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Autore: bells swan    15/08/2011    20 recensioni
Dal primo capitolo:
- Gli porgo la mano. “Io sono Bella”.
Sorride. “È bello vedere che almeno una donna su cinque ha un’alta considerazione di se stessa”. Ritorna serio e riabbassa la testa sul libro. “Sì, sei molto carina” si limita a dire.
Alzo gli occhi al cielo. “Bella è il mio nome” specifico.
“Come vuoi” borbotta senza neanche guardarmi.
Mi appoggio alla sedia, osservandomi intorno e cercando altre scuse. Non ne trovo. Passo al sodo. “Ho bisogno del tuo aiuto” mormoro, diventando improvvisamente seria.
Annuisce con gioia, alzando finalmente la testa. “Certo. A circa sei isolati da qui c’è un centro specializzato per malati mentali come te. Se vuoi ti do un passaggio”.
Gli lancio un’occhiataccia. “Non sono pazza”. Scrollo le spalle. “Ho solo bisogno del tuo aiuto”.
Riabbassa la testa. “E di cosa avresti bisogno?” chiede con indifferenza.
“Vuoi essere il mio fidanzato?” domando, gli occhi che brillano. -
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amor non si comanda... o sì?'
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“Bella!”
Io e Edward stiamo scendendo le scale per raggiungere gli altri in chiesa ma la voce di mia zia mi fa bloccare. Salgo i pochi scalini che ho fatto per portarmi dietro la porta della camera da letto della zia. “Dimmi, zia.”
“Ho bisogno del tuo aiuto” mormora disperata.
Edward mi ha seguito perciò ha sentito tutto.
“Fa’ una cosa: giù ci sarà mia madre, aspettami lì, tanto poi ce ne andiamo tutti insieme” spiego.
Alza gli occhi al cielo ma unisce le gambe e si porta una mano in fronte come un soldato. “Sissignore” e se ne va prima che possa urlargli quanto è scemo.
Mi ritrovo, però, a sorridere io come una scema di fronte a quella scena. Apro la porta, trovando mia zia seduta sul letto in accappatoio, pallida in volto.
Zia Victoria è sempre stata come una seconda madre per me e mi dispiace che adesso si trovi in uno stato ansioso.
“Zia, va tutto bene. L’hai già fatto” mormoro, chiudendo la porta, per poi sedermi vicino a lei e accarezzarle delicatamente la guancia.
Scuote la testa. “No… mi sento come quindici anni fa. Guarda.” Mi mostra la mano che trema visibilmente. “Amo tuo zio, ma risposarmi… ho paura.”
“E di che cosa?” Cerco di essere gentile, di capire a fondo i suoi pensieri ma mi riesce molto difficile: per me, sposarmi con la persona che amo e mi ama sarebbe una cosa talmente emozionante che non ci sarebbe spazio per la paura dentro il mio cuore.
Ma non mi sono mai innamorata, mai sposata, perciò non posso giudicarla.
“Non lo so!” esclama, sull’orlo di una crisi isterica.
“Zia, cosa hai provato quando quindici anni fa ti sei ritrovata sposata con zio James?” domando. Sto improvvisando, non so cos’altro fare.
Deglutisce. “All’inizio ero spaventata… durante la cerimonia tremavo per l’emozione ma… James mi guardava così intensamente che mi concentravo solo su di lui e alla fine credo di essermi potuta considerare la donna più felice del mondo.” Termina il suo racconto fissandomi, gli occhi le brillano al ricordo e trema sicuramente meno.
Sorrido. “È la stessa cosa, adesso. Tu devi solo concentrarti su tuo marito, il resto non conta. Non esiste.”
Zia mi fissa incerta, sospira e chiude gli occhi ma, quando li riapre, sorride tremula. “Grazie.”
Emetto un gridolino, abbracciandola. “Adesso devi prepararti.”
Passo mezz’ora chiusa con mia zia e Tanya, che ci ha raggiunte subito dopo non appena era pronta anche lei. Non sa che la madre ha avuto una crisi – quasi − dovuta all’emozione.
Ci dividiamo i compiti: io le faccio un’acconciatura semplice come mi ha istruito mia zia, Tanya si occupa del trucco.
Le facciamo indossare l’abito e la invitiamo a guardarsi allo specchio.
Le guance di mia zia sono rosee, dovute all’emozione, gli occhi le brillano e le labbra sorridenti tremano leggermente.
Mia zia è sempre stata una bella donna, oggi in particolar modo.
“Scendiamo, mamma?” domanda Tanya, porgendole il bouquet piccolo di fiori.
Mia zia annuisce, sorridendo.
Io scendo per prima, raggiungendo fuori mio padre e Edward. Appoggiato con le mani in tasca, Edward ride divertito parlando con mia madre.
 
