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Autore: Margaret24    10/08/2011    2 recensioni
Harry, dopo essere tornato a Hogwarts per sbrigare alcune faccende alla fine della Seconda Guerra, si reca nell’ufficio del preside e, incapace di trattenersi, guarda nel Pensatoio, dove sono conservati i ricordi di Lupin.
ATTENZIONE! Se salta subito al capitolo "La Prima Guerra è finita", sappiate che non è il primo, ma non so come aggiustarlo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Ordine della Fenice, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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  Harry provò la familiare stretta piacevole allo stomaco, quando rivide suo padre, questa volta più grande, con i suoi stessi capelli neri e arruffati. Era seduto a un tavolo, forse quello della loro vecchia cucina a Godric’s Hollow. Reggeva un bicchiere di quello che sembrava Whisky Incendiario, facendolo roteare tra le dita e fissandolo con aria assente, mentre una giovane donna con i capelli rosso scuro e gli occhi color smeraldo gli accarezzava le spalle, un’espressione gentile ma allo stesso tempo tesa dipinta sul volto, come quella del marito. Poi James Potter alzò lo sguardo, volgendolo ai tre giovani seduti al tavolo con lui. Sirius era il più vicino. Il suo bicchiere era già vuoto, posato sul legno, mentre l’illegittimo proprietario guardava ansioso l’amico, che sembrava in procinto di dire qualcosa di terribilmente importante, una questione grave e al tempo stesso estremamente delicata.
“Silente è ormai certo che nell’Ordine ci sia una spia, ed è qualcuno di molto, molto vicino”
La voce di suo padre riecheggiò nel silenzio assoluto, piena di amarezza. Harry guardò rapidamente gli altri, per studiarne le reazioni. Sirius aveva ripreso in mano il bicchiere, stringendolo come se cercasse di sfogare una rabbia repressa, fissandolo con disprezzo. Lupin era pallido e aveva ombre scure sotto gli occhi, nuovi tagli sulle guance e sul collo, ma la sua espressione era triste e rassegnata, come se si fosse aspettato che quelle parole avrebbero un giorno espresso ad alta voce ciò che nessuno osava sospettare, ma che in realtà tutti pensavano. Minus era seduto davanti a James. Proprio di fronte, e non osava guardarlo. Aveva la testa china, lo sguardo perso nel liquido ambrato, le mani sotto il tavolo, come per nasconderne il tremito. I posti scelti sembravano stranamente predestinati: James e Lily insieme, uniti, con Sirius e Lupin su ciascun lato e il Traditore sul lato opposto, come a sfidarli, consapevole di perdere in ogni caso.
 
“Ascoltate” continuò James con fermezza. “Io non posso credere... non credo che tra noi ci sia un traditore. Per me, diffidare degli amici è il massimo del disonore, quanto il tradimento stesso, lo sapete. Io non credo ci sia una sola persona qui dentro che voglia vendere mio figlio a Lord Voldemort”
 
