Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Meme06    16/08/2011    3 recensioni
Cosa succederebbe se dopo aver trovato la quinta mew mew ne scoprissero una sesta? E se questa nasconde un'infanzia oscura perfino per gli alieni? La mia prima ffc, spero che vi piaccia.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ehm… questo cos'è? - aveva chiesto Zoe scrutando confusa l'edificio davano a se.

- Questo è il caffè Mew Mew, carino vero?

Affatto, fa schifo sia il colore che la struttura.

- Si, carino. Perché mi hai portato qui? - gli chiese. Era successo tutto in fretta, eppure lei ricordava chiaramente ogni cosa.


Inizio flashback


Una mano sulla spalla l'aveva fatta sussultare. Si era girata, trovando davanti a se un ragazzo alto, biondo con occhi zaffiro.

- Zoe Tanaka, vero? - le aveva chiesto con un sorrisetto che gli increspava le labbra.

E ora chi diavolo era quello? Si era domandata Zoe ormai persa nella confusione più totale.

- Forse, tu chi sei e cosa diavolo vuoi? - gli aveva risposto togliendo la mano del ragazzo dalla sua spalla.

- Ma come siamo sospettosi! Mi chiamo Ryan e a quanto ho potuto vedere hai assistito alla battaglia tra le Mew Mew e i chimeri. - le aveva detto lui.

- Frena un po'! Chimeri? Mew Mew? Battaglia? Che diavolo…

- Calmati che ora ti spiego tutto. - l'aveva interrotta lui. La ragazza iniziava già ad innervosirsi del suo atteggiamento calmo e pacato. Le sembrava che la stesse prendendo in giro, soprattutto per il sorrisetto che faceva quasi sempre.

In pochi minuti Ryan le aveva fatto il riassunto di chi erano le Mew Mew e i chimeri e del perché combattevano.

- Okay, ora ho capito, perché me lo hai detto? - gli aveva chiesto a fine discorso.

- Perché tu sei una di loro. - una frase le aveva detto. Una semplice frase era bastata per farla di nuovo perdere nella confusione.

- Ora basta, ti ho sopportato fino adesso, non accetto che mi si prenda in giro, quindi se non ti dispiace… - stava per andarsene, mai lui l'aveva fermata prendendola per un polso.

- Non ti sto prendendo in giro, è la verità che tu ci creda o no. - le aveva detto.

Come se non avesse sentito, si era liberata dalla presa del ragazzo ed era corsa a casa.

- Guardati le spalle! - le aveva gridato lui mentre lei correva. E adesso quello che voleva significare? Le aveva raccomandato di stare attenta forse? Boh… era arrivata a casa in meno di mezz'ora. Aveva fatto la strada tutta di corsa e ora aveva il respiro affannato. Era riuscita a dire un flebile 'ciao' alla madre per poi salire nella sua stanza. Sua madre aveva risposto e aveva iniziato ad apparecchiare. Un piatto, un bicchiere, un tovagliolo e le bacchette. Aveva già capito che sua figlia non avrebbe cenato.

Appena entrata in camera Zoe si era liberata di tutti i vestiti ed era entrata in bagno, adiacente alla stanza, per farsi una doccia fredda e rigeneratrice. Uscita aveva preso l'asciugamano lì vicino e ci si era fasciata il corpo. Era andata davanti allo specchio e presa la spazzola aveva iniziato a lisciare i suoi meravigliosi capelli corvini.

Si fissò negli occhi per un attimo, poi posò la spazzola e tolse le lenti a contatto. Guardò di nuovo la sua iride, rossa come il sangue, sua madre era stata un genio a trovare quella soluzione per permetterle di sembrare una ragazza normale.

D'un tratto aveva distolto lo sguardo e aperto la porta del bagno. Una volta entrata in camera era andata dritta verso l'armadio. Lo aveva aperto per prendere un nuovo 'pigiama'. Il suo armadio era un po' particolare, sulle ante aveva due specchi, in modo che se ti specchiavi la parte davanti potevi vedere come stavi anche dietro. Aveva allungato un braccio per prendere una camicia beige che le aveva regalato sua madre l'anno scorso. Aveva posato distrattamente lo sguardo sul suo riflesso ed era stato in quel momento che lo aveva visto e che aveva urlato.

