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Autore: Risu    10/08/2011    5 recensioni
Ma tra tutti gli studenti che c'erano prorprio lui doveva capitarmi?
Proprio il compagno di classe per il quale avevo sempre avuto una cotta?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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●•.What love is for you?


 

*Toc Toc Toc*
Nessuna risposta.
Notando che la porta era aperta decisi di entrare lo stesso.
Appena misi il naso dentro la stanza mi trovai davanti un ragazzino basso, dai capelli bianchi, la pelle bianca, i vestiti bianchi e gli occhi grigi e spenti.
-Ehm..scusami, ho bussato e non ha risposto nessuno perciò..- tentai di giustificarmi.
-Non fa nulla. Cerchi Mello vero?-
-Sì dobbiamo fare alcuni esercizi..-
-Aspetta qui, vado a chiamarlo..-concluse secco.
-Ah comunque piacere! Mi chiamo Ely!- dissi prima che si voltasse, porgendogli gentilmente la mano e sfoggiando un gran bel sorriso.
-Piacere..- rispose disinteressato, ignorando il mio braccio sporto in avanti.
Detto questo si trascinò verso una porta sparendovi all'interno senza nemmeno dirmi il suo nome.
Quella stanza era molto grande rispetto alla mia: aveva un'entrata con un divano in pelle beige, una tv , una libreria in legno scuro e un grosso tappeto color avorio al centro; poi vi era un piccolo corridoio sulla destra nel quale erano situate tre porte, una collegata al bagno e le altre due ad altrettante camere da letto separate.
Mentre nella mia stanza tutto il mobilio era situato nell'unico locale che c'era, oltre al bagno.
Inoltre non c'erano né un divano né una libreria, ma solo qualche mensola e un piccolo televisore.
“Che ingiustizia.. perchè loro hanno questa specie di suite e io il monolocale?” pensai.
Nell'attesa mi sedetti comodamente sul divano e udii delle voci provenire da una delle due camere da letto in cui era entrato quel ragazzo così bizzarro.
-C'è qui una certa Ely..- disse una prima voce.
-Ma chi diavolo ti ha detto che potevi entrare brutto idiota?!?- esclamò la seconda voce evidentemente arrabbiata.
-Ti ho detto che questa zona per te è off-limits! Dille che arrivo e porta il culo fuori da qui!-
Dopodiché vidi il ragazzino bianco venire (letteralmente) buttato fuori dalla stanza con un calcio in culo.
Ma il bimbetto non mutò la sua espressione annoiata che gli conferiva un'aria terribilmente flemmatica.
“Chissà quanti anni ha.. Sembra piuttosto piccoletto” pensai seguendolo con la coda dell'occhio mentre si rialzava da terra e si dirigeva verso di me, strascicando i piedi.
-Arriva..- disse, per poi svanire in un ulteriore stanza.
“Che tipo strano, mi sembra l'omino dello zucchero” risi da sola pensando all'omino dello zucchero, che senza nessuna motivazione particolare mi faceva sempre sbellicare dalle risate.
Annoiata tirai fuori una CocaCola dal mio zaino che avevo appoggiato per terra e cominciai a bere, almeno per passare il tempo, finché una voce proveniente da dietro, sebbene non fosse forte o aggressiva, mi fece quasi sobbalzare.
-Ben arrivata- disse il biondo quasi forzatamente.
Si sedette vicino a me tirò fuori una miriade infinita di volumi di scienze.
-Ehm, sì..grazie..-risposi sorridendo imbarazzata mentre fissavo quei libri che uno alla volta venivano gettati senza pietà sul tavolino davanti a noi con un tonfo.
Sembravano non finire mai.
-Ok al lavoro!- disse tirando fuori anche una tavoletta di cioccolato e cominciando a scartarla.
-Che dobbiamo fare?- domandai un po' spiazzata.
-Beh direi di cominciare dal primo esercizio no!?- mi schernì, sventolandomi davanti al viso le schede degli esercizi che ci erano state consegnate quella mattina e addentando quadratino di cioccolata.
Mi limitai a rispondere un insicuro “Ok” tirando fuori anche le mie.
-Allora..- cominciò a leggere a voce alta la traccia.
-Sembra facile..-si disse.
-Bene..che cos'è per te l'amore?- mi chiese per nulla a disagio, sicuramente la risposta non gli interessava.
-Ehm, cosa? N-non lo so..- balbettai turbata.
-Per te?- gli domandai a mi volta cercando di passare a lui la domanda.
-Mmm.. beh io non avendo mai provato amore per nessuno, non posso saperlo!- rispose sicuro.
-Cosa? Per nessuno??- replicai incredula.
-Sì- chiarì, irritato dal mio tono di voce alquanto polemico.
-Ma..è impossibile! Insomma non hai mai avuto neanche una piccola cotta?- richiesi insistente.
-No- finì deciso assottigliando gli occhi.
Sinceramente non gli credevo.
Mentiva, perchè per quanto una persona goda di un ottimo autocontrollo o sia sommamente intelligente, non può sfuggire alle proprie emozioni.
-E allora come descriveresti l'amore non avendolo mai conosciuto?- domandai con aria di sfida.
