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Autore: _Jaya    10/08/2011    4 recensioni
La storia dell'amore di Lily e James dal sesto anno. Saranno presenti tutti i Malandrini.. e chi non dice che ci saranno colpi di scena?
POSTATO IL CAPITOLO 15!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L'amore prima o poi ti coglie
~ Chapter Fifteen






Capitolo 14: Inviti e reazioni

15. Lily e Remus si salutarono quella sera con un sorriso complice sulle labbra. Un segreto li accomunava, un piano da attuare quella sera stessa, o al più tardi il giorno seguente.
« Eccoti finalmente! » disse Meg vedendo la sua migliore amica rientrare dalla festa. Lily sorrise semplicemente e le domandò: « Perché mi hai aspettata alzata? »
L’amica scosse le spalle e non rispose direttamente alla domanda, se non con un banale « Non avevo sonno »
La rossa si spogliò dall’abito da cerimonia ed entrò in bagno per farsi una rapida doccia. Si sentiva carica ed eccitata all’idea di quello che stava per compiere, perchè sapeva che sarebbe stato particolarmente divertente e, soprattutto, utile per la felicità di Meg.
Indossato il pigiama Lily uscì dal bagno e si sedette sul letto dell’amica. Il giorno dopo non si sarebbero dovute alzare presto, quindi potevano sgarrare un minimo al solito orario di coprifuoco.
« Allora? » domandò la mora « Cosa hai fatto? Ti sei divertita? »
Lily annuì e si mise comoda accanto all’amica, appoggiando la testa sul cuscino. Con un colpo di bacchetta chiuse le tende.
« Così c’è più privacy » disse la prefetto allo sguardo meravigliato di Meg.
« Perché? Devi dirmi qualcosa d’importante? Hai conosciuto un bel tenebroso dagli occhi scuri che… » la povera ragazza non riuscì a finire di dire quello che aveva fatto quel ragazzo a causa di un cuscino che le è casualmente volato in viso.
« Ma no! » disse Lily alzando leggermente la voce.
« Allora c’era Potter! Lo sapevo! Lo sapevo! » Lily sgranò gli occhi. E ora Potter cosa diavolo c’incastrava?
« Meg? Cosa c’entra Potter ora? Ci sono andata con Remus al… »
« Aaaaah! » questa volta fu il turno di Meg di alzare la voce « Potter è stato battuto dal suo amico? »
Lily decise saggiamente di ignorare completamente quello che stava dicendo la sua ex-migliore amica. « …al festino di Lumacorno, e non c’era l’ombra né di Potter né di Black! »
Ora fu Meg a sentirsi tirata in ballo. « Cosa c’entra ora Sirius? » domandò con finta indifferenza.
Era l’occasione che Lily cercava… doveva stare attenta a non commettere passi falsi. « Niente... solo Remus mi diceva che ultimamente era sempre giù di morale… »
Lily guardò l’amica di sottecchi per vedere la sua reazione. Esteriormente non faceva vedere nessun coinvolgimento, ma in verità Lily sapeva che si stava chiedendo se quello che le aveva detto Julia era vero o no. E, la rossa lo sapeva bene, stava sperando con tutte le sue forze che le fosse stata detta una bugia. Lily continuò a parlare, sempre facendo attenzione all’espressione dell’amica: « …e che non usciva più con nessuna ragazza da quasi un mese » Lily sottolineò leggermente con una pausa questa parte della frase, per poi continuare tranquillamente il suo discorso « Remus sembra davvero preoccupato per lui » concluse lisciando con aria del tutto innocente il lenzuolo davanti a sé. Lei aveva buttato l’esca, ora toccava a Meg abboccare. Lily sapeva che la sua migliore amica odiava essere imbrogliata, ma lei e Remus non avevano trovato un modo migliore per far riavvicinare quei due innamorati senza calpestii di orgoglio nel mezzo.
