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Autore: _montblanc_    08/08/2011    3 recensioni
«Mi sono risvegliata in mezzo alla foresta di Konoha e mi sono detta: ”Beh, non è un male, infondo è sempre stato il mio sogno”, ma poi l’Hokage mi aizzato contro un gruppetto di Anbu e tutto è degenerato...» stava sbraitando la ragazza, una certa isteria nel tono di voce.
~
«Vuoi unirti all’Akatsuki?» domandò di rimando lui, senza distogliere lo sguardo dal combattimento; si stava visibilmente spazientendo.
Vuoi unirti all’Akatsuki? VUOI UNIRTI ALL'AKATSUKI?! Certe cose non si chiedevano così! Non ci si poteva mettere un minimo di introduzione tipo “Ehi, ciao! Ma lo sai che anche se non sei una ninja e non sai un emerito cippolo di come ci si comporti in una battaglia, saresti un membro eccellente nell’Akatsuki? Eh? Che ne pensi?”.
Se lo faceva in modo così diretto e, sopratutto, ad una che non desidera altro nella vita - in mia difesa potevo solo dire che ognuno merita di avere le proprie ambizioni-, questa, poverina, rischiava l’infarto. Ed io non ero Kakuzu, a me ne bastava uno per rimanerci secca.
(Ho cominciato a scrivere questa storia veramente tanto tempo fa, quindi sto piano piano riscrivendo i vecchi capitoli nel disperato tentativo di renderli più leggibili)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori, Akatsuki, Altri, Deidara, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 6: 
L'eco delle parole di Pain si spense lentamente, rimbalzando da una parete all’altra della grotta in cui ci trovavamo. 
Tutto era immobile: persino il tempo si era fermato. Soltanto il lento gocciolare dell'acqua, che si era formata a causa dell'umidità di quel luogo lungo le pareti, spezzava il silenzio mistico che ci avvolgeva. Speravo soltanto che non crollasse tutto da un momento all'altro a causa delle infiltrazioni moleste.
Eravamo rimasti tutti con il fiato sospeso, in attesa che venisse rivelata la natura del mio fantomatico "potere particolare" che aveva attirato la loro attenzione a tal punto da sbattermi da un universo ad un altro. Beh, in realtà l’unico che sarebbe potuto rimanere col fiato sospeso oltre me era Deidara, in quanto Sasori probabilmente stava facendo altro - sconosciuto a noi comuni mortali- e Pain lo sapeva già. 
- Il potere del vuoto.- rivelò, infine, quest’ultimo, dopo una studiatissima pausa ad effetto, come se, soltanto sentire quelle parole avesse reso tutto più chiaro.
LO SAPEVO! Finalmente potevo dire di avere un potere veramente grandioso e dal potenziale distruttivo per... che cos'era il potere del vuoto? Il nome non mi ispirava molta fiducia: era un riferimento alla velocità con cui ci mettevo a svuotare i pacchetti delle patatine o i barattoli di caramelle? Perché conoscevo gente che mangiava persino più di me e non mi pareva di averla ancora incrociata in quel mondo. E poi non era carino dire ad una ragazza che la sua massima abilità consisteva nel prosciugare tonnellate cibo - mi rendo conto che stavo facendo tutto da sola-.
- ... E-eh?- corrucciai la fronte, confusa, mettendo definitivamente fine all'atmosfera solenne che si era venuta a creare. Pain metteva decisamente troppi silenzi solenni fra un monosillabo e l'altro per i miei gusti.
- Il potere del vuoto ti rende in grado di fare quello che a noi non è stato possibile.- iniziò, finalmente, a dire – Con il giusto allenamento sarai in grado di aprire dei veri e propri varchi spazio-temporali che potrai usare in battaglia o per rapidi spostamenti.-.
Ah... una specie di teletrasporto dal nome altisonante. L'avessi saputo prima mi sarei evitata volentieri tutte quelle sgridate dagli insegnanti per i numerosi ritardi a scuola.
- Wow, forte...- esordii, cercando ancora di elaborare il tutto - Ma a dire il vero non mi è mai capitato di aprire un varco spazio-dimensionale. Cioè, credo che me ne sarei accorta se...-. 
