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Autore: Nami88    16/08/2011    2 recensioni
Avete presente quando guardate il cielo, magari la notte di San Lorenzo, e vedete una stella cadente? Sicuramente avrete espresso un desiderio almeno una volta nella vostra vita e magari non è mai accaduto nulla o magari sì......Questa storia vi insegnerà a fare attenzione a cosa desiderate e soprattutto al modo in cui lo chiedete ^_^
E come disse il mio amico Oscar Wild: "La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha".
Nota: ALCUNI DEI PERSONAGGI UTILIZZATI PER QUESTA FANFICTION NON SONO DI MIA PROPRIETÀ MA VENGONO UTILIZZATI NEL RISPETTO DEL PROPRIETARIO E DEI RELATIVI COPYRIGHTS. ALTRI SONO INVENTATI E L'INTERA STORIA E' ORIGINALE, E FRUTTO DELLA FANTASIA.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Finalmente avevate trovato una soluzione!!! »
« Sì, e dovevamo muoverci perché le cose stavano degenerando. Coral piccola vuoi che mi fermi e continuiamo un’altra sera? »
Coral tentava disperatamente di tenere gli occhi aperti.
« Ormai si è fatto veramente tardi…il tempo vola quando ci si diverte. Sono le undici passate, se sei stanca continuiamo domani »
« No, continua. Voglio sapere come va a finire prima che arrivino la mamma e il papà »
« Come vuoi… »

Tornate alla Sunny, Zara corse in camera a fare le prove dei vestiti civettando come una ragazzina alla sua prima cotta. Ancora non capivo cosa la rendesse così felice, Nami non aveva proferito parola da quando ero tornata ma era divertente vederla così allegra.
Se ripenso allo sguardo di Nami mentre la osservava mi viene ancora da ridere! Tuttavia tua madre era molto abbattuta, non credo che ad infastidirla così tanto fosse il fatto che Zoro fosse Zara quanto più il fatto che in lei di Zoro non era rimasto niente. Ma ovviamente a tua madre non ne ho mai parlato…figuriamoci. E’ troppo testarda e orgogliosa.
Nel frattempo Zara cominciava ad abituarsi all’atmosfera che si respirava sulla nostra nave e quella sera in particolare sembrava raggiante; aiutò ad apparecchiare, a sparecchiare, a servire in tavola piroettando come una ballerina. Anche i ragazzi erano piuttosto sorpresi.
« Allora ragazze vi siete divertite oggi? »
« Oh sì – disse Nami apatica gettandosi sulla sedia - Un mondo »
« E’ proprio vero!!! – esclamò Zara con gli occhi luccicanti – Nami-chan è una persona squisita! »
Vidi Usop osservare con una certa preoccupazione la forchetta che Nami stava piegando nella mano destra.
« Allora, scoperto qualcosa di interessante? » bisbigliò Chopper per non farsi sentire da Zara.
Feci cenno di sì, ma ci voleva una scusa per mandarla via visto non voleva nemmeno sentire accennare il discorso che lei fosse un uomo. Le chiesi di andare in camera a fare i letti e poi a fare il bucato.
Non guardatemi così bambine, lo faceva talmente volentieri che sembrava un dispetto non chiederlo.
Ad ogni modo una volta uscita tirai fuori i miei appunti e raccontai quello che avevo scoperto.
« Oh Robiiin mia meravigliosa dea!!! Lo sapevo che non ci avresti deluso! »
« Quindi basta dire quella specie di sonetto » asserì Brook intento ad accordare il violino.
« Sì, ma non credo sia così semplice. Non penso che leggendolo e basta potremo invocare la principessa…è troppo facile. Ci sarà un motivo se quella è stata la prima e anche l’ultima volta che è accaduto » sbuffò Nami.