Il pesce abboccò, anzi si buttò proprio del tutto nella rete del pescatore: « Un mese? Oh Godric, se anche Remus è preoccupato… » la sentii bisbigliare a se stessa. Lily fece finta di non aver sentito nulla e decise di lasciar bollire la ragazza per quella notte. Aveva bisogno di decidere, e Lily non voleva metterle fretta. Le serviva una Meg decisa, non esitante.
« Io vado a letto.. sono stanchissima e domani c’è l’uscita a Hogsmeade.. Buonanotte! » salutò la mora e si lasciò scivolare giù dal letto.
Ora toccava a Remus.


« E adesso dimmi cosa vi siete detti! » Remus sospirò pesantemente. Ogni volta che Lily lo invitava per studiare in biblioteca o a fare un giro, o anche soltanto alle ronde dei prefetti, la sera tornato in dormitorio James gli faceva l’interrogatorio su tutto. E quando dico tutto intendo tutto.
Questa non era infatti la prima domanda che rivolgeva a Lunastorta, la domanda più normale, in effetti, ma l’ultima di una lunga serie tra cui ”Piton si è avvicinato a lei?”, ”Non l’hai mai lasciata da sola vero?”, ”Ti ha detto di invitarmi alla gita di domani a Hogsmeade?” e altre innumerevoli domande.
« Abbiamo commentato un po’ la ridicolaggine di Lumacorno, le decorazioni… e poi delle vacanze di Natale che passerà da Meg » detto questo nome Remus si voltò leggermente verso Sirius, stravaccato sul letto. Stava guardando con un ghigno divertito il terzo grado che stava subendo Lunastorta. Sul suo bel volto comparve una smorfia, quindi scese dal letto e si diresse in bagno, sbattendo in maniera più forte del normale la porta.
James, nonostante il suo enorme interesse nei confronti dell’argomento “serata di Lily”, era preoccupato anche per il suo migliore amico che da Halloween si comportava in una strana maniera. « Ma cos’ha? » chiese a mezza voce agli altri due malandrini.
Remus lo guardò soppesando l’idea di metterlo a parte del piano suo e di Lily, ma Peter lo battè sul tempo mettendo James sulla buona strada « Problemi di cuore… un paio di occhioni azzurri e lucenti capelli neri… » commentò con un sorriso furbetto.
James lo guardò sorpreso. Sirius problemi di cuore? Il suo migliore amico doveva dirgli qualcosa… « Meg? » domandò abbandonando completamente il terzo grado a Remus.
Entrambi i malandrini interpellati annuirono. « Potrebbe invitarla a Hogsmeade, no? Fa sempre un bell’effetto! E poi magari stanotte nevica un po’… l’atmosfera della prima nevicata è sempre magica… »
Remus sorrise e invitò all’amico di proporre la sua idea a Felpato. La prima parte del piano era quindi fatta inconsapevolmente da James. Lunastorta si strusciò le mani una contro l’altra soddisfatto.

« E perché dovrei farlo? » chiese un Felpato molto molto scettico al suo migliore amico. James sbuffò e si lasciò cadere disteso sul suo letto. Si poteva essere così idioti?
« Perché non aspetta altro che un tuo invito! » disse Peter che guardava Sirius sdraiato sul letto al contrario, con la testa che stava pericolosamente cadendo. Sembrava il più sveglio, a quell’ora della notte.
Sirius lo guardò pensieroso, senza ridere, come aveva fatto la prima volta. Meg stava diventando un ossessione per lui, anche se non lo faceva vedere come James: lui era sempre stato così, chiuso e taciturno per quanto riguarda i suoi affetti. Non sembrava tenere a nessuno prima di incontrare i Malandrini. Loro erano diventati i loro amici e si erano guadagnati il suo affetto.
Ora qualcosa gli stava nascendo dentro, qualcosa di nuovo per una persona nuova. Non era la solita, seppur speciale, amicizia che legava così strettamente i quattro Malandrini. Era qualcosa di più sottile, ma altrettanto forte e potente. Qualcosa per cui valeva la pena battersi in prima persona. Ma la completa indifferenza di lei lo aveva disarmato.
