Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: gaccia    09/08/2011    8 recensioni
Isabella, ricca e potente, proprietaria delle Industrie Explosion di Boston se la vedrà con Edward, testardo e indomabile responsabile dell'azienda vinicola di famiglia a Sonoma. Un detto latino recitava In Vino Veritas (nel vino la verità) leggete se è vero
Genere: Generale, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avevo preventivato una serata danzante in questo capitolo, ma sono stata presa dai miei ragazzi e sono diventata il loro burattino: avevano altre cose da dire e io ho dovuto adeguarmi.

Però vi assicuro che il ballo ci sarà il prossimo capitolo e lo so perché lo sto scrivendo (nessuno quindi lo può sapere meglio di me).

Adesso ringrazio tutti quelli che hanno fatto sentire la loro voce lo scorso capitolo: record con 8 recensioni (me felice) e altre persone che hanno messo nei preferiti, ricordati e seguiti Grazie Grazie Grazie. E grazie a tutti i lettori silenziosi.

Ora vi lascio al capitolo sette.

Questa è sostanzialmente una storia romantica, ma come tutte le storie è un incastro di pezzi come un puzzle o un insieme di indizi come un giallo, vedete un po’ voi come la vivete. Ora mi rivolgo ai miei Sherlock.

Buona lettura.

 

---ooOoo---

 

“Ragazzi, dobbiamo tornare all’albergo. Questa sera ci aspetta una serata danzante!” annunciò Isabella.

Tutti annuirono entusiasti ed iniziarono a mettersi d’accordo per ritrovarsi pronti per la festa. Si erano allontanati parecchio dalla villa ed erano più vicini a Sonoma.

Tornarono quindi a scaricare i tre bostoniani all’albergo prima di viaggiare verso la tenuta.

 

Isabella prese la tessera magnetica dalla reception e salutando con la mano i suoi compagni di viaggio si avviò verso la suite che avevano prenotato.

Questa sera doveva farsi bella. Edward sembrava avere un debole per lei e questo poteva andare a suo vantaggio. Se fosse riuscita ad entrare più in confidenza con il ragazzo, sarebbe riuscita a trovare quello spiraglio che le serviva per mettere le sue deliziose manine da cinquecento dollari di manicure, direttamente sulla casa atavica dei Cullen.

 

La doccia fu quanto aveva bisogno per schiarirsi le idee e rilassarsi. Il morbido accappatoio l’avvolse appena uscita dal box e lei si posizionò davanti allo specchio appannato. Passò una mano sulla superficie per vedere meglio la sua immagine riflessa e mentre le gocce scivolavano sul vetro, lei pensava.

La terra, il vino, le cantine,  la produzione, la villa, Edward, Jacob, la villa, le terre, la vigna, Edward, le cantine, le industrie Explosion, Edward, il vino, la villa, Edward, la villa, Edward, Edward, Edward.

Si riscosse quando sentì bussare alla porta con impazienza, ed arrossì rendendosi conto di aver pensato un po’ troppo alla sua prossima vittima.

[Mai mischiare il piacere con il dovere! Il bimbo deve essere il mezzo per arrivare alla villa, non il fine] si ricordò mentalmente mentre andava ad aprire la porta della sua stanza.

 

Emmett, seguito da Jacob entrarono come delle furie e lei si strinse meglio l’accappatoio al corpo nudo e continuò a frizionare i capelli con l’asciugamano che aveva appena preso.

“Cosa succede ragazzi?” chiese vagamente curiosa, il suo pensiero su altri fronti.

“Il nostro ufficio ha telefonato per avvertirci che c’è un virus nel nostro sistema informatico alle Explosion” esclamò Emmett visibilmente agitato.

“Ho già detto a Emmett che nessuno di noi ha le capacità di risolvere la questione e di lasciare fare ai nostri tecnici e magari contattare qualche esperto esterno” replicò Jacob accigliato.