« Nella storia di Unmei, è il suo amore per Serafine a farlo giungere dalla principessa… »
« E’ vero Chopper, quindi dovremmo trovare qualcuno che desideri ardentemente il ritorno di Zoro » dissi eloquente.
« Non guardate me - si allontanò Sanji alzando le mani - Preferisco decisamente Zara a quella testa verde… »
« Io voglio il ritorno di Zoro!!! IO IO IO IO!!!! »
« Ok, Rubber calmati! Perché devi sempre agitarti così?! Ma lo sai che sei fastidioso?! » Usop non sopportava proprio sentirlo gridare.
« E’ vero, ora mi calmo » si sedette cercando di fare una faccia seria, che gli uscì più come una smorfia.
 Quanto abbiamo riso!
« Va bene – disse Franky cercando di trattenere le risate – Ora cerchiamo di concentrarci finché Zara non c’è »
« Sì, va bene – disse Rubber asciugandosi le lacrime agli occhi - Robin dammi il foglio, così la facciamo finita una volta per tutte. Rivoglio il mio amico e il mio spadaccino ».
Glielo allungai; ero proprio curiosa anche se convintissima che non sarebbe accaduto niente.
Rubber si alzò e salì sulla sedia schiarendosi la voce.
« Devi proprio salire sulla sedia?! Sei il solito maleducato »
« E’ un momento importante Sanji »
Si schiarì di nuovo la voce.
« Ver---gine bella d-di diamanti vessstita, cor-on-ata di stelle,
Aaamor mi spinge a dir di te parole;
Ma non so inco-incominciar senza tu…tu (ma che cavolo c’è scritto?!) ‘aita(???),
Invoco lei che sempre rispose.
Chi la chiamò con fede e per…amore (???) »
« Si può sapere chi ti ha insegnato a leggere?!?! » esclamò Usop indignato.
« Nessuno » rispose lui ingenuamente scendendo dalla sedia.
« Si vede!!! »
« E’ vero Cappello di paglia, fai pena… »
Facemmo vari tentativi, persino con Brook che suonava il violino e cantava la poesia ma niente…come era ovvio.
« Non funziona – piagnucolò Chopper lasciandosi cadere la testa sul tavolo -  ora come facciamo? »
« Forse non lo amiamo abbastanza… » concluse Franky.
« Ma come facciamo?! Io lo rivoglio con noi! » urlò Rubber.
« Anche noi amico mio ma evidentemente non è sufficiente. Chi potrebbe amarlo tanto da apparire al cospetto della principessa? »
« Ora basta, tutta questa faccenda non è altro che una buffonata e io mi sono stancata di stare qui – Nami si alzò con il volto basso – Me ne vado da qualche parte. Non venite a cercarmi »
Se n’era andata prima che i nostri pensieri potessero rivolgersi a lei.
Furba.
Più tardi andammo tutti a letto sperando che nonostante le nostre pessime doti poetiche qualcuno lassù ci avesse ascoltato.
Zara non era ancora rientrata ed era piuttosto tardi. Nemmeno Nami era ancora rientrata ed ero molto preoccupata, non volevo facesse qualche stupidaggine o si cacciasse in qualche guaio, specialmente perché Zoro era quello con il sesto senso che la salvava sempre e che nonostante non avesse senso dell’orientamento riusciva sempre a trovarla.

« E quindi? » chiese Coral.
« Quindi ecco qui! » Robin afferrò il diario e lo sventolò fiera.

DIARIO DI BORDO / ORE 3.35
Poesie e filastrocche…tutte sciocchezze per bambini.
Sono uscita da quella stanza, non ne potevo proprio più, e sono andata in città nella prima locanda aperta che ho trovato e lì ho bevuto.
Mi sono seduta ad un tavolo, il più nascosto che ho trovato, da sola e ho ordinato prima un boccale, poi due…poi tre…poi ho perso il conto. Ero completamente ubriaca. Sto iniziando a riprendermi ora.
