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Autore: Tanuki    12/08/2011    2 recensioni
Finalmente è nata la piccola Rocìo, e la vita dell'intera ciurma di Kidd, in primis quella di Kidd e di Eos, cambierà del tutto...vedremo come se la caveranno tra pappe, ciucci e pannolini!!
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Supernova
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Colpo di scena amiche lettrici (e amici lettori)!


Grazie a Lusty, la mia beta, che mi aiuta sempre..e non preoccuperti del ritardo!

Poi ringrazio di vero cuore anche a chi:

...preferisce la mia storia: anna300596, arichan, Aryadaughter, Kasdeya, kicchan_96, la mangaka punk, miry34 e redeagle86!
...la ricorda: Chihiro e M e l y c h a n!
...e la segue: aliena, Angel of hope, angela90, Bliss_, fenicex8, flor83, Killy, kiri_chan, kymyit, LoveLaw93, Mikan_Chan, Moyoko, SakuraX16, Vampyretta ed _AZRAEL_!







Eos si addormentò tra le braccia del suo uomo.

 

Il rosso carezzò le sue spalle candide per qualche minuto, fissando il vuoto davanti a sé.

 

Era stato bellissimo, come le altre volte, del resto.

 

Bellissimo e, dopo un’astinenza così prolungata, Kidd l’aveva trovato anche un po’ magico, quel momento.

 

Baciò la testa della ragazza, sospirando, prima di scostarsi da lei con dolcezza.

 

Si rivestì a malincuore, ricordandosi di una discussione con il navigatore che aveva rimandato per troppo tempo.

 

Richiuse la porta della camera lentamente, per non svegliare la sua donna, e andò verso il ponte.

 

Trovò Killer intento a giocare con Rocìo, la piccola che pigolava felice e stringeva tra le manine i lunghi capelli del massacratore.

 

“Ce ne avete messo di tempo!” esclamò il biondo, vedendolo “Eri proprio affamato!”

 

“Vorrei vedere te, dopo tutta quell’astinenza!” rispose secco il rosso.

 

La bimba, appena sentì la voce del padre, sorrise ancora di più.

 

“Pa…pà!” disse, con uno squittio.

 

“Ciao, ranocchietta.” rispose Kidd, chinandosi sulle ginocchia per carezzarle la testa.

 

“Ah, mi stavo dimenticando, ha chiamato Law pochi minuti fa, ha parlato di alcuni vaccini che deve fare Rocìo.”

 

Il rosso guardò il suo vice con cipiglio severo.

 

“Non può farlo il nostro medico?”

 

“I vaccini li ha solo Law, sono difficili da trovare.”

 

Kidd sospirò profondamente, sconsolato: per la salute della sua bambina era disposto perfino a sopportare quel medicastro.

 

“Quando arriva?” chiese, asciutto.

 

“Tra un paio di giorni.”

 

Annuì senza dire nulla, carezzò un ultima volta la guancia di Rocìo e andò a parlare con il navigatore.

 

 

 

 

 

Quando Law arrivò, Kidd lo accolse con freddezza.

 

“Fa quello che devi fare.” gli disse con in braccio la bambina, ricevendo fulmineamente una gomitata da Eos, che si trovava accanto a lui.

 

“Possibile che sei sempre così scontroso?” gli sibilò la donna. Lui scosse le spalle.

 

“Mr.Eustass, gentile come sempre, eh?” chiese il moro con un sorrisetto ironico sul viso. “Andiamo nell’ambulatorio, ci metterò pochi minuti”

 

Il rosso seguì il chirurgo senza parlare nel piccolo studio e, mentre quello preparava una siringa, posò la piccola sul lettino.

 

 “Allora… questa è per il morbillo” spiegò Law, “Mr.Eustass, non saltarmi addosso se piangerà, è normale che le faccia un po’ male, come siringa è abbastanza grossa.”

 

Nonostante l’aspetto dell’ago non fosse effettivamente molto rassicurante, Rocìo però non fece una piega, limitandosi a seguire con sguardo attento i movimenti calibrati del dottore, nessuna paura nei suoi piccoli occhi neri.

 

“Mh, non fai una grinza, eh piccolina?” chiese Law, ridacchiando.