  
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Dio mio… complimenti alla mamma e al papà.
“Come mai ci hai messo tanto?” domanda mia madre non appena mi vede.
Papà e tutti gli altri sono già in chiesa, zio James per primo.
“Zia ha quasi avuto una crisi per la paura di risposarsi una seconda volta” spiego affiancando Edward.
Tra un po’ scenderanno zia Victoria e Tanya.
“E adesso come sta?” chiede, sgranando gli occhi.
“Ansiosa, ma sta meglio. Sta scendendo e Tanya è con lei” mormoro.
Tre secondi dopo, eccole che escono fuori dalla loro casa.
Saremo pochi intimi al matrimonio; la mia famiglia, i miei zii, Tanya, Garrett, i miei nonni, e i parenti di zio James più alcuni amici.
Non conosco i parenti di zio James perché è uno zio acquisito, essendo mia zia Victoria la sorella di mia madre.
Mamma accompagna mia zia e Tanya nella sua auto, io vado con Edward.
“Posso chiederti una cosa?” domanda Edward con tono incuriosito.
“Certo.”
“Come mai odi tanto tua cugina Tanya? A me sembra molto simpatica e ti vuole un gran bene.”
Rido. “Io non odio Tanya, che sciocchezze vai dicendo? Non la sopporto, il che è diverso.”
Edward mi lancia un’occhiata in cui esprime tutto il suo scetticismo sul fatto che sia diverso non sopportare una cugina dall’ odiarla.
Sbuffo. “È diverso.”
“E perché non la sopporti?” continua.
“È bellissima” ammetto sibilando.
Ennesima occhiata, stavolta sconvolta. “Sei gelosa?”
Inarco un sopracciglio, guardandolo arrabbiata. “Be’, che c’è? All’età di dieci anni non avevi un cugino che invidiavi perché ce l’aveva più lungo del tuo?” domando, riferendomi alle parti basse di un uomo.
Scuote la testa, come non potendo capire, ma un breve sorriso spunta sul suo volto. “Bella, tu sei diversa da tua cugina. Entrambe siete belle di una bellezza diversa.”
Scuoto la testa, amareggiata. “Lei è più bella di me” sussurro, dispiaciuta.
“Lei ha una bellezza più appariscente della tua, mentre tu sei bellissima a modo tuo, in modo semplice.”
Lo guardo sconvolta. “Grazie, adesso mi sento meglio!” urlo.
Emette un gemito strozzato. “Il mio voleva essere un complimento!”
“Basta Edward!” sentenzio, sull’orlo delle lacrime, incrociando le braccia al petto. “Per oggi hai fatto abbastanza danni!”
Edward ha il viso sconvolto.
Ma sconvolto che?! Dovrei essere io quella sconvolta! Col cazzo che voleva farmi un complimento, tutti uguali gli uomini!
Mi faccio aria con le mani in modo tale che gli occhi pieni di lacrime mi si asciughino. Tra i miei tanti difetti, quando sono arrabbiata mi metto a piangere dal nervosismo. Adesso però, non mi sento più arrabbiata. Sono offesa e gli occhi pian piano ritornano ad essere asciutti.
Sospiro, contenta che il trucco non si sia rovinato. Avrò impiegato due ore stamattina a trovare quello che più si adattava al vestito esaltando anche il colore dei miei occhi.
Quando giungiamo in chiesa, mi sento in pace con me stessa. Se è vero che sono permalosa e mi arrabbio/offendo subito, è anche vero che mi passa in fretta.
Papà, James e Garrett sono fuori che fumano una sigaretta. Zio James è quello più nervoso, lo vedo.
Quando esco dall’auto, prendo Edward per mano, avvicinandomi al gruppetto.
“Nervoso, zio?”
“Cosa te lo fa pensare?” chiede.
“Il fatto che hai fumato cinque sigarette in quanto? Mezz’ora?” Ai suoi piedi ci sono mozziconi di sigaretta.
“Ah.” Capendo che ho ragione, non ribatte.
Un modo per alleviare la tensione spostandola su qualcos’altro c’è? Sì.
Rido. “Dai, non preoccuparti. Pensa solo che non appena la cerimonia finirà, potrai occuparti di zia Victoria.”
Mi guarda aggrottando le sopracciglia, calmandosi un po’.
Bene.
“Lo faccio già da parecchio, oramai.”
Faccio una finta faccia sconvolta. “Lei non te l’ha detto?”
“Dirmi che?”
Scuoto la testa con vigore. “Non posso dirtelo, sarà lei a dovertelo dire.”
“Bella, non puoi fare questo a tuo zio. Hai detto che sono il tuo preferito, ricordi? E poi, chi ti ha fatto avere il bambolotto di Ken bagnino all’età di dieci anni?”
Mio padre lo fissa sconvolto. “Ti avevo impedito di comprarle quella bambola! Gli si vedeva tutto e mia figlia era ancora ingenua, James!”
Era, appunto. E neanche tanto.
“Va bene, va bene.” Alzo le mani in segno di resa. “Te lo dico io, ma quando sarà la zia a dirtelo fingiti sorpreso.”
“Lo giuro.”
“Zia Victoria è incinta.”
Il respiro di tutti si blocca.
“Che cosa? Davvero lei è…” interrompo zio James.
“No, ma almeno ti ho fatto distrarre per dieci minuti, no?” mormoro con un sorriso ingenuo sul volto.
Alza gli occhi al cielo mentre posa la sua mano destra sul cuore.
“Bella!” mi rimprovera mio padre.
“Ehi! Io volevo semplicemente aiutarlo. Bel ringraziamento.” Me ne vado portandomi dietro Edward.
“Gli stavi facendo venire un infarto” sussurra sconvolto.
“Dio, che siete esagerati voi uomini” dico arrabbiata, entrando in chiesa.
La cerimonia si svolge normalmente. Mi emoziono tanto da avere gli occhi lucidi, mentre spero che anche io un giorno potrò incontrare un uomo che mi guardi esattamente come zio James guarda zia Victoria.
Voglio l’amore, lo pretendo. Non mi considero egoista, in fondo lo siamo un po’ tutti e volere l’amore… forse è indice di ingenuità, sta di fatto che lo desidero.
Forse è per questo che a quasi diciotto anni sono ancora vergine e non ho mai dato un bacio con la lingua. Baci a stampo sì, ma mai davvero approfonditi. Voglio aspettare l’uomo giusto.
Quando la cerimonia finisce, gli uomini vanno a congratularsi con zio James mentre noi donne con zia Victoria, che piange di felicità.
Ovviamente, poi facciamo gli auguri anche a zio James.
Edward non c’è più così esco fuori dalla chiesa e lo vedo che mi da le spalle. In mano tiene una sigaretta.
Purtroppo per me, ho un debole per i sederi maschili e… quello di Edward è perfetto.
 
