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Autore: orual    17/08/2011    5 recensioni
Un salto nella Hogwarts anni '60 con la giovane Molly Prewett (non ancora Weasley!) ed i suoi amici, tra progetti strampalati, vecchie conoscenze ed i problemi con cui ogni generazione di maghi deve fare i conti: amicizia, prepotenza, sangue più o meno puro...
L'ispirazione è un passo del prigioniero di Azkaban: "...la signora Weasley raccontava a Ginny e a Hermione di un Filtro d'Amore che aveva preparato da ragazza. Avevano tutte e tre la ridarella."
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Nuovo personaggio, Ted Tonks | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Arthur, Molly e...'
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 Lo so. Sono spregevole. Esami, lavoro, campi estivi... (vacanza... un po’)
Completamente lasciato alla deriva le mie storie. Ma ora si ritorna all’ordine.
Innanzitutto, questa è la seconda parte di E’ illegale, Molly Prewett, ma non l’ultima. Un’amica mi aveva fatto notare alcune incongruenze nella stesura originale, per cui l’ho cambiata abbastanza, allungandola un po’... ed ho deciso di dividerla in tre parti (non male per quella che in origine doveva essere una one-shot): questo può in miserissima parte giustificare il ritardo di pubblicazione. Ora comunque è definitivamente approvata.
Poi, per chi fosse interessato, ho aggiornato anche Dopoguerra.
Ci vediamo in fondo, e ricordatevi che i commenti sono sempre utili e dilettevoli!
Dimenticavo: non ho risposto a nessuna delle recensioni per questa storia. Ma emenderò al più presto anche questa colpa.

 
Parte seconda
 
Camminavano lentamente verso la Torre di Grifondoro. Prima erano stati in infermeria, perchè la professoressa aveva insistito che sia Annie che Molly si facessero dare una controllata. Se non altro, Annie aveva ricevuto anche un infuso contro il raffreddore che le aveva fatto sparire quasi all’istante l’infiammazione.
-Come mai non ci avevi detto nulla, Ted?- chiese Molly, un po’ accigliata.
Andromeda era tornata al suo dormitorio, nonostante tutti loro fossero preoccupati per quello che poteva succederle. Li aveva liquidati con una risata che rivelava un sangue freddo invidiabile:
-Non mi succederà proprio nulla. Mia sorella scriverà a casa e riceverò una Strillettera.
I Serpeverde erano stati puniti con una detrazione di venti punti a testa. Molly se ne era visti togliere cinque per il suo Tarantallegra, mentre era stato riconosciuto che tutti gli incantesimi degli altri erano stati strettamente difensivi.
-Beh, non c’era nulla da dire. Ci siamo conosciuti a novembre... volevamo tutti e due in prestito lo stesso volume dalla biblioteca. Abbiamo studiato insieme qualche volta. E’... divertente.
-Sarà la parentela orrenda che le dà quell’aria così cupa- osservò Bertha.
-Non ha un’aria cupa. E’ simpatica e allegra- protestò Ted –Ed ha fegato da vendere, o non avrebbe accettato di uscire con me.
-Questo è vero- riconobbe Annie, con giusto una fitta di gelosia per come chiaramente Ted appariva preso da quella ragazza –Ma avresti dovuto dircelo comunque, Ted- mormorò, per farsi sentire solo da lui.
-I Black sono una famiglia tremenda, non mi meraviglio che quella povera ragazza non sembri il massimo della vivacità- osservò Arthur Weasley –Mai visto nulla di simile, aggredita così dalla sorella solo perchè ha accettato di uscire con un Nato Babbano!
Molly sbuffò:
-Io proprio non le sopporto, queste manie dei Purosangue. Tutti quelli che fanno questi discorsi, poi, hanno certi scheletri nell’armadio di famiglia che più che pensare alla purezza del sangue dovrebbero preoccuparsi della fedina penale.
Scambiò uno sguardo di apprezzamento con Arthur.
-Beh, adesso non generalizziamo- dissero insieme Annie ed Hector, e siccome la frase era tipica di Annie, Bertha osservò:
-Siamo a posto, Molly, abbiamo trovato un altro “non generalizziamo”!
-Non generalizziamo, allora, però Molly non ha torto- intervenne Arthur –Molte famiglie Serpeverde sono zeppe di Maghi Oscuri. Non aspettano altro che un’occasione per far vedere quanto sono bravi a torturare Babbani e maghi senza un pedigree immacolato. E’ successo tante volte.
-Sì, ma si tratta di cose successe in passato- disse Annie –Nessuno sarebbe più così pazzo da prendere sul serio gente come la Black, a parte i suoi amichetti Serpeverde. Non dopo le stragi degli anni dieci!
-Io non ne sarei così sicuro, mi sembra che certa gente aspetti solo un leader, ricordate quel Grindelwald, cosa ha combinato in Bulgaria, neanche una ventina d’anni fa? - osservò Hector.
-Era in Bulgaria!
-Perchè, credi che i maghi inglesi siano più buoni? Comunque sono d’accordo con te sul fatto che non dobbiamo generalizzare. Non tutti i Serpeverde sono così.
Lanciò uno sguardo eloquente a Ted, che gli fece un sorrisetto.
Erano arrivati alla Sala Comune di Grifondoro, e si lasciarono cadere sulle poltrone accanto al fuoco, esausti, mentre Hector ed Arthur li salutavano e raggiungevano alcuni loro amici del settimo anno.
-D’accordo, dovevo dirvelo, ragazze. Mi dispiace.
-Ti avremmo aiutato!- esclamò Molly.
-Era meglio che lo sapessero meno persone possibile, avete visto cos’è successo oggi...
-Noi non ti avremmo mai tradito, Ted!
-No, lo so. Scusate.- fece Ted. Le tre ragazze restarono in silenzio.
Angus McLaggen passò dietro la poltrona di Bertha, mise un braccio intorno alle spalle di Mathilda Lewis, che rise stridula, e si allontanò.
Ted rialzò la testa, con un sorrisino storto:
-Però so come sdebitarmi, forse.
-Sentiamo!- sbuffò Bertha.
-Molly, non avevi disperatamente bisogno di artemisia?
 