 

“Non ha paura di nulla.” rispose per lei il padre, con un pizzico di orgoglio nella voce.

 

“Beh, non mi sorprende. Vive in una nave strapiena di tipi strani…” mormorò il chirurgo mentre misurava la quantità del vaccino.

 

Kidd si limitò a fulminarlo con lo sguardo.

 

“Ok, tesoro, ti brucerà un pochino.” disse infine Law prendendo con delicatezza il piccolo braccio di Rocìo.

 

Inserì l’ago e la bimba rimase in silenzio, mentre il rosso la osservava con il cuore in gola.

 

Finito di iniettare il vaccino, Law si aspettò un sonoro pianto dovuto al bruciore e al dolore, ma la piccola rimase in totale silenzio, sorprendendolo. Si limitò a portare l’altra manina al braccio, guardando il dottore storto.

 

“Ahi... ma... le...”, pigolò piano, contrariata.

 

E Law la guardò altrettanto storto, sbalordito da quei piccoli occhi forti e determinati da cui non scivolava una sola, singola lacrima.

 

“Kidd…” disse, titubante, “Ma è normale che non pianga?”

 

“Piange solo quando le escono i denti.” rispose il rosso, secco, non particolarmente stupito della cosa, “Perché, ha qualcosa che non va?”

 

“Beh…” il moro lanciò un’altra occhiata perplessa alla piccola, “Di solito un bambino piange dopo il vaccino, lei mi ha guardato male e mi ha risposto pure!”

 

Law era un dottore, non era stupido. E poteva dire con certezza che c’era qualcosa che non andava, in quella reazione. Era semplicemente... troppo, per una bimba così piccola.

 

 “Parla molto?” chiese, “Conosce molte parole?”

 

“Non sta zitta un secondo!” rispose Kidd, “Parlotta di continuo!”

 

Intanto Rocìo aveva agguantato un barattolo di vetro vicino al lettino dove erano riposti degli abbassalingua in legno, iniziando a giocherellarci.

 

“Vi riconosce?”, continuò nel suo interrogatoio Law.

 

“Ma che cazzo di domande fai?! Certo che ci riconosce! Sei davvero un—”

 

La discussione fu interrotta dalla vocina della piccola:

 

Tette!

 

Law si voltò di scatto, sconcertato.

 

“Ma bravo! Le insegni pure le parolacce!” lo rimbeccò.

 

Kidd si mise sulla difensiva, offeso.

 

“Io non le ho insegnato proprio un bel niente! Eos mi divorerebbe la testa!”

 

“L’hai sentito anche tu che ha detto, no?! Da qualcuno l’avrà imparato!”

 

“Si, ma non da me di sicuro!”

 

Vagamente divertita dal battibecco che le si stava consumando davanti agli occhi, la piccolina alzò il barattolo in aria, agitandolo con la manina e facendo scontrare tra loro i piccoli legnetti contenuti al suo interno.

 

“Tette!” ripeté, per attirare l’attenzione.

 

Il moro prese incerto il vaso guardandolo attentamente, poi, incredulo, mormorò:

 

“Kidd…”

 

“Che vuoi adesso?”

 

“Gli abbassalingua sono sette.”

 

“E allora?”

 

“Tette è sette. Li ha... contati.”

 

Entrambi erano sbalorditi. Kidd sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di assimilare ciò che Law gli aveva appena detto.

 

“M-ma non è possibile!” esclamò, “E’ ancora piccola, deve aver semplicemente sentito la parola da qualche parte e l’ha ripetuta! E’ una coincidenza!”

 

Law di nascosto tolse tre abbassalingua dal vaso, restituendolo poi a Rocìo.

 

La piccola guardò di nuovo il barattolo, aggrottando le sopracciglia. Questione di una manciata di secondi, e con una vocetta quasi confusa, mormorò:

 

“Qua… qua… tto?”

 

Il chirurgo si voltò con espressione seriosa verso Kidd.

 

“Non è una coincidenza. Tua figlia ha quasi otto mesi e sa già contare!”

 

“Cosa?!”

 

“Lo so che sembra impossibile...” mormorò il moro, togliendo altri due abbassalingua e facendo vedere ancora una volta il barattolo a Rocìo, “Ma è così! Non ci credo neanche io!”