Caro il mio vecchio e fidato diario di bordo, ti chiederai perché ero ubriaca…sai come si dice, per annegare i dispiaceri. Ma non essere troppo curioso, arriverò anche a quello.
Torno alla nave, circa un’ora fa o poco più e sento delle voci. Non pensavo che a quell’ora potesse esserci qualcuno ancora in piedi.
“Lo sanno – ho pensato - quei babbei che non possono gironzolare di notte per la nave. Ho concesso il permesso solo a uno di loro. Quella stupida testa di rapa, adesso mi sentirà” poi sono inciampata.
“Ah, no…non può essere lui naturalmente. Nami sei proprio sbronza se pensi una cosa del genere”.
Mi sono sollevata e ho trascinato le gambe pesanti fin sul ponte, ma ero certa di sentire qualcuno bisbigliare.
Ho seguito quel parlottare a bassa voce e finalmente sono arrivata. Mi sono nascosta (e soprattutto aggrappata) all’albero maestro. Ho stropicciato gli occhi un paio di volte, vedevo tutto sfocato e non ero certa che quello che vedevo fosse reale. Sanji e Zara. Invece sì, ubriaca ma non pazza e nemmeno cieca.
“Oh no - ho pensato - Nami ti eri detta di tenerla d’occhio!!! Accidenti! Ti sei dimenticata e non ne hai nemmeno parlato con Robin! E ora è troppo tardi!!!”.
Purtroppo mentre farneticavo con me stessa non ho potuto fare a meno di ascoltare e quanto vorrei non averlo mai fatto.
« Sanji-kun… »
« Dimmi, Zara – e accende la sigaretta – perdonami se fumo ma sai com’è… »
“Ma che fa?! Il gentiluomo?!?”.
Zara sembrava molto imbarazzata. Quanto non la sopporto!
« Perché mi hai portato qui? E’ un po’ tardi, dovresti essere a letto »
« Sì, è vero. Ma non riuscivo a dormire e ho sentito che c’erano dei rumori in cucina… »
« Dunque è colpa mia. Perdonami se ti ho disturbato »
“Sanji piantala!”
« No – Zara scuote la testa freneticamente – non è stato lei. E’ che…ho dei pensieri… »
« Che cosa ti turba? »
“Insisti?!?!”
« Sanji-kun io…. »
Fa una lunga pausa in cui Sanji si siede sul parapetto e Zara respira ansimando, lo vedevo chiaramente. Nel frattempo il sangue mi è salito al cervello e avevo voglia di prenderli a pugni in testa tutti e due.
“Calma Nami, sta calma”.
« Zara… »
“Che fa parla lui?!”
« …credo di aver capito di cosa vuoi parlarmi. Vorrei solo dirti che »
« Nooooooo!!!!! Non vi permetto di continuare questa discussioneeeeee!!!!! »
Non ce l’ho più fatta. Sono…sono dovuta intervenire e sono uscita allo scoperto come un toro alla carica. Mi sono fermata tra loro allontana doli e sbuffando come un cinghiale. Mio dio che figura. Ero in condizioni indecenti.
La cosa peggiore è che l’ho guardata e ringhiando le ho…ecco, le ho dato uno schiaffo. Uno schiaffo che ha suono così acuto e violento….non come quando li do a Zoro, che neanche lo sfiorano o nemmeno gli fanno il solletico.
« Nami ma che stai facendo? »
Mi sono voltata di scatto verso quell’imbecille di Sanji.
« Sanji!!! Di’ un po’ ti ha dato di volta il cervello?!? »
« Oh Nami adorata sei gelosa! »
Lui e i suoi tentacoli.
« No brutto babbeo! E lasciami andare! Sei impazzito?!? Lo sai benissimo che lei non è una ragazza! Ti lasci abbindolare da qualunque cosa abbia due gambe lunghe e due palloni gonfiati davanti!!! Sei veramente un babbeo! »
« Nami sei ubriaca… » mi fece notare.
