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Autore: Whatadaph    16/08/2011    5 recensioni
Dominique Weasley ha diciassette anni, una media impeccabile e una vita apparentemente perfetta - nonostante ci siano troppi cugini di mezzo, una sorella ingombrante e centinaia di studenti che sono a conoscenza di ogni dettaglio della sua esistenza. Ha anche una migliore amica scomparsa, un ragazzo con la testa da un'altra parte e troppi segreti da nascondere.
Una Nuova Generazione piena di squallore e frivolezze, che dovrà pezzo per pezzo recuperare ciò che ha perduto.
Ispirato a Gossip Girl. Dal secondo capitolo:
Dominique Weasley si guardò allo specchio. Come sempre, non poté fare a meno di contrapporre la propria immagine a quella della sorella. [...] I capelli di Victoire sembravano brillare di luce propria, i suoi occhi violetti facevano sembrare banale il grigio di quelli di Dominique, la sua pelle era perfetta e priva di macchie. Victoire era più alta, più magra, più bella. Il ritratto della madre, l’orgoglio del padre, la ragazza di Teddy. Spostò una ciocca di capelli, si passò una mano sulla pancia. Si sentiva nauseata.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Scorpius Malfoy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Metamorphosis'
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Bad News, Grace!


Grace Zabini si affacciò dal suo nascondiglio, dietro ad una colonna della sala d'ingresso, per poi tornare a rifugiarvisi ancora. Aveva individuato Roxanne a pochi passi di distanza, in compagnia di Albus Potter - con sua grande sorpresa e sollievo, poichè temeva di incontrare James. Si raddrizzò la gonna, sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed uscì dalla sua postazione. Al suo arrivo, i due cugini smisero di parlare all'istante, dandole la netta sensazione di essere lei stessa l'oggetto della loro conversazione.
"Ciao," esordì, esitante. "Posso parlarti, Roxanne?"
L'altra annuì, tranquilla. Albus mormorò un saluto a Grace, meravigliata dal comportamento del ragazzo, per poi allontanarsi rapidamente, dirigendosi ad abbordare una Tassorosso del quinto anno.
"Cosa mi devi dire?" le domandò Roxanne, osservandola con i suoi caldi occhi scuri,
Grace si morse le labbra nervosamente, prima di rispondere.
"Ti volevo ringraziare," le disse. "Per l'altro giorno. Quando..."
"Non c'è di che," tagliò corto l'altra, vedendola tentennante. "Piuttosto, tu come stai?"
"Bene!" ribatté lesta Grace, con un sorriso forzato. "Molto meglio!"
"Bene," commentò Roxanne, senza crederci neanche un po'.
"Scusa, ora dovrei andare," proseguì dopo un istante di silenzio. "Ho lezione di Cura delle Creature Magiche..."
"Oh, sì! Certo".
Grace aveva abbandonato ogni tentativo di sorridere: piegò appena le labbra e si allontanò. Non appena scomparve dalla visuale di Roxanne, quest'ultima si abbandonò ad un sospiro di sollievo. Si volse e corse a raggiungere Albus, che, abbandonata la Tassorosso, l'aspettava silente qualche corridoio più in là.
"Allora?" lo interrogò. "Che cosa ti ha detto?"
"Mi voleva solo ringraziare," rispose Roxanne. "Ma l'ho vista piuttosto in crisi.”
"Tutti torna," commentò Albus. "Grace nasconde qualcosa. Qualcosa che teme abbiamo scoperto. La domanda a questo punto è: perché ha tanta paura che qualcuno scopra il suo segreto?"
"Io avrei un'idea" cominciò Roxanne.
Albus strinse gli occhi, incuriosito.
"Continua" le disse con tono interessato.
"Beh, ti ho già detto che quando si è sentita male ha cominciato a dire cose strane... del tipo ferire a morte e cose simili..."
Albus alzò le sopracciglia.
"E allora?" la esortò, con grande stupore di Roxanne, la quale era rimasta di stucco a causa della sua inusuale impazienza.
"Beh... ho pensato che forse non c'entrasse niente il passato... forse quello che ha detto riguardava il futuro," lo guardò. "E se fosse una veggente?"
Albus meditò per qualche manciata di secondi, prima di rispondere.
"Potrebbe anche essere," le concesse. "Ma come possiamo esserne certi?"
"Io non ho mai fatto Divinazione, Al... che cosa ne posso sapere?"
Con sua grande sorpresa – ma era una prerogativa di Albus il lasciarla di stucco –, il ragazzo ridacchiò.
"Mai stata in biblioteca, Roxanne?"

