~ KlaineSongs ~
5°_ Hey, soul sister ~ Blaine
~ Dove, in ogni caso, sarò il suo angelo
custode ~
«Perfetto,
Usignoli: siamo qui per dare il meglio di noi. Stavolta andremo alle Provinciali,
mi avete sentito? Noi andremo alle
Provinciali. Quindi, fate sparire immediatamente quell’aria tesa ed impaurita dai
vostri volti e fatemi un bel sorriso! Stavolta li lasceremo a bocca aperta.
Tutti!»
Gli altri
Usignoli mi guardano sorridendo e i loro sguardi sembrano dire “il solito
Blaine”. Ormai sono abituati ai miei discorsi da coach prima di una
competizione e Wes e David mi hanno più volte detto
che sono quasi diventato una specie di rito pre-gara
– di quelli scaramantici, senza i quali non è possibile vincere. Non so se
sentirmi offeso o lusingato dalla cosa, eppure non posso fare a meno di
incoraggiarli in quel modo: serve innanzitutto a me.
«Ehi, dov’è il
novellino?» chiede ad un tratto David e tutti gli Usignoli, dopo essersi
guardati intorno, mi fissano come se
dovessi per forza sapere io la risposta.
«Cosa…? Non so
dove sia. Forse sta girovagando qua intorno…» rispondo evasivo e vedo Wes alzare un sopracciglio, poco convinto.
«Scompare a
pochi minuti dalla nostra entrata in scena e non ti preoccupi neanche un po’?»
mi chiede con tono d’allusione.
No. Non mi
preoccupo. Perché dovrei? È solo in giro, magari a sbollire la tensione…
Sarà sicuramente teso: in pochissimo
tempo ha cambiato scuola, ha dovuto adattarsi ad un nuovo Glee Club e sta per
esibirsi in una competizione ufficiale contro i suoi vecchi compagni di
squadra.
In un attimo
qualcosa scatta dentro di me, come una molla… anzi, come l’interruttore di una
lampadina.
«Wes, mi aiuti a cercarlo?» chiedo andando verso la porta e
l’asiatico mi sorride, rispondendomi con un sorriso.
Non è in
corridoio o dietro le quinte a spiare la gente in sala che attende l’inizio
delle esibizioni e i ritardatari che si affrettano a prendere posto. Noi saremo
i secondi ad esibirci, dopo gli Hipsters e ci sono dei posti riservati tra il
pubblico che dovremmo raggiungere per vedere la loro esibizione… se riesco a
trovare Kurt in tempo! Ma dove si è cacciato?
«Allora… come
va?» chiede Wes e ho la netta sensazione che la
domanda non si riferisca semplicemente alla mia salute.
Mi fermo e lo
guardo interrogativo, come se non avessi capito.
«Intendo con
Kurt…» precisa lui, portandosi mezzo passo avanti a me con l’evidente
atteggiamento di chi non si lascerà liquidare in due secondi.
Sospiro: so
quanto l’asiatico possa essere invadente – soprattutto se tiene particolarmente
all’argomento - e non provo nemmeno ad
opporre resistenza alle sue richieste: in ogni caso le esibizioni stanno per
cominciare, il che significa che la conversazione non durerà a lungo – o almeno
il primo round.
«Sta cercando di
ambientarsi… lo vedi anche tu…» rispondo evasivo e stranamente a disagio.
«E tutto questo…
perché…?»
«Che intendi?»
Stavolta,
davvero non capisco a cosa si riferisca. Wes mi
guarda, evidentemente spazientito dal mio comportamento, ma io gli faccio cenno
di non aver capito sul serio.
«Perché si è
improvvisamente trasferito qui, se sta facendo così tanta difficoltà?»
Lo sguardo che
mi rivolge stavolta mi sorprende: non chiede più solo per sapere, non è
qualcosa fine a se stessa. Ora sembra avere il mio stesso sguardo – la
preoccupazione, sottile, gli illumina gli occhi.
