T'AMO SENZA SAPERE COME NE' QUANDO NE' DA DOVE

 

Quando tornai nella sala comune di Grifondoro decisi di tenere la testa occupata esercitandomi sugli incantesimi non verbali.

A causa della sfuriata di Al avevo saltato il pranzo e verso le tre del pomeriggio cominciai a sentire lo stomaco brontolare. « Accidenti! » esclamai.

« Accidenti cosa? » chiese una voce alle mie spalle.

« Lily! » esclamai. « Cosa ci fai qui? »

« Ci passo quasi dieci mesi all'anno » rispose sarcastica.

« Che cosa c'è? » chiesi, intimidita dal suo sguardo di fuoco.

« Hai infranto la promessa » disse lei.

« Lily … » sussurrai, scuotendo la testa. « Io non … »

« Per tua fortuna sono una ragazza molto comprensiva » continuò sedendosi sul mio letto.

« Tu? » chiesi scettica. « Comprensiva? »

« Certo che sì! » esclamò lei. « Ed è proprio per questo che ti darò un'altra chance ».

Si alzò e si diresse verso la porta. Mi morsi il labbro inferiore. Avrei dovuto raccontarle di ciò che era successo a Hogsmeade?

« Lily! » gridai. « Aspetta! »

« Sì? »

« Ci ho provato » dissi. « Oggi … »

« E? »

« Lui è scappato via ».

« Scappato? » urlò lei fuori di sé. « Tu le hai rivelato i tuoi sentimenti e lui – quel vile codardo infame – è scappato? »

Vederla con gli occhi fuori dalle orbite e il volto rosso dalla rabbia mi fece talmente paura da farmi sentire fuori luogo nella Torre di Grifondoro.

« Lily … » borbottai. « Calmati! »

« Non che non mi calmo! » gridò. « Io lo uccido! »

« Sono felice che tieni così tanto alla mia felicita, ma seriamente … devi calmarti! »

« Dammi una ragione! »

« E' scappato via prima che riuscissi a dirglielo ».

« Oh … ».

Pian piano il rossore svanì dalle sue guance e il suo corpo smise di sembrare in preda alle convulsioni.

« Scorpius ha detto che gli parlerà » dissi.

« Oh! » esclamò lei. « E' carino da parte sua, no? »

Per un istante mi sembrò di vedere le sue guance farsi più rosee.

« Sì » risposi. « Suppongo di sì ».

« Allora dovrai solo aspettare » continuò lei. « Sarà lui a venire da te ».

In quel momento la porta si aprì e Dominique entrò nella stanza.

« Che cosa sta succedendo qui? » chiese con le braccia incrociate. « Con chi deve parlare Scorpius? »

« Stavi origliando? » sbottai.

« Non è colpa mia se avete cominciato a tenermi all'oscuro di tutto! »

« Non è colpa mia se la compagnia di James ti ha lobotomizzata! » ribatté Lily.

« Come osi?! »

Lily ed io ci lanciammo un'occhiata tra il divertito e l'esasperato e cominciammo a raccontare ogni cosa a nostra cugina.

« … così adesso l'unica cosa da fare è aspettare che sia lui a dirle qualcosa » concluse Lily.

« Wow … » sussurrò Dominique. « E io per tutto questo tempo non ho capito niente? »

« Già! » risposi.

« Che fine ha fatto la mia perspicacia? » chiese sconsolata.

Lily grugnì qualcosa di molto simile a “James”.

Dom le lanciò un'occhiataccia e poi mi abbracciò. « Vedrai … » disse. « Presto le cose si risolveranno ».

* * * * * * * * * *

Appena mi chiusi la porta del dormitorio alle spalle, non feci altro che pensare a Rose e a Scorpius. Che razza di amico ero? Invece di essere felice per loro mi mettevo a fare scenate senza senso.

Era troppo tardi per fare scenate o incolpare qualcun altro. La colpa era mia e del mio stupido orgoglio. No. Non era orgoglio. Era codardia. Ero stato un codardo a non voler ammettere i miei sentimenti per Rose quando avevo ancora una chance. Un vile codardo.

« Non devo pensarci più » mi dissi. « Devo svuotare la testa ».

Cercai il libro di Trasfigurazione nel baule. Studiare un po' mi avrebbe sicuramente aiutato a distrarmi.