"Che cosa ci fai qui, Weasley?"
Dominique si volse per vedere chi aveva parlato. Davanti a lei c'era un ragazzo dai capelli scuri, che indossava la divisa di Serpeverde e sorrideva furbescamente in un modo che lei conosceva fin troppo bene.
"Che cosa ci fai tu qui, Jake?" ribatté. "Hai deciso che il rosso-oro ti dona di più?"
In effetti, era proprio dalle parti della torre di Grifondoro che Dominique si trovava, per cercare Grace, anche se faticava ad ammetterlo. Jacob Greengrass non si scompose affatto alle sue parole, anzi.
"Joanne Hathaway del settimo meritava la strada," disse, sfoderando un ghigno se possibile ancor più ampio. "Vedessi che gambe, e che..."
"D'accordo, Jake, ho capito. Non c'è bisogno che continui," tagliò corto Dominique, storcendo il naso. "Piuttosto, hai visto Grace?"
Gli occhi di Jacob scintillarono di comprensione.
"Capisco," commentò. "Hai deciso di ritirare gli artigli. Alzi bandiera bianca.”
"Non è affar tuo cosa io abbia deciso o non deciso di fare, Greengrass," mormorò freddamente, seccata. "Adesso, vuoi o no rispondere alla mia domanda?"
"D'accordo," concesse Jacob. "È uscita cinque minuti fa dal suo dormitorio. Naturalmente non mi ha detto nulla, solo lanciato un'occhiata disgustata... Come se lei non avesse mai fatto nulla di simile... Te l'ho detto, ero nel letto della Hathaway, che..."
"Ora basta!" lo interruppe Dominique, esasperata.
Se Albus era un maestro in frasi enigmatiche e sottintesi, Jacob, al contrario, si divertiva ad essere fin troppo esplicito. Lei era stata costretta a sopportarne la presenza per anni a causa dell'amicizia del ragazzo con Scorpius, ma adesso, decise, non ne avrebbe più subito la compagnia. Anche perché aveva una mezza idea di dove potesse essersi cacciata Grace.

