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Autore: BlueMoon1996    09/08/2011    3 recensioni
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Questa storia parla della nuova generazione, dopo la seconda guerra magica. Ci saranno amori, amicizie e talvolta anche avventure per i nostri giovani protagonisti.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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I M.A.G.O

Ricordate quando i nostri protagonisti hanno conseguito i G.U.F.O? La tensione che c'era? Beh, dimenticatelo. Perchè? Semplice! Non c'era più quella tensione per i M.A.G.O c'era delirio puro. Questa volta, Jake Corner, non si era limitato a vomitare, ma per lo stress gli erano uscite delle orribili pustole su tutto il viso e Madama Chips dovette dargli tre dosi di tranquillante e una pozione per attutire il vomito. Alice sembrava allegra, ma per qualche strana ragione, nel bel mezzo di una conversazione se ne usciva con frasi del tipo “oh Merlino! Ho dimenticato di ripassare il capitolo uno di Trasfigurazione Oggi!” e si dileguava alla volta della biblioteca. James, era la prima volta che era evidentemente nervoso, tanto che Evelyne, in più di un'occasione, dovette mandarlo in infermeria insieme a Corner, a prendere il tranquillante.

< mi uccideranno! > aveva detto un giorno James, ad una settimana dall'inizio degli esami.

< ma no, dai, hai affrontato i G.U.F.O! Non eri tu quello che diceva che non c'era da preoccuparsi?> gli aveva risposto Evelyne, ma non aveva fatto in tempo a finire la frase che lui aveva ricominciato con i deliri, e quindi aveva cercato di calmarlo con scarsi risultati.

Tuttavia, anche se Hogwarts era praticamente sottosopra, gli esami arrivarono e la scuola fu avvolta da una tale cappa ti tensione, che gli studenti avrebbero barattato un tè con Voldemort e Bellatrix, piuttosto che sottoporsi alle tanto attese prove.

 

§

 

< cosa abbiamo oggi? > chiese Louis con la bocca piena di salsiccia.

Alice alzò lo sguardo disgustata dai pezzetti di carne che erano usciti dalla sua bocca, ma rispose comunque < pozioni Lou, alle 10.00 esame di pozioni teorico e nel pomeriggio quello pratico, tieni, ecco l'orario degli esami > e detto ciò passo a Louis un pezzo di carta dove c'era una tabella con materie ed orari:
lunedì:
ore 10.00, pozioni (teoria)

ore 15.00, pozioni (pratica)

 

martedì:

ore 10.00, incantesimi (teoria)

ore 15.00, incantesimi (pratica)

 

mercoledì:

ore 10.00, erbologia

ore 24.00, astronomia

 

giovedì:

ore 10.00, trasfigurazione (teoria)

ore 15.00, trasfigurazione (pratica)

 

venerdì:

ore 10.00, difesa contro le arti oscure (teoria)
ore 15.00, difesa contro le arti oscure (pratica)

 

lunedì:

ore 10.00, storia della Magia

ore 15.00, materia a scelta

ore 17.00, materia a scelta

 

< che significa materia a scelta? > chiese Louis, dopo aver consultato l'orario e averlo riconsegnato ad Alice.

< non tutti seguiamo le stesse materie, quindi non può esserci scritto dettagliatamente, però puoi consultare la bacheca, lì scriveranno, domenica, gli orari delle materie a scelta > spiegò Alice pacata. Louis sbuffò e tornò ad occuparsi della sua colazione.

 

§

 

Quel lunedì gli studenti del quinto e settimo anno, furono invitati ad entrare nella Sala Grande, che era stata privata dei quattro tavoli delle case e al suo posto, erano stati aggiunti dei banchetti per ogni studente.

La prova di quella mattina (pozioni) non fu facilissima, e molti andarono in crisi perchè non ricordavano dove le radici di asfodelo andassero messe e che cosa ne venisse fuori, ma molti esclamarono “roba da primo anno” ed infatti quello era il programma del primo anno, giusto per non metterli in difficoltà eh?

