EPILOGO
- Davvero,
Bella,
credo che tu debba andare a casa - disse Alice, forse per la decima
volta da
quando Bella, Edward e gli altri erano ritornati a casa Cullen,
trasportando
una Nausicaa ormai priva di sensi da diversi minuti.
- Non mi muovo
da qui
- rispose Bella.
- Devi
proteggere il
tuo alibi, ricordi? - le fece notare Alice. - Vai a casa, da Charlie.
Non
permettere che si insospettisca. Ti ho anche messo da parte qualche
vestito
nuovo che secondo me ti starà d’incanto,
così la scusa reggerà meglio, no?
- Grazie, Alice,
ma
prima voglio vedere Nausicaa.
- Bella, Nausica
si
riprenderà - intervenne Edward, con voce armoniosa e
rassicurante. - Ci sta
pensando Carlisle. E poi credo che debba riposare, adesso. Era sfinita.
Bella
vacillò. Da una
parte sapeva benissimo che Alice aveva ragione; sarebbe stato meglio
tornare a
casa da suo padre e rafforzare l’alibi. Inoltre, anche lei
aveva bisogno di
riposo. Era stata una giornata pesante. Dall’altra,
però, era terribilmente
preoccupata. Voleva vedere Nausicaa, assicurarsi di persona che stesse
davvero
bene, che l’intervento di Jane non avesse peggiorato le sue
condizioni.
- Oh - disse
Edward,
all’improvviso.
- Cosa? -
domandò
Bella.
- Sta arrivando
il
cane. Sento la puzza - disse Alice, prima che lui potesse rispondere.
Circa un minuto
dopo,
udirono tutti chiaramente il rombo di una moto che si avvicinava alla
villa dei
Cullen. Il motore borbottò, mentre il conducente dava gas
una volta. Poi la
moto si spense.
Bella
uscì,
accompagnata da Edward.
- Salve, Jacob -
lo
salutò lui, educato.
Jake si
limitò ad un
cenno del capo. - Ehi, Bella.
- Ciao, Jake.
Come mai
qui?
- Vengo per
sapere
come sta la strega. Mi sembrava ridotta piuttosto male.
- Se ne sta
occupando
Carlisle - disse Edward. - Ma crediamo che si riprenderà.
- Penso che
quella
donna mi abbia salvato la vita. A me e anche a Leah, anche se Leah non
verrebbe
qui ad ammetterlo neanche se qualcuno cercasse di trascinarla con la
forza -
Jacob sorrise.
- Nausicaa ha
dato una
grossa mano a tutti noi - Edward strinse una braccio intorno alle
spalle di
Bella.
- Quella...
quella
storia che hai raccontato alla succhiasangue... Beh, insomma... non era
un
bluff? Vuoi davvero che Nausicaa faccia parte della tua famigliola di
vampiri?
- Jacob trovava la cosa a dir poco sorprendente. E non era
l’unico.
- Dopo quello
che ha
fatto per noi, mi sembrava giusto darle una possibilità. Se
non l’avessi fatto,
i Volturi l’avrebbero uccisa. O punita duramente. E non se lo
meritava. Io e
Carlisle siamo disposti ad accoglierla. - Edward chinò il
capo e guardò Bella,
che restava in silenzio. - Naturalmente sta a Nausicaa decidere.
Potrebbe
benissimo rifiutare la nostra offerta e andarsene per conto suo. Ma
presumo
sarà felice di rimanere accanto a Bella.
Jacob si
dondolò sui
talloni. - Non vi creerà problemi? Non vogliamo altri visite
di quei
succhiasangue italiani.
- Aro non
verrà. Per
lui Nausicaa era una sorta di capriccio. Un trofeo, da tenere nel suo
castello
e nella sua Guardia. Un’arma segreta, forse, ma ha un numero
notevole di vampiri
talentuosi sui quali può fare affidamento. Inoltre, pur
essendo umana, non ha
un odore, un vantaggio per noi, soprattutto per Jasper.
- E se dovesse
venire,
la nana lo vedrebbe, no?
- Non chiamarmi
nana!
- trillò Alice, comparendo alle spalle di Bella ed Edward.
Jake
ridacchiò,
divertito. Bella si chiese che cosa avrebbe pensato o fatto Jacob
quando
avrebbe saputo del suo matrimonio. Immaginava che sarebbero insorti
altri
problemi.
- E comunque,
sì. Lo
vedrei, cane - confermò Alice.
