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Autore: lupacchiotta89    16/08/2011    2 recensioni
Helen, la protagonista della storia, decide di tornare a La Push, dalla sua famiglia, dopo aver vissuto e studiato a New York. Dopo di che leggete per scoprire il resto! Spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera! Ho deciso di postare il primo capitolo visto che era già pronto anche se è corto :S, beh Helen sta tornando a casa finalmente! Baci a presto spero vi piaccia :)



Ritorno a La Push


Mi ero appena svegliata e una luce fortissima colpì i miei occhi
<< Buongiorno bella addormentata! >>
Il mio amico Chet, un ragazzo piuttosto massiccio, con i capelli neri perennemente davanti agli occhi, di un verde brillante, teneva in mano una lampadina a dinamo puntata sul mio viso
<< Ehi! togli quella cosa dai miei occhi, mi stai accecando! >> dissi infastidita dalla potenza della luce
<< Helen, ho dovuto farlo, è da mezz'ora che provo a svegliarti ma tu non volevi proprio saperne. Farai tardi all'aeroporto! >> rispose stendendosi nuovamente a letto
<< oh cavolo! me ne ero dimenticata! che ore sono? >> chiesi in preda al terrore di perdere l'aereo.
In risposta Chet mi tirò l'orologio da polso in faccia.
<< Oh no, no no no! Manca un'ora alla partenza e io sono ancora qui! >> così dicendo mi alzai subito dal letto e andai a sciacquarmi il viso. La valigia era quasi pronta mancava solo lo spazzolino da denti.Afferrai tutto con foga e mi diressi verso la porta di casa
<< Ciao Chet, ci sentiamo appena arrivo! >> urlai. In risposta ebbi un grugnito e un " ciao " biascicato.
Chet era il mio migliore amico, avevamo una casa in affitto insieme a Josie, la mia compagna di classe, e JD, il suo ragazzo.
Il fatto che non venissero a salutarmi non mi disturbava, visto che la sera precedente mi avevano organizzato una festa d'addio e mi avevano portata in aeroporto fingendo di salutarmi come le vecchiette in lacrime. Tutti avevano trovato un lavoro partime o erano iscritti a qualche college prestigioso, mentre io, stavo tornando nel posto in cui ero nata, la mia adorata riserva di La Push, a fare cosa non lo sapevo ancora.
Mi ero trasferita a New York, perchè volevo provare esperienze nuove, volevo respirare l'aria della grande mela e mi era piaciuto così tanto che ero rimasta lì per continuare i miei studi e perchè non volevo lasciare le amicizie trovate. La riserva però mi mancava, quindi avevo deciso di tornare a casa, rivedere la mia famiglia e magari ritrovare qualche vecchio amico perduto.
Il volo fu poco stressante, nonostante odiassi gli aerei e a prendermi venne mio cugino Embry, con la sua auto nuova.
<< Helen! da quanto tempo! >> mi abbracciò forte e mi diede un bacio sul capo, quanto mi erano mancati i suoi abbracci da orso
<< Embry! mi stai stritolando - dissi ridendo - lasciami o a casa tornerò come spezzatino di carne! >>
Mi mise giù e mi squadrò dalla testa ai piedi << Sei cresciuta tantissimo, ti ricordo quando eri ancora un metro e tanta voglia di crescere! >>
<< Non è che sia poi così alta, ma qualche centrimetro l'ho preso anche io. Tu piuttosto! Guardati sei un gigante! >>
Era altissimo, avevo dimenticato quanto i ragazzi della riserva diventassero enormi.
Dopo i vari saluti e le classiche domande, finalmente salimmo in auto, pronti a partire verso La Push. La musica allo stereo era alta ed Embry cantava, mentre io mi godevo il paesaggio che mi era tanto mancato. Alberi, distese verdi infinite, la pioggia e le nuvole, il familiare freddo, tutte cose che avevo lasciato per la caotica New York.
Mandai un sms a Chet avvisandolo del mio arrivo, come promesso, e lui rispose scrivendo che già gli mancavo. Povero Chet, aveva una cotta per me da quando ci eravamo conosciuti, peccato che, per quanto stessi bene in sua compagnia, non era scattato nulla.
Arrivammo a La Push più in fretta di quanto mi aspettassi. Rivedere la mia vecchia casa mi mise addosso una certa malinconia che continuò a perseguitarmi per il resto della giornata.
Embry mi aveva invitata ad una serata con vecchi amici, ma prima dovevo sistemare almeno un pò le mie cose, riprendere fiato e soprattutto stare con i miei genitori che non vedevo da un anno. Spesso erano venuti a trovarmi a New York, perchè io avevo paura che tornando a casa sarei voluta rimanere e non volevo cedere alla nostalgia. Quindi entrai dalla porta sul retro, la chiave era sempre sotto lo zerbino, mi mossi quatta quatta per fare una sorpresa alla mia famiglia.
<< Sono tornata! >> urlai dalla cucina
Sentii dei movimenti e delle voci dal salotto << Tesoro sei qui? >>
mia madre venne ad abbracciarmi subito e mio padre mi diede un bacio sulla guancia, felice che la sua bambina fosse tornata a casa
<< Quanto pensi di rimanere tesoro? >> chiese mia madre afferrando una tazza di tè
Sorrisi, loro non sapevano nulla della mia decisione << Ma.. non saprei...penso che ...rimarrò per molto tempo >>
<< Non tornerai a New York? >> disse mio padre con un sorriso enorme stampato sul viso
<< No! >> risposi e lo abbracciai << Ora vado a sistemare un pò di cose e poi.. ecco Embry mi ha invitata ad uscire con i vecchi amici, posso andare o preferite che rimanga? >>
<< Certo che puoi tesoro, non preoccuparti, vai e divertiti >> disse mia madre sorseggiando il tè.
Il ritorno a casa, fin ora, era stato un grande successo, sicuramente la scelta giusta.

  
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