« Sì! Lo sono e allora?!?! Non ci vuole certo una persona sobria per capire che quello che succede qui e che è ridicolo e oltre la limite dell’inaudito! Sei un uomo e lei anche è un uomo! E’ Zoro dannazione!!! Possibile che nessuno di voi lo capisca!!! Questa “ragazza” – l’ho afferrata davvero troppo violentemente per il braccio trascinandola davanti – si è innamorata di te!!! Te ne rendi conto oppure ti serve un disegno?!?! Lo capisci che non la puoi incoraggiare?! E tu cosa fai?! Fai il gentile e il farfallone solo perché è femmina, ma non puoi perché è Zoro!!! Sto cercando da una settimana di farglielo capire e tu che fai, dai credito alle sue stupidaggini! »
« N-Nami-chan… »
« E tu! – rivolgendomi a lei - Ora tu vieni con me!!! »
« Nami aspetta! Dove la stai portando!?!? »
Non ho risposto a Sanji, ma nemmeno a Zara che continuava ad implorare aiuto e sono partita come un treno verso la palestra.
« Nami-chan dove stiamo andando? »
« Piantala di frignare! »
Ero proprio infuriata ma ammetto che l’alcol deve avermi dato una mano.
« Sali, avanti! »
La costrinsi a salire fin su, spingendola diverse volte perché ci metteva troppo tempo e mi dava sui nervi.
« Ecco, siamo arrivate »
Entrò e si spinse contro il muro, dove c’era la finestra.
« Nami-chan ma che sta facendo? »
Perché ora mi dava di nuovo del lei?!
« Sta zitta! »
E’ scivolata contro la parete, completamente terrorizzata.
Mi sono guardata intorno e finalmente le ho trovate. Le spade, attaccate con cura al muro.
Le ho afferrate.
« Nami-chan, ma che sta facendo?! Non vorrà mica… »
« Non essere ridicola! Ecco, prendi! »
Gliene ho lanciate due, la Shuusui e la Sandai Kitetsu che ha afferrato malamente e con fatica. La cosa mi ha urtato ulteriormente perché Zoro le avrebbe afferrate al volo, ad occhi chiusi e completamente al buio.
Io ho tenuto la Wado Ichimonji.
« Le vedi? – con la classica calma prima della tempesta - Sono coperte di polvere e sono così ormai da una settimana – il rancore non mancava – solitamente le lucidi ogni sera dopo l’allenamento »
« Nami-chan io…io non so di cosa sta parlando… »
« E ora in guardia!!! – ho sfoderato la spada e ho lasciato cadere il fodero a terra. Perdonami Zoro - Non vuoi ascoltare la verità con le buone!? Te la farò ascoltare a modo miooooo!!!! »
Ho cominciato ad attaccarla, sempre sempre più forte e lei mi supplicava di smettere in lacrime, parando i colpi in maniera ridicola, con le spade rinfoderate. Ma davvero, non riuscivo a frenare la mia rabbia.
« Nami-chan la prego, basta! Per favore! »
« Ora ti ricordi!?!? Ti ricordi di chi diavolo sei!? Sei uno spadaccino! Un dannatissimo spadaccino! »
Ho continuato così Finché non è accaduto il peggio…
« Attaccami maledizione! Difenditi! Non piangere! Tu non piangi mai non te lo ricordi?!?! Tu odi le persone che piangono! ».
L’ho colpita, ferendole il braccio sinistro ed è caduta all’indietro. Io non avevo intenzione di farle del male, sul serio, volevo solo…che ne so, svegliarla.
Ho lasciato cadere la spada, perdonami di nuovo Zoro, e sono caduta anche io in ginocchio, cercando di capire com’era potuto succedere.
Le mani hanno iniziato a tremare. La voce ha iniziato a sparire e ho sentito gli occhi bruciare e le guance diventare bollenti.
