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Autore: Tecla Sunrise    09/08/2011    2 recensioni
Nahat: pelle.
La nostra e, soprattutto, la loro.
La pelle dei giovani maghi di una nuova generazione completamente inventata, che è sottoposta a lacrime, baci, carezze, schiaffi...
Insomma, tutti i lati, sia positivi che negativi, dell'adolescenza segneranno irrimediabilmente le loro pelli, lasciando segni, a volte invisibili, altre no, ma pur sempre presenti.
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“…Hai provato con la Radigorda? La Thomas mi ha detto che serve per guarire le emorroidi, ma il principio è lo stesso” sussurrò Owen a Hillary, nel tentativo di trovare una cura per l’infenzione del suo buco all’orecchio.
Hillary fece una faccia schifata. “Emorroidi? Ehw…”
“Fa poco la schizzinosa, Hil, se non lo curi diventerà disgustoso”
“È già disgustoso” s’intromise Miley, allontanandosi dalla sorella.
Hillary sbuffò. “Crepa, stronza”
“Cretina”
“Idiota”
“Troia”
“Puttana!”
“Amen e alleluia! Quanti anni avete?” le interruppe Luke, sempre senz’alzare gli occhi dal telefono.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nahat

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Chapter two: Ellie Malfoy
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Dire che amo la mia famiglia è riduttivo: li adoro tutti, dal primo all’ultimo.
Tranne nonno Lucius, ma credo che lui stia antipatico a tutti, compresa nonna Cissy, che lo ha lasciato una decina di anni fa.
Siamo in completa armonia. Non litighiamo mai – ok, forse mamma e papà ogni tanto mettono le basi per la terza guerra magica, ma è un dettaglio – non siamo invidiosi gli uni degli altri – eccetto di quel dannato Eccellente in Storia della Magia che Allison non fa’ che sbattermi in faccia – e ci vogliamo bene – emh… senza contare, ovviamente, il fatto che Daniel e Robbie, per ragioni a me sconosciute, non si parlano più da due anni.

Va bene, la mia famiglia fa’ schifo. I miei nonni materni sono morti in un incidente d’auto, mio padre pensa solo al lavoro, mia madre sembra vivere una seconda adolescenza ed esce ogni sera con non si sa chi, nonna Cissy beve una bottiglia di Idromele barricato al giorno, Daniel ha divorziato da noi per la Potter, Allison è ossessionata dalla sua ambizione e Robert dalla sua popolarità.
 
Forse nonno Lucius non è così male, dopotutto.
 
 
~
 
 
Lunedì 12 giugno 2019
Wiltshire, Malfoy Manor
6.00 p.m.
 
“Ellie, hai preso tu il mio Maphone*?” chiese Allison, irrompendo senza bussare nella camera della sorella.
 
Ellie sbuffò, continuando ad infilare vestiti alla rinfusa nella valigia “No”
 
Allison guardò la stanza, storcendo il naso al disordine cronico che vi regnava.
 
“Emh… hai idea di dove potrebbe essere?” continuò, prendendo con due dita un paio di pantaloncini e scrutandoli con uno sguardo a dir poco disgustato.
 
Ellie sbuffò ancora, strappandole i pantaloncini di mano “No, non so dove potrebbe essere, né ci voglio pensare. Ora te ne andresti?”
 
Allison la ignorò completamente e raggiunse la scrivania, dove, incorniciata, una foto di Ellie, Helena e Hillary faceva bella mostra di sé nel centro.
 
Sorrise freddamente in direzione della sorella e prese la foto in mano, facendo indignare le figure, che cominciarono ad insultarla silenziosamente.
 
“Che carine… ma Ellie, non credi che la compagnia della Potter e della Weasley possa distrarti dallo studio?”
 
Ellie non le rispose, prese la foto e continuò a fare le valigie come se niente fosse.
 
Allison fece per uscire, stizzita “E vedi di mettere in ordine sto’ casino, la mamma è già abbastanza esaurita senza che ti ci metta anche tu”
 
Ellie digrignò i denti, prese una scarpa col tacco e la lanciò contro la porta proprio nell’esatto momento in cui Allison se la chiudeva alle spalle.
 
“Stronza!” esclamò, senza curarsi di abbassare la voce. Che sentisse!
 
Prese le ultime magliette dall’armadio e le infilò nel borsone che sua madre le aveva allargato, sobbalzando poi allo squillo del suo Maphone.
 
