first touch
{ prompt #07: hug! }
Gli occhi
stanchi di pianto sono i più degni di riposarsi nella contemplazione del
cielo.
- Ambrogio Bazzero -
febbraio 1994
In tutta onestà,
Fred e George avevano già sprecato fin troppi anni a cercare di far ragionare
Ronald. Ormai potevano decretare con una certa sicurezza quando una causa era
persa in partenza: e questa era sicuramente una di quelle volte. Non se ne
capacitavano, ovvio – nessuno
se ne capacitava! – ma se quell’idiota aveva deciso di portar
rancore a un gatto per il resto della
vita, soltanto perché aveva fatto un favore a un misero topo con almeno
due zampe già nella fossa, be’, che
trascinasse il suo brutto broncio lontano da loro, grazie. Loro erano artisti, mica guaritori.
Così, quando Fred
entrò per primo dal ritratto della Signora Grassa e intravide un esausto
Harry Potter seriamente impegnato nel consolare un’inconsolabile Hermione, subito diede di gomito al fratello con
un’occhiata significativa. George capì al volo.
« Ehi, Harry.
»
Harry alzò lo
sguardo. Vide il cenno di George e, premuroso, strinse un’ultima volta la
spalla di Hermione prima di alzarsi e raggiungerli.
« Cosa
c’è? Avete parlato con Ron? »
« Sì, e
come previsto abbiamo convenuto che sarebbe molto più facile tentare di addottrinare
un troll sulle rivolte dei folletti » ribatté George. «
Perché non ci provi tu? Magari a te darà ascolto. Sai
com’è... Harry-Potter-il-Bambino-Tre-Volte-Sopravvissuto
e via dicendo suona meglio dei Fratelli-Gemelli-Che-Vede-Tutti-I-Giorni.
»
« Oh, piantatela
» sospirò Harry, ma parve considerare l’idea. Lanciò
un’occhiata incerta a Hermione. Fred, che
guardava dalla stessa parte, se ne accorse.
« Stiamo noi con
lei » lo rassicurò. « Abbiamo il fondato sospetto che sia
molto più ragionevole di Ronnie. »
Harry tentò un sorriso,
quindi corse via verso il ritratto all’ingresso della sala.
Fred marciò
spedito verso Hermione, un passo davanti a George.
Più si avvicinava, più vedeva arrossarsi gli occhi della ragazzina,
chini come sempre sull’immancabile tonnellata di libri. Per un attimo
provò l’impulso di girare sui tacchi e fiondarsi di nuovo da Ron a
mollargli quattro bei ceffoni.
George si lasciò
cadere nella poltrona di fronte a lei, ma Fred occupò la sedia lasciata
vuota da Harry.
« Hermione, vuoi vedere un giochetto con le carte? Sono una
nostra invenzione, superano di molto le Autorimestanti
BumBum. »
« Oh... » Hermione si stropicciò le palpebre. Evidentemente
cercava di mascherare le lacrime da stanchezza, ma Fred era abbastanza vicino
da non lasciarsi ingannare. « No, grazie, George. Non posso distrarmi. Ho
tanti compiti, sai. »
« Oh, come
preferisci. Ti va una Cioccorana? È
l’ultima, ma te la cedo volentieri. »
« Grazie, George,
no. »
« E dai, Hermione!
Cerca di non prendertela tanto! Ron è un caso perso. Sono tredici anni
che cerchiamo di farlo capire alla mamma, ma lei non ci ascolta. Almeno tu, che
sei intelligente, accetta la cosa e convivici! »
Fred l’aveva
lasciato parlare per concedersi il tempo di osservare con attenzione ogni
particolare del viso di Hermione – ok, non era
il momento giusto, però quella
bocca all’ingiù era davvero adorabile – ma, quando vide
le labbra di lei tremare al nome di Ron, si voltò a fissarlo con
commiserazione.
« Fai pena. Non
è così che si consola una ragazza. Guarda e impara. »
D’impulso
attirò con uno strattone la sedia di Hermione,
che lanciò un debole strillo mentre i libri le sfuggivano di mano; un
attimo dopo l’avvolse tra le braccia come faceva con Ginny.
Va bene, forse in modo un tantino
diverso.
« Vero che va
meglio? » sorrise, avvertendo il calore della sua fronte sulla guancia.
« Altro che Cioccorane e giochi a carte.
»
George non disse nulla;
Fred era certo che si stesse sforzando con tutto se stesso di non ridere.
Neanche Hermione parlò, ma il suo era
più probabilmente imbarazzo.
Fred esitò
soltanto un istante prima di precisare: « E comunque, il signor
Delicatezza qui ha ragione. Lascialo perdere. Perché non diventi amica
nostra, invece? »
Da qualche parte sotto
il colletto della sua uniforme, Hermione
ridacchiò incerta. « Lo dici solo perché quest’anno
hai i G.U.F.O.. »
« Uh, forse.
» Quasi senza accorgersene, la strinse un po’ più forte.
« Ma almeno ti ho fatto sorridere. »
Lei si liberò
dall’abbraccio e tornò ai suoi libri, rasserenata, ma ancora molto
rossa in viso. Fred era pronto a scommettere che stavolta il pianto non
c’entrasse niente.
[ 670 parole ]
Spazio dell’autrice
Forte pericolo di carie! Spero non siate intolleranti al fluff xD
Siamo ne Il prigioniero di Azkaban e Ron ha appena scoperto i peli di Grattastinchi là dove Crosta è sparito. Nel libro
vediamo che, dopo il litigio, Harry è quasi sempre con lui, così
ho pensato che i gemelli – che invece saranno più che stufi di
tentare di far ragionare il fratellino – intimamente non incolpino Hermione proprio di nulla. E non credo sia solo una mia impressione,
perché Fred e George fanno notare con parole molto chiare a Ron che
Crosta, se è davvero morto, sta molto meglio adesso.
Spero che questo potenziale missing
moment paia plausibile. *si crogiola al pensiero di
Fred che abbraccia Hermione*
Aya ~