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Autore: myprettyoddromance    12/08/2011    4 recensioni
next generation, una Rose Weasley adolescente alle prese con il suo cuore e i pregiudizi della sua famiglia
Storia basata sul pairing Rose/Scorpius. Non anticipiamo altro.
Enjoy!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Un lieve bussare alla porta, poi udìì la vocina.
- Signorino Scorpius, la cena è in tavola. Suo padre la prega di scendere.-
Sbuffai. - Popsy, dì a mio padre che sto arrivando-
- Sì padrone.-
Sbuffai di nuovo. Non mi piacevano gli elfi domestici. Non è che non mi piacessero loro, ma non accettavo il modo in cui si sentivano obbligati ad obbedire ai “padroni”.
Quando abitavamo con mamma non avevamo elfi domestici.
Non mi piace Villa Malfoy. È così.. Fredda. Niente a che vedere con la villetta che avevamo prima: luminosa, allegra, colorata. Certo, papà si è dato da fare per ravvivare un po' l'atmosfera, ma già la presenza dei sotterranei non aiuta molto.
Emettendo un altro sonoro sbuffo scesi a cena.
-Ciao papà.-
-Ciao Scorp. Mangia, ti prego.-
Mamma se n'era andata da poco, col suo amante. Eravamo tornati a Villa Malfoy da soli, io e mio padre.
E da allora mi rifiutavo di mangiare. Non per qualcosa contro mio padre, poverino, lui non aveva fatto niente. Ma non mi piaceva la vita che facevamo adesso. Soffrivo dentro, mi sentivo malinconico e triste. Ogni tanto tiravo fuori le foto di quando ero piccolo, di quando andavamo a fare lunghi viaggi con mamma e papà. La foto davanti alla ruota panoramica di Vienna la tengo sul comodino. È la mia preferita in assoluto. Rappresentava mia madre abbracciata a mio padre, che teneva me in braccio.
Ma poi mamma aveva deciso di andarsene.
-Se lo desideri, mangerò qualcosa.-
La tavola in mogano, ricoperta da una tovaglia di lino bianco ricamato con il blasone della mia famiglia era, come al solito, imbandita. Come se i commensali fossero dieci, invece di due.
Mi sedetti di fronte a mio padre, servendomi di un po' di risotto. Dopo qualche minuto, avendo finito la mia porzione mangiata a fatica, mi alzai, sentendomi osservato da mio padre.
Giunto alle scale, mio padre parlò.
- Scorpius, di questo passo finirai per ammalarti. Mangia qualcos'altro, per favore.-
-No papà, sono sazio. Salgo di sopra, buonanotte.-
Mentre iniziavo a salire le scale, udii un sospiro da parte di mio padre.
Era cambiato. Non era più il ragazzino borioso e altezzoso. Da quando aveva conosciuto mia madre era cambiato profondamente, per lei. Ma a quanto pare lei non aveva saputo apprezzare lo sforzo. Si vedeva lontano un miglio che era cambiato. Faceva l'Auror, proprio come i suoi nemici di sempre, Harry Potter e Ron Weasley.. e per ironia della sorte, io, Scorpius Hyperion Malfoy, figlio di Draco Malfoy, ero il migliore amico del figlio di Harry Potter, Albus Severus Potter.
Mi sistemai sotto le coperte e le lenzuola di seta, rimuginando sui miei pensieri. Odiavo quella maschera di sfarzosità, di appariscente ricchezza, quando colui che c'era dietro era devastato dal dolore per l'abbandono da parte della moglie e dei problemi del figlio. Mia madre aveva deciso di andarsene proprio il giorno del compleanno di mio padre. Non era mai stata una genitrice particolarmente attenta e affettuosa, ma era pur sempre mia madre ed io le volevo bene. Astoria Greengrass era del tutto diversa da sua sorella, mia zia Daphne. La andavo a trovare spesso, o lei veniva a casa nostra.
Deviai il corso dei pensieri, ritrovandomi a pensare alla famiglia allargata dei Potter-Weasley, e ad Al.
Albus è stato il mio migliore amico più o meno da sempre, se con sempre si intende dal primo anno di Hogwarts. Era stato il primo a legare con me, che allora ero un ragazzino silenzioso e timido.
Era simpatico, spigliato ed estroverso, il contrario di me. Era stato molto d'aiuto alla formazione del mio carattere, rendendomi meno sfuggevole e silenzioso. Aveva una famiglia enorme, una moltitudine di cugini, tantissimi zii. Ero stato due volte a casa dei suoi nonni, La Tana (che adoravo), ma non ero riuscito a stabilire con precisione quanti cugini avesse. Mio padre, al mio secondo anno, mi aveva detto che eravamo parenti alla lontana, perchè la famiglia dei Malfoy è imparentata con quella dei Weasley.
I pensieri divennero sempre meno definiti, confusi, appannati, fino a quando, alla fine, mi addormentai.


