Zero non sapeva da dove cominciare per trovare Yuki; solo di una cosa era certo, avrebbe dovuto seguire l’odore di vampiro di cuiera satura,  la via che si allontana dal villaggio Cross, verso il bosco.

Yuki non sorrideva, o meglio non sorrideva più realmente da quando aveva scoperto la sua vera natura. L’unica cosa più simile a un sorriso era un’espressione di gratitudine quando Kaname la riempiva di attenzioni, ormai diventate quasi soffocanti. Ogni volta che Yuki lo chiamava, accorreva con la stessa espressione preoccupata che le riservava quando era mortale. Ormai, però, Yuki non sentiva più di esse parte del mondo degli umani, si sentiva distante. Persa in un limbo eterno di atroci dubbi e domande. Solo ora poteva capire cosa Zero avesse davvero provato dentro di lui … "dove sei?” domandò a bassa voce, con un sospiro, sapendo che non ci sarebbe stata risposta alla sua domanda. Forse l’aver accettato il proprio destino era stata un’idea folle e masochista.  Che cosa le era rimasto? Kaname che non smetteva di seguirla e un branco di vampiri nauseati al solo pensiero di rimanere in sua compagnia. Perfino Kuran che era sempre stato la sua ancora di salvataggio, ora cominciava a infastidirla. Troppe premure, troppa attenzione da farla sentire tale quale ad una bambola di vetro. Con non curanza si passò un ciocca di lunghi capelli dietro l’orecchio, appoggiando delicatamente la mano e la fronte al freddo vetro, socchiuse per un attimo gli occhi  “ Ma cosa vado pensando … il solo pensiero di abbandonare Kaname , spezzerebbe il cuore sia a lui che a me, eppure …” così pensando serrò la mano poggiata al vetro, che assurdità le venivano in mente, proprio ora che la sua vita poteva trascorrere finalmente felice … eppure sentiva ancora le zanne nelle sua carne ardente e le umide labbra di Zero sulla pelle bagnata dal sangue. E senza volerlo calde lacrime cominciarono a scorrerle lungo il viso … “Yuki ma che fai?” si domandò tra se e se portando la mano delicata sulla bocca, sorprendendosi di quella reazione spontanea frutto di veri sentimenti. “Yuki tutto bene?” domandò improvvisamente una voce suadente alle spalle della ragazza “Piccola, stai piangendo?”
“Ecco di nuovo quello sguardo … non riesco più a sostenere un’espressione così triste e preoccupata allo stesso tempo … è come se non riuscissi più a tollerarla …”
“ Si va tutto bene Kaname, grazie …” La voce di Yuki risultò fredda, infastidita, diversa dalla solita Yuki, cortese e pacata. Kaname, però, non aggiunse altro, nemmeno vedendola scappare via dalla loro dimora.

“E ora mi chiedo cosa ho sbagliato …” mormorò Yuki correndo verso la foresta, nel buio di una notte senza luna.