In un primo momento, preso dalla sua alta autostima, si era arrabbiato con lei: perché non voleva come le altre essere sempre con lui? Sembrava all’inizio che fosse d’accordo, che gli fosse almeno amica. Ora stava cambiando completamente modo di vedere le cose: niente sembrava più così luminoso delle poche volte in cui riuscivano a stare nella stanza per più di qualche secondo, anche se poi cadeva nella depressione più nera appena riusciva a incrociare il suo sguardo e lei si allontanava, infastidita dalla sua presenza.
« Non ne sono sicuro » rispose Sirius abbassando lo sguardo da Pet al pavimento dove i suoi piedi si muovevano frettolosamente.
« Finché non ci provi non lo sarai mai » disse saggiamente Remus, deciso più che mai a convincere Sirius di invitare la bella Margaret.
Un sospiro fu l’unica risposta, seguita da un lungo silenzio. James si rizzò a sedere e porse all’amico una pergamena nuova presa direttamente dal suo set per scrivere a casa e una bella piuma. Sirius prese meccanicamente quegli oggetti e si lasciò guidare dall’amico fino alla scrivania che troneggiava nella stanza. Con un rapido colpo di bacchetta Remus la svuotò di tutto ciò che conteneva per far spazio a Sirius.
Questo si sedette alla scrivania e intinse l’inchiostro nella boccetta gentilmente porta da Peter. Sembrava che tutti i Malandrini stessero aiutando Sirius nella stesura di quel biglietto, così banale nel contenuto ma così difficile da comporre.
Era buffo vedere James che declamava le sue frasi d’amore, ovviamente pensate all’indirizzo di Lily, Remus che gli correggeva cambiando i capelli da “lingue di fuoco che gli stringono il cuore” a “tracce di inchiostro che gli imprigionano il cuore”, o gli occhi “di giada” in occhi “di cielo”. Peter invece stava rovistando nel suo baule, dove sua madre gli aveva messo tempo prima un profumo di rose da donare alla ragazza che gli piaceva, regalo mai consegnato però. Voleva profumare la carta della pergamena per rendere irresistibile l’invito.
Sirius all’inzio scriveva meccanicamente quello che Remus gli dettava, poi prese l’iniziativa e scrisse un dignitoso biglietto senza ricorrere a metafore impossibili.
Incantò il biglietto in modo che si materializzasse nel dormitorio femminile del loro anno e lo fece partire. Appena la pergamena scomparve Sirius si sdraiò sul letto, senza aspettarsi una pronta risposta – erano le 2 di notte. James, Remus e Peter si scambiarono uno sguardo complice e si coricarono anche loro, tutti con la speranza di poter avere il giorno seguente un Sirius sorridente e felice. Il messaggio di Sirius fu visto arrivare da una Lily che non riusciva a chiudere occhio per la tensione del momento. Aveva paura di mandare a monte il lavoro suo e di Remus per una piccolezza del tutto inutile. Un sorriso si disegnò sulle sue dolci labbra e un dubbio passò negli occhi verdi: svegliare Meg o no?
La rossa si risolse con un no. Era meglio lasciare che dormisse in pace, avrebbe deciso il giorno seguente se accettare o no.

« Lììììììììììììììls » urlò una voce femminile. Tutto il dormitorio guardò verso il letto della destinataria del grido. Per un momento niente si mosse, poi una testa assonnata comparve tra le tende del letto.
« Che c’è Meg? » chiese Lily con voce impastata. La frase fu seguita da un lungo sbadiglio che però non smontò la mora. Prese anzi la rossa di peso e la portò in bagno, trascinandola. Lily ondeggiò pericolosamente dopo aver salito il gradino prima della porta e fu presa al volo da Meg che chiuse con un gesto impetuoso la porta. Poteva sembrare maleducata con le sue compagne di casa, ma la situazione era urgente e lei doveva parlare da sola e senza interruzioni con la sua migliore amica.