-Signorino Malfoy-
Grugnii nel sonno.
- Padrone, si svegli. Signorino Scorpius?-
Aprii lentamente gli occhi, trovandomene davanti un altro paio grandi come tazzine da tè.
-Buongiorno padron Scorpius!- urlò felice. Si sollevo e fece il giro della stanza, aprendo le tende di lino, bianche. Le tende in camera mia erano diverse da quelle di tutta la casa. Erano leggere e chiare, il contrario di quelle di velluto verde scuro.
Entrai in bagno e mi infilai sotto la doccia, concedendomi una sveglia più soft di quella dell'elfa domestica.
Uscii dall'antro confortevole della doccia e mi infilai una polo bianca su un paio di jeans scuri.
Passandomi una mano tra i capelli, scesi a fare colazione. Mio padre era al lavoro, come sempre.
Lasciai un biglietto per mio padre sul tavolo, dicendogli che andavo a Diagon Alley.
Presi il sacchetto della polvere volante, ne gettai una manciata tra le fiamme e vi entrai. Tenendo ben strette le braccia al corpo, dissi a gran voce la mia destinazione, e in pochi secondi mi trovai lì.
Prima di tutto, mi diressi alla Gringott, per prelevare dei galeoni per le spese dalla camera blindata dei Malfoy, la 638. Appena finito, andai da Fortebraccio e ordinai un gelato al bergamotto e caramello. Lo gustai mentre mi aggiravo tra le vetrine. Mi fermai all'Emporio del Gufo per prendere il mangime della mia civetta, e ai Tiri Vispi Weasley. Mentre uscivo soddisfatto dell'acquisto, con un pacchetto di pasticcetti svenevoli in una mano, vidi in fondo alla via un gruppo di ragazzi dai capelli rossi, ad eccezione di qualcuno. Dato che non vedevo Albus, mi rifugiai di corsa al Ghirigoro.
Il professor Delaney, di Artimanzia, aveva consigliato di prendere un libro extra per la sua materia, se si volevano approfondire gli studi. Ed io, da bravo alunno, lo stavo sfogliando per vedere cosa trattava.

Continuai a sfogliare tranquillamente fin quando un ragazzino con una zazzera di capelli neri urlò “Scoorp!” e mi si gettò addosso.
Passato l'attimo di shock iniziale, mi accorsi di avere a che fare con Albus – sempre il solito, Albus – e lo abbracciai forte.
“Come stai?”
“Oh, tutto bene, grazie Al. Lo sai che ieri sera pensavo proprio a te?”
“Wow, davvero? E cosa pensavi?”
“Che hai una miriade di cugini e non sono mai riuscito a capire quanti ne hai in tutto” mi lamentai.
Guardando oltre Albus, mentre lui metteva in mostra uno dei suoi migliori ghigni made in Serpeverde, vidi sua cugina, Rose, che ci guardava con un sorriso ironico.
“Al, che vuole tua cugina?” Lei intanto si era messa a ridacchiare con Lily, la sorella di Albus, e un'altra cugina, la biondissima e bellissima Dominique.
“Quale delle tante?” altro ghigno.
Sbuffai. “Rose”
“Non lo so, ma lasciala stare, è acida e non mi vuole mai prestare la nutella”
Stavolta ghignai io e, per tutta risposta, ricevetti un pugno da Albus.
“cretino”,borbottai. Lui, da vera serpe, sorrise angelico.



   
 
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