Agitò la mano, rispondendo automaticamente alla chiamata, e subito la voce squillante di Hillary le invase la mente.
 
“Elara! Quando partite?” trillò, entusiasta.
 
Hillary era a dir poco una persona espansiva, Ellie non aveva mai conosciuto qualcuno capace di fare amicizia come lei.
 
“Uffa, Hill! Non chiamarmi Elara! Partiamo tra un’ora, abbiamo l’albergo a St. Moritz alle 7.00… mi mancherai tanto!”
 
Ellie prese il borsone e scese le scale del Manor, ammirando distrattamente i vari quadri degli antenati.
 
La sua preferita era Adhara Prince in Malfoy, la sua bisnonna, l’unica che non l’aveva mai disprezzata per colpa di sua madre.
 
Le fece un sorriso, passando oltre, mentre la voce di Hillary continuava a risuonarle nella testa.
 
“Anche tu! Non vedo l’ora che sia Agosto, l’attesa mi sta uccidendo! Ho bisogno della finale!”
 
Ellie sorrise, scuotendo la testa. Non era particolarmente interessata al Quidditch, a differenza di Hillary, che, essendo la cacciatrice titolare della squadra di Grifondoro, ne era a dir poco ossessionata.
 
“Ahahaha, ma dai! Non sei neanche sicura che l’Inghilterra vinca! L’italia è una delle più forti squadre al mondo!” disse Ellie, mollando il borsone in ingresso e sedendosi su un sofà ad aspettare gli altri.
 
“Vincerà sicuramente! Quest’anno siamo veramente forti, abbiamo Johnson e Frozen, saremo imbattibili!”
 
Prima che Ellie potesse rispondere, però, un altro squillo partì nella sua testa.
 
Alzò gli occhi al cielo e accettò con un altro gesto l’aggiunta alla chiamata di Helena.
 
“Ragazze!”
 
“Helena…”
 
“HELL!”
 
“Non chiamarmi inferno, Hill!” Disse Helena, piccata. Hillary aveva la brutta abitudine di chiamare le persone proprio nel modo che odiavano.
 
“Mmm-mm, come vuoi… piuttosto, tu dove sei finita?” continuò Hillary, curiosa.
 
“Sono da nonna Hanna, sto usando la sua palestra privata per rimettermi in forma!”
 
“Helly… tu sei in forma! Come diavolo devo dirtelo?” sbottò Ellie, contraria.
 
Helena era la più magra di loro tre, ma, essendo alta e ben dotata, pesava troppo.
 
Ellie aveva tentato di farla ragionare, prendendo ad esempio Rhonda, la cugina di Hillary, terzogenita di Fred e Angelina. Ecco, lei sì che doveva rimettersi in forma.
 
Non che fosse cicciona, alla fine, ma era una 44 piena a 15. Doveva perdere qualche kilo, come minimo.
 
“In effetti anche io dovrei… Helly, ti dispiace se vengo anche io ad allenarmi?” disse Hillary, pensierosa.
 
“AHH! Con voi due non si può parlare! Smettetela di farmi tutte queste paranoie, siete alcune tra le più belle ragazze di Hogwarts!”
 
Prima che le sue amiche potessero risponderle, però, Ellie sobbalzò al trambusto che suo fratello Robbie fece nel cadere giù dalle scale.
 
“Ahio…” sussurrò, mettendosi le mani sulle parti bassi “le mie povere palle…”
 
“Godric, Rob! Ti sei fatto male?” chiese preoccupata Ellie, correndo in soccorso del fratello, ignorando i vari “Ellie! Che sta succedendo?!” di Helena e Hillary.
 
“Un po’… dannata cera magica…” disse Robert, rialzandosi faticosamente, appoggiandosi alla sorella.
 
“Cera? Ma la mamma l’ha fatta ieri…”
 
Robbie alzò le spalle “Appunto! Per questo non ho fatto attenzione!”
 
Ellie sospirò “Qui la situazione ci sta sfuggendo di mano… la mamma non può essere così frustrata da lavare due volte il pavimento”
 
Robbie la sorpassò, lasciando il borsone accanto al suo, e spaparanzandosi sul grosso divano bianco.
 
“Non credo siano fatti nostri, Elara, che se la sbrighino da soli”
 
Ellie storse il naso a sentire il suo odiato nome, dopodiché guardò il fratello curiosa. “A proposito di fatti nostri” disse, sedendo gli accanto, e chiudendo con uno scusa mentale la chiamata con le sue amiche “Chi sarebbe Vincent?”
 
