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Autore: Little white angel    17/08/2011    2 recensioni
[4^ classificata a pari merito con Claws (Jo) al contest "Una storia per una canzone" indetto da Parsifal 62 sul forum di EFP]
Sasuke dopo aver sconfitto Itachi viene trovato da Naruto e Sakura che lo riportano a Konoha. So che è un tema già trattato da altre mille fic ma ho cercato di rendere il tutto un pò più particolare trattando la storia dal punto di vista di Sasuke e Naruto.
La verità è che non so come presentarvi la storia perchè non so se c'è una vera trama dietro. In realtà a parlare sono i pensieri dei due sulle note di "Il sole esiste per tutti" di Tiziano Ferro. Perciò spero di avervi comunque incuriosito ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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AUTORE: Little white angel
FANDOM: Naruto
CANZONE ISPIRATA: Il sole esiste per tutti- Tiziano Ferro
AVVERTIMENTI: One-shot, OOC, shonen-ai, what if?
GENERE: Introspettivo, sentimentale, slice of life, song-fic
RATING: Giallo
NOTE: Allora, non ho la più pallida idea di cosa sia questa cosa, so solo che tre giorni fa, mentre ascoltavo questa canzone, mi sono ritrovata con un ispirazione tremenda e ho iniziato a scrivere senza sosta. Può darsi che risulti noiosa e vagamente non-sense ma ci sono stranamente affezionata –forse a causa del fatto che per scriverla abbia perso parecchie ore di sonno le ultime due notti-, ci tenevo a consegnarla in tempo e ti ringrazio per le proroghe concesse.

Un’ ultima cosa: l’idea iniziale non era questa e quando mi sono iscritta ti avevo assicurato che bastava conoscere a grandi linee la trama mentre, in questa c’è bisogno di una conoscenza un po’ più approfondita della trama dell’anime.
Ti metto qui i link alle pagine di Wikipedia che trattano in maniera approfondita di Naruto e Sasuke sperando che ti siano utili a comprendere meglio la storia.
Sasuke Uchiha: http://it.wikipedia.org/wiki/Sasuke_Uchiha
Naruto Uzumaki: http://it.wikipedia.org/wiki/Naruto_Uzumaki
Qui trovi informazioni più generali sull’intera trama in caso ne avessi bisogno: http://it.wikipedia.org/wiki/Naruto
Non c’e molto altro da dire, spero che piaccia e che abbia vagamente senso. Buona lettura ^^
 
-    Sentirsi a casa -
 
In questa mattina grigia
In questa casa che ora è veramente solo mia
Riconosco che sei l’unica persona che conosca
Che incontrando una persona la conosce
E guardandola le parla per la prima volta
Concedendosi una vera lunga sosta
Una sosta dai concetti e i preconcetti
Una sosta dalla prima impressione
Che rischiando di sbagliare
Prova a chiedersi per prima
Cosa se a quella persona veramente
Potrà mai volere bene


