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Autore: PanteraNera94    12/08/2011    1 recensioni
"Nell’alte vie dell’universo intero, che chiedo mai, che spero…
altro che gli occhi tuoi più vago, altro più dolce aver che il tuo pensiero?".
Fan-fiction scritta come seguito di Breaking Dawn e ambientata sei anni dopo la fine del romanzo che tutti amiamo e tutti conosciamo. Dal punto di vista di Renesmee, una storia che narra della sua crescita interiore ed esteriore, del suo crescende amore nei confronti di Jacob e delle reazione che esso comporterà nei suoi genitori...Enjoy!
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo sei: Confusione


Ormai, eravamo alla fine di febbraio, i giorni successivi al Natale si erano trascinati lenti e noioso, anche se avevano ancora quell'aria magica che rimane dopo le feste, anche se era solo un alone sbiadito, una macchia che non cambiava l'andare di quei secondi tutti uguali. Quello era un giorno particolare, saremmo usciti un po' dagli schemi, c'era il matrimonio di Sam ed Emily e come si poteva immaginare erano tutti su di giri. Personalmente, ero ancora nel mio letto e non avevo proprio voglia di uscirne, era da tempo che non dormivo così bene, un sonno lungo, profondo, rilassato e soprattutto senza sogni ne incubi. Ma a quanto pare non tutti erano d'accordo con me, anzi mia zia era già qui...

Nessie!” cinguettò, entrando nella mia stanza. “Andiamo, giù dal letto!”. Mi rigirai nel letto sibilando, Alice non aveva neanche un po' di tatto e farsi svegliare da lei era irritante, soprattutto quando era super”eccitata e aveva qualche motivo in più per non rispettare il sonno altrui.

Su, Nessie, sei ancora li sotto?” continuò. Non le risposi, forse facendo così se ne sarebbe andata, ma sperare una cosa del genere era tipico di chi stava ancora dormendo o non conosceva mia zia e io stavo ancora dormendo, mi rigirai ancora nel letto e lei sbuffò spazientita, in un attimo mise le sue mani freddi suoi bordi della mia coperta e la tirò via, scaraventandola sulla poltrona.

Alice!” urlai. “La mia coperta!”.

Forza, giù dal letto!” esclamò, soddisfatta. In quel momento, qualcun altro fece il suo ingresso nella mia stanza, ma non mi girai neanche a guardarlo, visto che volevo dare le spalle a mia zia.

Nessie” mi chiamò mia madre, preoccupata. “Dov'è la coperta?”.

Indovina” sibilai. Mi alzai dal letto e la guardai, lei mi sorrise a mo' di scuse, poi Alice mi prese per un braccio e mi tirò giù dal letto, senza neanche aspettare che mettessi le pantofole.

Andiamo, sbrigati!” cinguettava, tutta contenta.

Alice, devo fare colazione!” le ricordai e lei mi guardò annoiata.

Mangerai al matrimonio!” constatò.

Ho fame ora!”.

Va bene” sbuffò. “Ma di a tuo padre di sbrigarsi”. Intanto, mia madre era rimasta sul ciglio della porta a godersi la scena, io tornai verso il letto e indossai le pantofole, poi andai a raccogliere la coperta, che giaceva disordinata sulla mia poltrona. Prima che potessi rimetterla sul letto, mia madre me la sfilò di mano e mormorò: “Non preoccuparti, tesoro, ci penso io”. Annuii e andai in salotto, lasciando sia lei che Alice nella mia stanza. Mio padre era già ai fornelli e quando entrai nella cucina, appoggiò la padella con le uova sul fuoco e venne a darmi un bacio sulla fronte, prima di ritornare a cucinare.

Svegliata bene?” chiese, tanto per parlare.

Secondo te?” domandai di rimando e lui scoppiò a ridere. Intanto, sentivo mia madre lamentarsi con Alice, ma non capii bene su cosa, parlavano di capelli e trucco, probabilmente Alice voleva una pettinatura adatta ad un matrimonio per lei, visto che mia madre aveva i capelli lunghi. Anche mio padre stava ascoltando, tendendo il suo corpo istintivamente verso la porta per sentire meglio, finché entrambe non ci raggiunsero in cucina.

Non hai neanche cominciato a mangiare?” chiese mia zia, incredula. Ma non aspettò che le rispondessi, subito si rivolse a mia madre, dicendo: “Anche lei dovrebbe farsi aggiustare i capelli”.

Mai!” obbiettai.

Alice, non esagerare” intervenne mio padre.

Cosa vuoi capirne tu?” chiese, ma non si aspettava una risposta.

Dobbiamo andare ad un matrimonio in spiaggia! Non c'è ne bisogno!”. Ma mio padre non intendeva dargliela vinta.

Uffa!” sbuffò mia zia.

Andiamo, Alice” cercò di consolarla mia madre. “Saremo, comunque, quelli più eleganti”.

Lo so” rispose, poi si illuminò di nuovo. “Vorrà dire che ci penserò al matrimonio di Kate”.