  
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Non resisto alla tentazione e, avvicinandomi, gli do un pizzicotto su una natica.
Oh mio Dio… è dura e morbida allo stesso tempo!
“Ehi, come va?” Meglio pensare ad altro. Gli circondo la vita con le braccia, poggiando il mio mento sulla sua spalla.
Si volta verso di me sorridendomi. “Alla grande. Una ragazza mi ha appena toccato il culo.”
Mi fingo scioccata. “E chi è stata?”
“La mia fidanzata” afferma, voltandosi e attirandomi a sé.
Sorrido soddisfatta. “Allora non ci arrabbiamo con lei, vero?”
Sorride soddisfatto anche lui, facendomi appoggiare contro il suo petto. “No, non ci arrabbiamo.”
È ovvio che è una messinscena per tutti i miei familiari che stanno uscendo dalla chiesa.
Ho la guancia poggiata contro il petto di Edward, le mie braccia ancorate al suo bacino, lui che con un braccio mi tiene stretta a sé mentre con l’altro tiene la sigaretta in mano per portarsela qualche volta in bocca.
Alzo lo sguardo proprio mentre sta aspirando il fumo, osservando la bocca come si racchiude intorno al filtro e… di nuovo devo cambiare argomento.
“Da quanto fumi?”
Butta fuori il fumo dal naso. Mi sento male per quanto è sexy.
“Non fumo, ma qualche volta prendo una sigaretta… diciamo che in un anno fumo meno di quindici volte o poco più. Sai, ci tengo alla mia salute, ma mi piace comunque fumare.”
Annuisco, interessata. “Io non ho mai fumato… posso fare un tiro?” chiedo.
“No” mormora categorico.
“Perché tu sì e io no?” piagnucolo.
Sorride ma non risponde, riprendendo a fumare.
Lo guardo tristemente.
 