Quando Sasuke fece pressione sul legno rovinato dal tempo questo si aprì cigolando e mostrando uno squarcio del corridoio deserto.
Sentì un brivido percorrergli la schiena e penetrare fin nelle ossa, non riuscendo a capire però se a causa dell’aria fredda di quell’uggiosa mattina invernale o se per il forte senso di vuoto opprimente che trasmetteva la casa.
Casa. Tsè, quella non era casa sua. Anche se per la prima volta si rendeva conto di esserne l’unico proprietario non riusciva a ritenere davvero quel posto “casa”. Certo, un tempo lo era stata ma, ora, non era altro che un insieme di porte, muri e tatami che fungevano da riparo al suo corpo e a quello che restava della sua anima lacerata.
No, quella non era casa sua. “Casa” è dove sai che c’è qualcuno che attende il tuo ritorno e a lui, in quell’enorme quartiere non era rimasto nessuno se non un insieme di fantasmi, frutto delle sue memorie; “casa” è dove c’è qualcuno che ti vuole bene e che pensa a te quindi, decisamente, quel luogo non era definibile “casa”.
Tuttavia Sasuke era certo di aver trovato la sua casa molto tempo prima. Non se ne era mai reso conto a dir la verità e solo recentemente aveva scoperto che per “sentirsi a casa” non servivano necessariamente quattro mura e un tetto sopra la testa, solo recentemente aveva scoperto che una sola persona, se quella giusta, era in grado di offrirti tutto ciò di cui avevi bisogno: dall’amore a quel senso di protezione che solo una famiglia e una casa sanno dare.
E lui, lui aveva trovato quella persona speciale, quella che con uno sguardo sembrava abbracciare e lenire tutte le ferite della sua anima senza mai chiedere nulla in cambio.
Una volta, quando ancora inseguiva la sua vendetta e veniva considerato un ninja-traditore a Konoha, gli era capitato di essere raggiunto dal suo ex compagno di team. Naruto Uzumaki.
Sasuke sapeva di essere stato seguito –se c’era qualcosa che il biondo non aveva ancora imparato dopo tutti quegli anni era nascondere il più possibile la propria presenza- ma non aveva capito cosa lo avesse spinto a farsi raggiungere.
Mentre pensava a motivazioni che non suonassero troppo false anche a sè stesso aveva iniziato a squadrare il biondo mantenendo i sensi allerta finchè le sue parole non catturarono la sua attenzione.
La tensione era palpabile e l’aria attorno a loro sembrava fremere in attesa di uno scontro che non sarebbe mai avvenuto; non lì almeno.
Naruto si era limitato a dirgli che un giorno lo avrebbe riportato a Konoha con sé e, a quelle parole sentite già centinaia di volte, Sasuke aveva sollevato lo sguardo incatenandolo agli occhi dell’altro e rabbrividendo per la prima volta all’intensità devastante di quelle iridi.
Mentre le sue labbra pronunciavano quella promessa ripetuta all’infinito, i suoi occhi gridavano con forza inaudita un giuramento silenzioso: “ti riporterò a casa, con me, costi quel che costi”.
Era poi andato via lasciando che le sue parole aleggiassero attorno all’Uchiha, sospese a mezz’aria tra cose dette e taciute.
Lo aveva incontrato due anni dopo. Quando era caduto al suolo dopo lo scontro con Itachi, Naruto gli si era avvicinato parlando piano e quasi sussurrando.
Aveva mantenuto il giuramento, lo aveva riportato a Konoha e gli era stato accanto quasi ogni istante della giornata senza risultare invadente ma donandogli quel calore di cui necessitava morbosamente.
Ancora adesso era sorpreso dalla tenacia del biondo. Non aveva demorso nonostante lui non avesse aperto bocca dalla fine dello scontro, ed era sempre stato così quel piccolo tornado biondo. Vittima dei commenti maligni della gente che lo accompagnavano sin da piccolo, aveva imparato che le persone bisognava cercare di conoscerle prima di poter giudicare in qualsiasi modo. Inoltre aveva la straordinaria capacità di andare oltre le maschere indossate dalla gente e, questo, lo aveva sperimentato sulla propria pelle.
Naruto era stato l’unico ad abbattere tutte le difese che si era creato. Con la sua fastidiosissima ma invidiabile testardaggine aveva continuato a stargli accanto, anche dopo che aveva tentato più volte di ucciderlo, anche dopo che aveva tentato di recidere, senza averne la reale intenzione, il legame che li univa. Ma ora Sasuke lo sentiva. Lo sentiva sempre al suo fianco anche quando a dividerli c’erano chilometri.
 
