avrebbero sicuramente
insinuato che il suo migliore amico era uno dei sospettati
dell’attacco. Sakura
lo osservò, con amore e terrore, ed intuendo i suoi pensieri
si lascio sfuggire
un
lento abbraccio colmo delle loro speranze e
dei loro sogni mai realizzati, di tutte quelle parole mai dette e di
tutte le
emozioni mai vissute. Naruto, stupito dal gesto, se ne rimase in
silenzio e si
lasciò andare tra le braccia della ragazza. Che momento
perfetto avrebbe dovuto
essere nei suoi più ricorrenti sogni quello del primo
abbraccio. Ma qualcosa
non andava. Sentiva un blocco ed una cortina sottile di fredda sorpresa
e
velata amarezza si dipingevano ora negli occhi del ragazzo. Sarebbe
stato
fantastico se quell’abbraccio fosse stato per lui. Ma non era
così, lo
avvertiva chiaramente. Ancora una volta, dopo mille altre, veniva
eclissato
dall’amore infondato di quella ragazza per il suo eterno
amico e rivale.
D'altronde nessun altra cosa avrebbe potuto avere senso.
Perché dopo tanti anni
Sakura avrebbe dovuto notarlo? Chi mai aveva scritto
nell’ingiusta storia del
destino che la ragazza che da sempre aveva desiderato, sarebbe sempre
stata per
lui una spina nel fianco? La risposta era una sola. Spinto dalla
repentina
quanto irresistibile voglia di sferrare un calcio alla ragazza si
distaccò
dall’abbraccio con forza. Sakura ne restò
sorpresa: il ragazzo che tanto aveva
penato per uscire una volta con lei aveva dettato la parola fine a quel
momento
tanto atteso? Incredibile…
:”Cosa
c’è?”: le chiese lei turbata dal suo
comportamento
:”Niente…”:
rispose il biondo senza esitazione
preoccupato che la ragazza avesse intuito quale potesse essere il
motivo del
suo improvviso distacco.
Sakura
lasciò cadere l’argomento e si rimise
in marcia per raggiungere il luogo stabilito per l’incontro
degli shinobi ai
quali erano state affidate le missioni più urgenti. Naruto
la seguì senza dire
una parola sull’accaduto. Non darvi peso sembrava la via
più breve e più adatta
alla situazione.
Quando
arrivarono si trovarono di fronte una
piccola tavolata di legno alla quale erano seduti Jiraya, Tsunade ed i
due
consiglieri anziani. Al loro arrivo Tsunade interrogò i
presenti sulle loro
ipotesi riguardo al mandante del terribile attacco. Allora tutto
ciò che Naruto
aveva sospettato non
tardò a
presentarsi...
:”Dobbiamo
guardare in faccia alla realtà!”:
Queste
furono le parole dei due consiglieri di
fronte alle proteste di Naruto. Ormai raggiunto il limite di
sopportazione agli
insulti verso Sasuke, il ragazzo aveva “letteralmente
piantato” il pugno destro
nel tavolo all’altezza della faccia del consigliere anziano.
Tsunade dal suo
canto non poteva fare nulla: nemmeno lei poteva negare che Sasuke
sarebbe
sempre stato un problema per il Villaggio. Ma conosceva bene anche
Naruto, ed
era sicura che nulla gli avrebbe impedito di difendere il suo migliore
amico,
anche quando questo fosse diventato un problema per lui stesso. Quindi
decise
che era meglio non prendere parte alla discussione.
:”Per
quanto ancora continuerai a difenderlo?!
Ha ferito, rapito, ucciso.. quante altre malvagità gli
lascerai compiere prima
di aprire gli occhi?!”:
cercò di
incalzarlo la vecchia.
.”Sasuke
è solo una vittima innocente di
Orochimaru!! Tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto per avere
la forza di
affrontare suo fratello e se voi vi foste considerati un po’
meno onniscienti e
dall’alto del vostro piedistallo gli aveste detto sin da
subito la verità su
Itachi e gli aveste concesso di comprenderla con il tempo, forse non ci
saremmo
mai trovati in questa situazione. È un dolore atroce per
chiunque passare ciò
che ha passato Sasuke, essere costretto a credere per una vita
intera
che suo fratello avesse ucciso non solo
la sua famiglia, ma tutto il suo clan, solo per la soddisfazione di
misurare le
sue abilità!!! Voi credete davvero che sareste stati capaci
di controllare un
dolore simile?! Siete davvero convinti che tutti debbano avere un cuore
di
ghiaccio come il vostro, pronto a rinnegare chiunque nel momento nel
quale
questo diventasse un problema?!?! Non siete altro che
dei…”:
:”ORA
BASTA! Non possiamo tollerare un
trattamento simile da un semplice Chunnin! Credo che fosse presto per
la tua
promozione se non hai ancora imparato a rispettare ed ad ubbidire ai
tuoi
superiori! Tsunade io propongo di retrocederlo, è ancora
troppo immaturo”:
Sentendosi
chiamata in causa in qualità di
Hokage, la donna si alzò lentamente dal proprio posto.
:”Non
ho intenzione di retrocederlo di grado perché
ha espresso la sua opinione su un individuo che francamente ha
conosciuto
meglio di voi. Inoltre non siamo qui per discutere le vostre
controversie su
Sasuke ma per risolvere un grossissimo problema! La Roccia è
alle porte e voi
tutti vi comportate da bambini!”:
Pronunciate
queste lapidarie parole, la donna
si mosse lentamente verso l’uscita della sala. Dannazione! Se
loro erano in
grado di discutere umanamente ci avrebbe pensato lei a risolvere le
cose al più
presto; e lo avrebbe fatto da sola se necessario…
Nella
sala calò lentamente il silenzio dopo l’uscita
dell’Hokage. Le parole della
donna non avevano scalfino l’eterno muro che separava le due
parti in causa.
Tuttavia se c’era una cosa alla quale Naruto teneva quanto
teneva a Sasuke era
il Villaggio. Per questo non ci mise molto ad andarsene per seguire
Tsunade che
camminava a passo spedito verso il suo ufficio.
:”Avanti”:
La secca risposta di Tsunade scoraggiò il ragazzo che aveva
appena bussato. Ma
questo non si diede per vinto e facendo ricorso a tutte le sue forze
fece
scorrere la porta. Una volta dentro l’atmosfera era ancora
più gelida. La donna
ed il ragazzo si guardarono come mai si erano guardati prima di allora.
E
Naruto capì. Capì che se davvero voleva fare
ammenda per ciò che aveva
rischiato di fare in quella sala doveva fare quello che
l’Hokage gli aveva
chiesto: partire per la sua missione. Senza dire una parola con un
ultimo
sguardo riconoscente e consapevole, la porta scorrevole si richiuse
alle spalle
del ragazzo mentre questo correva in cerca dei suoi compagni.
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Ehilà
xD e dopo mesi, anni, millenni… ecco il
seguito! Non credo che saranno rimaste molte persone a seguire questa
fanfiction
ma comunque spero che a qualcuno piaccia e che recensisca. =) Alla
prossima!
(spero molto prima di questa xD)