-Come cavolo hai fatto?- chiese Annie, scartando il pacchetto arrivato a colazione in Sala Grande e sbirciando la polvere di artemisia dentro, del colore turchese che aveva visto nelle illustrazioni del libro.
Ted, con una faccia da poker, fece l’occhiolino a Molly:
-Avete presente Arthur Weasley? Vi ricordate suo fratello?
-No- rispose Annie. Bertha, naturalmente, scosse la testa.
-Aspetta, io sì!- fece Molly, d’un tratto –Era al settimo quando noi eravamo al primo anno. Com’è che si chiamava? Billy?
-Bilius- la corresse Ted –Beh, ora si occupa di commercio magico per corrispondenza... roba stranissima, dovreste vedere il suo catalogo. E’... un tipo un po’ matto.
-E dire che Arthur è così tranquillo... un ragazzo così per bene, vero?- osservò Molly, dando un’occhiata all’interessato, seduto qualche posto più in là ed immerso in un tomo di Babbanologia.
-Insomma, Arthur ha ricevuto il catalogo insieme ad una lettera del fratello, e siccome non gli interessava, ha detto che potevo prenderlo.
-Aspetta... hai ordinato per corrispondenza? Ma quanto hai dovuto pagare?- disse Annie.
-Nulla, è questo il bello! Arthur mi ha detto che comunque, se mi serviva qualcosa, bastava scrivessi che ero amico suo, nell’ordinazione... e suo fratello non mi ha fatto pagare nulla.
-Che gentile!- disse Bertha, colpita.
-Ma... gli hai detto per cosa ti serviva?
-No, non ha voluto sapere nulla. E per la verità, neanche io... comunque eccola qua, ragazze. Siamo pari?
-Certo!- esclamò Molly, scoccandogli un bacio, raggiante.
Una serie di urla li interruppe, cancellando il sorriso dai loro visi. Dall’altra parte della sala, Andromeda Black aveva ricevuto la sua Strillettera.
 