Harry sussultò, vedendo se stesso nell’immagine di suo padre. Anche lui avrebbe detto quasi le stesse parole, anni più tardi. Poteva ora capire la reazione di Lupin quando le aveva pronunciate, le emozioni che doveva aver suscitato in lui rivivere la stessa situazione, l’amarezza che doveva aver provato. Solo allora notò il padrino, che guardava in tralice Lupin con una strana espressione. Anche James ci fece caso, e per tutta risposta diede all’amico una pacca sulla spalla.
“Non sospetto di nessuno di voi, Felpato” disse con un sorriso. “Nessuno”
Li guardò tutti, uno per uno. E tutti, Minus compreso, ricambiarono il suo sorriso fiducioso. All’improvviso, tutti sobbalzarono nell’udire il pianto di un bambino provenire dal piano superiore.
“Vado io” disse Lily, dando un bacio sulla guancia al marito, e uscì dalla stanza.
La scena cambiò...
Questa volta, Sirius e Lupin erano gli unici nel salotto dei Potter. Era una bella stanza, con due poltrone di velluto rosso di fronte ad un camino spento, che ricordavano la Sala Comune dei Grifondoro. Harry sorrise con tenerezza, vedendo Lupin seduto in una di esse con un bambino dai capelli corvini sulle ginocchia, che rideva mentre il giovane mago gli faceva il solletico. Per un po’, tutte le preoccupazioni sembrarono svanire dal volto di Lupin, che pareva divertirsi tanto quanto il piccolo Harry. Sirius guardava fuori dalla finestra, scostando le tende color porpora e lasciando entrare la luce lunare nella stanza. Come se la visione della luna stessa gli avesse ricordato chi era nel salotto con lui, distolse lo sguardo dal mondo esterno, e si mise ad osservare i due impensierito, con la stessa strana espressione del ricordo precedente. Poi, si sedette nell’altra poltrona, sorridendo appena alla vista del bambino che tirava i capelli castani dell’amico.
“Siete riusciti a concludere qualcosa?” chiese casualmente. Lupin sospirò.
“Purtroppo no” rispose. “L’obiettivo dei Mangiamorte è cambiato all’ultimo momento. O dovrei dire ‘per fortuna’...”. Guardò Sirius accigliato. “Malocchio non ve l’ha detto?”
L’altro scrollò le spalle. “Volevo sentirlo dire da te”
Lupin continuò a guardarlo accigliato per qualche secondo, e disse: “Capisco...”. Poi si voltò verso Harry, che aveva smesso di ridere e sbadigliava grattandosi gli occhioni verdi, e cominciò a cullarlo con le gambe.
“Hai sonno, eh?” sussurrò. “Mi dispiace, lo zio Remus non conosce molte ninne nanne...”
“Tra poco ci sarà luna piena” disse Sirius, sempre con quel tono falsamente casuale.
“Sì, lo so...” disse Lupin sconcertato. “Proprio la notte di Halloween” aggiunse ironicamente.
“Dov’eri ieri sera?” chiese Sirius a bassa voce, dal momento che il piccolo cominciava a chiudere gli occhi, il pollice in bocca.
“A casa, dove dovevo essere?” rispose Lupin, spiazzato dal brusco cambio d’argomento. O forse non era poi tanto cambiato.
“Perché non hai risposto al Patronus?”
“Sono crollato sul letto, ero stanco”
“Eri stanco...”
“Sì, beh, sfuggire ad un linciaggio in nome della segregazione è stato parecchio spossante” disse Lupin, ora visibilmente irritato. Lo sguardo di Sirius era gelido.
“Sirius?” disse Lupin cauto. “C’è qualcosa che vorresti chiedermi?”
“No” rispose Sirius, tornando alla sua espressione apparentemente indifferente. “A meno che non ci sia qualcosa che tu voglia dirmi...”
“Non credo, no” disse Lupin, ora freddamente. Sirius si alzò lentamente e tese le braccia di fronte al bambino, che si era addormentato.
“Su, dallo a me...” disse stancamente.
“Si è appena addormentato” obiettò Lupin.
“Appunto, è ora di metterlo a letto” insisté Sirius. Lupin lo fissò con la stessa freddezza, poi disse piano:
“Certo. L’Uomo Nero potrebbe mangiarselo...”
Sirius lo ignorò e prese con delicatezza Harry, che si svegliò e cominciò a piangere. Il padrino poggiò la sua testa sulle spalle, dicendo:
“Shhh... Ora andiamo a dormire...”
Sentirono dei passi frettolosi provenienti dalle scale, e Lily comparve di nuovo, l’espressione divertita che sostituì la momentanea ansia.
“Ma insomma, che combinano questi due cattivoni, eh, Harry?” brontolò scherzosamente prendendolo dalle braccia di Sirius. “Non posso andare a prepararti il lettino che ti fanno piangere...”
Si voltò verso di loro con un sorriso stanco, mentre cullava il piccolo, facendolo calmare.
“Grazie, ragazzi” disse.
“Non dirlo neanche” rispose Lupin, dando un buffetto alla guancia di Harry, che sorrise tra le lacrime.
D’un tratto, apparve dal nulla un animale d’argento. Tutti e tre lo fissarono con apprensione. Evidentemente, in quel periodo un Patronus non era portatore di buone notizie. Tuttavia, la voce con cui parlò, che Harry non aveva mai sentito prima, suonava piuttosto irritata:
“Black! Si può sapere dove sei finito?! Sei in ritardo di ben cinque minuti!”
Sirius si batté una mano sulla fronte. “Accidenti, Sturgis!” esclamò, ben attento a mantenere la voce bassa. “Non aspetta altro che uno stupido rapporto sulla cattura di quello pseudo-Mangiamorte adolescente. Diamine, non era nemmeno maggiorenne, non ci è voluto molto a disarmarlo!”
Scosse il capo esasperato, poi baciò Lily e il bambino sulla guancia.
“Beh, io scappo. Ci vediamo domani! Salutami quel dormiglione di tuo marito”
Lily ridacchiò. “Senz’altro, Felpato”
“Remus” lo salutò.
“Sirius” rispose l’altro.
Uscì nella notte stellata, lasciando Lily e Lupin da soli con i due Harry.
“Beh, sarà meglio che vada anch’io...” cominciò Lupin.
“Sei sicuro di stare bene, Lunastorta? Non hai una bella cera...”
“Non preoccuparti, Lily” la rassicurò lui. “Tra poche notti ci sarà luna piena, come Sirius mi ha appena ricordato...”
“Va bene...” disse Lily, ancora un po’ dubbiosa. “Quindi non ci vedremo ad Halloween?”
“Temo proprio di no” sorrise mesto.
Lily lo accompagnò alla porta. “Remus?” lo chiamò dolcemente.
Lui si voltò.
“Io non credo che sia tu” disse sicura. “E non lo crede neanche James”
Lupin sospirò. “Non fa niente, Lily. Ci sono abituato”
“Non dire così” disse lei con sguardo triste. “Sirius ti vuole bene, io lo so. È per questo che ha paura”
Lupin annuì, senza troppa convinzione.
“Remus...” Lily esitò. “Tu mi hai fatto una promessa. Che saresti stato sempre accanto a mio figlio... fino alla fine. Ora voglio fartela io una promessa...”
Si avvicinò, guardandolo negli occhi. “Ti prometto che questo bambino” continuò, indicando la piccola figura che dormiva beatamente tra le sue braccia, “crescerà senza l’ombra di un pregiudizio. Che ti stimerà e seguirà i tuoi consigli come hanno sempre fatto i suoi genitori”
Lupin deglutì a fatica, gli occhi lucidi.
“Grazie, Lily” disse, e le passò una mano sulla testa con tenerezza.
“Buonanotte. Ti voglio bene”
“Anch’io vi voglio bene”
La scena si dissolse, ed Harry, l’ombra che nei ricordi nessuno poteva vedere, non riuscì a frenare le lacrime, consapevole che quella era l’ultima volta in cui Lupin vedeva sua madre, che quello era il suo ultimo ricordo di lei.  
  