  
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“Sei cattivo” sussurro.
Mi lascia un bacio sulla fronte. Se fossimo realmente fidanzati, mi sarei sciolta come neve al sole.
“Lo faccio per te, bambolina.”
“Bambolina?” domanda Tanya, avvicinandosi a noi e tenendosi mano per mano con Garrett.
Incredibile quanto quel ragazzo l’abbia cambiata; prima la dava a destra e a sinistra, incontra lui un anno fa e… Puff! Tanya diventa una santarellina. Con gli altri però, perché scommetto che con lui sarà tutto fuorché una santa. Almeno a letto.
“È così che chiamo Bella” risponde Edward, rivolgendomi un sorrisino felice.
Sorrido. Se crede che lascerò sorvolare la cosa si sbaglia, non mi conosce. “E mi fai impazzire quando mi chiami così, biscottino.”
Quasi scoppio a ridere quando Tanya nasconde la sua risata con un colpo di tosse; Garrett ghigna divertito e Edward fa scomparire dal suo volto il magnifico sorriso che gli era comparso.
Sorrido, nascondendo il mio volto nell’incavo del suo collo.
Uno a zero per me.
 
 

Spazio autrice


Buon ferragosto! Non avevo ancora scritto il capitolo ma oggi a pranzo ho deciso che era giusto farvi una sorpresina per l' affetto che mi mostrate in ogni mia storia e... ebbene: eccolo qui, il nuovo capitolo!
E devo dire, ancora più lungo di quello dove ho raccontato l’ incontro di Bella e Edward secondo la ragazza, quello con la foto di Edward con la faccia sconvolta.
Mi è piaciuto scrivere questo capitolo, soprattutto Bella che non si lascia abbattere e risponde sempre a Edward, come alla fine xD
Molti l’ hanno paragonata a Alice, e avete ragione. È tale e quale ad Alice perché io assomiglio molto a questo personaggio e alla Bella della mia storia volevo dare un po’ di me.
Il fatto che sia indecisa su cosa mettere, che voglia abbinare tutto, le scarpe che sono il suo punto debole, che tocchi il culo ad Edward, beh… quella sono io x)
Ma chi non vorrebbe toccare il culo a Edward/Robert? :Q____
E le foto? State ancora bene? Spero di sì <3
Il capitolo non è betato perchè, appunto, l' ho scritto a pranzo e non lo potevo mandare alla mia beta se volevo postarlo oggi per farvi una sorpresa ma lo manderò subito, così da poterlo correggere in seguito.
Ringrazio le 21 persone che hanno commentato l’ avviso scorso (e a cui risponderò non appena sarà pubblicato questo capitolo). Grazie di cuore <3
Un bacio e ancora buon ferragosto <3
   
 
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