- Non è una cosa che può capitare.- mi interruppe lui, correggendomi – E' necessario uno specifico allenamento per essere in grado di controllare una tecnica del genere, Ambra.- la parola allenamento così vicina al mio nome non mi piaceva - Ad ogni modo è già avvenuto precedentemente, anche se a livello inconscio. Durante il processo di trasferimento della tua anima hai rilasciato una notevole quantità d’energia,  che ha creato uno squarcio nello spazio e ti ha trasportata nei pressi di Konoha. Non era previsto che accadesse-. 
Aaaah, ora mi tornavano un po' di cose. Non mi spiegavo, infatti, perché l'Akatsuki mi avesse trasportata lì per poi mollarmi come un sacco di patate in un campo e tornare a prendermi soltanto in seguito. 
Bene, ricapitolando: Pain mi aveva presa, in seguito ad una chissà quale intuizione, mi aveva trapiantata in un corpo di qualcuno che probabilmente ora si trovava con la mia famiglia, estremamente incazzato e confuso, e mi aveva gentilmente spiegato che avevo un potere che non sapevo usare. Perfetto, tutto liscio come l'olio. Sicuramente, vista la mia grandissima forza di volontà e inclinazione ad allenarmi - più o meno abilità che conoscevo solo di nome- avrei fatto passi da gigante. Probabilmente nel giro di massimo una settimana mi avrebbero rispedito a casa a calci. Se avessero deciso di non insabbiare il tutto ed eliminarmi, sia chiaro. Davvero Pain si era scomodato a fare tutto quel casino per prelevare una ragazzina col potere tarocco? A cosa gli servivo?
- Ho raccolto delle informazioni interessanti sul tuo mondo- probabilmente il diretto interessato aveva colto l'espressione perplessa che avevo al momento - Mi risulta che tu sia a conoscenza del nostro futuro-.
Mi sentii estremamente importante nel sentire quelle parole.
- Quale sarà il destino che spetterà alla nostra organizzazione?-.
Oh, stava diventando via via più loquace, evidentemente anche lui era in grado di portare avanti una conversazione come un comune mortale. Sasori avrebbe dovuto prenderlo come modello di riferimento.
- Eeeehm...- cercai disperatamente un modo carino per dirlo, ma in ogni caso il risultato non sarebbe stato piacevole - Beh, diciamo che entro poco tempo non saranno molti quelli che potranno dirsi membri dell'Akatsuki.-. Suonava decisamente meglio di "morirete tutti malissimo, uno dopo l'altro".
Lui si limitò a prenderne atto, senza apparire minimamente turbato da quello che gli avevo rivelato.  
– Il motivo per il quale ti trovi qui è impedire che questo accada.-. 

Sasori era ritornato - con mio grande disappunto- all'interno di Hiruko, risultando, se possibile, ancora più inquietante - e già prima non era esattamente l'incarnazione di un orsetto coccoloso-. Sicuramente non avrei più tentato di abbracciarlo, almeno fino a che fosse stato lì dentro: conoscevo bene le capacità di quella marionetta e non ci tenevo proprio a sperimentare di prima persona l'efficacia dei suoi veleni.
Volteggiai nuovamente su me stessa, ammirando per l'ennesima volta il capo che mi ondeggiava intorno, seguendo i miei movimenti. Il tipico mantello nero a nuvolette rosse dell'Akatsuki avvolgeva il mio corpo: probabilmente se Fuko non fosse stata persino più piatta di Sakura non sarei sembrata una bambinetta che aveva appena rubato l'accappatoio del padre.
Ad ogni modo ero euforica: ora potevo considerarmi un vero e proprio membro dell'organizzazione, seppur senza anello; Orochimaru aveva ben deciso di tenerselo per sé, come ricordo dei bei vecchi tempi andati - quella maledetta serpe smagrita!-.
-  ... Smetti di sghignazzare in quel mondo, uhm- fece irritato Deidara, notando l'ennesima espressione raggiante che gli avevo rivolto. 
- Sono felice!- borbottai in mia difesa, per poi sorridere in modo ancora più losco  – Ehi, giusto per curiosità... quand'è la prossima volta che vi riunirete per sigillare appassionatamente qualche demone tutti assieme?-. Che voleva dire: "Quand'è che sarò in grado di vedere Hid- gli altri?". Non avevo secondi fini, eh! Sarebbe stato scortese non presentarmi a Hid- a tutti gli altri ora che ero entrata nel loro gruppo!
L'artista sbuffò, lasciando ondeggiare il ciuffo.
