Notte fonda. La festa si era appena conclusa. Tutti dormivano profondamente. Fu allora che il malvagio Tinku decise di intervenire. Si era infiltrato abbastanza bene nell’ambiente e aveva fatto credere a tutti di essere uno stupido che parlava in modo alquanto arcaico e che si era fatto mettere ko da due ragazzine. Ma in realtà era potentissimo. Lui non era un dominatore come gli altri perché sapeva controllare l’energia.
 
Il primo che decise di rapire fu quindi l’Avatar Aang. Raggiunse la casa sperduta in cui abitava con la fidanzata Katara. Attento e velocissimo, raggiunse la stanza in cui i due dormivano. Che tenerezza! Erano una così bella coppia, come quelle che aveva osservato quella sera. Ma non sarebbe continuata ad esistere. Si avvicinò all’Avatar, ma pestò accidentalmente la coda di Momo, il suo stupido lemure volante. L’animale spalancò i grandi occhioni verdi e cominciò a svolazzare per la stanza. Tinku doveva agire subito. Aang iniziava a riprendere coscienza e aprì gli occhi. Fece per urlare, ma Tinku lo stordì nuovamente. Se lo caricò su una spalla e uscì, saltando in groppa al suo fedele cavallo-struzzo. Katara si era appena svegliata per il chiasso fatto da Momo, che le tirava il pigiama, come per farla alzare. Si accorse della scomparsa di Aang troppo tardi.
 
Ecco ora la Tribù dell’Acqua del Sud, un territorio non favorevole per le zampe del suo animale. Tinku aveva appena lasciato l’Avatar nel suo nascondiglio. Ora doveva rapire quel Sokka. Strisciò sul ghiaccio lucente fino ad arrivare all’igloo del ragazzo. Era solo, almeno in quel momento. Era molto più pesante del dominatore dell’aria, ma riuscì comunque a portarlo via. Non aveva però fatto i conti con Suki, che stava tornando nell’igloo. “Maledizione!” pensò rabbiosamente Tinku, cercando di nascondersi come meglio poteva. La ragazza entrò nell’igloo. L’uomo, già fuori dall’abitazione, ne approfittò per scappare.
- Sokka, dove sei?- lo cercò lei. Ma di lui, nessuna traccia.
 
Nazione del Fuoco. Ora avrebbe dovuto agire con la massima discrezione. Il Signore del Fuoco giaceva con Mai. Sapeva perfettamente che tutti e due erano dei ninja dai sensi infallibili. Non poteva sbagliare. Si avvicinò silenziosamente a Zuko e ne analizzò la corporatura: non certo mingherlino come l’Avatar o inerme come il non-dominatore. Era invece più alto, con i muscoli sviluppati. Ma Tinku non si soffermò solo su di lui. Gli venne l’impulso di accarezzare la pelle vellutata di Mai, abbracciata al Firelord. Ma si ritrasse bruscamente. Una volta ottenuto ciò che voleva, avrebbe eliminato Zuko e sposato la ragazza che amava. Come poteva essere innamorata da sempre di un arrogante esiliato e sfregiato? Capì che non c’era modo di portare via Zuko senza che opponesse resistenza. Ma sapeva che era un dominatore del fuoco molto potente. Quindi decise di ricorrere ad un vecchio trucco. Si coprì il volto con un passamontagna e prese in braccio la ragazza, strappandola via dalle lenzuola. Lei si svegliò di soprassalto ed emise un urlo agghiacciante. Il giovane balzò in piedi e si preparò ad esercitare il dominio del fuoco.
- Prova ad attaccarmi e la tua ragazza finisce arrostita, chiaro?- decretò Tinku. Mai si divincolava e tentava di raggiungere il fermaglio che aveva sulla testa. Zuko non osò tentare nulla, non poteva rischiare di ferire la sua amata in alcun modo.
- Cosa vuoi?- e tentò di rimanere calmo. I servi iniziavano a bussare con una certa insistenza alla porta della camera da letto.
- Fai andare via la servitù. E’ un dialogo a quattr’occhi.- e Zuko, con voce rotta, urlò di tornare nei propri alloggi. Detto fatto, ogni cameriera e maggiordomo si dileguò all’istante. Mai guardava implorante il ragazzo che amava, sperando di poter essere salvata da lui. Anche lui la guardava disperato.
- Ora, le legherò i polsi e le caviglie. Guai a te se fai qualunque cosa. – ghignò il rapitore. Ma Mai, molto più veloce, gli diede un calcio negli stinchi e riuscì a liberarsi, correndo tra le braccia di Zuko. Prima di abbracciarlo, però, si sfilò il fermaglio e, come fosse un coltello, lo lanciò verso il brutto ceffo, con la speranza che lo colpisse al cuore. Il tipo si scostò in tempo. Prese un cofanetto e mirò alla testa del giovane sovrano. Lui era troppo occupato a consolare la ragazza, singhiozzante. Zuko cadde a terra, stordito. Mai urlò. Un fiore di sangue gli colò sul viso, la ferita era grave. Mai si gettò accanto a lui, cercò di correre verso la porta per chiamare aiuto, ma anche lei venne colpita da un oggetto. Grazie al dominio dell’energia, curò le ferite dei due amanti, prese il Signore del Fuoco e baciò la guancia della ragazza.
- Tu sposerai me, che ti piaccia o no. - ed uscì.
 
Rimaneva solo Haru, il dominatore della terra. Aveva perso parecchio tempo nel Palazzo del Fuoco ed era ormai l’alba. Doveva quindi agire molto in fretta. Haru era molto robusto ed alto, ma non si poteva fare un messinscena come quella tra Mai e Zuko. Si procurò quindi una brandina abbastanza spessa e, a fatica, vi trascinò il ragazzo dormiente. Stavolta, nessuno interferì. Verso le nove, Toph era sulla soglia della casa del giovane. Sapeva che i suoi genitori erano partiti per Ba Sing Se ed quindi sarebbero stati soli. Finalmente. Haru era un tipo mattiniero, ma sembrava che quel giorno la casa fosse deserta. Toph si vide costretta a sfondare la porta con una roccia. E si accorse con orrore che la casa era davvero deserta. Il letto era vuoto.
- Haru! Haru!- lo chiamò invano lei. Ma non poteva sapere che era rinchiuso in una grotta con Aang, Sokka e Zuko accanto.

Continua...