Usciti dalla Sala Grande andarono a ripassare (di nuovo) per l'esame del pomeriggio, che si sarebbe tenuto di lì a tre ore.

< non penso sarà facile! > commentò Rachel, stretta al braccio di Louis

< grazie Rachel, mi sei d'aiuto! > ribatté James sarcastico, ma tremava anche lui.

Dopo che Rachel fu chiamata, Louis si accasciò sulla sedia, del tutto privo di forze.

< andiamo Lou > disse Evelyne < non è poi una tragedia! >

< Evelyne Cliffer? > chiamò la professoressa dalla stanza, e la ragazza lanciò un gridolino ed una faccia orripilante a James che la guardava ancora più allucinato di lei. Infine si decise ad attraversare la stanza, e dopo poco fu chiamato anche suo fratello.

Uscirono molto allegri ma corsero di filato alla torre per ripassare incantesimi.

< ma cosa avranno da ridere? > chiese Albus perplesso.

< oh, probabilmente la prova non sarà stata così diffic... >

< Alice Paciock? >

Alice si guardò intorno terrorizzata, e strinse forte la mano di Albus. Dopo pochi secondi, che parvero ore, entrò nella stanza, ma ne uscì, mezz'ora dopo, come non avesse mai dovuto affrontare un esame.

< ma cosa gli fanno là dentro? > chiese James vedendo Scorpius che usciva con aria soddisfatta.

< non so, forse gli lanciano un rictusempra > commentò Albus, cercando di non guardare Rose che si torceva le mani, e si stupì che quelle non fossero ancora sparite per quanto la ragazza le stava stritolando.

< Albus Severus Potter? > disse l'insegnante, e Albus entrò, senza esitazione.

Dopo quella che parve un'oretta, anche se era passata solo mezz'ora, Albus uscì, con la solita faccia trionfante che avevano tutti quelli che uscivano dalla stanza dell'esame.

Poco dopo fu chiamato James, il quale, più curioso che spaventato, entrò finalmente nella sala.

Era come quella dei G.U.F.O, un'aula non molto grande, con due paioli al centro, uno dei quali occupato da una ragazza china su una pozione.

< buongiorno signor Potter > disse un mago abbastanza alto, con i capelli bianchi e la barba che gli ricadevano fin sopra il petto e due occhietti neri e vispi, sorridenti.

< b-buongiorno > rispose James, un po' preoccupato.

< oh, non si preoccupi! È solo un esame! Deve semplicemente fare un antidoto a questo veleno > e gli porse una fialetta. Poi James capì. Era ovvio che erano usciti con quel sorrisetto sulla faccia, e istintivamente sorrise anche lui. Il motivo era semplice: avevano ripassato le formule degli antidoti per ore, sotto la grande quercia, perchè sentivano che l'avrebbero chiesti. E così era stato. James conseguì un ottimo esame e quando uscì, il mago che lo esaminava disse < ha visto signor Potter? Non bisogna aver paura delle cose che non si conoscono! La maggior parte delle volte, ci fanno ricredere >. Un po' perplesso, il ragazzo salutò il mago e andò insieme agli altri a ripassare per il giorno dopo.

 

§

 

Per l'esame di incantesimi nessuno era molto preoccupato. Nessuno, a parte Albus.

< oh, dai Al, non preoccuparti, hai ripassato mille volte gli appunti! > sbottò Alice la sera prima dell'esame, in sala comune dei grifondoro.

< oh, Ali, lo so, è che quella materia non mi piace proprio! > rispose Albus funereo.

Il giorno dopo, l'esame di incantesimi teorico andò bene a tutti, e il giovane Potter era un po' più tranquillo. Ora lo aspettava quello pratico, ma non era poi così preoccupato.

E non ne aveva motivo. Il suo esaminatore, un mago basso e tarchiato, gli chiese semplicemente di fare un incantesimo di appello, e di eseguirne uno anti-appello ad un cofanetto, impresa, in cui lui riuscì, non senza difficoltà, ma alla fine ce la fece.