« Nami-chan… »
« Lasciami stare, non mi toccare… »
Ancora, cercava di aiutarmi e essermi vicina.
« Nami-chan s-scusami io non credevo che tu fossi innamorata di Sanji-kun, mi aveva detto che non… »
« N-non è per quello… » ho sussurrato sconsolata.
« Per cosa allora? »
Era inutile. Continuava a starmi vicina, a cercare di ascoltarmi e consolarmi. Mi si è avvicinata e mi ha abbracciato. Ho cercato di divincolarmi ma non ci sono riuscita e il pianto mi stava soffocando. A quel punto, ho realizzato che era proprio quello il desiderio che avevo chiesto una settimana fa. Che Zoro mi capisse come fa Robin e così era stato. Solo che Zoro è un uomo e non potrà mai capirmi come fa una donna, né tanto meno come Robin, l’unico modo per farlo era farlo diventare una ragazza. L’amarezza mi ha invaso completamente, ancora ne sento il gusto o forse è il sapore del…beh, lasciamo perdere.
« Perché non mi vuoi ascoltare?!? Stupido, rozzo, spadaccino….ti odio, ti odiooo!!! »
Continuavo a ripeterlo, più come fosse un monologo e una discussione a senso unico.
« Nami-chan sta parlando di quel Zoro? »
Silenzio assenso.
« Deve essere una persona molto speciale, se si merita da lei tutte queste preoccupazioni »
« Zara – ho alzato lo sguardo e le ho detto la verità una volta per tutte – ti prego, ascoltami. Tu non sei Zara, sei Zoro. E’ stata colpa mia, avevo litigato con Zoro e durante la serata delle stelle cadenti ho chiesto che lui potesse comprendermi con fa Nico Robin. La mattina dopo ti sei svegliata sulla nostra nave e con i suoi abiti addosso, e hai le stesse cicatrici – la stavo letteralmente implorando – Nemmeno tu ricordi niente della tua vita prima di trovarti qui sulla Sunny! Ti prego, cerca di ricordare…di capire! Se solo tu potessi ammetterlo allora forse ritornerebbe tutto normale! Allora forse riuscirei a vedere qualcosa di lui in te… ».
E’ rimasta in silenzio diversi minuti. Non cercavo né la sua compassione né la sua comprensione. Non avevo bisogno di quello.
« Nami-chan, io l’ho già capito. Non me lo deve spiegare. Lo so ma vede, quella persona non esiste più…Forse è esistita fino a qualche tempo fa ma ora non c’è più e non so come e non so perché ma è così - smettila di essere così dolce, maledizione – Non ricordo niente di quello che ero prima, per me è tutto nuovo, ma ascoltando quello che si diceva di Zoro, di me, prima di ora sono felice di essere ciò che sono. Zoro era pigro, maleducato, orgoglioso, testardo…mi hanno detto che spesso lo chiamava “cavernicolo” per i suoi modi poco affabili e gentili, e che spesso litigavate e mai le chiedeva scusa. Non voglio essere così…quella persona non deve più esistere, Nami-chan. Ora… »
« No! Ascoltami Zara ti prego! Le vedi queste?! Queste sono le tue spade! Le tue fedeli e adorate spade e non le lasci mai, nemmeno un secondo ».
« Nami-chan io odio la violenza, non so nemmeno come si tiene una spada »
« No no no! Non è vero! Ascolta, questa è la Wado Ichimonji la tua spada preferita. E’ un dono di Kuina…la tua amica d’infanzia, che è – non avrei voluto dirlo ma a mali estremi, estremi rimedi – morta e vi eravate promessi che saresti diventato lo spadaccino migliore del mondo! E questa, questa è Shuusui, l’hai guadagnata a Thriller Bark….ti ricordi di Thriller Bark? Hai quasi sacrificato la tua vita per Rubber, per salvare tutti noi. L’hai vinta in combattimento contro lo zombi del samurai Ryuma… »
« Nami-chan io… »
Leggevo la negazione nei suoi occhi ma non riuscivo ad arrendermi.