Sempre se verrò” constatai.

Sei ancora offesa?” chiese lei, incredula.

Non sono offesa” puntualizzai. “Ho detto che non ci sarei andata senza Jake e non intendo rimangiarmi le mie parole”.

Nessuno rispose, probabilmente sapevano che non avrei desistito molto facilmente o, nel caso di mia madre, stava pensando a come convincermi se l'invito per Jake non fosse arrivato, sarebbe stata una battaglia dura, chissà chi l'avrebbe spuntata, io però ero determinata a non dargliela vinta. Mio padre appoggiò le uova sul tavolo di fronte a me e poi raggiunse mia madre, mentre Alice era di nuovo nella mia stanza a preparare quello che avrei dovuto indossare. Mangiai lentamente, visto che non volevo che la tortura iniziasse troppo in fretta, non ero ancora pronta psicologicamente. Purtroppo non ci voleva molto a finire due uova, così lentamente mi alzai e riposi il piatto nella lavastoviglie per poi dirigermi in camera mia, dove Alice aveva già preparato il mio vestito sul letto con tutti i vari gioielli e le scarpe che avrei dovuto indossare. Sentivo nella stanza a fianco mia madre che chiacchierava con Alice, mentre indossava il suo vestito, beata lei che ormai era abituata a mia zia, per quanto le volessi bene non sapevo ancora se sarei mai riuscita a non sbuffare ogni volta che dovevamo andare a fare shopping o che dovevo indossare un suo vestito. Sarei voluta tanto rimanere ad ascoltare mia madre, ma come aveva detto mia zia, il tempo era poco e non potevamo andare in ritardo anche se Jacob non si era ancora presentato, probabilmente era ancora indeciso se venire o no, ma Alice non glie l'avrebbe perdonato. Andai a lavarmi, poi velocemente tornai nella mia camera, dove trovai mia zia ad aspettarmi e con il suo aiuto indossai il vestito, i gioielli e le scarpe, poi andammo in bagno dove si divertì a truccarmi, intanto mia madre era in salotto con mio padre, visto che avevano già finito di prepararsi. Quando avemmo finito, scendemmo al piano di sotto e raggiungemmo i miei genitori.

Dov'è il can...Jacob?” chiese mia zia, guardando la porta.

Non preoccuparti, Alice” la rassicurò mia madre. “Arriverà”.

Lo spero per lui” ringhiò lei.

Anch'io” sussurrai.

Sta arrivando” ci comunicò mio padre e tutti ci tendemmo verso la porta per ascoltare i passi felpati del lupo che si stava avvicinando. Jake entrò dopo essersi trasformato e aver indossato i suoi soliti jeans logori che Alice guardò con una smorfia.

Finalmente!” esclamò, avvicinandosi. “Muoviti, siamo in ritardo!”.

Sono felice di vederti anch'io!” mugugnò lui, mentre seguiva mia zia. Attendemmo qualche secondo in silenzio, l'unica cosa che disturbava il nostro silenzio erano i grugniti di Jacob e i rimproveri di Alice, mentre indossava lo smoking che gli avevamo comprato. “Tanto andranno tutti in jeans!”.

Non mi importa!” controbatté lei. “I Cullen devono distinguersi!”.

Io non sono un Cullen!”.

Passi la metà della tua vita nel nostro frigorifero! Questo dovrebbe farti ritenere almeno parte della famiglia!”.

Ecco, cosa succede a fidarsi dei succhiasangue!”.

Prima la smetti di lamentarti, prima finisci!”. Poi, ci fu qualche altro secondo di silenzio, in cui sentivamo solo Jacob brontolare, mentre finiva di vestirsi, quando la smise, ci tendemmo tutti verso la porta chiusa, finché un urlo non ci fece sobbalzare.

Non se ne parla! Io non esco così!”.

Alice alzò gli occhi al cielo e poi, bussò sulla porta chiusa. “Andiamo, esci di lì!”.

Non se ne parla! Io vengo col bermuda!”.

Non in questa vita, cane!” sbuffò lei. “O esci tu o entro io, chiaro?”.

Non lo farai!”.

Si, invece!” continuò lei. “Siamo in ritardo!”. Con un moto di rabbia, la porta si aprì e Jacob uscì con lo smoking e la cravatta allentata e con due occhi neri di rabbia, era ancora più bello quando era arrabbiato...ma cosa stavo dicendo? Come mi era venuto un pensiero del genere?! Girai gli occhi imbarazzata e mia madre mi lanciò un'occhiata preoccupata, mentre a mio padre scappò un sibilo.

Contenta?” stava dicendo Jake ad Alice, mentre lei gli aggiustava di nuovo la cravatta, poi ignorandolo di nuovo, si rivolse a noi, dicendo: “Bene, siamo pronti! Andiamo?”. Mio padre si alzò e senza fiatare aprì la porta, andando a prendere la macchina. Ero ancora sbalordita per quello che avevo pensato, non avevo mai visto Jacob da quel punto di vista, non lo aveva mai guardato come un ragazzo, ma sempre come un amico o un fratello, cosa era cambiato? Perché tutto ad un tratto non lo sentivo ne un fratello ne un amico, ma qualcosa di più? No, non era possibile, io e Jacob eravamo solo amici...solo amici.