- Che ne so!- scosse le spalle -Quando uno di noi riesce a catturarne uno, suppongo. Cos'è quella faccia, hai intenzione di assalire anche me adesso, uhm?- mi punzecchiò, continuando a non comprendere il motivo per cui sembrava che stessi per spiccare il volo da un momento all'altro. 
- Guarda che se non fosse intervenuto Ryu avrei abbracciato anche te.- sottolineai, offesa - Non è stata mica un'aggressione, era una semplice dimostrazione d’affetto. Non calcolata, per l'esattezza. Avrei veramente dovuto non farlo. No, dovrei proprio smettere di parlarne e di ricordare quell'episodio. Non torniamo più sull'argomento, ok? -. 
Sperai che Deidara avesse compreso, attraverso questo sensatissimo sproloquio, il mio dramma interiore e che, da persona matura qual'era, avesse deciso di chiudere la questione. Ovviamente il "persona matura" non era parte del suo personaggio.
- Questo perché sono uno dei tuoi personaggi più graditi, uhm?- ammiccò lui, rinfacciandomi ciò che aveva rivelato al mondo Pain, poco tempo prima – Chi sono gli altri? A parte Sasori, ovviamente. Come ci hai dato modo di verificare-.
 Se non fosse stato il mio idolo e, sopratutto, più forte di me da ogni possibile punto di vista l'avrei... l'avrei guardato male. Come solo io sapevo fare.
- ... H-Hidan- ammisi, dopo qualche momento di esitazione, sospirando nel vedere che non aveva intenzione di lasciarmi in pace.
A proposito: non vedevo l’ora di incontrarlo. Lui si che sapeva portare con stile la cappa dell’Akatsuki! Anche se avrei preferito che non portasse null- cioè, andiamo pure avanti con la storia.
– E' possibile che decida di sacrificarmi a Jashin se tento di abbracciarlo? Anche stringergli la mano come una persona qualunque mi andrebbe bene-.
- Probabilmente.- concordò lui, senza alcuna delicatezza. E anche i miei sogni di gloria in cui mi spupazzavo l'albino senza rischiare la morte andarono in frantumi.
Sopra di noi il calore del sole si fece ancora più intenso, cominciato a farsi insopportabile, imbacuccati com'eravamo in mezzo a quella landa desolata. Non ero abituata a vedere così poca civiltà intorno a me.
Camminavamo da diverso tempo, senza una meta precisa. O meglio, probabilmente i due conoscevano perfettamente il posto in cui ci stavamo recando, solo che, come prima, non mi ero premurata di chiederlo. L’avrei scoperto più tardi, non c'era fretta. 
- Così il mio compito è quello di impedire che veniate ammazzati...- sospirai, dopo diversi minuti di silenzio, la mano sotto il mento – Non ho la minima idea di come fare, sinceramente...- aggiunsi, occhieggiando Sasori piuttosto preoccupata. 
Purtroppo il primo a crepare sarebbe stato proprio il bel rosso dallo sguardo mortale.
Avrei dovuto impedire, in qualche modo, lo scontro tra lui, Sakura e quella vecchia bacucca di sua nonna - in realtà mi stava anche simpatica ma, ehi, non si uccidono così i miei personaggi preferiti!-. Come avrei potuto farlo? Se mi fossi messa a combattere con una delle due, Sasori sarebbe riuscito a sbrigarsela senza morire male? Forse se le avessi private dell'antidoto...
- Che stai facendo?-. La domanda di Deidara mi riscosse dai miei pensieri, facendomi perdere tutte le idee geniali che vorticavano nella mia testa. Non molte veramente... però dare la colpa a lui mi faceva sentire meglio.
- Cerco di trovare un modo per salvare Sasori.- risposi solamente, pronta per ritornare a perdermi nei meandri dei miei pensieri. 
- Parlami dell'oca con crisi di inferiorità- intervenne allora il diretto interessato, che fino a quel momento si era tenuto in disparte.
L'oca con crisi di inferiorità? Rabbrividii appena, realizzando che quei due erano stati abbastanza vicini da poter ascoltare la conversazione che avevo avuto con Ryu il giorno prima - che si fossero nascosti sotto il tavolino o avessero preso le sembianze di una delle cameriere?-.
Lo sguardo di Hiruko bastò a farmi gelare il sangue nelle vene e a concentrarmi su ben altri, più imminenti, questioni. 
- Non è che potresti uscire da lì dentro, per favore? Almeno quando mi parli- provai, da dietro le spalle di Deidara – Sei inquie...-. 