-D’accordo, vediamo se funziona davvero- fece Annie, la lingua tra i denti, versando una goccia del filtro ancora fumante su un cucchiaino ed accostandoci con un dito uno scarafaggio preso dalle scorte per le lezioni di Trasfigurazione. Lo scarafaggio lambì la pozione, e per qualche attimo non accadde nulla. Poi cadde sul dorso, stecchito.
-Accidenti, meno male che l’abbiamo prima provato su...- cominciò Bertha, ma Molly la zittì:
-Aspetta... si sta alzando.
Faticosamente, l’insetto si girò di nuovo sul ventre, alzò il capino e sembrò guardare le tre ragazze chine su di lui. Poi, con decisione, si diresse verso Molly, andando oltre il piano del lavandino e piombandole in grembo.
-Suppongo che ti stia dimostrando attrazione- commentò Annie, mentre Bertha rideva e Molly, un po’ schifata, se lo toglieva di dosso. Lo scarafaggio, gettato a terra, prese risolutamente a tentare di arrampicarsi sulla sua scarpa.
-Santo cielo, Annie, funziona davvero!
-Adesso devi somministrarla a McLaggen.
-E come...
-Ah, no, Molly, mi spiace. Sono un Prefetto, è già tanto che ti abbia aiutato a preparare questa roba vietatissima, non pretendere che ti aiuti anche a rincorrere Angus per dargliela... tra l’altro vorrei dirti che non penso che McLaggen sia il tuo tipo.
-Oh. E perchè non me lo hai detto prima?
-Beh, non avevo capito che eri così determinata ad arrivare in fondo.
-Non posso sapere se McLaggen è o meno il mio tipo se prima non ci esco insieme- argomentò Molly dopo un attimo, piuttosto serenamente -...mi aiuterà Bertie, allora. Vero Bertie?
-Certo!- rispose la ragazza con entusiasmo, facendole l’occhiolino.
-Ah, beh... auguri, allora- commentò Annie, le braccia incrociate ed un sorriso storto.
 
