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Autore: Altariah    14/08/2011    5 recensioni
Il concetto di felicità non è complesso, ma a volte soltanto un po' bastardo; lei è una ragazza che deve solamente decidere per la propria felicità o per quella di qualcun altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Achenio [II]





Certo era strano che il mio vestito fosse solo appena sgualcito in un piccolo, insignificante punto nell'orlo destro della gonna. Aveva, oltretutto, lasciata basita non solo me il fatto che tutti i bottoni -sebbene alcuni, dai fili un po' tirati- fossero rimasti tutti attaccati alla giacca del mio shokunin.
Mano a mano che l'orologio avanzava sentivo sempre di più un senso di calore alle guance, e ridevo continuamente. I ricordi sono un po' offuscati verso la fine, credo che quella volta fosse stata la mia prima sbornia, per quanto leggera. Non ero mai stata così, quel carattere leggero e spontaneo non mi era mai appartenuto fino a quella sera, neppure quand'ero ancora una bambina.
Era ormai notte fonda quando le voci e le risa si abbassarono lentamente di fronte alla tenerezza di diversi sguardi lanciati da Soul e Maka, l'uno nei confronti dell'altra, e alla dolcezza dei loro lineamenti mentre riguardavano, assieme a noi invitati, un album di foto degli anni passati. Non sembrava che fosse passato così tanto tempo da allora, eppure non potevo negare che insieme al mio partner ed i miei amici, le stagioni erano scivolate in fretta.
Sentii le lacrime affiorare qualche volta, soprattutto mentre Maka sfiorava incredula il proprio piccolo viso sulla foto, e sorrideva, andando a cercare accanto a sè il ragazzo che le avrebbe donato la vita, combattendo al suo fianco, disposto a tutto purchè lei non venisse ferita. Le immagini di gruppo erano stupende, vedere quanto il tempo avesse mutato i corpi ed i caratteri, gli atteggiamenti di ognuno di noi era emozionante e misterioso allo stesso momento.
La festeggiata voltò l'ultima pagina, e i suoi occhi brillarono. Erano lei e Soul, abbracciati, e le loro fronti si sfioravano. Lei non avrebbe mai permesso di farsi scattare foto così, in certi momenti. Sogghignai quando la falce lanciò un'occhiata a Black*Star, perchè erano stati loro a decidere questo piccolo regalo, l'album per Maka, e la foto finale.
La ragazza bionda si voltò verso la propria arma, imbarazzata e confusa. -Stupido. - Ma lui la guardò un attimo, e l'attirò a sè subito dopo, lasciandole un leggerissimo bacio sulla fronte. -Tavola da surf.- Le ridacchiò accanto all'orecchio.

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Avevo sentito poche volte lo scalpiccio particolare delle suole e dei tacchi su di un marciapiede bagnato, sarà perchè a Death City non piove praticamente mai. Ma, essendo un giorno speciale di un anno speciale, quella sera piovve. Appena, ma bastò a farmi ricordare il profumo ed il suono della pioggia. Io e Black*Star camminavamo lentamente; non sarei voluta cadere, ritornando a casa leggermente ubriaca.
Non parlammo affatto, nè ci guardammo negli occhi durante il tragitto. Non dicemmo neppure una parola mentre stavamo andando in letto, non ce n'era bisogno, come non c'era bisogno di spiegazione alcuna, quando il mio shokunin si prese la briga di spogiarmi e farmi indossare la camicia da notte. Non ci dovevano essere parole in quel momento magico, non c'erano rossori sulle guance; c'eravamo noi, i nostri respiri ed i nostri gesti. Black*Star mi posò una mano sul braccio e risalì sulla spalla. Gli portai le braccia al collo, gli sfiorai una guancia e chiusi gli occhi.
Mi lasciai sollevare e adagiare nel nostro letto ascoltando i suoi fruscii mentre si sistemava accanto a me. Ascoltai il click dell'interruttore, lasciandomi cullare dall'oscurità e dal suo calore che cercavo da sempre.
-Ehi, tutto bene?- Annuii appena, rifugiandomi tra le sue braccia, passando con i polpastrelli contai tutte le cicatrici in rilievo. Ne aveva molte sulle spalle, sugli avambracci, sul petto e sulla schiena. Era un allenamento troppo duro il suo, ma dopotutto, l'ambizione di superare persino il nostro dio si era assopita soltanto, ma mai si era sciolta.
-Soul e Maka erano bellissimi stasera- Risi, pensando a quanto fosse bella la felicità di loro due, la loro naturalezza. Forse mi ero innamorata del loro amore, era talmente semplice, e si rinnovava ogni giorno, mentre si punzecchiavano e finivano per ridere insieme. Erano bellissimi, e liberi quanto un piccolo achenio nel vento.
-Tsubaki... non credi che noi potremmo stare insieme come loro?- Sussultai. Non doveva dirlo, io... io non sarei potuta stare con lui per sempre come avrebbero potuto fare i nostri amici.
Feci finta di non udirlo e strinsi la sua canottiera tra le dita, mentre la inzuppavo silenziosamente di lacrime.

Non posso, io sono una Nakatsukasa.
  
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