 

§

 

Il mercoledì si sarebbe tenuto l'esame di erbologia, la mattina, e dopo che Alice fu uscita dalla serra con aria raggiante, James entrò con aria sconsolata. Non gli era mai piaciuto particolarmente infilare le mani nella terra o armeggiare sacchi di sterco di drago per fertilizzare le piante, e quando entrò gli piacque ancora meno: una serie di banchetti, ciascuno con una tentacula velenosa, era disposto a file ed uno era vuoto. James prese posto davanti a quest'ultimo e si ritrovò vicino ad una strega dall'aria abbastanza amichevole che gli rivolse un sorriso prima di spiegargli ciò che doveva fare.

< devi riuscire a prendere cinque foglie > spiegò < ogni foglia un punto e... beh se vieni colpito c'è l'antidoto, e ricevi tanti punti quante sono le foglie che hai preso. Tutto chiaro? > il ragazzo annuì e si tuffò a capofitto sulla pianta, che muoveva minacciosa i tentacoli. All'inizio schivò un tentacolo particolarmente vivace, che non ne voleva sapere di star fermo, ma poi riusci a prendere una foglia, e fece appena in tempo a scattare all'indietro che la pianta cominciò ad agitarsi all'impazzata. Fu così con le prime tre foglie, alla quarta, un dentino particolarmente aguzzo della tentacula, gli si conficcò nel dito e lui svenne.

Si risvegliò e si trovò davanti il volto sorridente della strega che lo stava esaminando.

< sei svenuto per pochi minuti > gli disse < ma ti ho dato l'antidoto. Non preoccuparti, tornerai come nuovo fra un'oretta, ora puoi andare. Hai totalizzato tre punti, non male, arrivederci Potter! >

lui salutò un po' stordito e si avviò con gli altri (aspettando che terminassero) in Sala Grande per la cena, un po' rincuorato dalla scoperta che anche Albus, Rachel, Scorpius e Alex erano stati morsi dall'infima pianta.

 

Quella sera, alle 24.00 precise, i ragazzi si ritrovarono sulla torre di Astronomia, su delle sedie reclinabili, armati di telescopio e mappa stellare muta. Dovevano inserire almeno tutti i pianeti e le lune di questi, quanti più nomi inserivano, tanto più il voto aumentava.

< pss > fece James a Rose, cercando di non farsi scoprire. Lei girò lievemente la testa, come a voler controllare la sua mappa, ma in realtà si voltò verso il cugino < che vuoi? > chiese irritata.

< Mercurio sta prima di Venere? > chiese James terrorizzato. L'altra sgranò gli occhi, come se il cugino l'avesse appena offesa, poi controllò che nessuno la stesse guardando e sussurrò < si zuccone, sta prima. Questa è roba del terzo anno! Sei proprio una frana! > queste ultime parole furono pronunciate un po' più a voce alta, e il mago esaminatore si girò e li guardò con aria di rimprovero, ma Rose non si scompose e finse di nuovo di controllare la mappa.

Alle due di notte, gli studenti si ritirarono per andare a dormire, o, nella maggior parte dei casi, a ripassare trasfigurazione.

 

§

 

L'esame teorico di trasfigurazione fu abbastanza semplice, ma, mentre tutti erano in attesa a preoccuparsi di quello pratico, James sembrava l'unico tranquillo.

< beato te > commentò Evelyne, osservando Rachel che entrava e guardandosi intorno freneticamente, capendo che sarebbe stata la prossima.

< beato me Ev? Non è colpa mia se sono tremendamente bravo in trasfigurazione! > osservò l'altro con un sorriso compiaciuto sul volto.

< Evelyne Cliffer? > lei lo guardò terrorizzata ma lui la rassicurò con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

 

Quando fu il suo turno, James, minimamente preoccupato, spinse allegramente la porta della stanza dell'esame.

< buongiorno > disse la strega che lo esaminava. Aveva un'aria severa, parecchio contrariata, evidentemente non voleva stare lì. Il suo viso era magro e il suo sguardo, più duro che mai, avrebbe fatto una sincera concorrenza alla McGranitt, qualche anno prima, dato che la vecchiaia un po' l'aveva addolcita.