- Bene. - Jake
lanciò
un’ultima occhiata a Bella, che gli sorrise. - A presto,
Bella. Non posso dire
lo stesso a voi, succhiasangue.
- Pazienza -
disse
Alice.
- Ciao, Jacob -
salutò
Edward, senza scomporsi.
Proprio mentre
Jacob
Black rimetteva in moto il suo cavallo di ferro e si allontanava,
Carlisle li
raggiunse.
- Allora? -
chiese
Bella, ansiosa.
- Ha tre costole
rotte
ed è molto debole, ma si riprenderà. -
annunciò il dottor Cullen. - E’ stata
fortunata. La sua barriera magica deve aver attutito il colpo infertole
da
Riley.
Bella
tirò un sospiro
di sollievo.
- Vuole vederti
-
disse Carlisle.
- Ora? - chiese
Bella,
sorpresa.
- Sì.
- Io penso che
Bella
debba andare a casa. - affermò Edward. -
C’è Charlie che...
- No - lo
interruppe Bella.
- Vado da Nausicaa, prima.
Alice
roteò gli occhi.
- Mi raccomando,
dille
di non sforzarsi troppo. - le consigliò Carlisle.
Bella
entrò in una
delle camera al piano superiore, da sola, e richiuse accuratamente la
porta
alle sue spalle, anche se non sarebbe servito a nulla se qualche membro
della
famiglia Cullen avesse deciso di ascoltare la loro conversazione.
Nausicaa giaceva
nel
grande letto matrimoniale, sotto una leggera coperta. Aveva gli occhi
chiusi ed
appariva pallida e sfibrata. I lunghi capelli castani formavano una
sorta di
corona intorno alla sua testa.
- Nausicaa? -
chiamò
Bella, a bassa voce.
Lei socchiuse le
palpebre
e, vedendola, sorrise. – Ciao.
- Come... come
stai?
- Sono stata
meglio.
Ma sopravvivrò.
Bella
avvertì le prime
lacrime che iniziavano a pungere come aghi nei suoi occhi. - Ho avuto
paura.
Credevo che... che loro ti avrebbero...
- Eliminata? -
Nausicaa
scosse la testa. - Grazie a voi, non è successo. Mi avete
salvato la vita.
- E tu
l’hai salvata a
Jacob, a Leah e...
a me.
- Ve la sareste
cavata
comunque.
- No, tu sei
stata
importante.
Nausicaa
allungò la
mano e Bella gliela strinse. Era fredda.
- Loro vogliono
davvero che tu rimanga, Nausicaa. Vogliono davvero che tu rimanga a
Forks, che
tu divenga parte di questa famiglia. Edward non l’ha proposto
solo per salvarti
la vita. E’ quello che vuole. E anche Carlisle.
- E gli altri?
Scommetto che la piccoletta non è tanto d’accordo.
- Alice? Oh,
lei... Lei
si abituerà.
- Ti vuole molto
bene.
-
Anch’io gliene
voglio. E voglio bene anche a te. Vorrei che tu... rimanessi. Mi
mancheresti
così tanto se decidessi di andartene via.
Nausicaa
sorrise.
Silenzio per
alcuni
istanti.
- Bella... se io
sono
venuta a Forks è stato solo per... eseguire un ordine di
Aro; lui voleva che io
ti portassi a Volterra. Voleva essere lui a donarti
l’immortalità, perché
credeva che il suo sangue di vampiro millenario ti avrebbe resa forte,
praticamente invincibile... e perché era sicuro che saresti
stata una vampira
con un dono speciale, un talento che gli avrebbe fatto comodo. Inoltre,
se ti
avessi consegnata ad Aro, avrei preso due piccioni con una fava. Edward
ti
avrebbe seguita. Ed Edward piace molto ai Volturi.
Bella non
commentò.
Attese.
- Ovviamente Aro
confidava nel fatto che la tua ansia di volerti trasformare ti portasse
ad
accettare l’offerta, se si può chiamare
così. Ha scelto me, perché sono umana.
Sono come te. Mi considera... speciale quanto te. Inoltre, grazie ai
miei
poteri magici, Alice non mi avrebbe vista arrivare ed Edward non
avrebbe mai
intercettato i miei pensieri. Per di più, non ho un odore,
quindi nessun
vampiro o licantropo può intercettare la mia scia.
Avvicinarti sarebbe stato
semplice e infatti... infatti ti ho rapita più volte. Anche
in sogno.
Bella si
ritrovò a
sorridere.