«Conosci i suoi
problemi con i bulli della sua scuola. Beh, sono andati oltre agli insulti:
spintoni contro gli armadietti… e…» mi blocco, reticente a parlarne: non so se
a Kurt farebbe piacere.
«Blaine… è…
successo come a te?» chiede ancora lui, anche se l’imbarazzo strozza la sua
voce.
Mi poggia una
mano sulla spalla in uno slancio di affettuosa comprensione che raramente è
stato tanto palese.
Io lo guardo,
sinceramente grato, sorridendogli.
«No, per fortuna no. Ma, in ogni caso… uno
dei bulli… gli si è avvicinato troppo e i suoi genitori hanno preferito che
continuasse gli studi qui, in tranquillità»
La
Dalton mi uccideva. Era ufficiale. Quale altro adolescente starebbe steso sul
proprio letto alle nove di sera? Mi sentivo davvero a pezzi, quasi avessi
affrontato un giorno di lavori forzati anziché una giornata di scuola.
Sospirai
mettendo le braccia dietro la testa per stare più comodo e chiusi gli occhi.
Avevo bisogno solo di un istante di tranquillità per riprendermi e poi sarei
scattato con un grillo, pronto per qualunque cosa si potesse fare alle nove di
sera con un gruppo di amici.
Solo
un istante... che si trasformò in un munito e poi in più minuti fino a che non
caddi in uno stato di dormiveglia per non so più quanto tempo.
Il
risveglio, in ogni caso, fu improvviso e scosso, come quando cadi dal letto e
ti riprendi a terra, guardando il letto come se fosse la cosa più assurda del
mondo.
Il
cellulare stava cantando a squarciagola.
Mezzo
stordito allungai la mano verso il comodino, andando a tentativi, fino a che
non ebbi quell’affare infernale tra le mani e potei leggere chi mi avesse
svegliato.
“Kurt”
Per
un attimo rimasi con il cellulare in mano e gli occhi incollati al display.
Kurt. Non l’avevo più sentito da quando era venuto alla Dalton e mi aveva
confessato i problemi con i suoi
compagni di scuola. Ero riuscito a dargli il mio numero di cellulare – in
extremis, fra l’altro – ma, oltre a dei messaggi di incoraggiamento, non mi ero
più fatto sentire. E nemmeno lui.
Risposi
con una brutta sensazione.
«Kurt!
Ciao» tentai di sembrare sicuro e calmo.
«Ehi,
Blaine…»
Al
contrario, lui non aveva neanche provato a fermare in tremore che spezzava le
sue parole.
«Kurt
che hai? È successo qualcosa?» mi preoccupai – al diavolo le apparenze.
«No.. no... Cioè, sto bene, però... Blaine...
Io... non avrei dovuto chiamarti…»
«Mi
pare che darti il mio numero di cellulare servisse a questo, invece!» lo
contraddissi, sperando che non attaccasse «Ora mi dici che succede?»
Seguirono
attimi di reticenza ed io ebbi paura che fosse davvero qualcosa di grave.
«Ho…
ho seguito il tuo consiglio... ed ho affrontato Karofsky stamattina» confessa,
ma non sembrava intenzionato ad andare avanti.
Un
nodo alla gola bloccava anche me. Stupido, deficiente, idiota! Che razza di
consiglio gli avevo dato? Lo aveva affrontato e a giudicare da quella chiamata
non era andata bene.
«Kurt,
ti ha picchiato? Ti ha fatto del male?!» quasi gridai, ormai completamente
sveglio «Vengo lì da te, cavoli! Dove… dove sei, a casa?» e poco importava che
non avessi idea di dove abitasse.
«No,
no, Blaine!» mi fece rinsavire lui «Sono a casa, ma non c’è bisogno che tu
venga: non mi ha fatto del male, sto bene… Io…»
Stava
bene. Non ricordavo da quanto non provassi un tale sollievo. Mi rilassai,
poggiando la schiena contro il muro e reclinando la testa.