 

Divertita, la risposta della bimba non si fece attendere: “D-d… ue!”

 

Kidd scosse la testa, incredulo.

 

“Mi stai dicendo che Rocìo... è un genio?!”

 

“Non posso dirlo con certezza, devo fare altri test.” rispose il moro, “Mi lasci solo con lei per qualche minuto?”

 

“Perché devo andare via?” chiese lui, rissoso.

 

“Durante i test non deve avere influenze familiari.”

 

Borbottando sconfitto, il rosso uscì dall’ambulatorio.

 

 

 

 

“Pa… pà?” disse la piccola preoccupata, vedendo il padre andare via.

 

“Tranquilla tesoro, papà torna subito.” le rispose Law, “Ti va di giocare un po’?”

 

Rocìo guardò il chirurgo, per poi sorridergli leggermente in cenno di assenso.

“Bene.”

 

Law prese un libro illustrato dalla sua valigetta, aprendolo davanti a lei.

 

“Cos’è?”, chiese, indicando l’immagine di un pesce.

 

Rocìo guardò il disegno per qualche secondo, i neri occhioni spalancati.

 

“Pe…cce!”

 

“Brava, tesoro.” voltò la pagina, e indicò l’immagine di un tramonto, “E questo?”

 

“So.. e…” la bimba si toccò i corti capelli rossi.

 

“Interessante. Anche se non sai la parola, cerchi di farla capire.”


Law richiuse il libro e, dopo aver riflettuto qualche secondo, e la guardò negli occhi.

 

“Dov’è il mio naso, Rocìo?” le chiese, scandendo bene le parole.

 

La piccola non se lo fece ripetere due volte, con le manine grassocce prese il naso di Law, e cominciò a stringerlo senza pietà.

 

“Ahi… ahio… Va bene, va bene.” si lamentò il moro, bloccando la manina della bimba.

 

Rocìo rise di gusto. Si stava divertendo un mondo.

 

“E i miei occhi, dove sono?” chiese di nuovo il chirurgo.

 

La bambina protese in avanti le manine per toccare gli occhi di Law, e disse:

 

“D-d… ue!”

 

Law scosse la testa incredulo, libero ormai da ogni dubbio. Quella bambina era geniale! Sapeva cose che di norma un marmocchietto della sua età non conosceva minimamente.

 

“Ma sei proprio sicura di essere la figlia di Kidd, tu?” chiese ironico, prendendola in braccio per riportarla al padre.

 

 

 

 

Kidd aspettava fuori dall’ambulatorio, in apprensione. Quando la porta si aprì, rivelando la figura di Trafalgar con in braccio la piccola, gli andò incontro, ansioso.

 

“Allora?” chiese, un po’agitato.

 

“Mr.Eustass, posso affermare che tua figlia è un piccolo genio! Conosce parole che la maggior parte dei bambini della sua età non riescono a capire! E pensare che…”

 

“Si, lo so, lo so, non sono una cima, lo so da solo, medicastro!” rispose Kidd arcigno, poi ammorbidì il tono, “Ma come è possibile?”

 

La piccola Rocìo prese a giocherellare intanto con i lacci della felpa di Law.

 

“Beh, il cervello è un organo molto affascinante... non è questione di genetica, in questo caso, posso dire solo che è molto recettiva, e il suo quoziente intellettivo non può far altro che aumentare!”

 

In quel mentre arrivò Eos, che non vedendoli arrivare si era preoccupata.

 

“Ehi, vi da problemi, questa piccola?” chiese, sorridendo.

 

“Costina, nostra figlia è un genio.” disse semplicemente Kidd.

 

La bruna rimase interdetta per un attimo.

 

“Un…un genio?” ripeté, attonita.

 

“Beh, sì.” affermò Law, “Molto recettiva, con ottime capacità comunicative, e ha un vasto vocabolario, per una bimba della sua età.”

 

“Ma… ma è fantastico!” esclamò Rocìo, con un gran sorriso.

 

Il moro passò la piccola in braccio alla ragazza.

 

“Per la prima volta in vita mia sono sconcertato!” ridacchiò.

 

“Te lo avevo detto tempo fa, medicastro” disse secco il rosso, “Mia figlia è perfetta, sotto tutti i punti di vista!”

 

  
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