Tu che pensi solamente spinta dall’affetto
E non ne vuoi sapere di battaglie, d’odio, di ripicche e di rancore
E t’intenerisci ad ogni mio difetto
Tu che ridi solamente insieme a me
Insieme a chi sa ridere, ma ridere di cuore
Tu che ti metti da parte sempre troppo spesso
E che mi vuoi bene più di quanto faccia con me stesso
E’ trasceso il concetto di un errore
Ciò che universalmente tutti quanti a questo mondo
Chiamiamo amore


La sua presenza era diventata una costante.
Il biondo era diventato una costante in quello schifo di vita che si era ritrovato a condurre fino a quel momento. Dopo lo sterminio degli Uchiha, per Sasuke il mondo aveva perso attrattiva, il suo cuore sanguinava giorno e notte togliendogli il sonno e l’appetito, mostrando come unica possibilità per quel cuore distrutto la ricerca di vendetta. Ma il moro non era stupido, sapeva di dover diventare più forte prima e quindi aveva pian piano ricominciato ad andare in Accademia, a dare il massimo di se nello studio e allenandosi ogni giorno per ore.
Era allora che aveva conosciuto Naruto. Quel bambino allegro e sempre sorridente aveva catturato la sua attenzione anche se non lo dava a vedere. Inoltre gli sembrava strano che non avesse nessun amico, era pazzo e casinista anche da piccolo ma era anche gentile, eppure ogni volta che si avvicinava ad altri bambini questi lo guardavano male e correvano via. Ora sapeva perché, ora sapeva il motivo per cui era odiato da tutti, lo sapeva ma non lo accettava. Come quando era piccolo, vedendo quegli sguardi carichi d’odio rivolti al suo compagno di team avrebbe solo voluto prendere a pugni quella gente.
Ma il Sasuke di dieci anni aveva una vendetta da compiere e non poteva permettersi distrazioni. Aveva deciso di ignorare il biondo ma questi sembrava averlo eletto suo eterno rivale. E quasi lo faceva ridere il pensiero di quanto fosse durata quella rivalità e di come, nel suo caso, fosse probabilmente mutata in qualcos’altro di strano e indefinito.
Spesso si chiedeva se il biondo provasse qualcosa per lui, se avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti o se lo avesse riportato a Konoha solo per mantenere fede alla promessa fatta a Sakura. Perché, per essere testardo era testardo, ma dopo tre anni di inseguimenti e tentati omicidi avrebbe dovuto lasciar perdere! Ad ogni modo era contento che non lo avesse fatto, era una bella sensazione sentirsi a casa.
Era grato a Naruto per ciò che aveva fatto, per non essersi arreso, per aver continuato ad inseguirlo fino alla fine rinnovando ogni volta la proposta di tornare a casa assieme, chiedendogli di abbandonare la vendetta e di lasciarsi il passato alle spalle, di ricominciare. Perché era inutile, lui il motivo per cui voleva vendicarsi proprio non lo capiva, non capiva la vendetta in sé a dirla tutta, il portare rancore verso qualcuno per anni.
Era semplice Naruto ed era cresciuto con l’odio del villaggio a lacerargli il cuore. Era cresciuto con gli sguardi pieni di disprezzo della gente eppure non aveva cercato vendetta, non aveva dato loro un pretesto per continuare ad additarlo come mostro. Aveva lottato invece e tentato di dimostrare il suo valore, con il tempo aveva trovato amici veri pronti a lottare con lui e per lui. Naruto era riuscito a non cedere alla parte oscura del suo cuore, lui invece ci si era tuffato in quel buio impenetrabile.
Il suo modo di vivere però aveva iniziato a stargli stretto con la creazione del team 7. Con il tempo, i giorni passati assieme e le missioni di alto livello, con la necessità di un lavoro di squadra e di una sintonia perfetta aveva pensato per un paio di volte di lasciar perdere ma poi gli occhi di suo fratello gli tornavano in mente ed allora la serenità labile che aveva raggiunto finiva in frantumi mentre l’oscurità s’impossessava nuovamente del suo cuore e i ricordi tornavano a tormentarlo con un passato che non sarebbe mai più potuto tornare.
Era stato in una di quelle notti che era stato raggiunto dal quartetto del suono, era stato in una di quelle notti che era andato via per raggiungere Orochimaru, per diventare più forte, per avvicinarsi di qualche passo alla realizzazione della sua vendetta. Era stato in una notte come quelle che aveva deciso di spezzare qualsiasi legame creatosi a Konoha. E, con il senno di poi, era incredibile vedere quanto il suo legame con Naruto avesse resistito. Ma, ancora più incredibile, era il modo in cui il biondo si era battuto affinché non venisse reciso. Pur di inseguirlo, pur di fargli sentire che non lo avrebbe mai abbandonato e che sarebbe sempre stato pronto a perdonarlo, aveva completamente annullato sé stesso gettandosi anima e corpo nella sua personale missione.