Rob sospirò, lasciando cadere la testa sullo schienale “Il gemello di Daniel… è morto a qualche ora dalla nascita e i Guaritori hanno dato la colpa al sangue della mamma, lo 0 negativo, che a quanto pare crea qualche problema”
 
“È per questo che mamma vuole abortire?” chiese Ellie, dispiaciuta.
 
Non aveva mai sentito neanche nominare questo Vincent e le dava un po’ fastidio che lo sapessero tutti tranne lei.
 
Robbie annuì, già disinteressato, fece levitare il suo Maphone con un gesto e prese ad usarlo mentalmente, come tutti d’altronde facevano.
 
Ellie sbuffò, Daniel le riservava molto più tempo di Robbie.
 
Ma ora Daniel stava conGabrielle Potter!
 
Sbuffò ancora e in quel momento arrivarono Draco e Hermione, seguiti da Allison, ancora immersa nella disperata ricerca del suo Maphone.
 
“Papà, per favore, potresti appellarlo?”
 
Draco sbuffò, agitò la bacchetta e in un attimo il Maphone di Allison sbucò da sotto il tavolo della cucina.
 
“Grazie… chissà come ci era finito là sotto…”
 
“Siete pronti ragazzi?” chiese Hermione, con un tono di voce a dir poco stanco.
 
Aveva dei jeans neri attillati e un maglioncino viola con uno scollo a V che, Ellie poteva metterci la mano sul fuoco, erano stati presi dal suo guardaroba.
 
In effetti sua madre, tralasciando gli enormi occhiali da sole per coprire le occhiaie, poteva passare senza tanti problemi per una venticinquenne.
 
“Bene, possiamo andare… Draco, dov’è la passaporta?”
 
Draco aggrottò la fronte, spaesato “Ma, Hermione… avresti dovuto farla tu…”
 
“Draco, non essere sciocco, me lo sarei ricordato!” disse Hermione, acuendo la voce e assumendo il suo classico tono da So-Tutto-Io.
 
Draco scosse la testa, deciso, per una volta, a non darla vinta alla moglie “Non credo proprio, Hermione, ieri sera mi hai detto chiaramente che l’avresti fatto tu!”
 
“Stupidaggini” s’inalberò Hermione, lasciando cadere con un tonfo il borsone “ricordo benissimo di averti detto che avrei avuto troppe cose da fare e che avresti dovuto pensarci tu!”
 
Ellie intervenne, tentando di mettere un po’ di pace tra i genitori “Dai, in fondo non è un gran problema, no? Adesso ne fate un’altra e part-”
 
“Allora l’hai solo pensato, perché io sono SICURO che tu non me l’abbia detto!” la interruppe Draco, come se non avesse aperto bocca.
 
Ellie si sedette, allibita dallo stupido comportamento dei suoi, e cercò sostegno dai suoi fratelli, che, invece, erano entrambi attaccati ai loro Maphone, completamente disinteressati delle faccende dei loro genitori.
 
“Oh, certo, vogliamo parlare di CHI non dice niente? Perché io non ricordo che tu mi abbia detto di aver manomesso le mie pillole!” sbottò Hermione, furiosa.
 
“Che diavolo c’entra questo? E poi, non mi pare ti sia fatta tanti problemi!”
 
“Non lo sapevo, brutto coglione!”
 
“Smettila di strillare come una gallina e usa il cervello! Se te l’avessi detto non avresti mai acconsentito!”
 
“Non sto strillando come una gallina! E ovviamente ti avrei detto di no, perché non volevo! Ti è mai passato per la mente che potrei avere un’opinione anche io?!”
 
“Non essere infantile! Se tu mi amassi non avresti avuto niente in contrario!”
 
Hermione spalancò la bocca, scandalizzata, e, togliendosi di scatto gli occhiali, li tirò addosso al marito, prendendolo in piena fronte.
 
“Ahia, Hermione! Ma sei impazzita?”
 
“SE IO TI AMASSI?! SE TU MI AMASSI DAVVERO NON AVRESTI FATTO UNA COSA DEL GENERE! TE LO SCORDI CHE IO VENGA CON TE IN SVIZZERA, E TI SCORDI ANCHE CHE IO TENGA IL BAMBINO! STRONZO!” urlò Hermione, prima di tirare un calcio al borsone e salire di corsa del scale del Maniero.
 
“Mamma!” urlò Ellie, precedendo il padre “Attenta! La cera Mag-”
 
SBAM.
 