S..si” balbettò mia madre e poi deglutì rumorosamente, lei non aveva sentito i miei pensieri, non sapeva cosa fosse successo a mio padre tutto ad un tratto, dovevo spiegarglielo io? No, meglio di no. Alice saltellò fuori e prese posto sulla Volvo, visto che mio padre era già arrivato, io mi sedetti al suo fianco, mentre Jacob stava per prendere posto vicino a me.

Jacob!” sibilò mio padre. “Tu siediti avanti!”. Io e Jake ci guardammo negli occhi, lui si chiedeva cosa avesse combinato questa volta, mentre il mio sguardo era un po' colpevole. Lui obbedì mentre mia madre si sedette al mio fianco, guardando mio padre preoccupata, probabilmente credeva fosse colpa sua, ma non sapeva cosa avesse fatto, così le sfiorai il braccio con la mano, dicendole, usando il mio potere: “Non preoccuparti, è colpa mia”. Lei sospirò, come aveva fatto a non prenderlo in considerazione? Poi, mi guardò interrogativa e continuai, dicendole: “Ti spiego tutto stasera! Mi dispiace, non volevo...”. Le lasciai la mano, prima di finire il pensiero e lei continuò a guardarmi, ma non ero pronta per dirglielo ora, mi serviva una giornata intera per trovare il coraggio di spiegarle tutto...sperando che una giornata bastasse. Arrivammo a casa Cullen, in un attimo, e li trovammo tutti pronti fuori dalla porta, così Alice raggiunse Jasper e noi ripartimmo alla volta di La Push. Il viaggio fu silenzioso, io mi allontanai da mia madre avvicinandomi al finestrino e prendendo a guardare fuori, mentre mi sentivo addosso gli occhi di mia madre e di mio padre e di conseguenza anche quelli di Jacob. Cercai di non pensarci, avevo solo voglia di scappare in quel momento, dovevo mettere in ordine i miei pensieri e quelle tre paia di occhi puntati addosso non aiutavano affatto, anzi servivano solo ad innervosirmi. Arrivammo a La Push e mio padre parcheggiò la macchina, vicino a quella di Carlisle e di Rosalie, durante il resto del viaggio mi ero innervosita parecchio, così uscire dalla macchina e lasciarli tutti lì fu un gesto istintivo, mia madre e Jacob si guardarono confusi, mentre mio padre mi seguì.

Aspetta!” sibilò.

Cosa c'è?” risposi, girandomi verso di lui.

Potresti almeno aspettare gli altri”.

Guarda, c'è Claire” lo informai, indicando la bambina sulla spiaggia. “Voglio salutarla”.

Ora?” domandò, trattenendo un sibilo.

Puoi continuare a tenermi d'occhio, se proprio devi!”.

Cosa sta succedendo?!” chiese mia madre esasperata, raggiungendoci.

Niente!” rispondemmo in coro io e mio padre.

A me non sembra!” continuò lei, sempre più irritata. “Si può sapere cosa è successo?”.

Io e mio padre ci guardammo furenti, probabilmente si aspettava che dicessi qualcosa, ma come avevo detto prima non avevo il coraggio di spiegarglielo ora, ma spiegarle cosa poi? Se non lo sapevo neanche io, non poteva pretendere che lo spiegassi a lei, così gli voltai le spalle, dicendo: “Io vado a salutare Claire” e li lasciai da soli lì, probabilmente ora mio padre si sarebbe sfogato con lei, sperando che bastasse per farlo calmare, rovinare il matrimonio di Sam per un litigio in famiglia non era proprio il modo migliore per fargli vedere di buon occhi i Cullen, visto che non tutti i quileute li vedevano come “vampiri”buoni”, anzi.

Ciao, Nessie!” urlò Claire, vedendomi arrivare e correndomi incontro.

Ciao, Claire!” risposi, mentre lei mi abbracciava e mi baciava entrambe le guance.

Ciao, Renesmee” mi salutò Quil, avvicinandosi e la piccola sbuffò, certo che non la lasciava sola neanche un attimo e io che pensavo che la mia famiglia fosse protettiva.

Ehy, Quil” esclamò Jacob arrivando, come non detto, dopotutto rispetto a me Claire era fortunata, lei aveva solo Quil, io avevo una scorta composta da un'intera famiglia di vampiri e tanto per non farci mancare niente anche un licantropo, poi che il mio papà”vampiro e l'amico”licantropo erano super protettivi erano solo un altro paio di maniche. Giocai un po' con Claire sulla spiaggia, sotto gli occhi protettivi dei due licantropi a qualche passo distanza, finché non mi si avvicinò Jacob.