- No.- mi stoppò lui – La risposta alla mia domanda- insistette, a corto di pazienza.
- O-ok ok! Ma non ti arrabbiare!- piagnucolai, agitando le mani - Succederà in una grotta, dopo aver sigillato uno dei demoni. Incontrerai tua nonna, Chiyo. Lei e Sakura Haruno, del villaggio della Foglia, ti uccideranno.-.
Detto questo la marionetta riprese a muoversi, sovrappensiero. Probabilmente avrebbe tentato di salvarsi da solo piuttosto che far affidamento sulle mie dubbie capacità ninja.
- L’oca troverà anche un antidoto ai tuo veleni grazie a Kankuro, un marionettista che tenterà di fermarti e che tu non ucciderai del tutto!- aggiunsi poi, ricordandomene e sperando veramente che quelle informazioni potessero tornargli utili. 

Dopo diverse ore di cammino - sì, ore, decisamente troppe per una che, come me, non faceva altro che percorrere la distanza computer-frigorifero-bagno per tutto il giorno-, ci fermammo in un punto non ben definito di quello spazio desolato. Qua e là delle sterpaglie facevano capolino dalle fenditure del terreno, vi erano qualche sasso e pochi alberi dall’aspetto decisamente malaticcio. Per quanto un albero potesse sembrare malato, s’intende. 
- Che facciamo qui?- chiesi, contemporaneamente a Deidara. No, neanche lui sapeva quale sarebbe stata la nostra meta, questo mi faceva sentire meno stupida.
Fu allora che Sasori pronunciò le stesse parole che mia madre aveva recitato, sconvolta, dopo aver sbirciato il mio peso sulla bilancia. 
- Iniziamo il tuo allenamento.-.
E io che pensavo che non avesse il senso dell'umorismo! ... Perché mi guardava come se credesse veramente a quello che diceva?
Sospirai, cercando di vedere il lato positivo della cosa: se era l'Akatsuki a seguire il mio percorso sarei diventata una ninja talentuosa in quattro e quattr'otto.
- ... Chi mi allena?-. 
- Io.- affermarono automaticamente, in coro, i due ragazzi, per poi scambiarsi uno sguardo truce. 
- Ci penso io.- rimarcò Deidara. 
- Non credo proprio: l'unica cosa in cui sei portato sono le tue ridicole esplosioni e non è questo ciò di cui ha bisogno.- sottolineò l'altro – Le tue abilità nel combattimento ravvicinato lasciano molto a desiderare.-. 
Il biondino sbuffò, ferito nell'orgoglio, ma ben consapevole di ciò che gli era stato detto. 
- Che cosa dovrei fare?- chiesi ancora, intimorita dalle possibili torture a cui mi avrebbero sottoposto di lì a poco. Non ero esattamente una persona che resisteva allo sforzo fisico. Né avevo la volontà per diventarlo. Un allenamento ninja di quelli che intendevano loro era decisamente fuori dalla mia portata.
- Iniziamo dal controllo del chakra.- affermò il mio nuovo maestro, ma si fermò, notando Deidara che lo stava bellamente scimmiottando. Evidentemente il rosso era troppo maturo per dare peso ad una cosa del genere, e continuò indisturbato – Devi riuscire a concentrare il chakra sui piedi e a salire su quell’albero. E’ il minimo che un ninja debba saper fare... devi concentrarti.- mi suggerì poi, vedendo il mio sguardo smarrito. 
Camminare su un albero era il minimo? Probabilmente se qualcuno, nel mio mondo, l'avesse fatto, avrebbero gridato "al miracolo!" e la notizia si sarebbe diffusa a macchia d'olio in tutti i continenti. L'albero e la persona in questione sarebbero stati santificati e onte di seguaci ammirati sarebbero giunti da ovunque per potersi fare almeno un selfie nel luogo tanto decantato.
- Non posso iniziare col camminare sull’acqua?- provai speranzosa.
Improvvisarmi Gesù Cristo mi sembrava molto più sensato che cominciare a sfidare dall'oggi al domani la forza di gravità: ero piuttosto sicura che, anche se a loro facevano un baffo, le leggi della fisica su di me funzionassero eccome. 
- Vedi dell’acqua da queste parti?- mi fece notare, con tono vagamente ironico - speravo che quest'improvvisa ondata di simpatia stava a significare che mi aveva ormai perdonato per lo spiacevole incidente dell'abbraccio non desiderato-. 