Lily Potter, da qualche giorno a quella parte, si era messa in testa di osservare i movimenti di Grace, poiché riteneva che studiandola con attenzione avrebbe trovato il modo di farla riavvicinare a James, e la seguiva come un'ombra ovunque andasse. Complice il Mantello dell'Invisibilità, Lily non aveva difficoltà a pedinarla senza essere vista, ma dalla sua operazione di spionaggio ancora non era riuscita a dedurre alcunché. Quel giorno, Grace Zabini – con l'invisibile Lily alle calcagna – si era spinta fino alla Torre di Astronomia, dove si era appoggiata al parapetto, scrutando il panorama con quell'espressione angosciata che non le si addiceva, e che, secondo Lily, cominciava a divenire noiosa. La Potter, dal canto suo, aveva deciso di non uscire sulla balconata e aveva scelto una finestra aperta come punto di osservazione.
Improvvisamente, Lily udì dei passi salire su per la scala a chiocciola, e doveva averli uditi anche Grace, poiché si volse di scatto. Il suo volto si dipinse di sgomenta sorpresa nel riconoscere i capelli dorati e la carnagione alabastrina di Dominique Weasley emergere dalla botola. Tuttavia, Grace non parlò, e si limitò a fissare intensamente l'altra, mentre gradualmente un'espressione grave prendeva il posto dello stupore, in attesa che Dominique dicesse qualcosa. In effetti, la prima a parlare fu proprio la Weasley.
"Grace" mormorò, seria.
"Come stai, D.?" sussurrò l'altra in risposta.
Lily aguzzò le orecchie, incuriosita, e si sedette comodamente a terra, in ascolto. Non si rese conto che il Mantello era scivolato da una parte, lasciandole scoperto un piede calzato da una ballerina di vernice verde.
Attraverso la finestra spalancata, le voci delle due ragazze giungevano forti e chiare.
"Non bene," ammise Dominique, con un tono schietto che sorprese Lily. "Il mio potere si sta dissolvendo irreparabilmente.”
"Era già successo al quarto anno," le ricordò Grace, cauta. "E ti sei ripresa benissimo. Vedrai, sarà così anche questa volta.”
"Non da sola," ribatté l'altra con voce rotta. "L'altra volta c'eri tu con me. E Scorpius.”
Grace non rispose.
"Se sono salita quassù per cercarti," riprese Dominique. "È per un motivo.”
Lily la udì deglutire.
"Voglio sapere come mai in quarto sei tornata dalle vacanze e hai cominciato a fare una pazzia dietro l'altra. E voglio che tu mi dica la verità. Tutta verità.”
A queste parole, ci furono alcuni minuti di silenzio. Lily, sebbene non potesse vedere le ragazze, riusciva a figurarsi Grace con l'occhio della mente: tesa e concentrata a scrutare l'orizzonte con occhi tristi. Finalmente, la udì proferir parola.
"Ricordi mia nonna Vyvienne, Dominique?" disse con voce flebile.
"Quella che si è trasferita in Francia tre anni fa?"
"Già... Beh, il giorno del mio quattordicesimo compleanno ero sola in casa con Vyvienne. Ora, non so se ricordi lei come era... le cose che mi diceva.”
Evidentemente Dominique doveva aver annuito, poiché Grace proseguì.
"Quel giorno, disse cose più cattive. Cose veramente crudeli. Così mi infuriai e scappai di casa," – la voce aveva presi a tremarle –, "e nel bosco intorno alla villa mi attaccò un lupo mannaro..."
Lily non riuscì a udire altro, perché qualcuno le aveva sfilato di dosso il Mantello dell'Invisibilità. Qualcuno di alto e allampanato, dai capelli rossi, con occhi scuri come i suoi che la scrutavano con severità. Hugo Weasley era in piedi di fronte a lei, con la sua divisa di Corvonero, e a giudicare dalla sua espressione avrebbe potuto affatturarla da un momento all'altro. Lily si pose l'indice sulle labbra, facendo disperatamente segno ad Hugo di mantenere il silenzio, e si fece docilmente trascinare per un braccio giù dalla scala a chiocciola. Non le dispiaceva poi così tanto il non aver udito il resto della conversazione. La sconvolgente scoperta che Grace Zabini fosse un licantropo le era bastata e avanzata. Non appena furono usciti dalla Torre, Hugo le si rivolse, irato.
"Si può sapere che cosa stavi facendo lassù, Lily?" la aggredì.
"Hugo, prima di tutto calmati," sbuffò lei. "Poi anche tu eri là, mi sembra.”
"Avevo dimenticato il telescopio. Te?"
"La mia mappa planetaria" fece Lily, assumendo l'espressione più innocente di tutto il suo repertorio.
Hugo sollevò le sopracciglia, scettico. Lily aveva sempre avuto un certo talento per le bugie, ma lui la conosceva troppo bene perché potesse anche solo sperare di ingannarlo. Oltretutto, sebbene il suo volto fosse impassibile, gli occhi le brillavano di eccitazione, ed era chiaro che moriva dalla voglia di dire qualcosa. Infatti, quando le chiese come mai stesse origliando, Lily non riuscì più a contenersi.
"Seguivo Grace Zabini," confessò. "È un lupo mannaro!"
"È un lupo... Che cosa!?"
Hugo Weasley si disse che aveva sentito male. Si, aveva decisamente sentito male.
Tuttavia, vedendo la piccola perfida Lily per una volta in preda all'ansia, capì di aver sentito benissimo. Con i loro occhi di uguale colore – lo stesso castano luminoso della nonna Molly, di Ginny e di James – si scambiarono un identico sguardo agghiacciato.

James Sirius Potter stava cercando la sorella. Aveva assunto un cipiglio che ricordava sgradevolmente quello di zio Percy, e si aggirava per i corridoi con in mano una certa vecchia pergamena. Si diresse con sicurezza verso il sesto piano – dove aveva individuato i puntini corrispondenti a Lily e al cugino Hugo.
“Lilian Luna Potter!” le si rivolse severamente, brandendo la Mappa del Malandrino come fosse una clava.
“Oh-ho...” fece Lily, mentre sul viso l’inequivocabile espressione di chi è stato colto sul fatto.
James sapeva diventare tremendamente simile alla madre, in certe occasioni.
“Credi che sia così stupido da non accorgermi che stai pedinando Grace da una settimana?”
“James, c’è qualcosa che devi sapere...”
“Insomma, Lily!” proseguì il fratello, ignorandola. “So che hai il gusto per i complotti, ma questo... sono tuo fratello, Merlino!”
“James, Grace è un lupo mannaro!”
L’ira scomparve dal volto di James come fosse stata risucchiata.
“Lily,” le disse. “E’ troppo chiederti di dirmi che stai scherzando?”
La ragazzina fece per rispondere, ma lui la interruppe.
“Vado a cercare Grace!” borbottò, prima di allontanarsi di corsa.
Hugo e Lily si scambiarono uno sguardo. Quest’ultima raccolse da terra la Mappa del Malandrino, che il fratello aveva fatto cadere nella foga.
Per il resto del pomeriggio, James cercò Grace dappertutto. La ragazza non si presentò a Pozioni, e James non riuscì a parlarle durante Trasfigurazione né dopo, dato che Grace si allontanò immediatamente in compagnia di Dominique – la loro riappacificazione era stata annunciata da Gossip Witch un paio d’ore prima. Alla fine, decise di attenderla in Sala Comune, dove trascorse le due ore che lo separavano dagli allenamenti di Quidditch fissando il fuoco e terrorizzando qualche primino colpevole di aver riso troppo forte.