Nessie, vuoi fare due passi?” chiese, distrattamente. “Visto che Claire deve andare a prepararsi”.

Va bene” risposi, salutando Claire e seguendolo.

Cos'aveva tuo padre?” domandò, improvvisamente, mentre passeggiavamo sulla spiaggia.

Non lo so” mugugnai, girandomi verso il mare.

Ah no?” sbuffò, sarcastico. “E perché continua a guardarmi come se volesse uccidermi?”.

Lo sai, com'è fatto...”balbettai.”E'...lunatico”.

Lunatico?”.

Si” risposi, arrossendo e lui scoppiò in una fragorosa risata. “Cos'hai da ridere?!”.

Andiamo, Nessie, dimmi la verità”.

Ehm...non ha gradito un...m..mio pensiero” balbettai.

E cosa hai pensato di tanto brutto?”.

Niente!” esclamai, mi stavo addentrando in un campo minato, dirlo a mia madre era già di per se difficile, ma parlarne con Jacob era del tutto inammissibile.

Non vuoi dirmelo?” chiese, il più ingenuamente possibile. “Era così brutto?”.

Tremendo” puntualizzai, ridendo. Continuò a fissarmi, ritornando serio e attendendo una risposta, che non potevo dargli, come avrei potuto spiegargli una cosa del genere? Cosa avrei dovuto dirgli? “Jacob mio padre è arrabbiato, solo perché ho pensato che sei bellissimo”? Non mi sembrava una cosa molto fattibile, come avrebbe dovuto reagire lui? Mi avrebbe riso in faccia o mi avrebbe preso in giro? Non so perché, ma entrambe le prospettive mi facevano male, sentivo un nodo in gola e non riuscivo a incrociare il suo sguardo, ma cosa mi era preso? Quello era Jacob, il mio Jacob, l'amico licantropo iperprotettivo a cui volevo un mondo di bene, quello che avrebbe fatto di tutto per me, e pure...e pure stava succedendo qualcosa, non vedevo più Jacob come un amico, era troppo banale, troppo semplice, semplicemente troppo...Ad interrompere i miei pensieri, fu Alice, che con tempismo perfetto corse verso di noi, tutta contenta.

Sta arrivando! Sta arrivando!” gongolò felice, prendendomi per mano e tirandomi verso l'altare improvvisato, che si trovava al centro della spiaggia. Jake ci seguì, sbuffando e prendemmo posto accanto ai miei genitori, osservai mio padre che sembrava essersi calmato un po', anche se i suoi occhi erano ancora ardenti, in compenso mia madre si era calmata e lo teneva per mano. Appena la musica iniziò a riempire l'aria, tutti i nostri sguardi vennero attirati all'inizio dell'anonimo tappeto color sabbia, su cui già sfilava la piccola Claire con le due fedi in mano e che dispensava sorrisi a tutti, mentre quando passò davanti a me alzò la manina e la agitò velocemente prima di farla tornare sotto il cuscino e guardarsi intorno per vedere se qualcuno aveva qualcosa da dire. Passò qualche altra nota prima che Emily fece il suo ingresso e come la piccola che l'aveva preceduta sorrideva a tutti e stava attenta a non inciampare nei tacchi. Aveva un vestito piuttosto semplice senza troppi dettagli, ma che scendeva bene sul suo corpo snello e risaltava la sua carnagione. Sam, invece, era vestito con un semplice smoking, ma niente a che vedere con quello che aveva Jacob, forse i Quileute avrebbero dovuto prendere in considerazione l'idea di farsi organizzare il matrimonio da Alice, che sbuffava dietro di me. “Guarda quel vestito non le sta proprio bene”, “E lui poi, ma chi lo ha vestito!?”, “Se avessi organizzato io il matrimonio sarebbe venuto molto meglio” e altre cose del genere, non sapevo con chi stava parlando, ma probabilmente si rivolgeva a mia madre. Il resto della cerimonia si svolse come al solito, pronunciarono le loro promesse e poi con i testimoni firmarono, dopodiché lanciammo il riso e lui ed Emily corsero insieme sulla spiaggia. Li lasciammo giocare ancora un po', poi piano piano ci avvicinammo a piccoli gruppi e ci disponemmo a semicerchio attendendo che la smettessero di giocare, poi Sam le prese la mano e lei ridendo lo seguì, mentre Claire le tirava la gonna e gridava: “Tira il bouquet! Tira il bouquet!”. Emily senza pensarci si girò di spalle e lanciò in aria il bouquet, il mazzo di fiori volò in aria, fermandosi per qualche secondo proprio d'avanti al sole, così che gli umani non poterono seguirlo con lo sguardo, poi in un millesimo di secondo cadde, quando mi colpì in testa fu istintivo alzare le mani per proteggermi e in compenso me lo ritrovai tra le mani, mentre tutti applaudivano e ridevano e io abbassavo lo sguardo imbarazzata.