Mentre tiravo fuori i tomi, cadde qualcosa sulle mie ginocchia. Era un piccolo libro; non sembrava un libro di testo.

Poi ricordai che era il regalo di Natale di zia Hermione. Sapeva che mi piaceva la letteratura babbana e allora aveva deciso di regalarmi un libro di poesie. L'autore era un certo Pablo Neruda.

Non avevo ancora avuto tempo di leggerlo e in quel momento mi sembrò adatto allo scopo.

Aprii una pagina a caso – quando leggevo un libro di poesie mi piaceva cominciare così.

Lessi il testo e fui colpito sopratutto dalla terza strofa, che recitava:

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti …

Quelle parole esprimevano ciò che avrei voluto dire a Rose, se solo avessi potuto. Se mi avesse chiesto perché la amavo, probabilmente non avrei saputo rispondere. Dire che era per il suo carattere, per la sua dolcezza, per la sua intelligenza era troppo banale; tutti la amavano per quelle qualità.

No. Io non sapevo perché la amavo; ero consapevole solo di ciò che provavo.

Avrei voluto dirle solo che non c'era altro al mondo che volevo ormai – niente più scuse o problemi ad ostacolarci. E invece …

In quel momento Scorpius entrò nel dormitorio.

« Hey … » dissi.

« Sei un idiota » rispose lui. « Lo sai, vero? »

« Sì, lo so ».

« Bene! » esclamò lui.

« Ma che altro avrei dovuto fare, scusa? »

« Dirle ciò che provi, forse?! » sbottò lui.

« Ti ricordo che lei sta con te! » esclamai. « Ma forse non la ami se mi stai proponendo una cosa del genere! »

« Su questo punto hai ragione » ammise lui.

« Come puoi prenderla in giro così?! » gli urlai contro.

« A volte sei davvero ottuso, Al! » esclamò Scorpius.

Io lo fulminai con lo sguardo.

« Pensi davvero che Rose ed io stiamo inseme? » continuò. « Pensa Al! Ci hai mai visti in atteggiamenti … come dire? Intimi ».

« Io … ».

Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Per la prima volta dopo mesi però tutto cominciò a prendere un senso.

« Perché? » chiesi.

« Non è ovvio? »

Io riuscii solo a fissarlo senza sapere cosa dire.

« Vai da lei, Al » concluse lui, uscendo dal dormitorio.

All'improvviso le mie gambe cominciarono a muoversi da sole e in un balenò corsi fino alla Torre di Grifondoro.

« Parola d'ordine? » chiese la donna raffigurata nel quadro davanti all'entrata.

« Io … »

In quel momento il quadro si aprì e mi trovai davanti mio fratello.

« Al! » esclamò lui. « Che ci fai qui? »

« Devo … vedere … Rose » risposi senza fiato.

Lui rientrò nella sala comune e un minuto dopo uscì seguito da Rose.

« Bene! » esclamò James. « Io vado, eh … »

« Al, cosa …? »

« Ti amo » dissi senza pensare.

Per un attimo credetti di aver fatto un casino perché Rose scoppiò in lacrime. Prima che riuscissi a dire qualcosa per calmarla si gettò tra le mie braccia.

« T-ti amo » la sentii sussurrare, mentre alzava la testa per guardarmi.

Io le asciugai una lacrima e lentamente avvicinai il mio volto al suo fin a sentire il suo respiro sulle mie labbra.

Esitai per un attimo, quasi avessi paura che fosse tutto un sogno, e poi posai le mie labbra sulle sue in un bacio casto.

Pochi secondi dopo Rose mi attirò verso di sé afferrandomi per la felpa e il bacio si fece più ardito.

Quando ci separammo lei mi guardò sorridendo ed io mi sentii felice come mai in tutta la mia vita.





Spazio autrice:

eccomi con il decimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto! Avevo detto che non avrei scritto più di dieci capitoli, ma credo che scrivero una sorta di epilogo.
Grazie a tutti!

Vulcan-girl




Ceci Weasley: grazie per aver recensito! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto! Come ho detto prima, credo che scriverò un altro capitolo come epilogo ma niente di più, anche perché è così che avevo pensato la storia all'inizio! Grazie di avermi seguito! :*