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Autore: Suicidal_Love    13/08/2011    3 recensioni
I cavalieri, infatti, scambiavano qualche parola di tanto in tanto, ma nessuno si rivolgeva mai al giovane. Un nobile principe inesperto non era né soldato né ufficiale, era un'entità sconosciuta persino a se stesso.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gwen, Lancillotto, Merlino, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Lancillotto, Merlino/Artù
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: My lovely wicked family
Autrice: Suicidal_love
Paring: Arthur/Merlin - Lancelot/Ginevra ed altri. Vi saranno dei personaggi totalmente inventati da me, ergo tutti i diritti sono MIEI *___* muahaha.
Avvertenze: Slash - Longfic - Comico - Romantico - Azione
Rating: Giallo per ora.
Note autrice: Ebbene ecco dopo secoli il continuo della fanfic "Wicked Game". Ecco dei piccoli avvertimenti: non tengo conto per nulla del telefim, se non per piccole cose. Vi saranno dei nuovi personaggi di MIA TOTALE INVENZIONE, ergo è tutto frutto della mia mente malata e posso farci tutto ciò che mi pare (*O*)/.
Questo continuo è frutto degli scleri fra me e Shannara_810 u.u quindi non stupitevi se riderete come pinguini *-*.
Dopo tutto questo ECCOVI IL PRIMO CAPITOLO con tanto di balletto di presentazione:
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SULLE VERDI COLLINE

La campagna si stendeva davanti a loro, costellata di macchie verdi e dorate. Interi stormi di uccelli si alzavano in volo, disturbati dal loro passaggio, facendo da invitante bersaglio per i pochi cavalieri presenti a quella battuta di caccia.
Jack cavalcava nel gruppo a pochi metri dal padre, ma era praticamente isolato.
I cavalieri, infatti, scambiavano qualche parola di tanto in tanto, ma nessuno si rivolgeva mai al giovane. Un nobile principe inesperto non era né soldato né ufficiale, era un'entità sconosciuta persino a se stesso.
Era sempre così durante le battute di caccia con il padre, veniva isolato da tutti e lasciato allo sbaraglio per provare il suo valore di cacciatore.
Solo a fine giornata, il Re si rivolgeva al figlio, posandogli una mano sulla spalla e sorridendo nel vedere il suo "bottino".
Il giovane biondo si passò una mano fra i capelli ed osservò il cielo, sporcato di tanto in tanto da qualche soffice nuvola e sospirò per l'ennesima volta. Non v'era ombra di nessuna preda, se non la nuda prateria. Si spinse in avanti, galoppando veloce verso la foresta, scomparendo alla vista dei suoi compagni di caccia.
Gli alberi crescevano alti e forti e Jack, riparato da quella natura, scese da cavallo, lasciandolo libero di riposarsi vicino al ruscello che entrambi avevano scelto come loro posto segreto.
Si chinò a terra ed osservò il suo riflesso in quell'acqua cristallina.
Due occhi color cielo lo salutarono e continuò a guardarsi.
Occhi lapislazzulo, capelli color grano, lunghe ciglia ed un fisico modellato dai duri allenamenti a cui era sottoposto. Jack era uguale a suo padre Arthur Pendragon, Re di Camelot.
Non lo era solo di aspetto, purtroppo lo era anche caratterialmente, a quanto diceva la madre.
"Tuo padre è un asino" esclamava con vigore, lasciando però che da una parte insultasse il suo stesso figlio, infondo, dalla madre aveva preso la magia e ... null'altro.
Fece scorrere la mano dentro l'acqua, lasciando che la sua maschera di disapprovazione verso di sé venisse cancellata da sé stesso.
"Per Dio, non voglio penalizzarmi" disse rivolto a sé stesso irritato "sono Jack Pendragon, principe ereditario e futuro Re di Camelot" continuò, stavolta più fieramente, osservando il suo scudo a terra con un certo orgoglio.