“Ti ho già detto che i file potrebbero risultare corrotti, potrebbe saltare il bilancio, la contabilità, i contratti. Hai idea delle implicazioni?” chiese Emmett. Adesso non era più l’amico giocherellone, era l’avvocato McCharty, il mastino delle Explosion Industries.

“So cosa comporta. Ma abbiamo gli archivi esterni e anche i cartacei più importanti. Sono guai grossi ma non impossibili” rispose Jake.

“Solo la morte non si risolve. Lo so! Ma io adesso mi preoccupo per il resto. Possibile che tu non veda il problema? Sembra che sei arrivato solo ieri in ufficio. Se perdiamo dei dati siamo FOTTUTI” vedere Emmett così agitato, stava scuotendo anche Isabella che aveva ascoltato impassibile i due uomini che si beccavano.

Decise di intervenire “Avete finito?” li guardò come una maestra d’asilo guarda due bambini che bisticciano per avere ragione.

“Adesso vediamo se ho capito bene. Abbiamo un virus nel sistema?” chiese.

“Esatto” risposero in coro gli altri due.

“Sappiamo quali sono i danni?” .

“Per ora no” rispose Emmett.

“Cosa stiamo facendo?”.

“Monitoriamo la situazione mentre i tecnici stanno cercando di eliminare il problema” rispose Jacob.

“Allora Em. Siamo a ore di distanza dalla sede e non siamo neanche tecnici. Non sapremmo cosa fare neanche di persona, quindi Jake ha ragione” e Jacob guardò Emmett raggiante.

“Approvo la proposta di chiamare anche dei tecnici esterni per farci aiutare” e ancora Jacob sorrise.

“Però è comunque una situazione grave, quindi qualcuno deve rimanere attaccato al telefono a prendere delle decisioni per l’azienda, quindi questa sera Jacob resterai tranquillo in camera con il tuo cellulare vicino. Se il problema dovesse risultare ancora più grosso del previsto allora chiamaci e torneremo a darti man forte” ed Emmett rise regalando un paio di pacche sulle spalle al povero Jake che iniziava a mettere il broncio per essere costretto a rimanere in albergo al posto di andare a divertirsi.

Gentilmente la principessa spinse fuori dalla camera i due ragazzi e si mise ad aprire la sua valigia passando in rassegna i pochi abiti che aveva portato.

 

Doveva essere una serata molto alla buona ed informale, quasi paesana e tutti i vestiti che aveva portato erano troppo eleganti e pretenziosi. Jeans e maglietta neanche a parlarne, se voleva fare colpo sul bimbo doveva impegnarsi di più.

Prese la sua carta di credito gold e scese nella hall dell’albergo in accappatoio, con quello che pagavano per le camere poteva anche permettersi questo lusso.

Gli impiegati del hotel ed alcuni ospiti la guardarono tutti con un misto di stupore e disapprovazione ma lei si diresse senza indugio alla boutique che si trovava al piano terra.

Entrò e subito la commessa si precipitò a servirla.

“Un abito per questa sera. E’ una festa campestre” ordinò telegrafica.

La commessa sorrise e cominciò a tirare fuori tutta una serie di gonne, pantaloni, camicette, fino a riempire il bancone lasciando pressoché vuoti gli scaffali e le grucce.

Isabella passò in rassegna come un generale passa davanti ai soldati. Analizzò e scartò subito tutto, sino ad arrivare a una timidissima camicetta bianca. Intarsi ricamati, corta in vita e con un elastico che permetteva di tirare giù le spalline scoprendo le spalle. A questo punto una gonna ampia e larga era d’obbligo. Ne trovò una arancione, sfumata sul fondo, di tessuto quasi fluttuante. Si immaginò volteggiare con quella gonna che seguiva i suoi movimenti, gonfiandosi e poi lisciandosi con l’aria e i suoi passi. Ipnotica. E lei sapeva come muoversi per ottenere quel risultato. Ringraziò mentalmente sua madre per tutti gli anni di danza ai quali l’aveva obbligata e pagò.