Le mise sotto il naso il foglietto che le era stato recapitato quella notte e Lily riuscì a mettere a fuoco qualche frase scritta con l’elegante scrittura di Black.
“Salve Meg!
So che non leggerai questo messaggio se non domani mattina, la sveglia babbano di Remus fa le 2 am, ma non voglio perdere tempo prima di fare quello che devo: vuoi venire domani – cioè ormai è oggi – a Hogsmeade in compagnia della mia persona? Ti prego di pensarci bene prima di rispondere a questo mio invito, per me significa tanto.
Un saluto affettuoso,
Sirius”

Finito di leggere Lily riucì a nascondere un sorrisetto sornione trasformandolo in uno sbadiglio. « Beh? » domandò Meg all’amica « Non dici niente? »
La rossa smise di guardare il foglio e guardò l’amica dal riflesso dello specchio. Prese in mano una spazzola e prima di cominciare a spazzolare i capelli rossi chiese « Te cosa rispondi? »
Meg fissò il riflesso degli occhi smeraldini dell’amica prima di scandire bene le parole della sua risposta « Io rispondo di no »
Lily non fece una piega « Ma Black dice di pensarci bene… te lo hai fatto? » le osservò.
« Da quando in qua prendi letteralmente quello che dice Sirius? » disse senza rispondere direttamente alla domanda Margaret. Lily notò il ritorno all’uso del nome al posto del cognome: era un passo in avanti. Ora doveva giocare molto bene le sue carte, Meg non avrebbe mai avuto un’altra occasione come questa.
« Non hai risposto alla domanda » le osservò la rossa senza guardarla direttamente. Un silenzio calò nella stanza. Lily finì di sistemare i capelli esi voltò verso l’amica, appoggiandosi al lavandino. La guardò interrogativa, per sapere se aveva preso la giusta decisione oppure no.
« Non lo so » pigolò Meg appoggiandosi al muro e scendendo lentamente fino a sedersi per terra. Cinse con le braccia le ginocchia stringendole al petto.
« Tu gli vuoi bene? » chiese Lily avvicinandosi a lei e abbassandosi.
La mora annuì in risposta, senza guardare Lily negli occhi. Si sentiva una vigliacca: non riusciva a prendere una decisione, tentennava. Lei voleva molto bene a Sirius, ma non riusciva a dimenticare quello che le aveva detto lasua compagna di stanza su di lui.
Ma doveva sbrigarsi, una decisione doveva essere presa. Il suo sguardo si indurì e alzò la testa finalmente decisa.
« Ho fatto la mia scelta » disse Meg con voce ferma. Si alzò e uscì dalla stanza a passi sicuri. La porta sbattè contro lo stipite.
Dopo tutto fu silenzio per un momento. Lily si guardò allo specchio negli occhi pregando ogni divinità per Meg, per la scelta che aveva fatto.
Doveva aver fatto la scelta giusta, doveva.



A Sirius non sembrava di essere mai stato così nervoso per un’uscita a Hogsmeade con una ragazza, ma lui del resto non aveva mai mandato un biglietto come quello a nessuna. Potete ben capire quindi cosa significhi per lui dover aspettare, in preda all’ansia, una risposta da parte della ragazza, senza poter far nulla. Continuava a camminare per la stanza dei Malandrini avanti e indietro, senza sapere cosa fare: aspettare una risposta dela ragazza nella stanza oppure andare in sala comune ad aspettare direttamente Meg?
Un bussare alla finestra fece voltare il giovane grifondoro verso il vetro, oltre il quale un gufo batteva il becco tremando un po’ per il freddo di novembre: era il gufo di Meg, che si chiamava Sir. Con le mani tremolanti Sirius aprì il vetro e fece entrare l’animale. Sir porse la zampa destra all’umano che sciolse il biglietto con mani malferme. Cosa avrebbe risposto Meg al suo invito? Era un interrogativo che l’avevo accompagnato per tutta la notte e ora aveva la risposta tra le mani.