- Ma le cose si
sono
complicate quasi subito. La tua... somiglianza con mia sorella mi ha
colto
impreparata. Mi ero ripromessa, dopo ciò che era accaduto
con Alex, di non
provare più dei sentimenti verso un essere umano... o verso
qualsiasi altro
essere. Pensavo che i sentimenti ferissero, che facessero troppo male,
che...
distruggessero. In effetti, fanno male... le mie costole me lo
confermano.
Una pausa. Bella
non
sapeva cosa dire.
- Bella, quello
che
voglio dirti è che... è che tu mi hai fatto
qualcosa. Tu hai cambiato qualcosa
dentro di me. Fin dal primo istante, anche se mi è servito
del tempo per
ammetterlo. Ho provato a lottare contro tutto questo. Ci ho provato. Ma
non ho
vinto. Dal momento in cui ti ho raccontato la mia storia, si
è creato un legame
fra noi che io non ho più potuto sciogliere... e che non
volevo affatto
sciogliere.
-
E’... è successo
anche a me. - disse Bella, arrossendo.
- Lo so. -
Nausicaa
fece una smorfia, per via del dolore al torace.
- Non dovresti
sforzarti. Carlisle...
- Sì,
mi ha ripetuto
un sacco di volte di non agitarmi e di non stancarmi.
Bella continuava
a
stringere la sua mano.
- Bello
quell’anello -
disse Nausicaa, ad un certo punto.
Si era persino
dimenticata di essersi rimessa al dito l’anello di
fidanzamento che le aveva
regalato Edward.
- Oh... beh...
sì -
farfugliò, imbarazzata.
- Presumo che
questo
voglia dire che... hai accettato la sua proposta.
- Sì.
- Hai deciso di
diventare ufficialmente una Cullen...
- Voglio stare
con
Edward. Per sempre.
Nausicaa non
commentò
quella notizia.
- So che non sei
d’accordo... sulla trasformazione - disse Bella, lentamente.
- Ma mi sento pronta.
Voglio farlo.
- No, in effetti
non
sono d’accordo, ma... è la tua vita. Sei felice?
-
Sì... lo sono. E se
rimani lo sarò anche di più.
- Bene, allora.
- Vuoi dire
che...? -
- Vuol dire che
sono
felice che tu sia felice. E che... se tu vuoi che io resti,
resterò. Mi
piacerebbe starti vicina. Lo sai cosa provo per te, ormai. Sei come una
sorella.
- Anche tu...
Anche
tu, Nausicaa.
Aveva le lacrime
agli
occhi, ma sperò che lei non se ne accorgesse.
- Quindi
Nausicaa ha
accettato - disse Edward.
Erano in
macchina e
stavano finalmente tornando a casa. Bella era molto sollevata, ma anche
terribilmente nervosa, poiché aveva intenzione di dire a
Charlie che avrebbe
sposato Edward. Era pronta ad una sfuriata e poi avrebbe sopportato
anche la
sfuriata di Renèe. Tanto ormai la decisione era presa.
- Sì
- ammise Bella.
- Bene.
- Sei davvero
contento?
Edward sorrise.
- Ma certo.
Non era un bluff, Bella.
- E... i tuoi
fratelli?
- Sono sorpresi.
Ma
l’unica che ha qualche riserva è Alice.
-
Già, immaginavo.
- Le
passerà. Deve solo
abituarsi.
- Adesso,
però,
abbiamo altro a cui pensare. - Bella toccò
l’anello che portava al dito. –
Charlie.
- Glielo
dirò io.
Lascia fare a me.
- Beh, tu hai
proposto
il matrimonio, quindi... Sì, direi che tocca a te - E rise.
La Volvo grigio
metallizzata si fermò davanti alla casa di Bella. In cucina,
c’era una luce
accesa, segno che l’ispettore Swan era già
tornato. Bella aveva con sé anche
una borsa con dei vestiti nuovi, in modo tale da rafforzare il suo
alibi.
- E’
il mio sole -
disse Bella, all’improvviso.
Edward la
guardò,
perplesso. – Chi?
- Nausicaa. Lei
per
me... è come una sorella. Ed è il mio sole.
-
Già. - Edward guardò
il sole che in quel momento stava tramontando, tingendo le nuvole di
arancione.
- Un sole nero. Un sole nero che sorge. O forse dovrei dire... che
risorge.
Bella si
voltò e gli
sorrise. Lui ricambiò, si chinò in avanti e la
baciò dolcemente.
FINE