 

Ritornata in camera terminò di prepararsi.

Intimo, gonna, camicetta, sandali con tacco non eccessivo per muoversi meglio sulla pista, capelli sciolti e naturalmente ondulati, trucco leggero, bigiotteria varia ed eccola che scendeva ad aspettare Emmett. O forse era lui che la stava aspettando? Si chiese guardando l’orologio al suo polso: ore 20,53 (appuntamento ore 20,30).

 

Invece alla tenuta Cullen …

 

I tre ragazzi erano tornati alla villa Cullen. Mentre Edward cercava di analizzare ogni reazione, ogni gesto, ogni sguardo di Isabella per capire come comportarsi con la ragazza, Rosalie non stava zitta un attimo e Jasper era rassegnato a farle da uditore, visto che il suo amico aveva la testa altrove.

“Emmett è semplicemente fantastico. Hai visto come rideva quando siamo…” Aveva gli occhi che brillavano e agitava le mani come fosse un mulino a vento.

All’improvviso il cervello di Jasper suonò come un campanello di allarme.

“Ti piace Emmett?” chiese senza tanti giri di parole a sua sorella.

“Sei una lince come attenzione fratello” rispose stancamente Edward. Anche distratto aveva capito cosa c’era dietro tutto l’entusiasmo di Rosalie.

La ragazza arrossì “Beh si, è carino e simpatico…” lasciò in sospeso la frase, non era il caso di aggiungere altro.

Adesso doveva prepararsi per essere pronta per questa sera. Chissà come se la cavava a ballare quel ragazzo di Boston?

 

“Finalmente siete arrivati!” la piccola Alice saltò giù dal muretto che circondava le scale di ingresso del portone principale della villa. “Stavo perdendo le speranze! Forza, dai che dobbiamo prepararci. Zia Carmen ci aspetta per avere una mano i tavoli del buffet” e prese Jasper per una mano trascinandolo in casa.

Edward e Rose risero mentre Jazz si voltava verso di loro mimando la parola AIUTO.

Edward guardò la ragazza. Prima di essere sua dipendente, era sua amica, e si sentì in dovere di dirle due parole. “Ti prego. Stai attenta con quel ragazzo. È uno di città, potrebbe solo divertirti e non voglio che tu ci rimanga male”.

Lei sorrise dolcemente e gli prese una mano. “Non solo gli uomini fanno soffrire, e Isabella non mi sembra così arrendevole” e gli strizzò l’occhio prima di correre in casa per prepararsi.

 

Vero, pensò Edward riferendosi ad Isabella. Quella ragazza poteva essere definita in tanti modi ma arrendevole non era uno di questi.

Lui comunque non aveva alcuna intenzione di scottarsi, circuire Bella era il suo piano. Riuscire a scovare il punto debole per poter salvare la sua azienda. Questo doveva fare. Aveva promesso di occuparsene e se per questo doveva fare la figura dell’idiota innamorato per arrivare al suo fine, l’avrebbe fatto. E se ci fosse cascato? Non importava, quello che contava era la tenuta.

Poteva anche andargli peggio, in fin dei conti la ragazza era carina, simpatica e con del carattere. “Culetto d’oro” sorrise mentre apriva il getto dell’acqua della doccia, primo passo per prepararsi alla serata.

 

Non era il caso di metterci tanto a prepararsi. Sapeva che bastava poco per far risaltare il suo fisico, plasmato da anni di lavoro nelle vigne. Mise un paio di jeans scuri e una camicia azzurro chiaro per fare contrasto con l’abbronzatura. Maniche arrotolate e primi bottoni della camicia aperti per far respirare e lasciare intravvedere il dovuto, ed era pronto.

Mise le scarpe di cuoio per poter ballare in modo decente. Non erano le sue calzature preferite, ma non poteva muoversi come voleva con le scarpe da ginnastica. Avrebbe sopportato le frecciatine di Irina sul suo essere vecchio stile, anche se poi ci rideva anche lui.