Ora andiamo a mangiare” esclamò Sam, cercando di attirare l'attenzione. Tutti cominciarono a dirigersi verso il buffet, che non era altro che un tavolo di legno con cibi fatti in casa, ma che nonostante tutto non dovevano essere così male. Cercai mia madre tra la folla e quando la vidi era ancora incollata a mio padre, ma non ci badai molto, mi avvicinai a lei e le chiesi: “Mamma, cosa devo farne di questo?”.

Beh, penso che dovresti conservarlo” rispose lei, sorridendomi.

Ma sono fiori, seccheranno” constatai.

Puoi buttarlo” suggerì mio padre, gelido. Con un moto di rabbia gli misi il bouquet tra le mani e mentre lui lo guardava confuso, dissi sarcastica: “Perché non lo fai tu, visto che ci tieni tanto?”.

Non preoccuparti, Nessie” intervenne mia madre, sfilandoglielo dalle mani. “Ci penso io a questo”.

Grazie” mormorai, sorridendole.

Perché non vai a mangiare ora?” consigliò.

Si” riflettei. “Credo che assaggerò qualcosa”. Così dicendo mi diressi al tavolo dove, grazie ai licantropi, era quasi sparito tutto. Girai un po' intorno al tavolo, ma erano rimaste solo briciole e non sapevo proprio cosa prendere li in mezzo.

Ehy” mi chiamò Jake. “Hai mangiato?”.

No” risposi, un po' delusa. “Voi licantropi siete proprio veloci”.

Si” concesse lui. “Ma a volte anche previdenti”. Mi girai verso di lui, dando le spalle al tavolo, e me lo ritrovai davanti con un sorriso a trentadue denti, uno di quelli che mi madre avrebbe chiamato jacobino, e con un piatto rivolto verso di me. Lo presi velocemente per evitare il suo sguardo, visto che non volevo che il respiro mi mancasse di nuovo o che mio padre trovandosi nei paraggi, pensasse bene di uccidermi...

Allora” continuò lui. “Vuoi sederti o mangi in piedi?”.

Ok, sediamoci” concessi e lo seguii fino, mi portò vicino ad un tronco caduto sulla spiaggia e ci sedemmo lì, fianco a fianco.

Ti piace?” chiese, visto che aveva già finito di mangiare.

Si, molto” mormorai, guardando il mare.

In estate, potremmo fare il bagno” suggerì lui, seguendo il mio sguardo e non so perché ma quell'idea mi attirava più del lecito.

Si, mi piacerebbe tanto”.

Bella presa” constatò lui, cambiando argomento bruscamente.

Non l'ho preso!” mi giustificai. “Mi è caduto tra le mani!”.

Certo, Nessie!” sghignazzò, scoppiando a ridere e io mi dandogli un pugno sulla spalla, mi girai di nuovo verso il mare e mi persi tra le onde del mare, lasciando che i miei pensieri si infrangessero tra gli scogli proprio come quelle onde, anche se i miei pensieri non si infrangevano e non scomparivano come le onde, tornavano indietro e continuava a perseguitarmi.

Nessie!Nessie” fu la vocina di Claire a interrompere i miei pensieri.

Claire, dov'è Quil?” chiese Jacob.

Non lo so” mugugnò lei. “Vuoi giocare?”.

Claire, Nessie sta mangiando” intervenne Jake e la piccola lo guardò con due occhietti lucidi che avrebbero sciolto anche la pietra, ma Jacob era più deciso che mai e non gliela diede vinta.

Claire!” urlò Quil, arrivando di corsa e con due occhi allarmatissimi, come se non la vedesse da anni.

Non preoccuparti” risposi io. “Era qui con noi”.

Sai, che non devi allontanarti!” la sgridò lui, senza neanche prendermi in considerazione.

Voglio giocare con Nessie!” urlò lei, con l'aria di chi non avrebbe mai ammesso di essere nel torto.

Andiamo calmatevi” intervenni di nuovo. “Claire, andiamo a giocare in spiaggia”.

Non allontanatevi!” esclamarono in coro Jacob e Quil.

Non preoccupatevi” risposi sarcastica. “Non ho ancora intenzione di fuggire a nuoto nell'oceano”. Claire scoppiò a ridere, mentre mi tirava verso la spiaggia e cominciava a schizzarmi l'acqua, inzuppando il suo vestitino rosa a campana e le sue scarpette abbinate. Mi divertivo con lei, mi sentivo davvero spensierata ed era facile lasciarsi andare con il suono del mare, con il senso di infinito e di finito che nello stesso tempo riusciva a trasmetterti. Non so quanto tempo passai a giocare tra le onde, so solo che la prima volta che guardai l'orologio fu quando ci raggiunse Emily.

Hey, ragazze!” esclamò, avvicinandosi.

Ciao, Emily” le risposi, avvicinandomi, mentre Claire saltellava allegra in giro.

Vi state divertendo?”.

Certo, molto” risposi, entusiasta.

Immagino” concesse lei, guardandosi intorno. “Mi fa piacere che il bouquet l'abbia preso tu”.