Era solamente uno scudo di legno di quercia. Non era nuovo, anzi, ma lo aveva dipinto lui stesso con una tintura color porpora, tracciando l'incerto profilo di un drago, segno distintivo della nobile casata dei Pendragon.
Sorrise gonfio d'orgoglio e la sua mano finì nuovamente in acqua, mentre i suoi occhi si dipinsero d'oro per un secondo, lasciando che una bolla d'acqua si innalzasse in aria, creando un effetto di luci e cristalli all'interno di quell'acqua così limpida e pura.
Mosse la mano e la bolla si allungò in orizzontale, lasciando che vi potesse vedere attraverso.
Un risolino gli scappò dalle labbra, quando la sua vista venne distorta dall'acqua. Le fece cambiare nuovamente forma e di nuovo i suoi occhi chiari ne guardarono attraverso, lasciandolo immobile, come se fosse stato pietrificato.
Due occhi smeraldini ricambiarono il suo sguardo ed un sorriso increspò le labbra del ragazzo sconosciuto, lasciando che anche il principe sorridesse a sua volta.
Quegli occhi verdi si abbassarono un istante e il nobile allargò il suo sorriso ancora, notando le gote del giovane sconosciuto colorarsi di rosso.
Jack chinò il capo all'indietro e scoppiò a ridere, lasciando che quelle colline verdi cercassero, sensibili, qualche traccia di scherno, non trovandone.
"Ciao" sussurrò il biondo, ricevendo in risposta un lieve "ciao" che fece battere forte il suo cuore.
Ancora una volta quegli occhi sfuggirono ai suoi e Jack avanzò di un passò, lasciando che la sua magia si infrangesse.
Finalmente i due occhi si incontrarono nuovamente e il biondo mise lo stivale nel ruscello, non preoccupandosi di bagnarsi ed allungò la mano verso quel ragazzo, che si morse il labbro inferiore, facendo avanzare la sua mano verso il biondo.
Le dita si intrecciarono in quelle più sottili e curate del forestiero, che le strinse a sua volta, contro quel palmo ruvido.
Le labbra di Jack si aprirono, ma non una frase ne uscì, semplicemente il cuore martellò forte nel suo petto creando un soave rimbombo nelle sue orecchie, sorde a qualsiasi altro rumore.
"Ciao" disse nuovamente, poggiando la mano libera su quella gota liscia, percependo il calore che quella pelle irradiava.
Il suo animo raggelato prese fuoco e le loro labbra si sfiorarono in un soave bacio, un leggero contatto, che scatenò la magia nel corpo del giovane principe.
Il vento si alzò all'improvviso ed alcune foglie caddero a terra silenziose.
Jack poggiò entrambe le mani al volto dell'altro, lasciando che le labbra si premessero nuovamente, e stavolta più decise. Ancora, la magia dentro di sé ribollì.
"Chi sei?" chiese a voce bassa, con le labbra ancora a poca distanza del compagno, prima che questi si staccasse di colpo per un forte richiamo.
Il ragazzo corse al di là del ruscello, recuperando la sua borsa in cuoio marrone, scappando nella direzione opposta.
Jack rimase immobile, stordito quasi, prima che il suo corpo fu buttato nell'acqua da una forte spinta di William, o meglio Will, un suo compagno d'armi ed amico fidato.
La sua famiglia e tutto il suo villaggio fu sterminato  dal can di Mordred, e lui fu l'unico sopravvissuto a quel massacro, prima che i cavalieri di Camelot giungessero, invano, in soccorso all'ormai perduto villaggio.
William era stato trovato in ginocchio nel sangue dei suoi cari, impaurito e pieno di dolore, tanto da scagliarsi contro il padre di Jack quando questi si era avvicinato.
L'amico infatti, nonostante sapesse che contro un cavaliere, nettamente superiore, non avrebbe potuto nulla, l'aveva attaccato, armato di coraggio e tenacia che affascinarono il re, tanto da portarlo con sé a Camelot e farlo diventare un giovane e futuro nobile cavaliere.
