V.
Furono
giorni di sogni strani e
conversazioni bisbigliate. Sempre più studenti lasciarono
Hogwarts. Ci furono
molti addii. Seamus Finnegan li aveva salutati dicendo “ci
vediamo il primo
settembre, ragazzi!” ed Hermione aveva pianto per
un’ora intera. Quando erano
ridiscese dal dormitorio femminile anche Ginny aveva gli occhi rossi.
Fu solo
verso la fine di giugno
che Harry venne convocato da Silente.
‹‹Buonasera,
Harry,›› disse il
mago, quando lo vide nel suo studio. ‹‹Accomodati
pure. Sorbetti?››
Silente non
gli era mai parso così
sereno. Gli fece segno di prendere posto sulla poltrona ed Harry si
accorse in
quel momento che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe
visto quello studio e
visto Fanny la fenice. Sarebbe risorta anche lei, quando il mondo
avrebbe preso
fuoco?
‹‹No,
grazie, signore.››
‹‹Non
voglio rubarti troppo tempo.
Io stesso ho varie cose da fare. Ma prima dimmi, come
stai?››
‹‹Non
lo so, signore,›› rispose
Harry sinceramente. ‹‹Mi sento come se dovessi
avere paura. Ma non ne ho.››
‹‹Saggio
come sempre, Harry.
Continui a sorprendermi.›› Un sorriso bonario.
Non ne aveva mai visti molti su
quel viso. ‹‹Perdonami, mi sono espresso male.
Continuo ad essere meravigliato
dalla tua maturità. Va ben oltre i tuoi
anni.››
Provò
uno stupido senso di orgoglio
nel sentire i complimenti di Silente, ma poi fu investito
dall’inutilità di
quel particolare sentimento. A cosa serviva la maturità
quando la tua vita era
sul punto di finire?
‹‹Cosa
succederà adesso, signore?
Con Voldemort, intendo.››
‹‹Oh,
suppongo che continuerà con
le sue dimostrazioni di forza. C’è il rischio che
diventi ancora più distruttivo.
Tom ha la mentalità di un bambino
capriccioso.›› Aggrottò le bianche
sopracciglia, vagamente turbato. ‹‹Ironico il
destino, non trovi? L’uomo che
aveva pianificato la propria immortalità con tanta perizia,
tanta brutalità da
dividere la sua anima in sette diversi frammenti, verrà
sconfitto dal puro
Caso.
‹‹Questo
significa che…››
Silente
sorrise. ‹‹Sì, Harry. Il
tuo ruolo è terminato.››
‹‹Non
è così male.››
Aveva
fantasticato tante volte di
un momento del genere. Le sue fantasie non avevano mai riguardato una
catastrofe naturale, ma la sensazione che provò in quel
momento fu analoga a quella
di tutte le sue visioni oniriche. Sollievo. Era libero, e non lo era.
‹‹Mi
fa piacere che tu la prenda
così.››
‹‹Non
posso prenderla altrimenti,
no?››
‹‹C’è
sempre una scelta. Come al
solito, Harry, fai la scelta giusta.››
Rimasero in
silenzio per qualche
istante. Fanny diede un piccolo grido.
‹‹Signore,
cosa crede che
succederà dopo la morte?››
Silente si
rilassò contro lo
schienale della sua sedia e lo scrutò da sopra gli
occhialini a mezzaluna. In
tutti quegli anni i suoi occhi erano sempre gli stessi. Gli guardavano
nell’anima.
‹‹Oh,
Harry, mi fai una domanda a
cui maghi molto più grandi di me non hanno saputo
rispondere. Cosa posso dirti
che soddisfi la tua curiosità? Sai già,
abbondantemente direi, ciò che penso
della morte. Che gusto ci sarebbe nel rovinare in anticipo tutto il
divertimento di una buona avventura?››
‹‹Rivedrò
i miei genitori,
signore?››
Silente
guardò verso la fenice e
poi si rivolse di nuovo a lui.
‹‹Se
posso permettermi di parlare
senza il sostegno di alcuna esperienza diretta, credo di sì,
Harry. E non ci
sarà più nessuno a
separarvi.››
‹‹Sembra
tutto senza senso,
adesso.››
‹‹Sembra,
ma non lo è. La tua vita
ha avuto un senso, Harry, e così quella dei tuoi amici.
Avete lottato più di
molti adulti, avete salvato delle vite, avete ritardato, e in alcuni
casi
scansato, ignominiose calamità. E anche la morte ha un
senso, solo che da
questa parte è difficile da comprendere. Ma oltre il
Velo…››
Harry
pensò a Sirius. Morire
sarebbe stato come attraversare un velo un po’ lacero, un
po’ bucato? Sarebbe
stato come cadere in una rete in cui erano già caduti
milioni, miliardi di
persone? Conosceva la sensazione del volo, il mancamento
d’aria nello stomaco.
‹‹Volevo
salutarti, Harry. Goditi
i tuoi mesi alla Tana. Credo che Molly sarà felice di
ospitarti, come ha sempre
fatto. E sfrutta la compagnia della piccola
Weasley.››
Harry
sorrise suo malgrado.
‹‹Tutto
questo è molto surreale,
signore.››
‹‹La
vita lo è sempre. La morte è
invece molto logica.››
Silente si
alzò e così fece Harry.
Arrivato alla porta di pietra, tirò fuori da una tasca delle
sue vesti una
busta da lettere. ‹‹Stavo quasi dimenticando.
Questa ti è arrivata da tua zia.››
‹‹Mia
zia? Petunia?››
‹‹Precisamente
lei.››
Prese la
busta come se scottasse. Questo era
davvero surreale.
Doveva
dirglielo. Aveva
l’impressione, se non la certezza, che non avrebbe
più avuto l’occasione di
vederlo. Per la prima volta nella sua vita, si sentì eguale
al suo mentore.
‹‹Sa
Professore, so che dovrei
essere spaventato, ma non lo sono. Credo di essere pronto per
quest’avventura.››
‹‹Lo
sei da tanto tempo, Harry,
straordinario ragazzo.››