Oh, ehm, grazie!” mormorai, arrossendo e mi chiesi quante volte ancora me lo avrebbero ricordato. Chiacchierai con lei ancora qualche minuto, poi si allontanò visto che doveva tenere compagnia anche agli altri ospiti, io estrassi il cellulare dalla tasca e guardai l'ora, erano le cinque, probabilmente tra qualche minuto saremmo tornati a casa e lì non osavo immaginare cosa sarebbe successo.

Allora, ti sei divertita?” mormorò Jacob, venendomi alle spalle.

Si e tu?” chiesi, distrattamente.

Avrei preferito giocare io con te sulla spiaggia ma non si può avere tutto nella vita”. Non so cosa mi prese in quel momento, forse mi era rimasta la spensieratezza di Claire o il calore della sua pelle, oppure il mare dietro di lui, ma alzai le mani sul suo petto e con tutta la forza che avevo lo scaraventai in acqua, anche con l'aiuto di uno sgambetto. Cadde all'indietro, alzando molta acqua e visto che si era tolto la giacca la camicia si bagnò diventando quasi trasparente e evidenziando i suoi addominali scolpiti, ma la cosa che attirò di più il mio sguardo fu il sorriso vendicatore che si sorrise sul suo volto.

E questo lo avresti fatto, perché...?”.

Per farti risparmiare tempo, ora sei tutto bagnato, contento?” sghignazzai.

Non era proprio questo che intendevo, ma...” interruppe la frase e prese a guardarmi maligno.

Non lo farai!” urlai, mettendomi a correre il più lontano possibile dalla spiaggia, ma lui era maledettamente veloce e mi afferrò i fianchi stando molto attento a bagnarmi tutta. Mi strinse forte e non mi lasciò andare, finché il mio vestito non iniziò a gocciale e poi, appoggiando il mento sulla mia spalla, sussurrò: “Ora va meglio!”.

E ora questo come lo spiego a mio padre?!”chiesi, allarmata.

Puoi dire che è stata Claire” suggerì lui. Gli lanciai un'occhiataccia, chi si sarebbe bevuto una storia del genere, una mezza”vampira che si faceva buttare in acqua da una bambina di nove anni?

Nessie, cosa hai combinato?” esclamò mia madre, arrivandomi alle spalle e Jacob mi lasciò subito andare.

Ehm, niente...sono caduta”balbettai, arrossendo.

Caduta?” domandò retoricamente, mia madre guardando Jacob, che distolse subito lo sguardo.

Dov'è papà?” chiesi per cambiare argomento.

E' andato a prendere la macchina” spiegò, tornando a guardarmi. “Ho pensato che se ti avesse vista, non avrebbe gradito molto”.

Bella, diventa sempre più saggia” rise Jacob. “E' una cosa da vampiri?”. Mia madre lo fulminò con lo sguardo, ma lui non perse il suo sorriso ed aggiunse: “Vado a prendere la giacca, non ti dispiace se rimango a cena vero?”. Lei non rispose, ma Jake non se ne curò molto, le diede le spalle e andò a riprendersi la giacca, che aveva lasciato sul ramo di un albero.

Non devi prendertela con lui” mormorai. “E' colpa mia”.

Hai idea di come ha reagito tuo padre?” mi chiese, fissandomi.

Non l'ho fatto apposta” spiegai, girandomi verso Jake.

Ci mancava!” sibilò con molta, troppa acidità nella voce.

Non è colpa mia, se non sono neanche libera di pensare!” urlai, infuriata. Lei non rispose, ma continuò a fissarmi arrabbiata, io le diedi le spalle e mi allontanai da lei, sibilando: “Vado da Jacob”. Credevo che mi avrebbe fermato, invece semplicemente rimase lì impalata a guardare il mare, forse avevo esagerato, ma avevo solo detto la verità, le avrei parlato la sera stessa appena Jacob fosse tornato a casa, non sapevo se mi avrebbe capito o se si sarebbe arrabbiata ancora di più, ma non importava...dovevo dirle la verità, dovevo sentirmi in pace con me stessa.

Andiamo?” chiesi a Jacob, arrivandogli alle spalle.

Si” rispose e mi affiancai a lui, mentre tornavamo sulla spiaggia.

Ora puoi dirmi a cosa stavi pensando?” domandò, distrattamente.

E' così importante?” sbuffai.

Se sei arrivata a litigare con Bella, si!” constatò lui.

Hai sentito?” chiesi, sorpresa.

Certo” rispose, ridendo. Intanto, eravamo arrivati da mia madre, che era rimasta impalata lì e fissava un gabbiano che aveva appena afferrato un pesce, almeno dava l'impressione di osservarlo.

Andiamo, Bells?” chiese Jacob, noncurante.