James aprì la porta del bagno e comparve nella stanza con tutti i capelli bagnati e scompigliati. Vide l’amico tenere in mano la lettera e lo guardò interrogativo, in attesa di una suo reazione. Sirius nemmeno se ne accorse e non si mosse: rimase immobile a fissare la lettera senza nemmeno vederla realmente.
« Mbè? » chiese il moro scompigliandosi i capelli per scaricare la tensione che si stava creando nella stanza. Sirius alzò la testa e rispose, cercando di non perdere tutta la sua dignità di playboy in un momento.
« Non l’ho ancora aperto… » confessò. Fissò la busta ancora un momento e infine si decise ad aprirla.
Un urlo beduino ruppe l’aria del dormitorio del sesto anno Grifondoro. Sirius Black aveva ricevuto una risposta positiva al suo invito, e tutta Hogwarts doveva sapere quanto fosse felice.
Perché Meg aveva accettato il suo invito venuto direttamente dal cuore con semplice e forse anche banale .


Sirius Black non era mai stato bello come in quel momento: il volto risplendeva di un sorriso radioso, che metteva in mostra tutti i suoi denti perfettamente bianchi, gli occhi grigi erano luminosi e felici. I capelli sempre troppo lunghi di solito lasciati cadere confusionari sulle spalle erano ora tagliati di fresco dalla sapiente mano di Remus.
Era incapace di stare fermo per un momento, e continuava a muoversi da una poltrona all’altra della Sala Comune. Se la stanza non fosse continuamente attraversata da studenti più grandi del terzo anno che si recavano fuori dalla torre per andare a Hogsmeade si sarebbe sicuramente trasformato in Felpato per poter saltare addosso a James e cominciare a leccargli tutto il viso.
Momentaneamente era appoggiato alla mensola del caminetto e stava alternando lo sguardo tra le fiamme, vive anche alle 10 del mattino, e le scale del dormitorio femminile, a lui inaccessibile. Meg scese le scale rischiando d'inciampare ad ogni gradino. Solo la provvidenziale presenza di Lily dietro di lei riuscì a salvarla da una brutta e rovinosa caduta. Quella mattina, dopo aver trovato la lettera di Sirius e dopo aver scritto la breve risposta, si era data da fare per rendere il suo aspetto decente: quella notte non aveva dormito moltissimo, presa dai rimorsi e dai dubbi, quindi due marcate occhiaia marcavano i suoi occhi azzurri, oltre all'antipatica presenza di un brufolo interno sulla guancia sinistra. Rinunciando in partenza ancorare quei difetti con la magia si mise a tingere il proprio viso con il fondotinta, riuscendo in qualche modo a darselo in maniera omogenea su tutta la superficie del viso. Voleva essere perfetta per quell'appuntamento, ma non riusciva a reggersi granché in piedi, non si sa se dall'emozione o per il poco sonno.
Sirius si accorse immediatamente della sua presenza e si avvicinò a lei con gli occhi che gli sbriluccicavano. Indossava una camicia bianca con sopra un maglioncino aperto davanti nero, dei jeans e scarpe chiuse. Essendo Novembre faceva molto freddo, e una sciarpa e un mantello pesante erano appoggiati sulla poltrona dove pochi secondi prima era seduto. Margaret portava appoggiati sul braccio li stessi indumenti, sciarpa Grifondoro e mantello nero.
Si fermarono uno davanti all'altro, nessuno dei due capace di confessare a sé stesso l'imbarazzo del momento. Si comportarono quindi come prima che Meg venisse a sapere della 'compagnia notturna' di Sirius. Lei non era sicura di aver fatto la cosa giusta, poteva benissimo essersi compleatamente sbagliata sul conto di Black, ma per una volta aveva seguito il consiglio di Lily: tutte le volte che lei diceva nero e Meg faceva bianco risultava aver sempre ragione a dire nero.