Naruto e Sakura lo avevano trovato subito dopo lo scontro con Itachi, semi-cosciente sotto la pioggia e in fin di vita. Sakura aveva cercato di curare le ferite più gravi e Naruto se l’era caricato in spalla per poi tornare insieme a Konoha. Le ferite causate dallo scontro lo avevano tenuto poi bloccato in ospedale per due settimane. Ogni giorno i suoi vecchi compagni lo andavano a trovare, ogni giorno quando li sentiva arrivare chiudeva gli occhi e fingeva di dormire. Quando era Sakura ad andarlo a trovare la ragazza gli parlava di ciò che si era perso in quegli anni e, credendolo addormentato, si soffermava sui propri sentimenti facendo capire al moro quanto fosse innamorata di lui. Eppure, Sasuke non riusciva a provare nulla per lei se non una semplice amicizia.
Ricordava invece la prima volta che era andato a trovarlo Naruto. Come con gli altri, aveva finto di dormire ma il biondo lo aveva sorpreso. Si era accomodato con calma di fronte al letto mettendosi a guardar fuori dalla finestra. Dopo un paio di minuti passati in silenzio aveva poi parlato con tono pacato.
-Neh Teme*, che ne dici di smetterla? L’ho capito che sei sveglio-
Sasuke aveva aperto gli occhi notando un’iride azzurra fissarlo dalla coda dell’occhio. Gli sguardi si erano incrociati per un paio di istanti ma a loro sembravano essere bastati per dirsi tutto ciò che c’era da dire. Poi Naruto si era voltato nuovamente verso la finestra e il moro aveva cominciato a fissare il soffitto. Non si erano parlati fino al termine della visita eppure quando il biondo aveva lasciato la stanza a Sasuke era sembrato di non aver mai parlato tanto.
Avevano continuato così finchè non lo avevano dimesso: Naruto lo andava a trovare e lui smetteva di fingere di dormire, si fissavano per una manciata di secondi e poi distoglievano lo sguardo lasciando che il silenzio li avvolgesse morbidamente curando giorno dopo giorno lo squarcio lasciato dall’uccisione di Itachi perché, infondo, era pur sempre suo fratello e da quando era caduto al suolo davanti ai suoi occhi era stato invaso dai ricordi. Ricordi di quando era più piccolo e ancora sorrideva a chiunque, ricordi precedenti allo sterminio e alla sete di vendetta, ricordi in cui giocava e si allenava con Itachi, convinto che fosse il fratello migliore del mondo. E quei ricordi bruciavano come le fiamme nere di Amaterasu, lenite solo dalla presenza del biondo al suo capezzale. Ed in quei momenti Sasuke non faceva altro che ringraziare silenziosamente Naruto. In quei momenti non poteva fare a meno di sentirsi “a casa”.
Ascoltando Sakura poi aveva scoperto che, quando non aveva missioni, il biondo si allenava senza sosta cercando di migliorare le proprie tecniche e di crearne di nuove. Era rimasto sorpreso quando la ragazza gli aveva parlato delle innumerevoli volte in cui il giovane Uzumaki era finito all’ospedale tentando di mettere a punto nuove versioni del Rasengan.
Ascoltando quei discorsi Sasuke non aveva potuto fare a meno di pensare a come il biondo avesse sacrificato tre anni della sua vita per riportarlo a Konoha. Aveva rischiato la pelle milioni di volte anche solo per riuscire a raggiungerlo.
Una mattina, mentre gli raccontava di altre missioni per trovare informazioni su di lui e sul suo nascondiglio, la compagna di team aveva scherzato dicendo
-Sai, certe volte penso che tenga più a te che a sé stesso-
Quella frase, detta quasi senza riflettere aveva fatto aumentare appena il suo battito… infondo pensare e sperare in qualcosa era un conto ma averne conferma da terzi era tutt’un’altra storia.
E ora, mentre camminava in quella casa buia e silenziosa, l’ultimo discendente degli Uchiha si chiedeva cosa diamine gli stesse succedendo. Aveva notato che vedere il sorriso di Naruto lo tranquillizzava sempre e c’erano volte in cui voleva abbracciarlo e stringerlo a sé, c’erano volte in cui voleva che guardasse solo lui e nessun altro. Si chiedeva se quelle sensazioni fossero sbagliate, se provarle verso il proprio compagno di squadra fosse un errore ma, infondo, anche se lo fosse stato non gli sarebbe importato perché semplicemente non era una cosa che poteva controllare.
Quindi quello cos’era?
Era davvero…
Amore?
 