“...La Veggenza sovente suole manifestarsi ogni tre generazioni, essendo essa un carattere di natura ereditaria... tutta questa roba non ci interessa,” sbuffò Roxanne. “Possibile che in tutta la biblioteca non esista un libro con su scritto quello che ci serve?”
“Ossia per quale diavolo di motivo uno dovrebbe vergognarsi di essere un Veggente?” ribatté Albus in tono annoiato, mollemente allungato sulla sedia. “Non sono cose che di solito trovi sui libri, e poi non è così complicato, se ci rifletti un po’. Pensa alla Cooman...”
“Senti, Al, l’hai proposto tu di andare in biblioteca!” lo rimbeccò Roxanne, seccata. “Perciò vedi di non...”
“Potreste andare nella foresta a parlare con gli Andrippi” propose una voce sognante alle loro spalle.
I due si voltarono di scatto, presi di sorpresa, per ritrovarsi davanti un ragazzo molto alto e molto magro, che indossava la divisa di Corvonero e aveva capelli biondo sporco che gli arrivavano alle spalle.
“Salve, Lysander,” disse Albus. “Potresti gentilmente ripetere?”
Lysander Scamandro sbatté un paio di volte le palpebre, prima di rispondere. Roxanne trattenne una risatina.
“Ho sentito che cerate notizie sulla veggenza. Potreste andare nella foresta a parlare con gli Andrippi. Sono degli esperti in materia...”
“Senza offesa, Lysander,” lo interruppe nuovamente Albus. “Ma cosa diavolo sono gli Andrippi?”
Con grande sorpresa di Roxanne, Scamandro ridacchiò.
“Merlino, scusate,” rispose. “E’ mia madre che li chiama così. Intendevo i centauri!”
I due cugini si scambiarono uno sguardo.
“Si potrebbe fare un tentativo,” convenne infine Albus. “Solo che io ho gli allenamenti, stasera. Sono il capitano, non posso mancare”.
“Beh,” fece Lysander, indicando Roxanne. “Potrei accompagnarla io”.

“James! Ma che diavolo hai stasera!? Quella puffa l’avrebbe passata bene anche uno Knarl!”
James, con il vento che gli scompigliava i capelli – come se ne avessero bisogno! –, si limitò a guardare laconicamente verso il fratello minore che volava verso di lui a tutta velocità. Se Albus normalmente era un gatto sornione, sul campo da Quidditch diventava pericolosamente simile ad una tigre infuriata. Tuttavia, dovette accorgersi che qualcosa non andava, poiché - una volta vicino - invece di urlargli addosso gli si rivolse con serietà.
“Non ti senti bene, Jamie?” gli chiese.
“No, non mi sento affatto bene” confessò James, ed era la verità. Si sentiva veramente a pezzi.
“Va bene,” rispose Albus – che nel frattempo aveva intravisto una testa bionda di nostra conoscenza sugli spalti bui –. “Vai, James!”
“Cosa?” fece l’interpellato. “Veramente, Al, non serve, io...”
“Tu non stai bene, e in queste condizioni qui sei del tutto inutile. E poi,” aggiunse, sussurrandogli all’orecchio. “C’è qualcuno che ti sta aspettando”.
Indicò le tribune con un cenno del mento. James seguì la traiettoria del suo sguardo, e il suo cuore mancò un battito quando riconobbe Grace sugli spalti in ombra. Senza altre parole, inclinò il manico di scopa verso il basso e planò a terra. Scopa in spalla, uscì dallo stadio, alla cui uscita trovò Grace ad attenderlo.
“James,” gli si rivolse subito, seria. “Tua sorella mi ha detto che mi cercavi. Che cosa succede?”
“Grace, io so tutto,” non riuscì a trattenersi. “So quello... Quello che sei”.
La ragazza sembrava interdetta.
“Quello che sono?” chiese, estremamente perplessa. “James, ma cosa...”
“So che sei un lupo mannaro!”

