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Autore: charblack    14/08/2011    4 recensioni
Diciannove anni dopo. La Rowling ci ha lasciato con un dubbio atroce: Albus Severus Potter, colui che porta il nome di due presidi di Hogwarts, seguirà il consiglio di suo padre e chiederà al cappello di mandarlo a Grifondoro? Oppure un nuovo amico lo convincerà che non è la scelta della casa che conta, ma il carattere di una persona?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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So che non ci sono scusanti, quindi vi chiedo solo di avere pietà di me e passare oltre. Se davvero volete ringraziare qualcuno per questo capitolo, ringraziate Mollymolly, senza la sua recensione forse questa storia non sarebbe mai finita.

La ringrazio immensamente anch'io. Ho provato in tutti i modi a scrivere questo capitolo ma continuavo a bloccarmi. Perciò grazie di cuore Mollymolly!

Questo è l'ultimo capitolo, ma non temete, ho cominciato a scrivere una raccolta su alcuni personaggi di HP (giusto per non fare pubblicità eh)

 

 

 

 

 

Le lezioni erano ormai giunte al termine e Albus si sentiva decisamente sollevato. Non che la giornata non fosse andata bene, aveva scoperto di essere discretamente portato per incantesimi e la doppia ora di pozioni era passata senza intoppi. Il gene Potter doveva avergli risparmiato almeno quell'umiliazione.

Quindi, a livello scolastico, la giornata era andata più che bene. Era il livello sociale che lo preoccupava. Tutti continuavano a fissarlo come uno schiopodo sparacoda e, se dapprima ne fosse stato imbarazzato, ora cominciava davvero ad irritarsi. Fortunatamente c'era Scorpius con lui che rasserenava quell'atmosfera tesa.

In quel momento però era completamente da solo giacché l'amico era sparito con una scusa alquanto ridicola.

“Solleticare una pera...bah! È chiaro che mi ha raccontato una balla” mormorò Al mentre svoltava per raggiungere il suo dormitorio.

“TU!”

Si voltò di scatto, deglutendo pesantemente quando riconobbe la voce. La giornata stava prendendo decisamente una brutta piega. Perché, per Merlino, suo fratello James stava venendo verso di lui con i capelli più sconvolti del solito e un fastidioso tic all'occhio che lo faceva sembrare un pazzo? E soprattutto, com'era possibile che fosse riuscito ad avvicinarsi tanto a quella che il maggiore considerava la “tana del demonio” senza che si fosse preso un accidente?

“TU!” ripeté James arrivando di fronte al minore indicandolo (accusandolo) con il dito.

Ad Albus non restò che alzare gli occhi al cielo, cercando di non sembrare troppo esasperato.

“Dimmi James”

“Dimmi James? È tutto ciò che hai da dire a tua discolpa?!”

“Ma di che stai parlando Jamie? Solitamente sei tu che combini casini, e comunque è solo il primo giorno. Cosa vuoi che abbia combinato?”

No, Albus decisamente non capiva in che guaio si stesse cacciando. Vide il fratello boccheggiare indignato prima che un urlo, che ad Albus parve decisamente da donnetta isterica, scaturisse dalla sua bocca andando probabilmente a risvegliare anche le acromantule nella foresta proibita.

“TRADITORE! Vedi?! Quelle maledette serpi ti hanno già contagiato! Come puoi dire che non è una colpa essere capitato a...”

“Aspetta un attimo” lo interruppe deciso Albus. “Mi vuoi far credere che stai piantando tutto questo casino solo perché...”

“...sei finito a Serpeverde!” concluse per lui il maggiore, che sembrava appena uscito da un incontro di Quidditch.

Alla tenera età di undici anni, Albus conobbe per la prima volta l'istinto omicida. Si chiese per un istante se a Lily sarebbe mancato quel demente, ma poi decise che lui bastava e avanzava. Dopotutto James era un essere inutile.

“Ok, sono finito a Serpeverde. Pace all'anima di Grifondoro.”

“ERESIA! Che ti hanno fatto Albus?! Oh, il mio piccolo e ingenuo fratellino! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello! SERPI!”

Albus non sapeva che fare. Per un attimo aveva pensato davvero di ucciderlo, ma trafugare il corpo sarebbe stato difficile. E poi c'erano un sacco di testimoni. Gli studenti cominciavano ad arrivare come api al miele, incuriositi dallo scontro Potter vs Potter.

“Potter, ti si sente dalla Sala Grande!”

Scontro che presto sarebbe diventato una carneficina. Scorpius Malfoy era appena arrivato sul luogo dello scontro.

“Che ci fai tu qui?!” Si passò una mano sulla faccia quando vide James cambiare bersaglio. Non era certo che fosse un miglioramento. Scorpius per tutta risposta inarcò saccente un sopracciglio.

“Fino a prova contraria questa è la strada per arrivare al dormitorio Serpeverde. Quello fuori posto sei tu”

“Taci ossigenato!”

Scorpius non raccolse la provocazione, girandosi verso l'amico come se niente fosse.

“Ciao Al, tutto a posto?”

“Uhm, sì” borbottò poco convinto Albus.

“Non rivolgerti ad Albus in tono così confidenziale!”

Il biondo si guardò intorno noncurante. “Ehi Al, mi è parso di sentire una voce”

“CHE?! Stupido finto biondo!”

Stavolta Scorpius raccolse.

“Ha parlato quello con un cespuglio di rovi in testa”

“Come osi?! NANO! Con quei capelli sembri una stupida lampadina!”

Ad Albus sembrava di assistere al litigio di due mocciosi. Diamine, quei due erano proprio infantili, neanche sua sorella e Hugo si comportavano così!

“E comunque, il mio colore di capelli è naturale!”

Stavano davvero litigando per dei capelli?

“Raccontalo a qualcun altro ossigenato!”

“Te lo può confermare Albus, non è vero Al?”

No, Albus non era certo di volere entrare nell'argomento.

“E io che centro adesso?” Che poi, a lui i capelli di Scorp sembravano naturalI, ma in fondo come poteva saperlo?

“E' vero Al? Lì sotto è biondo?”

“Ma io che ne so!” Ok, stavano decisamente passando il limite! Quei due maniaci repressi!

“Se vi interessa così tanto perché non vi chiudete in bagno e controllate?!”

La frase dovette fare il suo effetto, perché i due dapprima lo guardarono scioccati e poi si fissarono disgustati.

“MA CHE SCHIFO!” urlarono in perfetto sincrono.

“Ma che carini, ora parlate pure assieme!” cinguettò Albus che ci stava decisamente prendendo gusto. Ora doveva solo ritirarsi.

Sorrise ai due, voltando loro le spalle e cercando di raggiungere la sala comune senza ulteriori scenette imbarazzanti.

Stava giusto per entrare quando qualcosa, qualcuno, non gli arrivò da dietro. Sono morto, si ritrovò a pensare Albus, almeno finché non si accorse dell'identità di quel qualcuno.

Scorpius.

Scorpius lo stava abbracciando.

“Scorp, perché mi stai abbracciando?”

“Vendetta”

Riuscì solo a vedere il ghigno sadico di Scorpius prima che quest'ultimo lo baciasse.

Un tonfo sordo.

Come di un corpo che cade a terra.


 

  
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