 
*****
 
 
Ti fermo alle luci al tramonto e ti guardo negli occhi
E ti vedo morire
Ti fermo all’inferno e mi perdo perché
Non ti lasci salvare da me


Naruto aprì la porta del piccolo monolocale con aria stanca. Lanciò da qualche parte le scarpe e si lasciò cadere a peso morto sul letto ispirando profondamente per poi cacciar via assieme all’aria l’enorme peso che sentiva sullo stomaco.
Era stata una giornata pesante e piena di problemi ma finalmente era finita.
Già… era tutto finito.
“Sasuke è tornato” pensò.
-Sasuke è tornato- pronunciò in un soffio.
Era tornato, lo aveva riportato a Konoha finalmente. Sentì qualcosa di umido bagnargli il viso e portando una mano a sfiorarsi la guancia notò che era percorsa da piccole lacrime. Tentò di fermarle, imbarazzato, ma lasciò perdere quando queste aumentarono. Era felice, era stanco, stressato e arrabbiato. Era davvero contento del ritorno di Sasuke eppure ora gli avrebbe volentieri spaccato la faccia a suon di pugni per averlo fatto penare così tanto. E quelle piccole stille salate continuavano a scendere rapide sul suo volto, liberandolo dalla tensione accumulata da quella mattina.
Dopo che Sasuke era stato dimesso, una settimana prima, il moro era stato tenuto in una cella mentre gi anziani e Tsunade decidevano il suo destino. Si era battuto strenuamente, Naruto, per ottenere il reintegro del moro e, quel giorno, gli anziani del consiglio avevano annunciato la loro decisione: Sasuke Uchiha, pur avendo abbandonato il villaggio, aveva ucciso due pericolosi criminali di livello S motivo per cui era riammesso senza conseguenze salvo una squadra di ANBU  che lo avrebbe tenuto d’occhio per i primi mesi di reintegro.
A quella notizia Naruto non aveva potuto fare a meno di sorridere al diretto interessato mentre sprizzava gioia da ogni poro. E, in quel momento, li aveva visti. Aveva visto gli occhi antracite di Sasuke scaldarsi e perdere la fredda impenetrabilità che restava intatta nei tratti rigidi del volto. Li aveva visti e a quello spettacolo aveva sentito il cuore sciogliersi sprigionando tutto l’affetto che provava verso il moro. In quel momento Naruto avrebbe voluto abbracciarlo e tenerlo stretto a se per ore.
Ora invece piangeva a causa di quella che si stava rivelando una crisi isterica coi fiocchi.
Era stanco, aveva sonno e voleva dormire ma sapeva che non ci sarebbe riuscito. Anche se l’unica cosa di cui necessitava al momento era una bella dormita, era consapevole che una volta addormentatosi avrebbe avuto gli incubi perché un conto era il cercarlo, un altro l’averlo trovato e avere il terrore di vederlo scomparire di nuovo. Ed era certo che se Sasuke fosse andato di nuovo via non avrebbe avuto la forza di corrergli nuovamente dietro.