« Ciao » disse prima Meg « Sono in ritardo? »
Sirius scosse la testa senza nemmeno guardare l'orologio « Nessun ritardo signorina Van Tassel » disse riprendendo i modi studiati di un Black e la sua cortesia innata. Recuperò il mantello, legò la sciarpa al collo e offrì alla ragazza il braccio. Uscirono dalla sala comune sotto lo sguardo sapiente di Lily e sorpreso dei malandrini. Remus guardò verso la rossa e le fece l'occhiolino: il loro piano sembrava perfettamente riuscito. James intercettò una risata di Lily verso Remus e si rabbuiò improvvisamente. Salì in camera adducendo la scusa di non aver preso la sciarpa e si sedette sul letto. Lui amava Lily, l'aveva scoperto a inizio anno, ma nonostante le sue intenzioni più che serie lei non ne voleva sapere.
Peter, mandato su da Remus per incitare James, aveva trovato il cercatore sdraiato sul letto con al collo la sciarpa dai colori di Grifondoro.
« Andiamo anche noi a Hogsmeade, no? » ma nessuna risposta pervenne alle sue orecchie. Spazientito prese la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans e con un colpo James si ritrovò appeso per la caviglia, poi Codaliscia cominciò a scendere le scale del dormitorio portando dietro l'amico. Per la fortuna della dignità di Ramoso solo Remus vide la sua entrata in sala comune appeso come un sacco di patate. Sollevò un sopracciglio e guardò Peter per capire il perché di questa entrata in grande stile.
« Non rispondeva » rispose semplicemente l'animagus alla domanda che aleggiava sul volto dell'amico che rise alla spiegazione. Poi prese la bacchetta e fece scendere il moro imbronciato che si stava mettendo a posto gli occhiali sul naso. Crollò su una poltrona libera e si rialzò in piedi rischiando di strozzarsi con la sciarpa che portava legata al collo.
« Allora, andiamo a Hogsmeade anche noi? » chiese James con tutta la tranquillità possibile conoscendo la sua faccia tosta « Non vorrete mica lasciare Pad tranquillo al suo appuntamento, vero? » poi, senza aspettare una risposta degli amici fermò Lily che passava di lì e le chiese tranquillamente « Vieni con noi a Hogsmeade a pedinare Sirius e Meg? »
Al cipiglio della rossa rispose la faccia supplicante di Remus: chissà magari riusciva a combinare i suoi due migliori amici in un giorno solo!
Peter cominciò a pregarla anche lui « Dai Evans! Andiamo tutti e quattro, così abbiamo meno possibilità di essere scoperti o di perderli! »
Con un sospiro Lily accettò l'offerta e si avviò con i tre malandrini verso il portone, dove dovevano farsi vedere per uscire dal castello. Non poche persone guardarono straniti il gruppo, chiedendosi se poteva essere vero che la Evans stesse nel gruppo dei Malandrini. La McGrannit però, direttrice della casa dei quattro non fece una piega quando il quartetto le passò davanti nonostante conoscesse piuttosto bene i continui liti fra due componenti del gruppetto.
Appena usciti dai cancelli cominciarono a mettere a punto un piano per trovare in fretta i due innamorati punteggiato di inseguimenti di persone strategiche, imbucamenti in locali. La proposta di James di far passare la loro uscita a quattro in una in cui lui e Lily erano una coppia fu stroncata appena espressa, mentre quella di Remus di usare il mantello dell'invisibilità, almeno per alcuni di loro, era stata accolta con favore. Lily aveva insistito di poter toccare dal vivo uno strumento magico così raro e potente che non aveva rimproverato i ragazzi per il cattivo uso che ne facevano negli scherzi ai Serpeverde.
« È magnifico! » commentò facendo passare il tessuto sottile e leggero fra le sue dita, vedendole scomparire.
Con queste chiacchiere e ciance arrivarono in fretta al paesino magico dove i malandrini si nascosero sotto il mantello magico. James aveva proposto di stare anche lui fuori con la rossa, ma Lily era stata irremovibile: non avrebbe mai accettato di andare in giro, anche solo esteriormente, da sola con Potter. Cominciarono a camminare per le vie del paese cercando con gli occhi due figure ben conosciute.








   
 
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