Ad ogni modo mi sembrava proprio che dovessi prenderlo come un no.
Osservai dal basso l'albero che, a quanto pareva, sarebbe stato il mio compagno di avventure per le prossime ore: perché sembrava essere dieci volte più grande di uno normale? Il fatto che non si sarebbe frantumato subito sotto il mio peso mi rassicurava, ma cadendo da quell'altezza mi sarei come minimo polverizzata l'osso del collo. Ne avevo uno solo e ci tenevo molto che restasse così com'era.
- Mi prendi tu se cado, vero?- chiesi, cercando di sorridere in modo convincente, ottenendo solo una smorfia tremolante - ... vero?-.
Lo sguardo che mi lanciò - ormai comunicavamo così- sembrava urlare : “Se cadi finisci allo spiedo sulla coda della mia marionetta.”. Speravo di aver colto male quello che voleva dirmi - infondo non ero mai stata brava a interpretare i pensieri della gente-.
- ... Ci pensi tu Deidara, vero?- mi rivolsi, allora, al biondino che se ne stava in disparte, offeso dalle precedenti affermazioni di Sasori. 
- Uhm...- si limitò a mugugnare e probabilmente stava per "no" - sarei stava veramente grata se avessero cominciato a parlarmi come delle persone normali-. 
- Fallo e sono pronta a concederti un abbraccio!- gli offrii, allargando le braccia come per rimarcare il concetto. 
- No, non ci tengo, grazie.- si rifiutò, trattenendo a stento una smorfia di disgusto. 
Mi faceva piacere come nessuno dei due tentasse minimamente di nascondere la propria avversione nei miei confronti. Non erano questi i modi con cui ci si rivolgeva ad una bella donzella come me!
- Cattivo!- mugugnai in modo infantile, incrociando le braccia al petto – Ignorare così i miei sentimenti di amore nei tuoi confronti!- sbottai, senza rendermene neanche conto. 
Dopo aver realizzato la cosa cercai di mantenere la mia espressione sicura, come se non sentissi il disperato bisogno da lanciarmi ora, dall'albero.
- S-siamo praticamente degli sconosciuti.- esordì lui, preso per un attimo alla sprovvista.
 Sembrava quasi... imbarazzato? Volevo vederla così, mi sarei sentita meno sola nel mio dolore.
- Dimentichi che io ti conosco perfettamente.- ammiccai, realizzando solo in seguito quanto quella frase suonasse da stalker compulsiva – Ti pregooooo!- cominciai a cantilenare, fino a portarlo al cedimento. Le mie tecniche di infantilismo dilagante avevano sempre l'effetto desiderato. 
- Hai intenzione di muoverti?- intervenne allora Sasori, mettendo fine al nostro teatrino. 
Guardai nuovamente l'albero dopato.
- Ok, ok…- sospirai rassegnata, passandomi una mano fra i capelli. 
Tanto, se avessi rischiato di cadere, ci sarebbe stato Deidara a prendermi, vero?... Vero? La mia fiducia un po' vacillava...
A quel punto chiusi gli occhi, sentendomi anche tremendamente stupita, e provai a concentrarmi - e già di questo non era semplice-. 
Concentrarsi? Una cosa che non avevo praticamente mai fatto in tutta la mia vita! Non credevo neanche di averla mai pronunciata quella parola! Come la parola “Onomatopeico”... ma chi aveva bisogno di dire “Onomatopeico”? Perché avevano inventato un termine se nessuno lo utilizzava? 
- Hai sentito? Era un suono “Onomatopeico”!-, ma chi cavolo si metteva a dire una cosa del genere? 
No, aspetta… stavo divagando…
Cercai di nuovo di richiamare la mia attenzione, ma con scarsi risultati. 
“ Onomatopeico”, se fosse un verbo sarebbe stato tipo “ Onomatopetizzare” o meglio “Onomapeizzare”…  non vedo come sarebbe stato possibile impiegarlo all'interno di una frase.
- Ti stai concentrando seriamente?-. Sasori troncò di netto il flusso dei miei pensieri. 
- Ma certo, certo!- assicurai, scuotendo le mani, per poi ritornare alla posizione di poco prima. Ovvero: seduta a gambe e braccia incrociate con gli occhi chiusi, in stile “posizione da yoga” o da "Buddha alle prime armi". 
Dovevo smettere di pensare e concentrarmi sul mio corpo. Dovevo trovare il chakra di Fuko, ma sembrava veramente ben nascosto. 