Hermione, troppo sconvolta per ricordarsi della cera, era scivolata in cima alle scale, rifacendosele tutte cadendo.
 
“MAMMA!” esclamarono Allison e Ellie, proprio nell’esatto momento in cui Draco, sconvolto, urlava il nome della moglie e correva da lei.
 
“Hermione! Cazzo Hermione stai bene?”
 
La donna emise un gemito di dolore e, sotto gli sguardi inorriditi dei figli e del marito, cominciò a perdere sangue dall’inguine.
 
“Oddio…” sussurrò Ellie, terrorizzata. Allison, accanto a lei, era sull’orlo di scoppiare a piangere dalla paura e Robert, pallidissimo, fissava il padre preoccupato.
 
“Hermione…” sussurrò Draco “Andrà tutto bene…”
 
“Mi fa… male la pancia…” singhiozzò lei, prima di svenire tra le braccia del marito.
 
“Ragazzi, trovate la mia bacchetta” disse Draco perentorio, tenendo la testa della moglie.
 
Ellie scattò in piedi, nervosissima, e in un baleno portò la bacchetta al padre che, dopo aver pronunciato una breve litania in latino, li guardò tutti seriamente “io vado con la mamma, Allison, tu avverti nonna con la Metropolvere, Robbie tu Blaise e Ellie, tu avverti Potter e Weasley, ci vediamo al San Mungo, ok?” e, senza aspettare una risposta, si Smaterializzò.
 
“Merda!” strillò Allison, spaventata, e scoppiò a piangere, incapace di reggere la tensione.
 
“Ally” disse Robert, cercando di sembrare tranquillo “Smettila di piangere, non hai due anni. Vai dalla nonna e andrà tutto bene, ok?”
 
Allison annuì, si alzò e, seguita dai fratelli, raggiunse il salone, prese una manciata di Polvere e urlò “Leicester Square!” dove Narcissa Black abitava in una delle varie proprietà dei Black.
 
“Rob” sussurrò Ellie, prima che Robert sparisse “e Daniel?”
 
Lo sguardo di Robert diventò di ghiaccio “Non fa’ parte della nostra famiglia, non più ormai” e, chiuso il discorso, gridò “Zabini Manor”, scomparendo tra le fiamme.
 
Ellie sospirò e guardò il quadro sopra il camino, che non era altro che la  riproduzione di suo nonno Lucius.
 
Aveva lanciato un incantesimo di Aderenza Permanente quando aveva scoperto di non poter diseredare il figlio.
 
La guardava con superiorità, come al solito.
 
“Sai” disse Ellie, stupendo il quadro. Era la prima volta che gli rivolgeva la parola “Forse tu non eri poi così male… certo, tralasciando tutta la gente che hai ucciso, ovviamente. Hai notato che la famiglia è a dir poco dedita a lasciarsi andare ad isterismi?” Lucius annuì, schifato “non fare quella faccia, non sei tu che ci devi vivere!” Lucius annuì ancora, riconsiderando il suo pensiero, e le lanciò uno sguardo simile alla pietà.
 
L’unica cosa che Draco era riuscito a fare era stato silenziare il quadro, in modo che non strillasse “Traditore del tuo sangue” o “Sanguesporco” ad ogni piè sospinto.
 
Ellie sospirò, prendendo in mano la polvere “Ciao nonno… manderò i tuoi saluti alla mamma!” e, urlando “Potter House” scomparve tra le fiamme.
 
Infondo non era stata una cattiva idea, silenziare il nonno. Ellie era sicura che la stesse insultando in aramaico proprio in quell’istante.
 
Sorrise. Alla fine anche nonno Lucius era un bello spostato.
 
 
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12 Giugno 2019
Godric’s Hollows, Potter House
7.15 p.m.
 
“Ellie? Che ci fai qui? Non dovreste essere partiti?” chiese Sirius, non appena Ellie piombò nel suo salotto, interrompendo il suo dolce far niente.
 
“Mamma è caduta dalle scale e sta male, è al San Mungo, sono venuta a chiamare zio Harry e zia Pansy!” disse Ellie concitata, torturandosi nervosamente le mani.
 
“Cosa?!” disse Sirius, attento “Mamma!” gridò poi, alzandosi dal divano e raggiungendo Ellie.
 
“Sir? Che cos’hai da strill… Ellie?” disse Harry, scendendo le scale.
 
“Zio, mamma è caduta dalle scale ed è svenuta, papà l’ha portata al San Mungo”
 
Harry impallidì, preoccupato “Perché è svenuta? Commozione celebrare?”
 