-Dal punto di vista scientifico, direi che l'amore è un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona- concluse sorridendo soddisfatto.
-Beh non fa una piega- commentai ridente.
-Continuiamo..- disse scrivendo un paio di appunti sulla scheda.
Andammo avanti così per qualche ora, lui leggeva e svolgeva gli esercizi mentre io non cercavo nemmeno di collaborare, tanto era lampante che non avrebbe accettato il minimo aiuto se non fosse stato richiesto nei compiti.
Mi limitai ad osservarlo scrivere ed elaborare senza sosta, senza fermarsi se non per addentare occasionalmente della cioccolata extra fondente.
Era indubbio che preferisse lavorare da solo.
Però stare ferma a guardare, senza che mi fosse concesso di contribuire non era nel mio modo di fare.
-Sicuro di non volere una mano?- chiesi esitante, temevo di infastidirlo di nuovo.
-Sicurissimo- tagliò, senza smettere di trascrivere sul foglio.
-Ma non dovrebbe essere un lavoro di coppia?- domandai insistente.
-Sì ma tu non mi saresti utile, non hai un'intelligenza sufficiente per esserlo, quindi non vedo il motivo di intraprendere una collaborazione quando è ovvio che da solo farei un lavoro migliore-
-Ah..- commentai un poco delusa.
-Aspetta mi stai dando della stupida??-
-Senti, visto che non stai facendo niente, a parte bere litri di veleno (si riferiva alla CocaCola), mi lasceresti lavorare in pace??-
-Beh non hai tutti i torti..in effetti mi sto trastullando da quasi 3 ore..Hahaha..- come al solito, anche dopo essere stata insultata apertamente, non potei far a meno di prenderla con ilarità.
-Tre ore?? Ma è tardissimo!!- esclamò allarmato.
-Che ore sono?- chiese scattando giù dal divano e saltando il tavolinetto basso con un'acrobazia degna dei migliori ginnasti.
-Mmh..- presi fuori il mio cellulare per poi constatare che erano le 18.53.
-Perchè? Hai fretta?-
-Cazzo, tra meno di dieci minuti devo essere all'appuntamento con Elle!- rispose guardandomi come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
-Ah già- esclamai con le idee più chiare.
Elle.
Tutti alla Wammy's House lo veneravano quasi fosse un dio.
Che ci trovassero in lui poi, proprio non lo so..
Sì, insomma era sicuramente un detective intelligente e di successo, forse un genio, ma a parte quello?
Personalmente non avevo mai provato il minimo interesse per Elle, ma non avevo nulla contro di lui; più che altro mi rimaneva totalmente indifferente.
Sospirai.
Una volta al mese veniva in visita e incontrava i 3 migliori studenti dell'istituto: Nate River, Mihael Keehl e Mail Jeevas.
Gli altri alunni non ne erano al corrente, e io lo sapevo solo perchè mi era stato rivelato da Matt.
Adesso che ci penso.. non avevo proprio idea di chi fosse Nate, o come lo chiamavano tutti Near..
L'avevo solo sentito nominare ma non conoscevo il suo aspetto o la sua età.
Interruppi il flusso dei miei pensieri quando vidi il ragazzino bianco sgusciare fuori dalla stanza nella quale era entrato qualche ora addietro senza più uscirne.
-Stupido, idiota!- sbraitò Mello mentre cercava di infilarsi gli anfibi neri saltellando qua e là.
-Perchè non mi hai avvertito che mancava poco all'incontro con Elle?? Brutto...-non riuscì a finire l'insulto che quasi inciampò in una piega del tappeto.
L'altro arricciandosi i capelli albini si diresse verso la porta che aprì per poi richiuderla silenziosamente alle sue spalle.
Abbastanza confusa decisi che era meglio dare segni di vita ed uscire dal ruolo di spettatrice della commedia in corso.
Mi alzai pigramente dal divano che per quasi 3 ore aveva accolto il mio gentil sedere e che ora mostrava un solco abbastanza profondo.
Mi fermai qualche secondo a riflettere su quanto dovevo essere pesante per aver lasciato un solco del genere, poi riscossi la testa e capii che era meglio congedarsi.
-Beh allora io vado!-
-Sì. Domani alla stessa ora..- rispose indifferente.
-Oook!- risposi cortesemente ignorando i suoi modi sgarbati e ostili.
Chissà perchè cominciava a diventarmi simpatico..
-Però!- aggiunse -Non qui, in sala computer- specificò.
-Ok, a domani allora!-
Presi lo zaino ponendomelo su una spalla e uscii dalla porta, notando la sagoma del bimbetto in bianco girare l'angolo in fondo al corridoio.
Camminando verso la mia avvertii un presentimento..

 

 
Presi il cellulare e composi il numero di Matt.
*Tuu tuu.. tuu tuu..*

-Pronto?-
-Matt sono io-
-Ah ciao, che c'è?-
-Tra cinque minuti hai l'incontro con Elle-
-Oddio l'incontroooo!!-
Dopo di ché sentii solo un gran frastuono provenire dall'altro capo del telefono, così prima che mi scoppiassero i timpani riagganciai.
“Lo sapevo che si era dimenticato..”

Continua... .•●
  
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