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Autore: Apricot    08/08/2011    2 recensioni
Si, la sua voce era morbida, calda, familiare ed elegante proprio come il velluto rosso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina uscii presto.
Con presto intendo per le dieci e mezza circa. Avevo intenzione di andare a casa di Ronnie. Cos'altro avrei potuto fare?
Mi vestii il meglio che potei, tanto per non farla pentire di avermi scelto.
Tutta questa faccenda si stava evolvendo in una gara tra me e Zayn. Una gara che tanto non poteva esistere dato che la meta era già stata vinta da me, a quanto pare.
 
Applicai tutto ciò che avevo imparato sulla moda nell'ultimo anno e il risultato fu decisamente perfetto. Mi guardai allo specchio fiero di me stesso. I jeans sembravano essere stati cuciti su di me e la maglia era piuttosto bella.

-Ma guardati. Ti sei fatto bello per vedere la ragazza. Che tenero. Sembri un cucciolo di cagnolino che tenta di fare colpo, davvero. Solo, non ti senti un pochettino ridicolo? Intendo dire che si sei molto bello, ma sei sicuro che sia necessario?-


 
Cos'era la mia coscienza? Adesso avevo anche cominciato a sentire delle voci che mi parlavano? Perfetto, ero diventato pazzo.
Peccato che la mia coscienza avesse la stessa voce di Louis.
 

-Che cosa intendi dire? Guarda che non mi sto mica facendo bello per lei. E poi come fai a sapere che andrò da lei? -


-Ah, certo. Ti sei messo il cappotto firmato per andare a fare la spesa, giusto. Perché non ci ho pensato prima? Già che ci sei prendi il cioccolato; Niall ne ha bisogno... stanotte non riusciva ad addormentarsi.-


-Pur ammettendo che sto andando da lei, che cosa c'è che non va nel miei vestiti? E sopratutto cosa c'è che non va nel mio cappotto? Io neanche sapevo che fosse firmato!-


-Harry non è una lotta a chi la conquista, ok? Lei ha scelto te. É sempre stata con te e non ha mai voluto Zayn. Perché ti preoccupi tanto? Sii te stesso e andrà tutto per il meglio.-


 
Louis uscì dalla camera e si rimise nel letto a dormire dopo avermi lasciato questa brillante perla di saggezza. Grazie, Louis.
Riflettei un attimo. Mi guardai allo specchio per cinque minuti buoni.
Aveva ragione. Che bisogno c'era di agghindarsi in quel modo? Quello non ero io.
Buttai tutti i vestiti per terra e i ritrovai di nuovo in boxer.
Sentivo freddo. La mia pelle era fredda, come sempre, e persino più pallida del solito.
Jeans normali. Maglia normale. Scarpe normali. Giacca normale.
Ecco, così sarei stato perfetto. Così sarei stato me stesso.
Presi le chiavi e il cellulare ed uscii dall'appartamento.
Prima di chiudere la porta, però, rubai furtivamente la sciarpa di Louis. Così impara a darmi consigli giusti.
 
Avevo qualche spicciolo intasca, giusto il necessario per il biglietto della metro. Ma perché gli abbonamenti devono finire? Vorrei un abbonamento interminabile per qualsiasi mezzo di trasporto.
Il Pimlico era a cinque minuti dall'edificio. In poco tempo giunsi a Bream's Buildings. Citofonai pregando di trovare sua madre in casa. Non il suo patrigno, non mi era mai stato simpatico.

-Chi è?-


-Sono Harry. Harry Styles.- Dissi il cognome per essere sicuri che mi riconoscesse. Le voci al citofono sono sempre tutte uguali. Il tutto suonò un po' Harrypotteresco: 'Piacere, sono Harry, Harry Potter!'.


 
Mi aprì il portone e salii. Avevo già le mani sudate e non avevo nemmeno salito il primo gradino. Mi ricordò la prima volta che mi portò a casa sua.
 

-Harry! Vieni! Entra pure e siediti! Vuoi qualcosa da bere?-


-No, grazie. Io veramente sono venuto qui per Ronnie.-


-Ronnie? Ragazzo, sai che giorno è oggi? Ronnie è a scuola!-


Merda. Mi ero dimenticato che era mercoledì. Era un normalissimo mercoledì di settembre, e cosa fatto tutti i ragazzi in un normalissimo mercoledì di settembre? Vanno a scuola! Come avevo potuto essere tanto idiota?
Sua madre lesse la delusione nei miei occhi.

-Se vuoi puoi aspettarla qui!-


-No, grazie.-


-Andrò ad aspettarla fuori da scuola. Arrivederci!-


-Ciao Harry!-


 
La mamma di Ronnie era una donna molto dolce. Più dolce di Ronnie. A Ronnie piaceva la dolcezza e il romanticismo, ma fino ad un certo punto. I gesti troppo sdolcinati li considerava patetici e inutili, quasi falsi.
Sua madre invece era la classica mamma dolce, quella che offre il thè con i biscotti a tutti quelli che mettono piede in casa sua.
Non potevo restare lì ad aspettarla. Chissà cosa gli aveva raccontato Ronnie. Avrei dovuto dare spiegazioni anche a sua madre oltre che a lei se fossi rimasto.
 