«Allora
qual è il problema, Kurt? Perché sei tanto sconvolto?» chiesi – non avevo
dimenticato il suo tono affranto e spaventato.
«Karofsky
non mi ha fatto del male, ma… lui, ecco… mi ha baciato. Capisci? Il bullo che
sta rendendo la mia vita un inferno, mi ha baciato!»
Sembrava
che fosse sollevato per la confessione e preoccupato allo stesso tempo. Dal
canto mio, ero stato completamente spiazzato da quelle parole. Tutto, tutto mi sarei aspettato da parte di quel tipo,
fuorché questo gesto. E perché poi?
«Non
so perché l’abbia fatto – cioè, mi fa strano scoprirlo gay… insomma, non lui! Ma… questa cosa mi ha sconvolto parecchio,
Blaine…»
Avrei
voluto essere lì con lui – mi stavo rendendo conto che non ero affatto bravo
con le parole.
«Kurt…
non hai detto a nessuno di…questo?»
«Sei
il primo a saperlo. Sappiamo entrambi che non c’è da scherzare su cose del
genere… Ma… Blaine, ora ho più paura di prima!»
Sospirai.
Sapevo a cosa stava pensando e nonostante tutto, capivo anche perché aveva
tenuto il segreto.
«Stammi
a sentire Kurt. Domani vengo lì, al McKinley e parlo con questo tipo. Vedremo
di capire perché l’ha fatto e gli dirò di starti alla larga: non so quanto
possa esserti utile, ma devo fare
qualcosa» decisi risoluto ed ero certo che lui stesse sorridendo.
«Ora
però, va in cucina e cena, stupido» gli ordinai con voce velata dal sorriso e –
come credo – dovette rimanere impressionato da come avessi azzeccato il fatto
che non avesse ancora mangiato, perché ci fu un silenzio stupito.
«So
come vanno queste cose, Kurt – ci sono passato anch’io. Ora vai! Ci vediamo
domani ad ora di pranzo, d’accordo?»
«D’accordo,
Blaine. E… grazie, davvero» mi salutò.
Quando
ebbi attaccato, rimasi seduto sul letto, senza fare nulla, gli ultimi avvenimenti
che mi scorrevano veloci nella testa, senza che riuscissi ad afferrarli e a
concentrarmi su di essi.
Ero
certo solo di una cosa: se mai mi fosse capitata di nuovo una chiamata tanto
sconvolta da parte di Kurt, prima di farlo parlare, non avrei esitato a correre
a casa sua.
Mi rabbuio un
po’ ricordando quella sera, cosa che a Wes non
sfugge, ovviamente.
«Ehi, con te
starà benone! Insomma, l’hai detto tu: serve solo un po’ di tempo» mi
incoraggia con improvviso slancio, mentre riprendiamo a camminare alla ricerca
di Kurt.
Io annuisco,
sovrappensiero. Sono pienamente consapevole del fatto che quello che provo per
Kurt va al di là di una semplice amicizia: è stato tutto troppo veloce e sento
che mi sta coinvolgendo come niente prima d’ora – non si tratta solo di
amicizia, non di un’amicizia come le altre. Tengo molto a lui, davvero molto…
«Quello è ciò
che credo?»
La voce si Wes mi fa quasi sobbalzare, perso come sono in pensieri che
neanche io conosco – per un attimo ho dimenticato la sua presenza o il fatto
che stavamo cercando Kurt perché tra un po’ dobbiamo esibirci!
Gli occhi
sottili dell’asiatico sono di nuovo fissi su di me e stavolta ne ignoro
completamente il motivo – non escludo il fatto che abbia fatto un intero
discorso mentre io ero perso nelle mie assurde elucubrazioni.
«Conosco quello
sguardo, Blaine» mi canzona con tono da maestrino «Non è la prima volta che lo
vedo, specialmente in te. Te ne stai innamorando?»
Sgrano gli occhi
per la sorpresa: quella domanda mi coglie completamente alla sprovvista – è
l’ultima cosa a cui avrei pensato al momento. Innamorato? Io? Di Kurt?
