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Autore: Apricot    08/08/2011    2 recensioni
Si, la sua voce era morbida, calda, familiare ed elegante proprio come il velluto rosso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Appena misi piede in casa iniziò a piovere.
L'odore della pioggia era entrato anche in casa dato che Liam aveva lasciato le finestre aperte.

-Ah, Harry eccoti! Pensavamo di andare a mangiare fuori da qualche parte, ma dato che si è messo a piovere... che pizza vuoi?-


-Niente pizza per me Liam! Ho una faccenda da sbrigare e un mistero da scoprire.-


-Eh? Senti se si tratta dello shampoo sappi che è stato Niall a finirtelo, non io ok?-


-Ma quale shampoo? No no, non si tratta di quello!-


Ad una velocità rapidissima aprii l'anta sopra la cucina, afferrai un pezzo di pane sbriciolando ovunque mi rinchiusi in camera.
Per fortuna Zayn era piuttosto ordinato, insomma, meglio di Louis.
Accessi il portatile e mi sdraiai sul letto masticando.
Avrei voluto pensare ad un modo per farla pagare a Niall per avermi finito lo shampoo ma avevo ben altro a cui pensare.
Fai un giro fra i vecchi ricordi. I vecchi amici.
 
Esclusi di principio il fatto che quello che cercavo, ammesso che esistesse davvero, si trovasse su internet. Altrimenti mi avrebbe detto di andare su internet, non avrebbe specificato di accendere il MIO portatile.
Cominciai dai video. Riguardai tutti i video che avevo fatto insieme a lei, ma niente. Solo un ammasso di immagini e suoni che non rispondevano alla mia domanda. Cambiai cartella e aprii quella con le foto di X Factor. Le sfogliai rapidamente.
Lei aveva detto i vecchi amici, e i ragazzi li conoscevo da un anno o un po' di più.
Vecchi amici. Vecchi ricordi.
Ma certo! Le foto di scuola.
Le controllai tutte. Una ad una. Non c'era assolutamente niente. Quando aveva scattato quelle foto io Ronnie non la conoscevo nemmeno.
Controllai ovunque. File, video, foto, cartelle, sotto-cartelle, vecchie ricerche di scuola memorizzate nei meandri più nascosti della memoria del computer. Niente.
Mancava solo un posto da controllare. Se non avessi trovato niente lì sarei andato da Ronnie a dirle di smetterla di fare indovinelli in stile saggio cinese e parlarmi chiaramente.
Aprii quella dannata cartella.
Sfogliai le foto. Erano decisamente le più vecchie che avevo nel computer. Le avevo scattate con la prima macchina fotografica digitale che si era comprata mia madre. Avevo all'incirca 12 anni.
Erano le foto del mio vecchio cagnolino, Rob.
Amavo tanto quel cagnolino. Era il mio miglio amico.
Amico! Ma certo, era lui l'amico di cui parlava.
Feci scorrere velocemente le foto. Come potevo avere più di 150 foto del mio cane?
 
Infine la trovai. Trovai la risposta. Era un documento scritto. Il titolo era il mio nome.
La lessi nella mia testa. Era scritto al passato, come se fosse l' estratto di una storia, di un libro.
 
 
Sembrava una specie di dio sceso in terra per dimostrare quanto patetici, brutti e insignificanti fossero gli essere umani.
 
Forse non si rendeva conto di avere degli occhi ipnotizzanti. Verdi, di un verde che non si trova in natura. Come se Dio ci avesse per sbaglio fatto cadere una goccia di lucentezza dentro.
Nulla ebbe più senso quando mi guardò, era come se all'improvviso avessi capito che tutto ciò in cui avevo creduto era una terribile menzogna. Come se tutto il mondo si stesse rumorosamente sgretolando intorno alla mia figura immobile e silenziosa. Come se l'unica cosa che potesse salvarmi da quell'apocalisse di pensieri fosse il suo sguardo.
 
Poggiò velocemente le sue labbra calde e rosa sulle mie, e per un attimo assaggiai una dolcezza che sembrava provenire dal paradiso.
Il loro colore spiccava, risaltato dalla carnagione pallida, per non dir bianca, e liscia.
Sembrava di guardare una bambola di porcellana, perfetta, che non muta nel tempo. Il suo respiro avvolse il mio e i nostri odori si unirono formando un equilibrio perfetto.
 
Il mio sguardo si spostò sui suoi capelli. Neri. Ricci.

Incastrai le mie dita fra quelle morbide onde scure. Avrei voluto passare la mia vita con le mie mani fra i suoi capelli.
I riflessi della luce della luna facevano sembrare quella folta chioma incastonata di diamanti.
 
Ed infine la sua voce. Calda, leggera., come la brezza estiva. Mai sentito nulla di più melodicamente perfetto. All'unisono con le forze della natura.
Sentirla era come diventare interamente liberi, e allo stesso tempo essere sicuri e protetti.
Chiusi gli occhi e la associai ad un ricordo passato: il velluto rosso del vestito di natale che indossavo quand'ero bambina.
 
Si, la sua voce era morbida, calda, familiare ed elegante proprio come il velluto rosso.
 
Una lacrima cadde sui tasti già precedentemente sepolti dalle briciole.
Afferrai il cellulare dalla tasca della giacca che non mi ero ancora tolto.
 
Nuovo messaggio.
Ti amo.
Scegli destinatario.
Ronnie.
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