Jack scosse il capo e si scagliò contro l'amico che rise forte.
"Dov'eri sparito biondo reale?" domandò, cercando di bloccarlo a terra, senza successo.
"A cacciare" rispose il principe, riuscendo a liberarsi della presa del giovane amico, buttandolo lontano da sé con un ghigno, per poi tornare a guardare il punto in cui "occhi verdi" era sparito.
"Che guardi, Jack?" chiese Will, nuovamente in piedi, porgendogli una mano guantata che il biondo afferrò volentieri, tirandosi su.
"Nulla Will, guardavo solo una visione frutto della mia fantasia" rispose sorridendo enigmatico, spintonandolo.
Il moro amico inarcò un sopracciglio confuso e gli sventolò la mano davanti gli occhi ridacchiando mesto "Jack tu parli di enigmi. Una visione dici? Dimmi ..." Lo prese per il polso e lo fece girare tirandoselo contro il proprio corpo "questa visione era una dolce fanciulla nuda nel ruscello oppure un giovane fanciullo?" domandò imitando un ballo al quale il nobile rise, staccandolo e allargando le braccia.
"Era un giovane fanciullo dalla pelle chiara come i raggi di luna e gli occhi verdi come due smeraldi preziosi".
Will tirò fuori la spada e la fece roteare con un gioco di polso.
Jack fece lo stesso con la sua, ed entrambi si guardarono negli occhi.
"Dimmi, questo fanciullo era - che sò - una visione o era reale?" chiese il moro colpendo la spada dell'amico che parò agilmente, ghignando.
"Era carne e sangue Will, non era  un sogno, ho baciato le sue labbra e ho sentito il dolce sapore dell'amore su di esse" dichiarò parando l'ennesimo colpo del compagno d'armi.
"Ah si? L'hai pure baciato e ora ..." colpì forte la spada dell'altro creando un forte rumore d'impatto metallico "il tuo cuore è stato trafitto dall'avido cupido, che più d'ogni altro brama la sofferenza degli amanti?".
Jack colpì con forza e si avvicinò con il viso a quello dell'amico "Ho sentito il sapore dell'amore, non che mi sono innamorato" replicò ridendo, lasciando che il moro incatenasse le spade, tenendo stretta la sua elsa "Sei sicuro Jack? I tuoi occhi mi dicono che Cupido ha colpito il tuo cuore, centrandolo in pieno. Ora non hai più scampo".
Il principe restò immobile e sbatté più volte le palpebre, prima di scoppiare in una gioiosa risata, seguita subito da quella dell'amico.
Amore?
Amore?
No, era stata la magia del momento a far fremere il suo essere, non di certo l'amore.
"Allora Jacky" disse Will riponendo la spada nel fodero "la tua caccia è stata fallimentare, tuo padre è in giro con i cavalieri ed io proporrei di raggiungere gli altri alla taverna per un bel boccale di Idromele in compagnia di Hannah".
Il biondo sospirò scuotendo il capo "Lo sai che non posso, devo finire la caccia con mio padre e il suo seguito" esordì, osservando la foresta silenziosa.
Il moro fece spallucce e gli diede una pacca amichevole sulle spalle " Non importa, vuol dire che ci porterò tuo fratello" esclamò allegro, evitando un sasso lanciatogli dal nobile amico.
"Will non portare a bere mio fratello, lo sai che poi mio padre darà la colpa a me e mi metterà alla gogna" ringhiò, umiliato da tutte quelle volte in cui il padre l'aveva mandato alla gogna per punizione.
Asino borioso e sadico, pensò dando ragione alla madre, ignorando la risata dell'amico che si stava allontanando.
Era meglio pensare alla caccia, in fondo Will era suo amico e non l'avrebbe fatto, giusto?
Chinò il capo sconsolato, pensando ancora a quegli occhi e quel viso, scuotendo il capo.
No.
Era stato solo un momento.

To be continued.


   
 
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