Per qualche
istante quelle poche parole, accostate in tal modo, mi danno quasi il capogiro.
È di questo che si tratta allora? Me ne sto semplicemente
innamorando? Mi sento più confuso di prima e di certo lo sguardo di Wes fisso su di me non mi aiuta a mettere in ordine tutto.
«No… non credo…»
borbotto senza esserne completamente convinto «È più che altro come se lo
conoscessi da sempre. Mi rivedo così tanto in lui… che alle volte mi fa quasi strano stargli accanto. Ce la sto
mettendo tutta per aiutarlo proprio per questo: io ero convinto di essere da
solo e che nessuno avrebbe potuto capirmi; lui, però, non deve pensarla in
questo modo – non voglio… non voglio che lui
soffra come ho sofferto io»
«Credi di aver
risposto alla mia domanda?» insiste l’asiatico, incoraggiato dallo smarrimento
che deve essere stampato sul mio viso «Mi hai solo fornito ulteriori elementi
che valorizzano la mia tesi»
Sbuffo, stizzito
da tanta insistenza, soprattutto perché mi sto accorgendo di quanto l’argomento
mi metta sul serio a disagio. Cosa diavolo mi hai fatto, Kurt?
Mentre uno
strano ed imbarazzante silenzio minaccia di scendere tra noi, da lontano scorgo
il bar interno dello stabile e lì, ad una delle sedie del bancone, Kurt
chiacchiera con una ragazza. Wes mi fa segno di aver
notato la stessa cosa ed io annuisco senza, però, avvicinarmi. Per un attimo
voglio guardarlo così, da lontano, senza intervenire: perdermi nei suoi
movimenti, in quegli occhi chiari che brillano a prescindere dall’argomento di
cui stanno parlando e in quelle labbra chiare. Sorride – sembra illuminarsi
ogni volta che lo fa, come se la luce dagli occhi si irradiasse in tutto il
corpo – e stringe a sé la ragazza -
sicuramente una sua vecchia amica delle Nuove Direzioni – in un tenero
abbraccio. Lì con lei sembra tanto a suo agio… ogni movimento, anche il più
insignificante battito di ciglia è naturale, spontaneo e… felice.
Un sorriso amaro
mi copre le labbra. Dura solo un attimo.
«In ogni caso, Wes» sussurro con una certa sicurezza riprendendo
l’argomento «Se anche fosse come dici tu, di certo non è ciò di cui Kurt ha
bisogno al momento»
Stavolta è il
suo turno di guardarmi interrogativo.
«Troppe novità,
troppi cambiamenti: non è affatto il momento per mettere in mezzo qualcosa
anche solo lontanamente simile all’innamoramento e, in ogni caso, lui non sta
certamente pensando a questo. Guardalo: vorrebbe solo essere lì con i suoi
compagni»
«E tu? Tu che
hai intenzione di fare?»
«Io?» trattengo
un sincero scoppio di risata. Wes sta correndo
troppo.
E,
forse, per un attimo l’ho fatto anch’io.
«Semplicemente
quello che sto facendo…» rispondo «Starò proprio lì» ed indico un punto
impreciso, accanto a Kurt.
Poi, senza
attendere oltre, mi muovo verso di loro. Non stanno parlando di qualcosa di
prettamente allegro quando, sfiorando la spalla dell’Usignolo, li interrompo;
il sorriso che mi rivolge, però, mi distrae da qualsiasi altra cosa.
«Kurt, stanno
per cominciare» lo avviso «Ciao» saluto poi la ragazza che, in realtà, mi pare
confusa, come se il mio intervento avesse interrotto qualcosa di importante e
lei fosse stata colta alla sprovvista.
«Grazie ancora, Rachel» la saluta lui, che invece non sembra fare
particolare difficoltà ad interrompere tanto improvvisamente il discorso.
Quando ci
avviamo alla platea mi accorgo che Wes – e
probabilmente anche il resto degli Usignoli – si è già avviato, lasciandoci
indietro.