-Quanto credi che ci metterà a fare effetto?- chiese bisbigliando Molly a Bertha, frenando il tremito nervoso che l’aveva presa. Ora veniva il difficile: trovare il modo di somministrare ad Angus la pozione.
-Mi sembra che Annie abbia detto... ehm, aspetta, non ricordo.
-Ha detto dalle tre ore ad una giornata- completò Molly, che invece ricordava benissimo.
Stavano scrutando McLaggen a tavola, sedute accanto a lui ed ai suoi amici. Annie non si vedeva, come pure Ted, ed Hector si rivolse improvvisamente a Bertha, facendola sussultare:
-Dov’è Annie, stasera?
-Ehm... sì, aspetta, mi ha detto qualcosa, ma non riesco a...- cominciò Bertha, assumendo l’espressione vacua che tutti i Grifondoro le conoscevano benissimo. Molly, senza smettere di tenere d’occhio il boccale di Angus, rispose velocemente:
-Credo sia con Ted a fare la conoscenza di Andromeda Black.
Hector annuì soddisfatto, rivolto a Bertha, visto che Molly continuava a non guardarlo:
-Ha fatto bene. Credo che quella ragazza abbia bisogno di qualche amico. La vita nel dormitorio di Serpeverde sarà tutt’altro che facile per lei, soprattutto dopo quello che è successo l’altro giorno.
Arthur intervenne, pacato come sempre:
-Non deve essere facile vivere senza alcun amico intorno. Insomma, ora che ci penso non credo di averla mai vista insieme a qualche altra ragazza, o qualche compagno... per i corridoi è sempre da sola...
Molly sbirciò i due. Non ci voleva che proprio adesso decidessero di intavolare una conversazione con loro, soprattutto perchè quella scema di Bertha si era già dimenticata del momento delicato e rispondeva allegramente. Mosse un altro po’ la mano, che impugnava la fialetta con la dose di filtro per Angus, il quale del resto continuava a non degnarla di uno sguardo, chiacchierando animatamente con Jonathan Hopper, tenendo una mano sulla gamba di Mathilda che sghignazzava come un’oca. Parlavano di Quidditch, e la conversazione tra Bertha, Arthur ed Hector, all’altro fianco di Molly era incomparabilmente più interessante.
-Credo che le cose potrebbero cambiare se i maghi venissero sensibilizzati su questa faccenda del sangue. Magari, imparando a conoscere meglio i Babbani...
-... Gudgeon ha fatto una parata incredibile, comunque non è detto che la coppa vada a loro, è tutto ancora in discussione...
-...vorrei lavorare nel dipartimento che si occupa dei Babbani, ma entrare al ministero non è facile...
-Arthur, sei peggio di mio fratello Kingsley, dieci anni e già ha detto che diventerà ministro della magia...
Era arrivata con la mano quasi sopra il boccale di Angus, e nessuno sembrava accorgersi di quello che stava facendo...
-...mio padre mi ha regalato la nuova Comet Trecentosessanta, è incomparabilmente più veloce, proprio non capisco come faccia Jordan a giocare con quel rottame che si ritrova...
-No, non mi interessano le alte cariche, solo un lavoro che mi piaccia davvero e che sia utile. Sappiamo poco dei Babbani, in fondo, almeno, così è per me che sono cresciuto in una famiglia di soli maghi, e secondo me con la conoscenza reciproca si prevengono le guerre.
-...un’accelerazione mai vista, è merito del turbo aggiuntivo posteriore, e quando...