 

 

 Angolo autrice:
Sigh... La dolce Lily :’)  Grazie come al solito per essere arrivati alla fine di questo capitolo, spero vi sia piaciuto :) Qualche recensione sarebbe apprezzatissima (la speranza è l’ultima a morire xD), grazie di cuore!
Due ricordi con una fava xD  Vediamo un po’ di chiarire... Ricorderete sicuramente le parole di Harry e di Lupin dopo aver brindato a Malocchio alla Tana (altro *sigh*). Mi sono chiesta cosa significasse l’espressione compassionevole di Lupin, ed ecco un’interpretazione; Sirius sospetta di Remus, come tutti sapete (“Non se avesse pensato che fossi io la spia, Peter”), ecco spiegata la sua strana reazione e le sue continue allusioni, tra cui la luna piena (chissà, magari Remus progetta un attacco o.O) e la mancata risposta al Patronus; è sottintesa la segregazione dei Lupi Mannari e l’ennesima fuga di Lupin, cosa che fa sospettare Sirius che Lupin si sia stancato di stare dalla parte "del bene"; ebbene sì, la luna piena è la notte di Halloween, ovvero la notte in cui Voldemort uccide i Potter =( ; mi fa tenerezza pensare che Lupin conoscesse Harry ben prima del loro incontro sul treno...; Attenzione! Remus NON AMA Lily, le vuole solo un mondo di bene: in fondo, come si fa a non voler bene a Lily Potter? ^.^  

 

  
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