Ellie scosse la testa “Non lo sappiamo, ha cominciato a perdere sangue dalla pancia, probabilmente ha perso il bambino”
 
Harry strabuzzò gli occhi, seguito da Sirius “Bambino?!” chiese, con voce strozzata.
 
Ellie annuì “Andiamo? Devo avvertire anche Zio Ron!”
 
“Hai ragione, scusa.. Sir, tu chiama Helena e Lily, sono a casa della mamma”
 
Sir annuì e face levitare il suo Maphone, chiamando mentalmente Helena.
 
“Pansy!” gridò Harry, prendendo le chiavi di casa e il suo cellulare.
 
“Arrivoo!” Rispose Pansy, chiaramente dall’altra parte della casa.
 
“Ellie, io comincio ad andare, tu vai da Ron, Sirius spiegherà tutto a Pansy”
 
Detto quello si Smaterializzò, proprio nel momento in cui la testa di James sbucava dalla cucina.
 
“Che state facendo? …Ellie? Che ci fai qui? Helena è dalla nonna”
 
“Lo so James, mia mamma sta male, devo avvertire zio Ron” esclamò la bionda, prima di scomparire tra le fiamme urlando “Weasley Cottage”.
 
 
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12 Giugno 2019
Yorkshire, Weasley Cottage
7.30 p.m.
 
“Zio Ron!” esclamò Ellie, piombando nel salotto e trovandosi faccia a faccia con Carlos Cortez e John Weasley.
 
“Malfoy?” chiese Carlos stranito, mentre la ragazza metteva in pratica tutti gli insegnamenti del padre per non arrossire “Cortez! Emm… John, dov’è lo zio?”
 
John storse il naso, Ellie non gli era mai andata troppo a genio. “In cucina”
 
Ellie annuì e uscì dal salone, dandosi della stupida almeno venti volte.
 
“Ell?” chiese Nate, vedendo con la coda dell’occhio la ragazza che attraversava di corsa il corridoio.
 
“Nate scusa, sono di fretta, mia mamma sta male!” urlò lei, prima di sparire in cucina.
 
Nate aggrottò le sopracciglia, seguendo la ragazza dentro la stanza.
 
Ron e Daphne, impegnati nel cucinare la cena tra baci e occhiatine maliziose, vennero interrotti da Ellie “Zio! La mamma sta’ male! È caduta dalle scale ed è svenuta, è al San Mungo adesso”
 
Ron sbiancò, si tolse il grembiule, seguito a ruota dalla moglie. “Hai già avvertito Harry?”
 
“Sì è già lì, adesso vengo anche io”
 
Ron annuì e andò in sala “John, Carlos, noi andiamo al San Mungo, Hermione sta’ male. Se volete raggiungerci ricordatevi di chiudere casa”
 
John annuì, annoiato, mentre Carlos fece una faccia dispiaciuta “Tua madre?” chiese in direzione di Ellie, la quale annuì, prima di prender la mano di Ron e Smaterializzarsi con lui, Daphne, Nate e Una, appena aggiuntasi, al San Mungo.
 
 
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12 giugno 2019
London, San Mungo
7.45 p.m.
 
“Papà!” esclamò Ellie, seguita dai Weasley, appena scorse Draco “Come sta?”
 
Draco scosse la testa, visibilmente frustrato, e Pansy gli strinse un braccio in un vano tentativo di calmarlo “è un’ora che è là dentro, ma nessuno si è ancora degnato di dirci niente”
 
Ellie sospirò e andò a sedersi accanto a sua sorella; Draco, sempre più pallido, camminava avanti e indietro per il corridoio, mantre James fissava Ellie, preoccupato.
 
James si alzò, ignorato da tutti, e si mise a sedere proprio accanto alla ragazza “hey…” le disse, accarezzandole fraternamente la testa “Andrà tutto bene, devi stare tranquilla”
 
Ellie singhiozzò, trattenendo le lacrime “Tu non l’hai vista in quel momento, Jamie… era completamente vulnerabile e non mi è mai sembrata tanto fragile…”
 
James l’abbracciò, tentando di darle un po’ di conforto.
 
“Rob…” disse Una poco lontano, raggiungendo alla fine del corridoio il giovane Malfoy “cos’è successo?”
 