L’ultima volta aveva davvero dovuto metterci tutto sé stesso per non cadere nello sconforto e, invece, ricominciare a cercarlo. Quando lo avevano incontrato nel covo di Orochimaru si era sentito morire. Aveva incrociato il suo sguardo quel giorno e vi aveva letto solo un odio spropositato e un’indifferenza che faceva gelare il cuore.
In quel momento aveva visto davanti a sé qualcuno che era morto dentro, preferendo farsi guidare come un fantoccio dall’odio che provava. Quello non era più Sasuke. Il Sasuke che conosceva lui avrebbe lottato senza lasciarsi sopraffare da niente e nessuno…
Dopo quell’incontro mille volte si era chiesto se, in realtà, non si fosse sbagliato lui; se, in realtà, avesse sempre sbagliato a pensare di conoscere il moro. Ma il tempo aveva cancellato i suoi dubbi perché lo aveva visto lo scontro tra Sasuke e Itachi e quegli occhi non erano per niente morti.
Ma quando lo aveva incontrato nel covo di Orochimaru aveva davvero avuto paura. Il terrore di non riuscire a riportarlo indietro s’era impadronito di lui facendolo rabbrividire. Quando Sasuke aveva attivato lo sharingan quegli occhi, rossi come le fiamme dell’inferno, lo avevano colpito come un fulmine e per un attimo si era perso in tutto quel rosso, confuso dalla voce della volpe che, maligna, gli ripeteva che non sarebbe mai riuscito a riportarlo a casa perché semplicemente il moro non voleva essere salvato.
Quello era stato uno dei giorni più brutti della sua vita. Gli ci era voluto un po’ per riprendersi dallo shock di quegli occhi ma quando c’era riuscito aveva ricominciato l’inseguimento con rinnovato vigore. Si era ripromesso che avrebbe ritrovato Sasuke e lo avrebbe riportato con se a casa.
E alla fine c’era riuscito, non avrebbe più dovuto inseguire nessuno o rischiare la vita per mano del suo migliore amico.
 
Nego i ricordi peggiori
Richiamo i migliori pensieri


Asciugandosi le lacrime e con sguardo determinato pensò che, ormai, restava da fare solo un’ultima cosa.
Avrebbe messo da parte il passato e dimenticato tutto ciò che di doloroso era avvenuto tra loro due, avrebbe cercato di creare nuovi ricordi, belli, allegri e che parlavano di amicizia, fratellanza o qualcosa di più perché, si, da un anno e mezzo circa aveva scoperto che i suoi sentimenti verso il moro erano lentamente mutati in qualcosa di più che semplice amicizia dandogli la forza necessaria a rialzarsi ogni volta per ricominciare a seguirlo, per mantenere saldo quel legame creatosi anni prima e che aveva gelosamente custodito non permettendo a nessuno di romperlo.
 
E perdo il momento
Sperando che solo perdendo quel tanto
Tu resti con me


Gli sarebbe stato accanto, in silenzio, senza confessargli nulla perchè poteva affrontare i ninja più forti delle Cinque Terre senza tremare nemmeno ma davanti ad un possibile rifiuto di Sasuke si sentiva morire. Aveva paura, si, di essere allontanato da lui, di essere lasciato di nuovo solo –infondo, a lui bastava anche solo stargli vicino-.
 
Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti
Che il sole esiste per tutti
Esiste per tutti


Lo avrebbe aiutato a non soffrire più terribilmente pensando al passato, lo avrebbe aiutato a lenire e superare il dolore per l’assassinio del fratello –perché lo sapeva, Naruto, che nonostante ciò che Itachi gli aveva fatto, Sasuke continuava a volergli bene- e gli avrebbe soprattutto mostrato come nonostante i drammi più brutti, alla fine il sole tornasse a splendere per tutti.
 
*****
 
Lentamente i raggi del sole avevano tinto il cielo di rosso e arancio per poi lasciar posto al blu scuro della notte, appena rischiarato dai pallidi raggi della luna.
Naruto si trovava nella piccola cucina del suo appartamento intento a cercare qualcosa che andasse bene per la cena. Ovviamente avrebbe mangiato ramen ma aveva voglia di mangiare anche altro… il problema era capire cosa.
Il suo riflettere venne però interrotto da un lieve bussare. Di solito nessuno andava a trovarlo a quell’ora. La curiosità però si trasformò in stupore quando notò chi fosse il suo visitatore.
-Teme che ci fai qui?- Sasuke se ne stava sulla soglia di casa sua, le mani in tasca e lo sguardo fisso oltre la spalla del biondo. Sembrava quasi… imbarazzato.
-Kakashi mi ha chiesto di dirti che da Lunedì ricominciamo gli allenamenti e che ci vuole tutti sul ponte alle 7-
-Oh… ok, grazie.- Sasuke annuì appena per poi voltarsi
-Bene allora io vado-
-Ehi teme!- lo aveva bloccato d’impulso il biondo –ehm… ti va di… restare a cena?-
Sasuke era rimasto spiazzato dalla proposta e non sapeva se accettare o meno.
Notandolo Naruto aggiunse sorridendo.
-E dai! Almeno ci facciamo compagnia-
Quando Sasuke annuì si fece da parte per farlo passare e dopo averlo fatto sedere al piccolo tavolo aveva iniziato a destreggiarsi tra pentole e padelle.
Avevano cenato tranquillamente con Naruto che gli raccontava delle missioni a cui aveva partecipato mentre lui non c’era e degli allenamenti fatti con Jiraya.
E Sasuke ascoltava, in silenzio, unendo quelle notizie a quelle fornitegli da Sakura durante le sue visite in ospedale, ricostruendo un puzzle di cui non faceva parte.
Quando ebbero finito di cenare, Naruto accompagnò il moro alla porta.
-Allora, suppongo ci vedremo Lunedì-
Sasuke annuì, osservandolo con attenzione. Il biondo gli sembrava triste o dispiaciuto. Possibile che fosse perché lui stava andando via?
Quando Naruto iniziò a richiudere la porta lo richiamò ma non disse nulla quando il biondo aprì nuovamente la porta fissandolo con sguardo interrogativo.
Gli si avvicinò invece e dopo un attimo di indecisione si calò sulle labbra dell’altro sfiorandole con le proprie. Iniziò ad accarezzarle lievemente e con dolcezza per poi premere appena e farle combaciare assieme. Vedendo che il biondo non si scansava decise di proseguire e iniziò a muoverle con lentezza.
Dopo l’iniziale sorpresa il biondo iniziò a rispondere al bacio seguendo i movimenti del moro che aveva iniziato a tirare piccoli e leggeri morsetti alle labbra dell’altro.
Sollevò poi una mano portandola al viso di Naruto e accarezzando con il pollice le sottili cicatrici simili a baffetti.
Decidendo di approfondire il bacio Sasuke fece una lieve pressione con la lingua e, capendo la richiesta, il biondo separò le labbra per permettere alla lingua del moro di entrare e iniziare a giocare con la sua.
Quando l’aria iniziò a mancare si separarono, mantenendo però le fronti a contatto e guardandosi negli occhi.
Il primo a rompere il silenzio che li avvolgeva fu Sasuke.
-Naruto… penso… di essermi innamorato di te, sai?- gli mormorò sulle labbra. Il biondo sgranò gli occhi, sorpreso.
-P-penso che… mi sia successa la stessa cosa- balbettò in un sussurro quasi inudibile l’altro.
A quelle parole l’Uchiha sorrise appena per poi scoccare un altro piccolo bacio al biondo.
-Si è fatto tardi, devo andare- disse allontanandosi a malincuore.
Vide il biondo annuire e aggiunse
-Allora, a domani Naruto- lo salutò sorprendendolo.
E, mentre si allontanava con passo lento, non potè fare a meno di sorridere ripensando a come quel bacio lo avesse fatto sentire “a casa”.
 