« E questa, questa è Sendai Kitetsu…l’hai acquistata a Logue Town, agli inizi del nostro viaggio assieme. Mi devi ancora i soldi che ti ho prestato! Non lo ricordi?! »
« No, mi dispiace » rispose Zara frustrata.
« Sanji…tu odi Sanji! »
« N-non è possibile »
« Sì invece! Sì! Dici sempre che è un donnaiolo e un maniaco, un pervertito e uno zerbino e tutte le volte che mi fa dei complimenti ti arrabbi e cominciate a litigare! Siete sempre in competizione per la minima cosa! »
« Non è possibile Nami-chan..io lo »
« No, non dirlo. Non dirlo mai »
Cominciavo a sembrare pazza, sul serio.
Non finì la frase.
Sentivo che mi osservava amorevole e comprensiva.
« Sai, tutto quello che hai detto prima è vero. Zoro è uno stupido, non è per niente delicato, è scorbutico e pigro. E’ vero, è testardo e orgoglioso. Ed è rozzo e un vero cavernicolo ma lui ha…ha anche del lati positivi, dopotutto. Lui…lui mantiene sempre le promesse, sempre. E’ generoso, sempre pronto a rischiare la propria vita per quella degli altri, mi ha salvato così tante volte che ho perso il conto. Tutte le volte che mi caccio nei guai, non so come ma lui arriva sempre per salvarmi. E’…divertente…quando fa il timido e quando si perde perché gli manca il senso dell’orientamento. Sa anche essere gentile, sa avere dei pensieri speciali…e anche se spesso sembra che passi il suo tempo a dormire e a non curarsi di nulla se non di se stesso, ora capisco che non è così. Restava sempre all’erta…Tu ti stai arrendendo e Zoro invece non si arrende mai »
Ok, l’ho detto.
« Nami-chan… »
Mi sono alzata, volevo andarmene, avevo capito che era tutto inutile.
« Ti fa male il braccio? » le ho chiesto.
Lo teneva stretto con la mano sporca di rosso.
« Un-un po’… »
« Vai da Chopper, non è mai un problema per lui essere svegliato nel cuore della notte »
Mi sono avviata verso le scale, non ho nemmeno messo via le spade.
« Nami-chan…. »
Mi sono fermata, ma non voltata. Dovevo guardare avanti, non indietro. Era il momento di farsene una ragione.
« Deve amarlo molto…. »
Non le ho risposto e sono scesa.
Ora eccomi qui, a scrivere. Senza pensieri e senza speranze.
Mi sembra di impazzire.
Quello non è Zoro, non posso accettarlo. Non ci riesco.
Non ce l’ho più fatta e sono scappata.
Ora sono qui, nell’acquario a scrivere quello che doveva essere un diario di bordo ma che sembra più il mio diario personale.
Mi sento così…vuota.
“Deve amarlo molto…”
Amare Zoro?
E’ una cosa alla quale non avevo mai pensato…
Amare Zoro…
Non diciamo stupidaggini, anche se forse farei meglio ad ammetterlo finché sono sbronza. Almeno così domani non lo ricorderei e userei la scusa che è stato solo un brutto sogno. Tutto un brutto, bruttissimo sogno.
Robin sta dormendo, non voglio disturbarla oltre.
Com’erano le parole di quella poesia?
Meglio scriverla, un giorno vorrei rileggerla.

Vergine bella di diamanti vestita, coronata di stelle,
Amor mi spinge a dir di te parole;
Ma non so incominciar senza tu ‘aita,
Invoco lei che sempre rispose.
Chi la chiamò con fede e per amore.

E’ bella…
Ora è meglio dormire un po’. Mi gira la testa e ho sonno…..
   
 
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