Ma perchè diavolo lo stava facendo? Era così presa dall’idea del filtro, che nell’ultima settimana aveva pensato a malapena alla persona per cui l’aveva preparato. Non le sembrava più così importante avere un ragazzo per andare ad Hogsmeade la domenica successiva. Probabilmente sarebbe stato più interessante aggregarsi ad Arthur ed Hector, che avevano proposto di andare insieme a Ted e Andromeda. Annie aveva accettato subito la proposta. Molly avrebbe voluto, ma con la questione del filtro in ballo, Bertha si era affrettata a dire che era già impegnata, e lei non aveva potuto negare, visto che da giorni le sue amiche si dannavano per aiutarla...
Il cicaleccio di Angus era diventato insopportabile, e Molly voleva ascoltare Arthur e dirgli che trovava i suoi progetti lavorativi interessanti e coraggiosi. La mano aveva raggiunto il calice, ma non le importava più.
-Molly, tu che ne pensi? Credi che i manufatti dei Babbani siano...
Arthur si era rivolto a lei così improvvisamente che la sua voce la fece sobbalzare. La mano tremò, ed il contenuto della fiala sversò non dentro il calice di McLaggen, ma nella brocca di succo di zucca proprio lì accanto. Molly si alzò di scatto, ma prima che potesse afferrarla, Jonathan Hopper l’aveva presa e si era versato una generosa dose di succo nel bicchiere, porgendola poi a Sturgis Podmore che era seduto poco più in là, ancora oltre la portata di Molly.
-Posso averne anche io?- chiese Angus ridendo ed allungando il bicchiere. Sturgis finì di vuotargli la brocca nel boccale, e Molly gemette, orripilata. Jonathan aveva già bevuto, Sturgis si stava asciugando la bocca, Angus si portò alle labbra il boccale, diede una bella sorsata, poi notò che la sua vicina di tavola si era alzata in piedi ed aveva un’espressione stravolta sul viso:
-Temo di averla finita, Prewett, ma là c’è un’altra brocca!- fece, gentile, accennando alla tavola. Poi si girò.
-Molly, ti senti bene?- chiese Arthur preoccupato. Bertha ed Hector la fissavano. Sentiva il panico montare di secondo in secondo. Non riusciva ad articolare le parole, ed aspettava terrorizzata che succedesse qualcosa.
-Molly? Ehi, Mo...
Molly afferrò il braccio di Bertha, e strattonandola disperatamente la fece alzare in piedi.
-Vieni. Vieni!
-Ma... Molly, che cavolo...
-Vieni!
Un attimo dopo correvano fuori della Sala Grande.
 
Andromeda era spiritosa ed intelligente, non c’era nulla da dire. E Ted almeno rischiava grosso per una ragazza che ne valeva la pena. Appurato questo, Annie stava trascorrendo una serata piuttosto divertente in compagnia della coppia, mangiando qualche tramezzino nella Sala Comune di Grifondoro deserta (anche se aveva dovuto vincere un istinto ben radicato per non reagire quando Ted aveva pronunciato la parola d’ordine davanti ad una Serpeverde).
Andromeda aveva grandi occhi scuri e l’aria piuttosto sciupata, ma nonostante l’apparenza cupa, rideva spesso e di gusto. Li stava assicurando che nessuno le faceva del male, anche se tutta la cricca della sorella aveva smesso di rivolgerle la parola e la Strillettera dei suoi le aveva sputato in faccia insulti sanguinosi. Ted era chiaramente incerto se crederle o no, e le teneva stretta la mano. Annie pensò che avrebbe chiesto ad Hector cosa ne pensava: aveva l’impressione che il suo giudizio fosse fra i più equilibrati che si potessero trovare in circolazione.
Quando il ritratto si spalancò ed entrarono Bertha e Molly, la prima senza fiato e l’aria confusa, la seconda semplicemente stravolta, sobbalzarono tutti e tre.
-Annie! Annie!- strillò Molly isterica.
-Cosa... cos’è successo?- fece Ted, ma Molly scosse la testa, come incapace di parlare, afferrò Annie e trascinò anche lei di sopra.
 