< buongiorno > rispose educatamente James.

< bene signor Potter > cominciò la strega < gli incantesimi di evocazione sono complicatissimi, e devo avvertirla che nessuno mai è riuscito a soddisfare le mie richieste riguardo quest'ultimi > e qui abbozzò un mezzo sorriso e gli chiese di evocare un tavolo. Un tavolo? Non era mica una cosa da niente! Avevano fatto apparire sedie e oggetti non proprio enormi ma un tavolo?

James era visibilmente preoccupato e la strega sembrava bearsi della sua espressione corrucciata. Lui si accorse di questo e, con aria di sfida, sorrise. Lei per un momento sembrò turbata ma continuò imperterrita ad osservare il ragazzo, che ora si stava concentrando più che poteva.

Dopo qualche secondo, davanti a James Potter, apparì un magnifico tavolo in mogano, intagliato perfettamente lungo almeno tre metri, con la superficie in vetro. Aveva davvero superato sé stesso.

La strega lo guardò sbigottita ma non disse nulla, si limitò a congedarlo. La McGranitt, che aveva assistito all'esame, corse incontro a James.

< oh Potter! > esclamò < sono così orgogliosa di te! Sapevo di aver fatto la scelta giusta! Hai impressionato Clarissa Oshevon, un'impresa impossibile! > concluse, concedendo al ragazzo uno dei suoi rari, ma sempre più frequenti sorrisi.

 

§

 

L'esame di difesa contro le arti oscure non fu particolarmente difficile, ma neanche tanto facile. Tanto per cominciare, la mattina, per la teoria, era richiesta una relazione dettagliata della maggior parte degli argomenti di tutto l'anno, compresi i patronus, che loro avevano già studiato anche al quinto anno. L'esame pratico, invece, fu meno terribile, ma Alex e Alice ebbero comunque qualche problema.

< è che io sono una tipa un po' più da erbologia, Babbanologia, queste cose qui, non molto da incantesimi, pozioni e quant'altro, ecco perchè Difesa contro le arti oscure non mi riesce bene. Probabilmente ho preso da mia madre, mio padre era una vera forza in questa materia > aveva commentato Alice, dopo il suo esame. < comunque non mi lamento, non sono andata poi così

male! >

 

James, al contrario di Alice, superò, come ai G.U.F.O, brillantemente la prova. Appena entrato, notò subito che il suo esaminatore era quello che lo aveva esaminato anche al suo quinto anno.

< ci rivediamo Potter! > disse il mago eccitato, e James non escluse che aveva esplicitamente chiesto di essere il suo esaminatore. Il ragazzo lo guardò un po' perplesso, poi si girò per un momento e vide suo fratello Albus evocare il suo patronus. Non lo aveva mai visto. Era una cerva. Come quella di sua nonna, come quella di uno dei due presidi di cui portava il nome. Sorrise e tornò al suo esame.

< allora Potter > esordì il mago ancora eccitatissimo < riesci a schiantare quel manichino? Ci sono anche i segnapunti! >

In effetti, alla sua sinistra c'era un manichino alquanto brutto, in pietra, ma non sembrava pesante. Dietro a questo, c'era una linea magica, e ad ogni metro c'era una tacchetta con scritto un voto, quindi più lontano si schiantava il suddetto povero manichino, più il voto saliva.

James raccolse tutta la concentrazione e la forza possibile, poi gridò < STUPEFICIUM! >

la violenza dell'incantesimo fu tale, che il manichino non solo andò oltre la tacca con scritto eccellente, ma sfondò la parete e andò a finire nell'aula adiacente, per fortuna vuota. L'esaminatore non la smetteva di emettere gridolini eccitati, mentre James, un po' imbarazzato, rimise tutto apposto. Guardò Albus che stava uscendo dalla stanza, ma il mago che stava esaminando James lo richiamò e il ragazzo si mise vicino al fratello, che aveva, se possibile, un'espressione ancora più perplessa dell'altro.