“Stai attenta, Roxanne Weasley. Quello è un Grigopurus Grogaria. Potresti ricoprirti di eczemi bluastri, se ti avvicini troppo.”
Roxanne guardò gli occhi spalancati di Lysander e la tenuta da safari viola acceso che indossava, e ancora una voltà maledì Albus per averla cacciata in quella situazione.
Nella Foresta Proibita. Di notte. Con Lysander Scamandro.
“Mmh...” bofonchiò in risposta.
“Come mai mugugni, Roxanne? Mi farebbe tanto piacere se mi parlassi”.
Albus, sei morto.
“Di che cosa dovrei parlarti?” replicò in tono duro.
“Del fatto che odi Trasfigurazione, ad esempio. O del perchè la tua marmellata preferita è quella di limoni,” – sembrò non accorgersi dell’espressione stupefatta della ragazza –. “Insomma, è un gusto insolito. Chi altro mette la marmellata di limoni sui toast? Nessuno, eppure tu la usi sempre...”
Roxanne si limitò a guardarlo, troppo sconcertata per dire una qualunque cosa.
“...Ti deve piacere anche molto, perchè ne mangi regolarmente cinque toast. Sei, nelle giornate no”.
“Senti un po’,” fece Roxanne, imbarazzata – le piaceva mangiare e le sue forme abbondanti lo dimostravano –, “ma ti appunti quello che mangio, per caso?”
Insomma, avremo parlato sì e no due volte...
“No,” rispose Lysander semplicemente, con tono del tutto innocente. “Solo che ti osservo, tutto qui. Guarda!” esclamò entusiasta, una luce adorante negli occhi. “Una Capoguscio Arzilla!”
Si chinò, prendendo fra le mani quella che – a detta di Roxanne – era una banalissima chiocciola.
“Quella è una chiocciolina, amico!” disse una voce burbera sopra le loro teste. “Che ci fate in giro di notte per la foresta? E’ pericoloso!”
Roxanne si voltò, e sospirò di sollievo nel vedere Rubeus Hagrid, il professore di Cura delle Creature Magiche. Lysander sorrise.
“Oh salve, signor Hagrid! Ci dica, ha per caso visto in giro degli Andrippi?”
Hagrid corrugò le sopracciglia cespugliose.
“Mica lo so di cosa parli, però qui non ci dovete stare. Mi dispiace, Rox, ma ci sono costretto a denunciarvi...”
“Hagrid,” fece Roxanne con tono supplichevole. “So che sei il nostro professore, ma ti prego, non dire alla preside che stavamo nella Foresta!”
Il volto di Hagrid si aprì in un sorriso.
“Ma no, ti pare! Mica voglio farvi espellere! Però una bella punizione non ve la leva nessuno...”
Roxanne lanciò un’occhiata a Lysander, che ricambiò con un sorriso sereno. Sembrava che l’idea di beccarsi una punizione non lo sfiorasse minimamente.
Con sommo orrore, Roxanne realizzò che probabilmente avrebbero dovuto scontare il castigo insieme.

“So che sei un lupo mannaro!”
Alle parole di James seguirono alcuni istanti di silenzio. Grace strinse le labbra, mentre si sentiva avvolta da un nauseante senso di sgradevole sconcerto.
“Non che questo sia un problema,” si affrettò ad aggiungere James. “Uno dei miei migliori amici è Teddy Lupin, e lui è figlio di un licantropo, quindi...”
“James,” lo interruppe lei, piano. “Non so chi ti abbia detto questa cosa, ma ti posso assicurare che non sono...”
“Davvero, non sarebbe un problema per me, non ti devi vergognare di questo. Non è colpa tua, non...”
“Non sono un lupo mannaro, James!”
Il ragazzo tacque di colpo, mentre assumeva un’espressione sollevata.
“Ma se tu non sei un lupo mannaro,” fece lui. “Allora chi....”
“Mia nonna lo è,” rispose Grace in tono neutro. “O meglio, lo era. E per quanto riguarda questo... sì, è colpa mia”.
James la guardò ancora, e la vide lottare contro le lacrime. La vide fragile, ma determinata.
Le si avvicinò, le pose un bacio sulla fronte.
“Ne vuoi parlare?” disse, cauto.
Grace annuì.

 


 

Salve gente! Prima di tutto grazie a chi segue, preferisce, ricorda. E naturalmente ai coraggiosi tre che hanno recensito! Questo capitolo è un po’ troppo lungo, credo, ho faticato a farci stare tutto. Comunque! Spero che l’inserimento dei nuovi personaggi abbia avuto successo. Un piccolo appunto su Lysander: Andrippo è una sorta di fusione fra le due parole greche che stanno per “uomo” e “cavallo”. Ho pensato che un nome strano fosse molto alla Luna.
Vabbè. Recensite!
Baci <3
   
 
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