-Fine-
 
*Teme: Significa “bastardo” ed è il modo “affettuoso” in cui Naruto chiama Sasuke di solito xD
 
Ayumu-chan’s time^^: Salve a tutti! Allora, che dire, come già detto nelle note inserite a inizio shot non ho la più pallida idea di come mi sia uscita e non sono ancora convinta che abbia un vero e proprio senso. Segue il filo dei miei pensieri perciò può esservi risultata pesante e confusa ma se siete arrivati fin qui forse un pochettino vi ha incuriositi (o semplicemente speravano di capirci qualcosa fino alla fine -.- ndSasu)(Taci! Fammi sognare almeno ndme).
Personalmente sono soddisfatta e mi piace nella sua vaga insensatezza, è, inoltre, arrivata inaspettatamente 4^ -a pari merito con Claws (Jo)- il che mi ha reso estremamente felice. Se ci ripenso, ricomincio a saltellare per la stanza *-*
Perciò vorrei sapere cosa ne pensate. Anche le critiche sono ben accette se costruttive.
Qui di seguito metto il commento della giudice
 
Giudizio:
CORRETTEZZA:
Ho riscontrato qualche errore di battitura ma quelli non li ho contati perchè capisco che è stato scritto al pc velocemente e in piena notte, ma c'è un errore nella parte finale che proprio devo contare...purtroppo (leggendo capirai il perchè del “purtroppo” ): 9,30
TRAMA:
Mi piace tantissimo questa fic.
Mi ero già documentata su di loro quando ti sei iscritta e mia figlia mi ha raccontato bene quello che sa dei due pg e, devo dire la verità, mi aveva commosso un po' la loro storia.
La tua trama poi mi ha fatto entrare “dentro” il loro rapporto.
Mi ha fatto capire quanto difficile e complicato esso sia e come Sasuke sia stato salvato da Naruto.
Ci sono tanti modi di salvare qualcuno ma Naruto è andato oltre e ha salvato Sasuke in ogni modo possibile. Dando tuttesprimere un dolore che si era tramutato in rabbia : 9
STILE:
Mi piace come scrivi, come entri dentro i pg facendoli diventare reali, vivi, veri.
Intensi come non mai.
E il passaggio dal passato al presente è perfetto.
Brava: 10
ORIGINALITA:
Hai preso si due pg non originali ma hai saputo renderli reali e veri, densi di emozioni.
Ricordi intensi che fanno piangere e non sono mai banali. Non hai descritto un pezzo di tf ma hai creato un ricordo tu e scritto la storia su questo, per questo motivo di do 10.
IN TEMA:
Perfettamente in tema, la canzone splendida è diventata la tua fic, completamente. 10
COINVOLGIMENTO PERSONALE:
Ho pianto ad ogni ricordo, tutte le volte.
Mi hai lasciato il desiderio di andarmeli a guardare...coinvolta totalmente ma ti tolgo mezzo punto per quei pugni di cui non sono d’accordo: 9,30
Totale punti:67,30

 
Bene, alla prossima gente!!!
 
Un bacio da Ayumu-chan ^^
   
 
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