< i fratelli Potter! > esclamò e allora capirono che quello doveva essere per forza un fan del padre, o che era così onorato di averli tutti e due, da interrompere addirittura un esame.

< vorrei, Potter grande, che tu, per la fine dell'esame, anche se l'ho già visto, evocassi un patronus, insieme a tuo fratello > i due Potter i guardarono perplessi, poi si sorrisero e si misero l'uno di fronte all'altro.

< EXPECTO PATRONUM! > gridarono all'unisono e dalla punta delle loro bacchette, uscirono un cervo ed una cerva che si rincorrevano e giocavano allegramente. L'esaminatore si asciugò una lacrima e poi spiegò < esaminai i vostri nonni, e i loro patronus erano esattamente questi >.

Poi li congedò. Da quel momento, tra Albus e James, il legame si rafforzò. Sapevano che i loro patronus avevano la stessa forma di quelli dei nonni ma non ci avevano mai pensato seriamente, a quanto quello fosse importante, e non avevano neanche fatto caso agli occhi lucidi del padre, la prima volta che avevano pronunciato l'incantesimo. Ma ora sapevano. Ora sapevano che l'amore di un padre, di una madre, di un fratello, non ti lascia mai. La famiglia è qualcosa di talmente prezioso, che è importante preservarla. Le risate, gli scherzi, le emozioni, tutto, alla fine, si condivide in famiglia, o perlomeno ci si rifugia. Albus e James, uscirono da quella stanza abbracciati, ridendo e scherzando. Non che prima non lo facessero, ma adesso lo facevano, con una nuova consapevolezza. La consapevolezza, che nulla li avrebbe mai divisi.

 

§

 

Gli esami di storia della Magia e delle materie scelte, passarono in fretta e ben presto, i nostri protagonisti si ritrovarono a guardare Hogwarts per l'ultima volta (per alcuni).

Albus chiuse lo sportello della carrozza che li avrebbe portati ad Hogsmeade, e lanciò un ultimo sguardo al castello, che silenzioso, si ergeva in tutta la sua bellezza. Non avrebbe più percorso i corridoi, freneticamente, cercando di non fare tardi e non far arrabbiare la McGranitt, non avrebbe più mangiato in sala Grande, con Hugo che si ingozzava peggio di zio Ron. Non avrebbe più visto le magnifiche decorazioni e la bellezza di Hogwarts a Natale. Non avrebbe più giocato a Quidditch in quello stadio, cercando di battere James, o non avrebbe neanche più osservato la foresta proibita, mentre era in volo, con le cime che ondeggiavano silenziose, nell'ombra della notte. Non avrebbe più riso con Scorpius in sala comune, né si sarebbe incontrato con Alice sulla torre di Astronomia, osservando il panorama che il castello aveva da offrire, e volando immaginariamente, con la fantasia, sul parco e il lago ghiacciato d'inverno. Non avrebbe più sfidato i cugini e i fratelli a palle di neve, e non avrebbe neanche più sentito l'odore della colazione proveniente dalla Sala Grande la mattina. Andava verso una nuova vita. Lasciare Hogwarts, era come lasciare un pezzo di sé, un piccolo tassello della sua esistenza. Quel castello lo aveva visto crescere, sbagliare, maturare, innamorarsi e scegliere, ma lui non avrebbe abbandonato quel luogo. Lo avrebbe cercato, nei meandri più nascosti dei suoi ricordi. Prese una macchinetta fotografica magica che aveva con sé e scattò una foto alla figura, ormai sempre più lontana, di Hogwarts. Ecco, si disse. Così avrebbe ricordato quel tempo, assaporato di nuovo quei momenti, camminato per i corridoi di Hogwarts un'altra volta. Una lacrima cadde sul suo volto e lui la scostò. Poi fece un sorriso, triste ma fiducioso. Sorrise perchè ricordò i bellissimi momenti passati lì, le passeggiate nel parco, la torre che gli piaceva tanto, i baci rubati alla sua innamorata sotto le radici di una quercia ormai troppo vecchia per poter solo protestare. Era lì, un piccolo pezzo della sua anima. In quel castello. Era come quando un pezzo dell'anima di Voldemort si attaccò a suo padre, quel 31 ottobre. Ma non era esattamente così, perchè lui aveva volutamente attaccato parte della sua anima a Hogwarts, lui voleva questo, lui voleva sentire dentro di sé quel castello. Si voltò, per avere un'ultima, fugace visione di Hogwarts e poi si girò verso i suoi compagni di viaggio, che probabilmente stavano pensando le stesse cose che pensava lui, perchè erano silenziosi e malinconici. Ma non era un addio, si disse Albus. Come diceva Teddy, era vero, ai punti di partenza ci si ritorna sempre. In un modo o nell'altro Hogwarts, non la lasci mai. Sia nel cuore, nell'anima, nella mente, rimarrà sempre con te, non la lascerai mai. Le carrozze si fermarono, e Albus, riscosso dai suoi pensieri scese.