-Ci avrei scommesso che finiva male- commentò Annie, portandosi le mani alle tempie.
-Tutti e tre! L’hanno bevuto tutti e tre! Che cosa succederà, adesso?
-Ma nulla, Molly, calmati! In capo a tre ore, o forse un po’ di più... diciamo domattina, verranno a chiederti di uscire, probabilmente! Avrai tre richieste invece di una, dovresti essere contenta, quello che non capisco è come mai hanno tutti bevuto dal boccale di Angus.
-Non hanno bevuto dal boccale di Angus, la fiala mi si è rovesciata nella brocca. Tutta la fiala!
-Tutta la... cosa? Avevo detto...
-Lo so cos’avevi detto, non l’ho fatto apposta!
Annie si coprì il viso con le mani. Le spalle le sussultarono. Cominciò a ridere istericamente, mentre Bertha si aggregava e Molly strepitava:
-Smettetela di ridere, galline! E’ una tragedia! Una vera tragedia!
-Ehm, Molly?
Marianne Moran era sulla soglia, e guardava il loro teatrino perplessa.
-C’è Podmore, giù, quello del secondo con i capelli color sabbia. Vuole parlarti, dice.
Bertha sbarrò gli occhi:
-Cavolo, ci ha messo poco!
-Andate a dirgli che vada via! Che non posso! Che...- strepitò Molly.
-Quanto durerà?- si informò Bertha in tono pratico, guardando Annie.
-Non si può dire con precisione. Ne hanno bevuta una dose eccessiva. Magari anche qualche giorno.
Entrò anche Dorcas, ancora più stranita di Marianne:
-Molly, Hopper sta cantando. Dice che è una serenata per te.
-Oddio!
 
-Controlla il corridoio, per favore, Hector.
Lui si sporse, guardando a destra e a sinistra, poi si voltò verso Annie e Molly:
-Via libera. Nessuna traccia del nemico!- sorrise. Le aveva trovate acquattate contro il muro, con Molly che istericamente si rifiutava di svoltare in un corridoio troppo frequentato per paura di incontrare, a quanto pareva, alcuni ragazzi un po’ troppo insistenti.
-E’ una cosa seria!- piagnucolò Molly.
Annie invece lo guardò riconoscente, e tutti stavano per spostarsi da lì quando una voce congelò sul posto le due ragazze.
-Prewett? Prewett, sei tu?
Annie alzò gli occhi al cielo mentre da un’aula di fronte a loro sbucava Angus McLaggen.
-Oh, no... no! Visto?- gemette Molly con voce acuta.
-Prewett!
Angus si precipitò verso di loro, in una scivolata che terminò in ginocchio davanti a Molly.
-Però!- commentò Hector a mezza voce, colpito dalla performance. Annie appoggiò la fronte al muro.
-Prewett, ti amo. Ti amo davvero...- cominciò Angus, con un’aria compunta ed esaltata. Hector alzò così tanto le sopracciglia che si confusero con i capelli.
-O, santo cielo, McLaggen, vai via...- strillò Molly, sgusciando via da davanti a lui e cominciando a correre verso la Sala Grande:
-Trattenetelo- urlò dietro le sue spalle a Hector e Annie.
-Cosa? Ma neanche per sogno!- sbraitò Annie. Del resto, McLaggen non era più lì: stava già correndo dietro a Molly, quando sbatté violentemente contro Jonathan Hopper, che scendeva dalle scale con aria svagata.
Annie e Hector lo videro crollare a terra insieme all’altro, poi rialzarsi faticosamente ed aiutarlo:
-Scusa vecchio mio. Non ti avevo visto- disse amabilmente Jonathan.
-Figurati, non fa nulla, Hop. Ora, se vuoi scusarmi, devo raggiungere la Prewett.
Jonathan, che stava togliendo della polvere dal suo maglione, alzò la testa di scatto:
-Come hai detto, scusa?- chiese, assottigliando pericolosamente gli occhi. Angus però si stava già allontanando, diretto in Sala Grande, e Jonathan si affrettò a seguirlo, borbottando minacciosamente.
-Ma che cavolo...- cominciò Hector, completamente basito. Annie si passò una mano tra i capelli: anche se Molly non voleva che si sapesse in giro, se la pozione non esauriva il suo effetto in breve, sarebbe stato impossibile tenerlo nascosto.
-Aspetta, aspetta...- cominciò Hector, illuminandosi lentamente: -un filtro!
-D’accordo- fece Annie battagliera, mettendosi le mani sui fianchi –è vero, Molly ha preparato un filtro, anzi, io l’ho preparato per lei.
-Ahem... questa notizia non dovrebbe giungere alle mie orecchie, io sono Caposcuola, lo sai?
Annie si rabbuiò:
-Beh, toglici punti se devi, ma mi sembra che le conseguenze stiano già punendo Molly a sufficienza. E anche me. E’ tutta la giornata che scappiamo da quei tre!- commentò Annie. A giudicare dalle sue occhiaie, Hector pensò che doveva aver avuto una giornata stressante.
-Tre?
-Sì, a quanto pare l’ha bevuto per sbaglio anche Sturgis Podmore.
-Il ragazzino del secondo anno? Ehi, aspetta, che significa per sbaglio?
-A Molly interessava solo McLaggen. Ma ha versato un’intera fiala di filtro nella brocca, invece che qualche goccia nel bicchiere di McLaggen, e poi l’hanno bevuta in tre.
-Però!
-E’ stata un’idea sballata, lo so. A quanto pare, sono meno intelligente di quello che pensavo, dal momento che mi sono messa in questo ginepraio solo per permettere a Molly di limonare con McLaggen! Toglimi pure tutti i punti che vuoi!
-Beh... lasciamo perdere... non è che togliere punti a Grifondoro mi esalti. Anche perchè, se continuano così, non ci sarà bisogno che vi punisca io: la cosa verrà fuori di sicuro.
-Lo so! Che cavolo possiamo fare?
 