Si” rispose lei e si avviò verso la macchina che mio padre aveva fermato poco distante. Io e Jacob la seguimmo in silenzio ed entrambi fissavamo la volvo metallizzata, mia madre aveva già salutato per tutti quindi non potevamo neanche perdere tempo così, non volevo entrare in quella macchina, soprattutto con l'umore che si ritrovava mio padre. Mia madre si infilò subito al posto del passeggero, probabilmente aveva paura che lui dicesse di nuovo a Jacob di sedersi avanti e quando entrammo anche noi, lei gli prese la mano per rassicurarlo, ma non bastò...

Che avete combinato?!” ringhiò.

Non devo spiegazioni a te, succhiasangue!” lo liquidò in fretta Jacob.

Niente” spiegai con calma. “Sono solo caduta”.

Da sola?” chiese, sempre più irritato.

No”intervenne mia madre. “Stavamo giocando...l'ho spinta io...”.

Mio padre alzò un sopracciglio guardandola e io cominciai a pensare alla scena di me e mia madre che giocavamo sulla spiaggia, con un brillante finale: io che cadevo in mare e lei che se la rideva. Non so se mio padre ci credette o meno, ma sembrò calmarsi, mia madre stava decisamente migliorando come bugiarda, meglio così mi aveva evitato un'altra discussione, dovevo ricordarmi di ringraziarla...Il viaggio, come all'andata, non durò molto, l'aria era molto meno tesa e molto più respirabile, nessuno mi fissava e i miei genitori si tenevano ancora per mano. Quindi ebbi tutto il tempo per pensare, dovevo decidere in fretta cosa dire a mia madre, sapeva già cosa era successo, ma non sapevo se si fosse offesa per la mia risposta. Probabilmente, mi avrebbe chiesto da dove fosse uscito quel pensiero, ma a quella domanda non avrei saputo rispondere neanche io, era successo tutto così in fretta che non me ne ero neanche accorta, come quando guardando un oggetto pensi subito ad un aggettivo da dargli oppure quando ti fanno arrabbiare e gli rispondi senza pensarci. Secondo questo ragionamento pensavo che Jacob fosse bellissimo, cosa che non avevo mai negato, ma che sicuramente non avevo neanche mai pensato. Cosa era cambiato in lui? Cosa aveva ora in più? Perché tutto ad un tratto mi aveva fatto pensare che fosse bellissimo? Forse era lo smoking che gli donava particolarmente o l'aria accigliata che aveva in quel momento? E perché anche dopo non riuscivo più a guardarlo negli occhi o a considerarlo il mio amico di sempre? Una risposta balenò nella mia testa, un'intuizione piccola come una scintilla, istintivamente mi voltai verso di lui che guardava fuori, mentre continuava a fluttuarmi in testa quell'ipotesi, era possibile? Si, lo era. Non era lui ad essere cambiato e neanche il mondo intorno a me, l'unico cambiamento che era avvenuto era dentro di me, ero cambiata io e non si poteva più tornare indietro...

Finalmente!” esclamò Jacob, quando mio padre fermò la macchina e facendoci scendere, ripartì a tutta forza. Jake si incamminò subito verso casa, ormai era come entrare a casa sua, gli mancavano solo le chiavi.

Mamma?” mormorai.

Ne parliamo dopo” rispose lei, fredda come un pezzo di ghiaccio. Entrammo in casa e lei si diresse subito in cucina, dicendo: “Oggi preparo io da mangiare”. Si mise ai fornelli e cominciò a prepararci la cena mentre io e Jake, seduti al solito posto, ce ne stavamo in silenzio. Quando tornò mio padre si fermò sul ciglio della porta, senza fare troppi commenti. Preparò una cena veloce, che noi mangiammo ancora più velocemente.

Ehy, Nessie, vuoi cacciarmi stasera? Non hai mai mangiato così velocemente!”sghignazzò Jacob.

Sarebbe ora” si lamentò mio padre.

Credo che resterò qui ancora un po'“ rispose lui, adagiandosi comodo sulla sedia.

Ma non ce l'hai una casa tu?” chiese mio padre, esasperato.

Ci sono appena stato” constatò Jake.

Allora perché non ci torni?” intervenne mia madre.

Calmati, Bells! Stiamo solo scherzando. Vero, succhiasangue?”.

Si, amore” rispose mio padre, avvicinandosi a lei e cominciando a baciarle i capelli.

Bleah!” esclamò Jacob. “Forse sarà meglio che vada!”.

Era ora” commentò mio padre.

Ti accompagno” mormorai, alzandomi e aspettandolo sul ciglio della porta.

Ah, Bells!” la chiamò di nuovo, prima di uscire.

Cosa c'è ancora?”.

Lui cucina meglio di te!” urlò, scappando fuori e lo seguii, così mi persi la reazione di mia madre. Ci fermammo come al solito fuori alla porta di casa mia e lui mi guardò con quei due occhi grandi.

Allora non vuoi proprio dirmi cosa è successo?” sussurrò.

E' così importante?”.

Sono solo curioso” rispose, sorridendomi.