E ringraziando il cielo di aver rubato la sciarpa a Louis mi rimisi in marcia. La scuola non era lontanissima. Ronnie ci andava sempre in bicicletta.
Erano all'incirca le una quando mi piazzai davanti al cancello.
La scuola che frequentava era nettamente migliore della mia. Esteticamente, si intende.
Tra il cancello e la vera e propria entrata dell'edificio c'era un piccolo cortile con qualche piantina ai bordi e due panchine di pietra. Avevo sempre invidiato quel cortile. Tutti lo chiamavano 'la piazzola'. Era molto utile se volevi vederti con gli amici all'intervallo o all'ora di pranzo.
Avrei voluto aspettare seduto su una di quelle panchine di pietra, ma il cancello era chiuso.
Quindi aspettai fuori, in piedi, al freddo.
Sentii la campanella suonare. Qualcuno uscì subito, ma la maggior parte degli studenti arrivarono qualche minuto più tardi.
Il cancello però non si aprì. Tutti stavano facendo il giro e andando nel retro della scuola. Perché nessuno usciva? Cosa c'era nel retro?
 
La mensa! Certo, c'era la mensa! Perché non ci avevo pensato? Era mercoledì, e di mercoledì oltre alla scuola c'era anche il pomeriggio.
Pregai che Ronnie mi vedesse. Non avevo molta voglia di mettermi a gridare per chiamarla.
 
Uscì dopo qualche secondo. Scese le scale in fretta con qualche libro sotto al braccio. I capelli le cadevano sulle spalle e le coprivano il collo. Erano cresciuti, ed erano anche più voluminosi.
Per fortuna portava un cerchietto,il suo solito cerchietto nero, così potei guardarla bene in faccia.
Era bellissima come sempre. La divisa le donava. Era una normalissima uniforme scolastica, niente di che. A lei piaceva tanto quella divisa, però non le piaceva l'idea che fosse costretta a mettersela.
Una volta mi aveva spiegato il significato di quella frase, ma se devo essere sincero non me lo ricordavo in quel preciso momento.
Mi avvicinai di più alle sbarre nere di ferro e la chiamai con la mente.
Dovevo essere telepatico, dato che alzò lo sguardo.
Mi notò e fece un'espressione allarmata.
Affrettò il passo e si avvicinò a me.

-Che diavolo ci fai tu qui?-


-Sono venuto a trovarti!-


-Harry, ho lezione anche di pomeriggio il mercoledì, lo sai! Non posso parlare con te adesso!-


-Senti lo so! Me ne ero momentaneamente dimenticato, ok? Ad ogni modo devo solo chiederti una cosa! Ci metterò pochissimo, credimi!-


Lei girò la testa per controllare che nessuno la stesse guardando. Ormai tutti si trovavano già nel retro.

-Lo so perché sei qui. Ascolta per spiegarti cosa è successo con Zayn ci vuole più tempo! Adesso non posso. Se mi vedono parlare con te sono morta!-


-Con Zayn è tutto risolto. Più o meno. Te lo spiegherò più tardi. Ma io devo davvero farti delle domande.-


-Ok, ma muoviti!-


-Allora per cominciare è vero che hai detto a Zayn che preferisci me?-


-Si, è vero-


Sorrisi soddisfatto.

-Guarda che non è una competizione. Che cosa hai detto a Zayn? Giuro che se lo hai fatto stare male...-


-Tranquilla! Ti ho detto che va tutto bene tra me e lui. Ci vorrà solo un po' di tempo.-


-Ok, ora vado. Ci vediamo sta sera, ok? Anche tu hai un pochetto di cose da spiegarmi!-


-No! Aspetta! Non ho finito! Sono venuto qui sopratutto per chiederti un'altra cosa. Ci ho pensato a lungo a questa tua scelta e mi sono chiesto il perché.-


-Il perché di cosa?-


-Perché hai scelto me? Sai, Zayn a volte ti capisce di più. Vi conoscete da più tempo, siete più 'amici', insomma.-


-Appunto siamo più 'amici'.-


-Si ma ci sarà una motivazione! -


Alcuni insegnanti stavano uscendo dalla porta principale e stavano attraversando la piazzetta. Ronnie se ne accorse.

-Hai presente il tuo portatile?-


-Si.-


-Accendilo e fatti un giro fra i vecchi ricordi. Sarà bello vedere le foto dei vecchi amici!-


-Che?-


-Devo andare! Ciao! Mi faccio sentire io!-


Allungò le mani tra le sbarre del cancello, afferrò il mio viso e lo avvicinò al suo e mi baciò. Non era stato un bacio molto delicato. Ma era stato comunque un bacio, segno evidente che non era arrabbiata con me per essere sparito per due settimane circa. La mi guancia destra era appoggiata alla sbarra gelida del cancello e si stava bellamente congelando. Per fortune le labbra erano al caldo.
Si allontanò dopo qualche secondo. Mi guardò per l'ultima volta e poi scomparve dietro l'ala destra della scuola.
 
Tornai a casa, ma prima dovetti comprare l'abbonamento della metro.
Durante il viaggio pensai.
Che diamine significava quella frase? Insomma le avevo chiesto perché le piacevo e lei mi aveva risposto di farmi un giro nei vecchi ricordi del mio portatile. Che razza di senso aveva?


 
  
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