Robert la guardò, come al solito abbagliato per un attimo dalla sua bellezza, poi sospirò e si sedette di schianto su una poltroncina “è caduta dalle scale e molto probabilmente la botta le ha fatto perdere il bambino… sì, era incinta” aggiunse quando vide le espressioni meravigliate di Una e Nate “ma non sappiamo se sia in pericolo anche lei…”
 
Proprio in quel momento s’udì il forte e familiare “Crack” della Smaterializzazione e Sirius, Helena, Lily e Mrs Parkinson apparvero nel corridoio.
 
Mentre Helena correva da Ellie e Sirius si dirigeva da Robert, Mrs Parkinson si avvicinò a Draco e Pansy.
 
“Draco…mi dispiace molto per tua moglie, è una donna in gamba. Appena si riprenderà falle i miei saluti ed auguri di una pronta guarigione”
 
Draco annuì, sforzandosi di non ascoltare la voce dentro di lui che disse “se si riprenderà…
 
Mrs Parkinson sorrise maternamente, gli strinse il braccio in segno di conforto e andò dal genero.
 
Hanna Parkinson, all’età di sessant’anni, era ancora una bellissima donna. Aveva i capelli neri leggermente striati di grigio, due occhi grigi brillanti e un portamento da vera regina. Era una donna forte, lo si capiva subito: possedeva un piglio autoritario che, purtroppo per James e Sirius, Pansy aveva ereditato ed era carismatica.
 
Ai tempi della Seconda Guerra Magica era stata al fianco del marito nella cerchia dei Purosangue convinti, evitando però di schierarsi apertamente con Voldemort per due motivi: entrambi erano molto influenti e se Voldemort avesse perso la guerra sarebbe stati in guai seri, mentre il secondo motivo era più legato alla moralità.
 
Odiavano i Mezzosangue, i Nati babbani e gli altri ibridi, ma consideravano le torture e l’omicidio vere barbarie.
 
Dopo l’uccisione di Lord Voldemort avevano impiegato qualche anno ad accettare la decaduta dei pregiudizi nei confronti dei Mezzosangue. Alla fine, la cosa che li aiutò di più, fu conoscere Hermione.
 
Graham Parkinson era infatti uno dei migliori amici di Lucius ai tempi di Hogwarts e, in onore di quella amicizia, aveva promesso in sposa Pansy a Draco.
 
Quando il signore Oscuro era tornato Graham, per non infangare il suo nome, si era visto costretto a rompere formalmente il fidanzamento, senza tuttavia abbandonare il suo amico, nonostante avessero idee opposte.
 
In tutti quegli anni di fidanzamento, però, entrambe le famiglie si erano prodigate per far sì che Pansy e Draco fossero inseparabili, facendo passare loro ogni vacanza insieme.
 
In quel modo i genitori di Pansy si erano affezionati a Draco e, quando annunciò le sue imminenti nozze, insistettero per conoscere di persona la futura sposa.
 
In un primo momento non erano riusciti ad andare la di là dei pregiudizi ma, grazie anche all’orgoglio che Hermione aveva sfoggiato e alla sua sicurezza, l’avevano rivalutata, fino ad arrivare a nutrire per la strega una profonda stima e affetto.
 
Dopo quasi due ora di attesa e di assoluto silenzio da parte dei Guaritori, in fondo al corridoio apparve una giovane Guaritrice, che non dimostrava più di vent’anni.
 
Draco alzò lo sguardo e la riconobbe quasi subito.
 
“Charlie!” la salutò, abbracciandola, attirando così l’attenzione dei presenti.
 
“Zio Draco! Come stai?” sorrise la ragazza, sistemandosi la coda alta che le faceva ricadere i capelli in morbidi boccoli castani.
 
“Charlie?! Charlie Nott? La mia figlioccia?” s’intromise Ron, abbracciando la ragazza.
 
“Zio Ron! Che sorpresa! Ma che ci fate tutti qua? È successo qualcosa?” chiese, preoccupata, salutando con un cenno Harry, Pansy e Daphne.
 
“Non lo sai?” disse Draco, sorpreso. Si aspettava che la ragazza fosse venuta per dar loro notizie di Hermione e invece sembrava non sapere niente.
 
“No! Io sono nel reparto Maternità! Mi hanno chiamato per un consulto, infatti, devo andare… ma chi è che sta’ male?” disse Charlie, continuando a camminare verso le sale operatorie.
 
“Hermione… è incinta ed è caduta dalle scale, svenendo” riassunse in fretta Harry, dal momento che Draco non sembrava in grado di farlo.
 