La madre l'aveva sentita e preoccupata aveva spalancato la porta della camera della figlia, trovandola seduta a terra, con l'asciugamano indosso e i capelli bagnati.

- Tesoro che è successo? - le aveva chiesto. Uno sguardo di sua figlia era bastato a farle capire che le spiegazioni sarebbero arrivate dopo. - Come vuoi tu, ma vestiti o ti prenderai un malanno.

Le aveva detto dolcemente per poi congedarsi.

- Un malanno? È proprio quello che spererei di avere… - aveva detto alzandosi da terra e riavvicinandosi piano allo specchio. Aveva guardato di nuovo dietro la sua spalla destra. Non si era sbagliata, era proprio un segno quello che aveva. Solo in quel momento aveva afferrato le parole del ragazzo.

- È stato lui… - aveva detto semplicemente per poi prendere la camicia, la biancheria e vestirsi.


Il giorno dopo era ritornata al parco Inohara, questa volta non solo per camminare. Voleva spiegazioni, ora. Aveva camminato per due ore buone senza incontrarlo, ma alla fine si era fatto vivo.

- Guarda, guarda chi si rivede… - l'aveva salutata così con un altro sorrisetto.

- Già e ora mi devi una spiegazione. - lo aveva subito bloccato lei.

- Allora hai seguito il mio consiglio…

- Che diavolo è voglio sapere, senza giri di parole o battutine fuori luogo, è chiaro?

Lui aveva annuito lentamente.

- Seguimi. - le aveva detto. Zoe ci aveva pensato un attimo, poi lo aveva seguito fino ad uno strano edificio tutto cuori e rosa.


Fine flashback


Il ragazzo le aprì la porta permettendole di entrare, cosa che Zoe fece dopo essersi guardata bene intorno.

- Allora? - chiese la mora impaziente.

- Allora niente, la spiegazione è la stessa che ti ho dato ieri e che tu lo voglia o no fai parte della squadra degli angeli protettori della terra, ovvero le Mew Mew. - le rispose incrociando le braccia al petto e sedendosi su una sedia lì vicino.

- E adesso che dovrei fare? - gli chiese allora la ragazza.

Lui la fissò un attimo, poi tirò fuori dalla tasca una strana medaglietta dorata che le lanciò. Zoe la prese al volo, osservandola curiosa.

- Che ci faccio?

- Ti serve per trasformarti. - le spiegò semplicemente. Più i minuti passavano più l'ostilità nei confronti di quel biondino aumentavano.

- Bene, e come faccio a trasformarmi e soprattutto chi ti ha detto che io voglia far parte di questa squadra? - gli chiese scocciata.

- Le parole ti verranno da sole e comunque cosa vorresti dire, che non vuoi salvare il tuo pianeta?

- Per quanto mi riguarda di questo pianeta mi importa poco. - gli rispose, sorprendendosi lei stessa delle sue parole. Come previsto lui inarcò un sopracciglio rivolgendogli uno sguardo confuso.

- Che significa? - le domandò.

- Niente, lascia stare. - gli rispose dirigendosi verso la porta.

- Ci penserai? - le chiese lui prima che lei fosse uscita.

- A cosa?

- A far parte della squadra… - le rispose alzandosi e avvicinandolesi. - Nessuna Mew Mew è stata obbligata a svolgere questo compito, ma hanno accettato perché in questo modo potevano proteggere anche le persone a loro care, credo che neanche a te piacerebbe vedere tuo padre o tua madre feriti.

- Vedremo. - gli rispose per poi uscire dal caffè.

Padre? L'unica immagine di suo padre che voleva avere era di vederlo impiccato. Oppure di torturarlo fino ad ucciderlo, fino a farlo morire dissanguato sotto le sue mani. No, non gli sarebbe bastato come aveva detto Ryan di vederlo ferito. Scacciò via quel pensiero scuotendo la testa mentre rientrava a casa. Così io, sarei una Mew Mew… si disse prima di mettersi a letto.

  
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