Senza
accorgermene, prendo a fissare Kurt, il modo in cui la giacca scusa metta in
evidenza la sua eleganza, il fatto che su di lui anche quel po’ di rosso della
divisa risalti – quanto gli sta bene il rosso! – e poi, mi fermo sui suoi occhi
e i capelli sempre in stato immacolato – altro che i miei!
«Qualcosa non
va?» mi chiede lui e solo allora mi accorgo anche della sua espressione
curiosa.
«Come…? No, no:
è tutto a posto» gli sorrido in imbarazzo «Era una delle tue vecchie amiche
quella?» svio poi il discorso con finta nonchalance.
«Rachel? Sì… è stato bello rivederla» mi conferma; poi
scoppia a ridere, ma non mi sfugge una lieve nota fuori posto in quel suono
«Era nel pieno di una crisi alla “Nuove Direzioni”! Sembra quasi diventato un
rituale: non possiamo farne a meno. Non possono
farne a meno» si corregge e prima che possa solo soffermarsi su quell’ultimo
pensiero, lo urto amichevolmente sulla spalla rivolgendogli uno dei miei
sorrisi migliori.
«Faremo vedere
loro che sei in ottime mani! Su, muoviamoci!» e lo spingo, correndo a mia
volta: siamo in ritardo sul serio.
~ ∞ ~
Heeey heeeey heeeeey
(tonight)
Heeey heeeey heeeeey (tonight)
Your lipstick stains on the front lobe
of my left-side brains
I knew I wouldn't forget you
And so I went and let you blow my mind
Sento la
concentrazione scendere dentro di me e in un attimo tutto quello a cui fino ad
ora sto pensando sparisce, come sempre, per fare posto alla memoria dei passi e
delle parole e poi semplicemente alla musica, che ti trasporta e fa sembrare
ogni cosa tanto naturale.
Mi chiedo se sia
così per tutti – ovvio che sì. Sarà lo stesso anche per Kurt? È relativamente
vicino a me, quanto più possibile considerando la coreografia: ho fatto in modo
da poterlo in un certo senso tenerlo d’occhio e durante i passi mi ci avvicino,
giusto per vederlo…
Assurdo! Da
sempre, in ogni esibizione, tutto nella mia testa lascia il posto alla musica e
all’istinto frenetico che mi prende quando sono sul palcoscenico. Il pensiero
di Kurt, invece, se ne sta lì, ben ancorato alla mia memoria e nulla sembra riuscirlo a smuovere.
The smell of you
in every single dream I dream
I knew when we collided
you're the one I have decided
Who's one of my kind
Mentre gli altri
Usignoli continuano lo show e la mia voce fa perfettamente il suo dovere, mi
concede di rivolgere lo sguardo e l’attenzione sul “novellino”. Il contatto
visivo dura poco più di un attimo, ma tanto mi basta per vedere quanto sia
adorabile mentre, nella sua impeccabile divisa, segue dei passi imparati tanto
bene e in così poco tempo, con un’eleganza tutta sua.
Se penso al modo
in cui il destino ha giocato con noi, mi scappa quasi da ridere. Se non fosse
venuto goffamente a spirarci, quando era ancora al McKinley, non ci saremmo mai
incontrati ed ora non sarei qui a cantare con lui – a pensarlo mentre canto.
Lo avevo capito
da subito che c’era qualcosa in più in quello strano e smarrito ragazzino col
volto pulito di un dodicenne: dal nostro primo incontro ho avvertito qualcosa
di speciale.
E non mi sbagliavo.
Hey soul sister,
ain't that mister mister
on the radio, stereo
The way you move ain't fair you know
Hey soul sister,
I don't wanna miss
a single thing you do tonight
Vedo il pubblico
davanti a me cantare e muoversi a tempo con le mie parole e questo non può che
farmi bene perché comincio a sciogliermi nei movimenti, a farmi coinvolgere
dalla canzone che penetra in ogni muscolo, scuotendolo.