Ellie vide Charlie spalancare la bocca, allibita, e correre verso le sale. Scomparve senza dire niente, la preoccupazione dipinta sul volto.
 
“Draco!”
 
Blaise Zabini, smagliante nei suoi 39 anni che sembravano venti, entrò di corsa nel corridoio, fiondandosi poi verso il suo migliore amico.
 
Indossava un paio di bermuda e una camicia Hawaiana e aveva un aspetto a dir poco scarmigliato.
 
“Scusa” disse, dopo aver abbracciato l’amico “eravamo alle Bahamas quando il nostro Elfo domestico ci ha detto che Rob era passato… abbiamo dovuto chiedere un permesso speciale al governatore per poter creare una passaporta…come sta Hermione? Avete avuto notizie?”
 
Draco scosse la testa, sempre più provato psicologicamente “Ancora niente… è lì dentro da due ore e mezza, non so più dove sbattere la testa”
 
Blaise annuì, prima di entrare nella parte riservata ai Guaritori. Blaise Zabini era infatti il primario del San Mungo da quasi cinque anni; dopo la fine della Guerra e la morte della madre, aveva inseguito finalmente la sua passione, appoggiato poi dalla moglie.
 
Il silenzio calò di nuovo sul corridoio, ed Ellie pensò di essere sul punto di impazzire.
 
Helena, da quando era arrivata, non l’aveva lasciata un minuto, mentre James era andato a consolare Allison, che piangeva silenziosamente sul suo maglione.
 
Vedeva, poco lontano, Robbie in mezzo a Una, Nate e Sirius, mentre quest’ultimi due tentavano di sdrammatizzare.
 
Gli adulti erano riuniti in un unico gruppo, Daphne accarezzava i capelli di Ron per tranquillizzarlo e, mentre Harry teneva in braccio Lily, Pansy abbracciava Draco che sembrava sul punto di morire.
 
Non era in grado di vivere senza Hermione e non riusciva a smettere di chiedersi cosa avrebbe fatto se lei non…
 
“Draco” disse Blaise, esitante, uscendo insieme a Charlie dall’ala dei Guaritori. Charlie, inspiegabilmente, non li degnò di uno sguardo e si affrettò verso i Trasportatori. Digitò il piano sullo schermo e scomparve un istante dopo.
 
“Hermione ha una grave emorragia interna… ma non è tutto. La sua gravidanza è extrauterina”
 
Draco strabuzzò gli occhi, sentendo le ultime forze abbandonarlo “ma… vivrà, vero?” chiese, terrorizzato.
 
Blaise fece una faccia dispiaciuta “Draco, farò tutto quello che posso, ma già di per sé una gravidanza extrauterina è pericolosa… aggiungici l’emorragia interna e la commozione celebrare… è una situazione davvero critica”
 
“Commozione?!” chiese con voce strozzata Ellie, scattando in piedi “vuoi dire che è in coma?”
 
Blaise annuì, prima di rivolgersi ancora a Draco “Ti giuro che farò tutto quello che è in mio potere… Charlie è andata a chiamare la migliore Guaritrice nel settore Maternità. Ci vorranno come minimo altre quattro ore, andate a riposarvi”
 
Prima che qualcuno potesse dire niente, una signora di mezz’età apparve al fianco di Charlie.
 
Aveva lo stesso atteggiamento della McGrannit e le assomigliava parecchio, ma nessuno fece domande e la donna sparì dietro le porte bianche, seguita da Charlie e da Blaise, che aveva assunto una faccia risoluta e concentrata.
 
Non avrebbe lasciato morire l’unico amore del suo migliore amico.
 
 
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12 giugno 2019
London, San Mungo
11.00 p.m.
 
Erano passate due ore da quando Blaise era sparito in sala operatoria.
Due ore durante le quali Ellie aveva passato ogni minuto a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se sua madre non ce l’avesse fatta.
Ellie era sempre stata quella più legata a Hermione. Allison, Robert e Daniel, essendo Serpeverde, non avevano mai capito l’animo della donna bene quanto lei. Sapeva che sua madre era sul punto di lasciare suo padre, lo aveva capito quando avevano litigato, quella stessa mattina.
Sua madre voleva avere il controllo sulla sua vita. Possedeva un senso di giustizia sconfinato e l’imbroglio semplicemente non era una possibilità.
Hermione aveva odiato ogni singolo secondo di quella gravidanza non tanto perché non la volesse, quanto per il fatto che non l’aveva deciso lei.
Era una cosa imprevista, che non era pronta per accettare.
Ed infatti era una gravidanza extrauterina.
Ellie non credeva in questo tipo di superstizioni, ma una cosa era certa: se Hermione avesse voluto davvero quella gravidanza, forse non sarebbe stata extrauterina.
 
