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Autore: Caramell_    10/08/2011    1 recensioni
(Kim)
Si era calmato,il vento e il sole faceva capolino tra le foglie verdi dell'albero riflettendo sul suo vestito cristalli verdognoli. Socchiuse gli occhi. Quel luogo donava una tale pace che era impossibile non abbandonarsi e oscurare ogni pensiero.
E allora s'addormentò, i capelli biondi trasportati dal vento. Caldo. Una lacrima sottile che si posa sulla guancia e la carezza del vento pronta ad asciugarla.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Attimo
Ricordalo sempre...

- Ehi Kim...!
...
- Ti amo anch'io
Ricordalo sempre...


- Dri, vieni qui. Forza
Una voce di ragazzo si sparge nel cortile,riempiendo il silenzio.
Un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi chiarissimi.
Ah, quel dannato grillo un giorno di quelli lo avrebbe fatto diventare matto! Quando si comportava così non poteva fare a meno di odiarlo.
Che bisogno c'era di nascondersi tra l'erba alta del giardino? A volte gli veniva l'impulso di lasciarlo lì,dopotutto era un grillo, se la sarebbe cavata.
Ma era,dopotutto, anche un suo amico,no?
Doveva trovarlo. Ma era un'impresa da mille monete d'oro!
Quella casa era enorme, bianco in mezzo al verde, ed era circondata da un giardino altrettanto grande nonchè meraviglioso.
Battè ripetutamente il piede destro sulla nuda terra
e sorrise, guardandosi i piedi nudi.
Era ormai da molto tempo che viveva in quella villa inglese dalle mille stanze ma non aveva ancora cambiato il suo abbigliamento, nè si era provvisto di scarpe. Aveva sempre preferito la sua casacca malandata, reduce da molte lotte e infiltrazioni e i suoi calzoni di lino consumati.
E poi la freschezza della terra era meravigliosa sotto le piante dei piedi. Non avrebbe potuto farne a meno!
Allora sorrise,ricordando il suo primo ingresso alla villa, quando portava con se il pedigreè dello stallone, il foglietto segreto che gli aveva consegnato Barbarossa. Il foglietto che era stato scambiato per una lista della spesa e per una carta straccia bucherellata.
Era stato costretto ad entrare nella villa attraverso la finestra che dava proprio sulla vecchia quercia, l'albero che gli aveva indicato Dri. Certo,non poteva immaginare che quella fosse proprio la stanza della figlia del Colonnello, Elsa
.
Kim sospirò. Solo pensare quel nome gli provocava un brivido lungo la schiena.
- E già, come potevo immaginare d'incontrare un simile angelo - si disse, sottovoce.
La vide ancora,con il fucile in mano, lo sguardo determinato, mentre lui stringeva tra le mani la bambola bionda che tanto le somigliava.
- Oh,si. Un angelo, vestito da diavolo! - e,a quella sua affermazione rise e quel suono cristallino si diffuse per tutto il giardino.
Continuò a camminare,perplesso. Diavolo, quella volta si era nascosto proprio bene!
- Dri... - chiamò ancora, scocciato
L'erba alta davanti a lui si mosse,impercettibilmente. Il vento? No, solo un piccolo amico verde di sua conoscenza
.
S'abbassò fino ad appoggiare il viso al terreno e scostò i ciuffi verdi che gli coprivano la visuale.
- Eccoti qui,piccolo diavoletto! - esclamò quando un esserino verde gli saltellò vicino, sfiorandogli il naso.
- Devi smetterla di andartene gironzolando qua e la - lo rimproverò poi, con finta faccia severa, dirigendosi verso il retro della casa dove sorgeva la vecchia quercia e dove era stato relegato quando, in occasione di un ballo importante nella grande villa, aveva sbagliato a muovere un passo danza facendo cadere la sua dama e spaventare i presenti.
Sorrise. C'era anche Elsa quella sera.
La ricordava meravigliosa nel suo abito bianco cosparso di rose. Avrebbe voluto chiederle di ballare, ormai aveva imparato tutto da Julien, ma Bennet era stato più veloce di lui.
Ah,il solo pensiero lo faceva ribollire di rabbia!

Il frinire del suo piccolo amico lo riportò bruscamente alla realtà, facendo scomparire quell'immagine.
- Che c'è Dri? Cosa hai...?Oh
Si era fermato. Le parole gli erano morte in gola. Poteva esistere spettacolo più bello di quello?

Era lei. Era appoggiata alla corteggia robusta dell'albero e dormiva. Kim gli si avvicinò e la guardò a lungo.
Aveva i capelli biondi sciolti che le svolazzavano intorno al viso,trasportati dal vento e le gote rosse, come se,prima di scivolare nel mondo dei sogni, fosse stata afferrata da un imbarazzo improvviso. Il petto si alzava e abbassava al ritmo regolare del suo respiro. Chissà cosa sognava? Avrebbe pagato per saperlo. Restò a guardarla per minuti lunghissimi. Non si sarebbe mai stancato. Desiderava conoscere ogni segreto,emozione, ogni sfaccettatura di quel viso di ragazzina che vuole a tutti i costi crescere troppo in fretta.
Sentì dentro di sè il forte impulso di averla più vicina, di stringersi a lei.
Le toccò una mano, le dita,morbide, perchè non aveva mai fatto lavori manuali, poi il polso, così sottile e fragile e su, sulle spalle, fino al viso accaldato dal sole.
Elsa non aprì gli occhi, li serrò con più forza, cercando di restar aggrappata al dolce mondo dei sogni.
Poi, sulle sue labbra secche, inondate dal sole, arrivò.
Delicato, come la brezza che arriva dal mare e inonda le case,passando dalle finestre spalancate.
Labbra fresche ed umide d'acqua, sulle sue.Un bacio,un piccolo contatto, uno sfiorarsi di labbra. Poi,quando finalmente si staccò e si sedette vicino a lei, credette di essere arrivato in Paradiso e,mentre le sue palpebre si chiudevano sentì la mano di lei cercare la sua e stringerla, con infinito affetto.
  
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