Intorno a me vigeva un assoluto silenzio, tant'è che per un attimo ebbi il dubbio che mi avessero mollata lì, da sola, a fare la cretina seduta davanti ad un vegetale. Aprii un occhio giusto per controllare e, appurato che i due non mi avevano piantata in asso, ripresi a meditare.
Ci vollero almeno una decina di minuti prima che riuscissi finalmente a sentire qualcosa: purtroppo si trattava del mio stomaco che brontolava. 
- Concentrati!- mi rimproverò nuovamente il mio insegnante - che in realtà non faceva nulla-, per l'ennesima volta da quando avevo cominciato quel processo malsano. All'accademia non mi sembrava che gli altri ninja ci avessero messo così tanto per imparare a controllare il chakra. 
Corrugai le sopracciglia, provando veramente, con tutta me stessa - più o meno- a riuscire nell'intento. Finalmente avvertii seriamente qualcosa, qualcosa di strano a cui non avevo mai fatto caso e che sembrava scorrermi nelle vene.
Beccato! 
Potevo avvertire chiaramente ogni suo singolo filamento – cosa ovvia dato che, effettivamente, si trovava dentro di me-.
- Ci sono! Ci sono!- pensai, trionfante – Ora basta concentrarlo nei piedi, no?- pensai ottimista, cercando di spingere tutta l’energia verso il basso. 
Non era affatto facile come l'avevo fatta sembrare, però. Era come se quella strana energia si dimenasse contro il mio volere, ignorando ogni mio tentativo di dominarla. Si agitava qua e là, sfuggendo al mio controllo e minando alla mia pazienza - non che ne avessi molta, anzi, solitamente io ero una di quelle persone che pretendono di avere tutto e subito-.
Quello stupido chakra, tra  l'altro non mio, iniziava a darmi veramente sui nervi. Mi morsi il labbro inferiore, cercando di trattenere gli insulti, parecchio volgari, che minacciavano di uscire dalla mia boccuccia di rose. 
- Bastardo di un chakra selvatico...- sibilai a denti stretti. 
Continuava a dimenarsi e a disilludere la mia concentrazione, già parecchio precaria. E non era facile per me rimanere in quello stato. Per quanto un chakra possa avere capacità di iniziativa. 
All’ennesimo tentativo fallito mi arresi, dando una chiara prova di tutta la mia volontà e determinazione. 
Sbuffando mi alzai, maledicendo quella dannata energia in tutte le lingue che conoscevo – mica tante a dire il vero-. Iniziai a percorrere a grandi falcate la prateria, scagliando via in malo modo ogni povero e indifeso sasso che aveva la sventurata idea di finirmi tra i piedi, sotto lo sguardo sconcertato di Deidara e quello inespressivo di Sasori. 
- Non ci riesco, è inutile!- sbraitai indignata – Non mi vuole dare retta!-. 
- Ci hai messo poco ad arrenderti, uhm?- notò il biondo, con un sorriso divertito stampato sulle labbra – Ed io che ero qui pronto a prenderti.-. 
Mi fermai, cercando di riacquistare un minimo di auto-controllo. Odiavo gli allenamenti, odiavo sforzarmi, odiavo non riuscire nelle cose nonostante mi ci stessi impegnando. In più, odiavo fare le cose che odiavo. 
Incrociai le braccia al petto, cercando di trovare una soluzione ai miei problemi. 
Il chakra non voleva starmi a sentire...perché? Non lo stavo facendo nel giusto modo? Eppure mi stavo concentrando! Forse mi disubbidiva perché non ero Fuko? O ero solo un’incapace? Optai per l’ultima opzione. 
Non ci sarei mai riuscita, punto. Potevo vivere anche senza il controllo del chakra. Infondo, non è che servisse poi tanto ai ninja, giusto? No? No. Probabilmente, anzi, sicuramente, era uno delle cose fondamentali. 
- Sasori, cosa devo fare?- piagnucolai, demoralizzata. 
- Riprova e concentrati.- ripeté lui, palesemente annoiato dalla situazione in cui si trovava. 
Certo, probabilmente stava pensando al fatto che il fare da baby sitter ad una ragazzina talmente poco dotata non rientrasse fra le sue mansioni. Forse stava anche cercando un modo per togliermi di mezzo e, dato l’espressione omicida che mi stava riservando in quel momento, ero sicura che l’avesse già trovato.
  
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