 

Scese le scale e passò dal salone per salutare sua madre. Era ingiusto che Carlisle non le permettesse di andare a divertirsi nemmeno a casa della sua migliore amica. Esme, Carmen e Renée erano praticamente sorelle siamesi, sino a quando lui non si era messo a fare il despota e aveva rinchiuso la moglie a casa. Aveva bisogno di sua moglie vicino, diceva Carlisle. Aveva bisogno di una serva tuttofare, pensava Edward con disprezzo verso suo padre.

Carezzò la guancia della madre e le diede un bacio sulla fronte.

“Salutami tutti caro. E mi raccomando…” .

“Darò un bacio per te a Carmen e le dirò che lo mandi con tutto il tuo amore” terminò la frase al posto di lei. Il ragazzo rivolse un cenno distratto con la mano all’altro genitore e uscì dalla villa.

 

Vicino alla jeep era parcheggiata anche la macchina di Alice. E i ragazzi aspettavano solo lui.

“Coraggio Ed! Sei peggio di una donna!” lo rimproverò Rosalie. Incredibilmente lei era già pronta, slanciata nei jeans chiari e coperta da un top coloratissimo e una maglietta appoggiata sulle spalle.

All’improvviso Edward si mise a ridere indicando la maglietta di Jasper ed Alice. Le ragazze gli fecero eco mentre Jazz, sbuffava infastidito.

“Edward piantala! Non ne avevo idea! E’ una delle trovate di quella pazza di tua sorella!” cercò di giustificarsi il ragazzo.

“Ehi!” protestò Alice, cercando di trattenere le risate “Sarò pazza ma ti piace quando ti…”.

“Fermi tutti! Queste cose non le voglio sentire!” intimò Edward mentre iniziava a salire in macchina e cercava di fermare l’eccesso di riso.

Certo che Alice e Jasper erano proprio carini nei loro jeans e magliette bianche. Niente di particolare visti di dietro, peccato che, mentre sul davanti la maglietta di Jazz spiccava la scritta in rosso e nero [ I love California ] con tanto di disegnino stilizzato dello stato, un paio di arance e grappoli d’uva, nella maglietta di Alice, con gli stessi disegni, ci fosse scritto [ I love who love California ]. Erano davvero una bella coppia ed Alice ci teneva a farlo sapere in giro.

Probabilmente un annuncio ad esclusivo uso e consumo di Jessica, la sua collega, che aveva una cotta per il biondo e probabilmente questa sera sarebbe stata alla festa.

 

Edward e Rosalie partirono con la jeep alla volta di Sonoma, per dare un passaggio ai tre bostoniani, mentre Jasper ed Alice, si diressero direttamente verso la festa.

Questa si sarebbe tenuta nell’azienda di Carmen ed Eleazar, amici carissimi da così tanto tempo che per tutti loro erano gli zii. La coppia aveva avuto due figlie, Reneesme in procinto di laurearsi (il nome in onore delle migliori amiche della madre) e la piccola peste Irina, una ragazzina di sedici anni, con la sfrontatezza e la voglia di divertirsi come un’adulta pur non essendolo ancora.

 

Arrivarono all’albergo con cinque minuti di ritardo sull’orario concordato.

Davanti all’entrata non si vedeva ancora nessuno, perciò decisero di entrare ad aspettare i ragazzi al bar.

Appena entrati videro Emmett che si avvicinava a loro con un sorriso smagliante. Un pantalone sportivo e una camicia erano il suo abbigliamento, essenziale e vagamente cittadino. Meno di così non era possibile per l’avvocato bostoniano, almeno a vedere il misero bagaglio che si era portato. Si appuntò mentalmente di procurarsi qualche altro cambio d’abito per non ritrovarsi in boxer tra qualche giorno.

“Ciao Edward” salutò stringendo la mano “Rosalie sei semplicemente meravigliosa” e le diede un leggero bacio sulla guancia. Forse aveva osato troppo? Non importava, era bellissima e doveva dimostrarglielo in ogni modo possibile.