Mi dispiace, Jake” mormorai, abbassando lo sguardo. “Ma ora non posso proprio dirtelo”. Lui non rispose, così fui costretta ad alzare lo sguardo e lo fissai negli occhi, non erano arrabbiati erano solo pensierosi e continuò a guardarmi ancora per qualche secondo, prima di sorridere e dire: “Non preoccuparti, lo scoprirò prima o poi!”. Poi si calò su di me e quella sera fu lui a baciarmi sulla guancia e lasciarmi lì mezza stordita, prima di correre nella foresta, augurandomi la buona notte. Feci un respiro profondo, ormai era buio pesto e avevo ancora una cosa da fare, prima di permettere a quella giornata di finire per sempre. Entrai in casa e trovai mia madre ad aspettarmi sul ciglio della porta della cucina, senza dire niente andai in camera mia e lei mi seguì senza fiatare. Mi sedetti sul letto e la guardai aspettando che facesse lo stesso, ma rimase lì impalata in mezzo alla stanza, dopo essersi chiusa la porta alle spalle. Non disse niente e rimase a fissarmi, probabilmente attendeva che parlassi io e così decisi di togliermi subito quel nodo dalla gola.

Credo di doverti delle scuse” mormorai.

Credi?” rispose lei, fredda.

Scusa” sussurrai. Calò il silenzio, non sopportavo quella tensione, così la guardai, ma non mi stava fissando guardava fuori dalla finestra e si mordeva il labbro nervosa, forse cercava qualcosa da dire.

Mamma?” iniziai. “Io...io non so che mi è preso...non volevo”balbettai.

Lo so” rispose, risoluta. “Ti piace?” chiese improvvisamente, prendendomi alla sprovvista.

Cosa?!” esclamai, sorpresa. Lei sorrise e si sedette sul letto di fronte a me e guardandomi negli occhi, continuò a parlare. “Ti piace? Come ragazzo intendo”.

Mamma, non lo so” ammisi. “Sono confusa”. Ora ero io a guardare la finestra cercando qualcosa da dire, ma non sapevo proprio cosa risponderle, non avevo messo in conto una domanda del genere.

Certo, è un bel ragazzo” constatò.

Non l'ho mai visto come un ragazzo” confessai. “Solo come un amico”.

Stai crescendo” sentenziò lei. “Succede...”.

Mamma, non mi sono presa una cotta per Jacob” mormorai.

Nessie, ora sei confusa” rispose lei. “Ne riparliamo quando avrai le idee più chiare”.

E se fosse?” chiesi, guardandola.

Cosa c'è di male?”.

Papà è alquanto...geloso” sentenziai.

Non preoccuparti” sorrise lei. “Non ti metterà i bastoni fra le ruote”.

Se lo dici tu” mormorai. Lei mi si avvicinò e mi posò una mano sulla guancia sorridendo. “Ora dormi”. Mi allungai verso di lei e le diedi un bacio sulla guancia, sussurrandole: “Buona notte”. Lei si alzò e sorridendomi ancora, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Rimasi seduta in mezzo al letto con la luce fioca della luna che mi illuminava solo la metà del viso, mi girai verso il mio comodino dove c'era la cornice che mi aveva regalato il mio Jake. La presi tra le mani e con il dito seguii il contorno irregolare di un disegno che vi era inciso, poi guardai la foto e fissai il volto di Jacob e il mio. C'era qualcosa di diverso in quella foto, qualcosa che non rispettava più la realtà, io ero cambiata e non solo fisicamente, forse mi stavo davvero innamorando di lui, ma non poteva essere! No, dovevo esserne sicura prima di fare certe affermazioni. Rimisi la cornice al suo posto e poi, indossai il pigiami e mi infilai nel letto. Non riuscii a prendere sonno subito, avevo un chiodo fisso che non ne voleva sapere di lasciarmi in pace. Forse mi stavo davvero innamorando di Jacob, non era mai stato un semplice amico e lo sapevo bene, ma non avevo mai voluto ammetterlo a me stessa, io e lui eravamo legati da una legame speciale, quasi magico e niente avrebbe mai potuto spezzarlo. Allora era destino? Il mio destino che era già stato scritto, che non potevo cambiare, che non volevo cambiare. Se il destino esisteva e se il mio era già scritto, in un modo o nell'altro, Jacob ne sarebbe stato parte e non importava se era come fratello, come amico o come qualsiasi altra cosa lui volesse essere per me. Ci sarebbe stato e niente me lo avrebbe portato via, forse non era tanto male l'idea...forse ero da sempre innamorata di lui...faceva parte di me e io parte di lui. La mia stella polare stava pretendendo un posto più importante nel mio cielo, voleva essere il mio sole, la mia guida o forse ero io che lo volevo. No, poi non era così una cattiva idea...innamorarsi di Jacob. No, non lo era affatto...

NDA: spero che il capitolo vi piaccia ^^ purtroppo non potrò pubblicare per le prossime due settimane visto che non ci sono... ricomincerò appena torno!! Intanto leggetelo e fatemi sapere se vi piace :D grazie!! e buona lettura ^^

  
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