La stavano seguendo. La stavano seguendo! Angus McLaggen la stava inseguendo ed era straordinario quanto Molly lo stesse odiando in quel momento. Prima della sala Grande, incapace di togliersi lui e l’altro imbecille dalle calcagna, deviò. Non era il caso che la sceneggiata prevedibile avvenisse al cospetto dell’intera scuola, ma non aveva dubbi che rischiava di far perdere a Grifondoro un’enormità di punti, e forse anche qualcosa di peggio. Forse, l’aspetto più inquietante era che non vedeva Sturgis dalla sera prima, quando si era quasi messo a piangere dopo che lei l’aveva rifiutato, al contrario di quei due, che invece la seguivano dappertutto. Chissà cosa stava facendo? Magari stava dipingendo AMO MOLLY PREWETT sui muri esterni della scuola, o roba del genere. Magari era andato a buttarsi nel lago.
Sfiancata dalla corsa, quasi travolse Arthur Weasley che scendeva le scale vicino alla Torre di Grifondoro. Urlò, resa isterica dalla fuga.
-Ehi! Ehi, Molly, che succede?- chiese subito lui preoccupato, sorreggendola mentre barcollava a causa dell’urto.
-Devo nascondermi.... aiutami, Arthur, devo nascondermi, quei due...
L’espressione mite di Arthur si accigliò:
-Qualcuno ti sta dando fastidio?- chiese, grave.
-Io... oh, no!- gemette Molly, perchè i due inseguitori l’avevano raggiunta.
-Prewett, ascolta, ti chiedo solo di uscire con me. Non posso mangiare, non posso dormire, devo stringerti tra le braccia e...ARGH!- esclamò Angus, perchè Jonathan l’aveva colpito alla schiena con un pugno. Molly ed Arthur sobbalzarono: Arthur era impallidito per lo stupore.
-COME OSI?- gridò Jonathan furibondo –Smetti di importunarla, lasciala in pace! Molly...- si volse repentinamente alla ragazza, che indietreggiò di parecchi passi. Jonathan fece per seguirla, ma Angus, tenendosi la spalla dolorante con una mano, estrasse la bacchetta e gli intimò:
-Fermati!
Jonathan si voltò lentamente, guardò l’amico, assunse un’aria feroce ed estrasse la bacchetta a sua volta.
-Non ti permetterò di toccarla con le tue manacce sudice!
-Lasciala in pace. Io la amo, farei di tutto per...
-COME TI PERMETTI? Tu non sai cos’è il vero amore... sei solo un damerino viziato!
-Donnicciola! Sottospecie di giocatore di Quidditch di terza categoria, come pensi che Molly possa interessarsi a te?
Angus rispose con quello che aveva tutta l’aria di essere uno Schiantesimo, che colpì la parete a pochi centimetri dalla testa di Jonathan. Molly strillò:
-Smettetela!
Ma Jonathan stava già rispondendo, la sua fattura colpì Angus alle gambe, e lui si coprì di porri verdastri. Ululando, rispose con un altro fascio di luce.
-Protego!
Arthur aveva urlato, aprendo un Sortilegio Scudo tra i due, non prima però che il colpo di Angus andasse a segno ed i capelli di Jonathan cadessero compatti a terra, lasciandolo completamente calvo. Entrambi si voltarono verso Arthur e Molly, e fissarono il ragazzo con manifesta ostilità.
-Cosa vuoi, Weasley?- chiese tagliente Angus.
-Se continuate a lottare in corridoio farete perdere punti a Grifondoro, e poi... che accidenti state facendo? Voi due siete amici dal primo anno!
Molly intervenne sottovoce:
-Andiamo via, Arthur, questi due sono del tutto partiti, potrebbero anche...
-Aspetta, Molly...- la interruppe Arthur, in tono rassicurante, posandole una mano sulla spalla. Fu una mossa sbagliata.
-Non toccarla!- sbraitarono i due in coro, ed un Incanto Pugnaceo colpì la spalla di Arthur, che sempre più attonito fu sbattuto contro il muro:
-Siete impazziti?- urlò furibondo.
-Andiamocene!- supplicò Molly, afferrandolo per un braccio e cercando di portarlo via. Era peggio, molto peggio dello scarafaggio che continuava a cercare di arrampicarsi sulla sua scarpa. Almeno, la scarafaggio poteva essere schiacciato, pensò con insolita ferocia. Che avessero colpito Arthur, che era così gentile e premuroso e non c’entrava nulla, poi, la mandava in bestia.
Arthur si lasciò trascinare, e ben presto correvano a rotta di collo per i corridoi del settimo piano, con gli altri alle calcagna, fino a che lui non si arrestò di botto davanti ad una parete spoglia e, massaggiandosi ancora lo sterno dolorante, cominciò ad andare avanti e indietro frenetico.
-Cosa stai facendo?- chiese Molly, isterica. Ma la porta che apparve nel muro la zittì: a bocca aperta osservò Arthur aprirla, e si affrettò a seguirlo dentro. La porta si richiuse dietro di loro, e Molly tirò fuori la bacchetta per sigillarla, ma il ragazzo la fermò:
-Non occorre, dall’altra parte sarà già scomparsa l’entrata. In effetti, sentirono i passi di corsa di Angus e Jonathan arrivare e passare, a tutta velocità.
-Che... che posto è questo?- chiese Molly, sbalordita. Si trovavano in una stanza piuttosto ampia e del tutto spoglia, a parte qualche cuscino per terra. Arthur, prendendone uno e sedendosi, le rivolse un sorriso.
-Qui nessuno ci disturberà, penso.
-Come... come hai fatto a scoprirla?
-Oh, non è merito mio, Molly- si affrettò a schermirsi lui: -A dire la verità, fino all’anno scorso non sapevo neanche che esistesse. Me l’hanno mostrata per la prima volta... beh, i tuoi fratelli.
-I miei fratelli?
Arthur annuì.
-Quei due ne sanno più sulla scuola di qualunque studente più anziano di loro o professore. Dicono che gli Elfi Domestici la chiamano... Stanza delle necessità.
-Necessità?
-Sì. Pensi a quello che ti serve e lei lo fa.
Molly si guardò attorno, curiosa:
-E tu a cosa hai pensato?- chiese, accorgendosi poi con orrore di stare arrossendo.
-Mi serviva un posto tranquillo, dove poter parlare indisturbati- spiegò Arthur, con il solito sorriso gentile –Allora, non hai nulla da raccontarmi, su queste fughe da ragazzi infatuati, Molly?
 
Arthur e Molly versione giovane mi piacciono moltissimo, ma in generale mi sono appassionata più di quello che pensavo a questo gruppo di amici ed a questa storiellina senza pretese... magari in futuro ne scriverò qualcos’altro!
A prestissimo per il finale!

 

   
 
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