Il viaggio di ritorno fu molto silenzioso, ognuno cercava di catturare ogni ricordo del panorama che sfrecciava accanto a loro ed Albus fece parecchie foto. Questa volta, quando Lily entrò, non disse nulla, capiva che era impossibile ridere e scherzare, pensando di lasciarsi Hogwarts alle spalle, però chiese a James e Louis.

< voi due non dovreste essere tristi, tornerete ad Hogwarts giusto? >

James sorrise e guardò la sorellina dolcemente, poi rispose.

< non è il fatto di tornarci fisicamente Lily è come ci torni. Ormai i nostri giorni da studenti sono finiti e tornare a Hogwarts da insegnante, non sarà uguale come tornarci da studente. Quando si impara, si è spensierati, si capisce a malapena la parola responsabilità. Quando si insegna, tutto è visto da un'altra angolazione, perfino Hogwarts. Il castello, sarà diverso ai nostri occhi, il prossimo anno, quando varcheremo quella soglia da uomini. Non sarà più il luogo di scherzi e scorribande, non sarà più il luogo dove ridevamo come matti in sala comune, o giocavamo a Quidditch spensieratamente. Capisci Lils? Hogwarts sarà diversa ai nostri occhi > la ragazzina annuì e il viaggio continuò in silenzio.

Quando il treno si fermò, i ragazzi trassero un profondo respiro e scesero, andando a salutare i genitori, che evidentemente capivano il loro stato d'animo, in quanto li abbracciarono forte.

Harry si avvicinò a James e Albus e gli disse < so che è difficile ora. Ha rappresentato una parte importantissima, anzi, fondamentale della vostra vita. Ma posso dirvi una sola cosa per il futuro, non i soliti consigli > aggiunse, in risposta allo sguardo scocciato dei figli < buona fortuna. Per tutto quello che verrà, per quando diventerete adulti anche voi, e so che accadrà a breve. Buona fortuna ragazzi miei > e detto ciò abbracciò nuovamente i figli, seguito a ruota da Lily e Ginny.

 

§

 

Bene lettori, mi viene quasi da piangere, anche io se fossi stata nei loro panni sarei distrutta! Comunque, questo era un arrivederci, perchè come non mancherò mai di ripetere, Hogwarts non la lasci mai, in un modo o nell'altro ci ritorni, come un punto di partenza e si sa, che ai punti di partenza, alla fine, ci si ritorna sempre, come diceva Teddy, no? Lasciate che quello che deve accadere, accada, non tentate di venir meno al futuro, perchè quello, è una parte irrimediabilmente obbligatoria, della vostra vita e non c'è mai un addio, ma sempre un arrivederci, niente è mai perduto per sempre.

Con enorme affetto, la vostra Moon1996, che vi attende di nuovo qui, domani, a leggere il capitolo riguardante la scanzonata estate dei nostri scanzonati protagonisti, che si lasceranno per un po', la tristezza alle spalle, prima, dell'epilogo. Alla prossima!

  
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