La ragazza arrossì “Non dire sciocchezze, sono solo jeans” si schernì.

“Diglielo a loro, su di te non fanno lo stesso effetto” rispose Emmett.

“Ok ragazzi, dopo questa ho bisogno di bere o rischio il diabete” esclamò ghignando Edward mentre gli altri due abbassavano gli occhi imbarazzati.

“Dove sono Jacob e Isabella?” chiese Rose. Bene così avrei evitato domande inopportune, pensò Edward.

“Jake non viene, abbiamo un problema di virus informatico a Boston e lui deve monitorare tramite telefono” rispose spiccio Emmett.

Edward aggrottò la fronte come se fosse stupito e preoccupato della notizia.

“Oh sai Em. Edward sa tutto di…” stava dicendo Rosalie ma Ed la interruppe “ … Alcoolici, soprattutto quando si deve aspettare una donna. Andiamo a bere qualcosa” e invitò i suoi amici.

Un’occhiata a Rosalie bastò per far mimare delle scuse alla ragazza. Alcune cose non dovevano essere dette, punto e basta.

 

Passarono altri quindici minuti ed erano quasi le nove quando finalmente la principessa fece la sua entrata al bar dell’hotel.

“Stavo quasi per mandare la cavalleria” commentò Emmett guardando Bella sedersi con loro.

“Scusate il ritardo, ho avuto alcuni imprevisti. Vogliamo andare?” chiese.

Si alzarono tutti e cominciarono ad avviarsi verso la jeep “Sei bellissima questa sera” sussurrò Edward vicino all’orecchio di Isabella, prima di abbracciarla per la vita e condurla alla macchina. Il pollice e l’indice si soffermarono sulla pelle di lei, lasciata scoperta tra la gonna e la camicetta. Era morbida e vellutata. Cavoli, davvero poteva andargli peggio.

 

Salirono tutti sull’auto e Edward mise in moto e si infilò nel traffico della sera con direzione Westerbeke Ranch visto che l’azienda di zio Eleazar era lì vicino.

Isabella si chinò come ad accendere la radio e posando una mano sulla coscia di Edward sussurrò “Anche tu sei bellissimo questa sera”, poi sintonizzò su una stazione di musica country e si rimise composta.

Dietro la coppia non aveva visto nulla, troppo occupata a guardarsi negli occhi.

Non è così raro che un fulmine colpisca una persona, più difficile che due fulmini colpiscano due persone che si trovavano così vicine. A volte capita e a loro era capitato.

 

Arrivarono alla festa dopo circa quaranta minuti di strada, percorsi in silenzio o con qualche bisbiglio appena percettibile. Si sarebbero sentiti anche i grilli se non fosse stato per il motore della jeep.

i lampioncini colorati erano accesi, le tavole erano imbandite, l’orchestra stava suonando allegra e tutto era pronto per una serata all’insegna del divertimento, e non solo.

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci siamo mossi, qualcuno mi aveva chiesto di Alice: eccola qui. Siamo pronti per la serata. I due hanno affilato le unghie e ormai è chiaro che sono pronti ad immolarsi per la causa (posso capire Edward, ma Bella? Boh).

Speriamo che il caldo non dia alla testa, tanto ci stanno pensando già Emmett e Rosalie. Spero che il lavoro dei miei Sherlock non sia stato difficile, anzi, credo di avervi fatto le cose troppo semplici. Agatha Christie vieni a me! (mi sento come He man).

 

Con questo capitolo vi lascio. Mi segno sull’agenda il nostro prossimo appuntamento per continuare questa storia: il 13 settembre 2011.

Ci sarete? Mi auguro di sì.

Per ora vi auguro buone vacanze.

E a tutti i miei più cari

baciotti

 

 

perdonatemi la pubblicità delle mie storie

Sakura – Fiore di ciliegio conclusa

AAA Affittasi moglie in corso

_______________________________________________________________________

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: gaccia