Il pensiero di
Kurt sta sempre lì, ora in simbiosi perfetta con la canzone tanto che mentre
canto muovendomi riesco perfettamente ad avvertirlo alle mie spalle,
concentrato sui passi della coreografia.
La sua unica
pecca al momento, forse, è la mancanza di una completa naturalezza: ogni passo
che fa, ogni gesto che compie sono troppo controllati e in più è troppo serio,
non sta sorridendo – non si sta divertendo.
Well you can cut a rug
Watching you is the only drug I need
So gangster, I'm so thug
You're the only one I'm dreaming of
You see I can be myself now finally
In fact there's nothing I can't be
I want the world to see you'll be with me
Torno a guardare
di fronte a me, imponendomi di non distrarmi ancora, di seguire la canzone e
tentare, magari, di compensare l’assenza di spontaneità del nuovo Usignolo.
Osservando il pubblico scorgo le “strisce” azzurre dei Hipsters e lì vicino
anche le file occupate dalle Nuove Direzioni: sembrano incantati dal nostro
numero, dalla sincronia, dalle voci. Fra loro una ragazza – guardando bene è
quella del bancone del bar – fa segno con le mani di sorridere e so che si sta
rivolgendo a Kurt.
Tornando con lo
sguardo su di lui lo vedo tentare un impacciato sorriso e tanto basta a far
sorridere me. Ad un tratto è come se fossi pieno di una nuova energia: è ancora
colpa sua.
Mi rendo conto
che stare accanto a lui mi fa stare bene – non importa quale sia il mio ruolo:
con Kurt non esistono maschere, posso essere chiunque io voglia, posso essere me stesso.
Hey soul sister,
ain't that mister mister
on the radio, stereo
The way you move ain't fair you know
Hey soul sister,
I don't wanna miss
a single thing you do tonight
Hey soul sister,
I don't wanna miss
a single thing you do tonight
Ho capito, ho
finalmente capito ogni cosa e nonostante il momento non sia dei più
appropriati, sono felice che sia accaduto proprio ora: adesso so cosa fare.
Non importa
quello che dice Wes sul mio presunto sguardo da
“mi-sti-innamorando-di-te”. Non è di questo che Kurt ha bisogno ed io non ho
intenzione di perdere neanche un istante del mio tempo con lui. Gli lancio un
ultimo sguardo ed ora sta sorridendo, quasi si fosse davvero sbloccato, mentre
guarda di fronte a sé.
Sarò la sua
guida, il suo confidente, il sostegno su cui poter contare, la persona con cui
sfogarsi – ha già sofferto troppo e non ho alcuna voglia di vederlo stare
ancora così male.
Non posso innamorarmi
di lui; non so nemmeno se voglio innamorarmi di lui. In effetti, non ho idea di
come vadano le storie d'amore e finirei per fare danni – e con lui non voglio fare alcun danno. Perciò mi
limiterò ad essergli amico. Sarò il suo angelo custode.
NOTE:
Ah ah! Credevate di essere nelle ottime mani della mia controparte
Pachelbel, invece anche stavolta ci sono io!! *parte
una risata malefica*.
No, ok, mi calmo
xD
Mmmh.. lo so, forse
anche questo capitolo non è stato dei più allegri, ma abbiate ancora un po’ di
pazienza! In ogni caso, questo era necessario, almeno per capire l’evoluzione
del rapporto fra Kurt e Blaine che ora si solidifica come amicizia stretta ( DD:
non odiatemi!)
Spero di essere
riuscita a descrivere al meglio Blaine, stavolta.. ^^ vi giuro, alle volte mi
sembra facilissimo (non chiedetemi quando), ma alle volte quel cosetto è davvero
difficile da trattare!!
Boh, mi
eclisso.. ringrazio tutti coloro che prestano attenzione a questa ff.. una recensione, anche piccola, non può che farci felici, quindi non impigritevi, avanti!!! Ah, tranquillizzatevi, per il prossimo capitolo tornerà la vostra amata Pachelbel!
Un bacio.
-*Alchbel ♥