Ellie, dopo due ore di riflessioni, era arrivata alla semplice risposta di quella domanda.
 
Sarebbe morta con lei.
 
Ellie era una ragazza forte, non si poteva negarlo, ma ne sarebbe uscita distrutta.
 
Semplicemente, sapeva che si sarebbe arresa.
 
E con lei anche Draco.
 
Allison avrebbe sofferto tantissimo e dopo aver pianto per qualche mese si sarebbe rimboccata le maniche e si sarebbe buttata a capofitto nello studio e poi nel lavoro, come già faceva adesso.
 
Robbie sarebbe diventato ancora più stronzo e molto probabilmente si sarebbe chiuso in una corazza protettiva che nessuno sarebbe stato in grado di abbattere, diventando così un guscio vuoto.
 
Daniel sarebbe stato quello che avrebbe reagito meglio. Amava Hermione, come tutti loro, ma aveva Gabrielle.
 
Per quanto ad Ellie costasse ammetterlo, quei due erano il prototipo delle anime gemelle.
 
Sarebbe stato tristissimo, ma avrebbe avuto lei.
 
Ellie chi avrebbe avuto?
 
Era sicura che nemmeno Helena e Hillary sarebbero state in grado di salvarla.
 
Ma Daniel…
 
Ellie strabuzzò gli occhi, scattando in piedi, ricevendo sguardi straniti da tutti, tranne che dai componenti della sua famiglia, troppo sconvolti per prestare attenzione al mondo circostante.
 
“Daniel!” disse, allibita.
 
Com’era possibile che si fosse completamente dimenticata di lui?!
 
 
N/A
Buongioooooorno!
Allora, dopo una settimana esatte ho aggiornato.
Un applauso per Victorie15!
Ahahah a parte gli scherzi, che ne pensate? Vi piace?
So che ognuno di voi mi odierà per il coma di Hermione, la mia intenzione era quella di farle perdere il bambino e basta, ma poi il capitolo si è praticamente imposto! Scusate!
 
*= allora, il Maphone.
 
Per tutti quelli che hanno letto “Se una cosa può andare male, lo farà” non c’è bisogno di spiegazioni. Per tutti gli altri, vi copio qui il pezzo che lo spiega:
Il W-pod, come anche il Maphone e il Wand Screen, sono solo alcune delle geniali invenzioni babbane che Dean Thomas, il padre di Emily, ha riadattato per i maghi.
Da quando Voldemort è stato sconfitto, infatti, non solo Babbanologia è diventata una materia obbligatoria, ma al Ministero è stato creato un reparto, “Acquisizione e Modernizzazione dei Beni di Consumo Babbani”, diretto dallo stesso Dean Thomas.
Inutile dire che mio nonno prese entusiasticamente parte al progetto e diventò il capo del sottoreparto per l’applicazione della magia sui Beni Babbani.
Introdussero in tutti questi anni non solo la tecnologia come metodo di comunicazione ed intrattenimento ma anche come metodo di trasporto.
È di uso comune per ogni famiglia di maghi ormai avere macchine in grado di volare ed essere invisibili ai babbani – ovviamente non ai maghi, altrimenti sarebbe un autoscontro.
Per non parlare di tutti i maghi di mezz’età che si comprano la Harley volante, il modello avanzato della motocicletta del padrino di zio Harry.
Ho sentito che persino Draco Malfoy se n’è comprata una, per la gioia della moglie.
Per non parlare della modernizzazione di cose piccole, come ad esempio fogli al posto di pergamene e stilografiche al posto di piume d’oca.
Inoltre le gemelle Patil e Lavanda Brown, amanti della moda babbana poiché molto più varia e fornita di quella magica, presentarono un progetto per introdurre le maggiori marche nel mondo Magico.
 
Bien, direi che è tutto. Al prossimo capitolo, potteriani!
 
p.s. chi ha orecchie per intendere, intenda, in questo caso chi ha occhi per vedere, veda.
Come avrete notato – se lo avete fatto – questo capitolo è dal punto di vista di Ellie. Ogni capitolo avrà un narratore diverso, come nel bellissimo telefilm Skins.
Se nn lo guardate, fatelo.
 
Baciii xxx Vic15

  
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