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Autore: valetrinity89    18/08/2011    3 recensioni
- Jackson, ti prego, dimmi una bugia.
La guardai un attimo stranito. In quel momento vidi come sembrava che stesse piangendo .
- Cosa mi stai chiedendo?- ero un po’ incredulo.
- Dimmi una bugia, l’unica vera bugia della tua vita [...]
Dal Cap. XIV, parte II
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jackson Rathbone, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chap 38

Okkkkkk!!!!!!!! eccoci con un nuovo capitolo extra! Vi sono mancata vero?

bene, questo extra mi era stato chiesto da @PrincesMonica ben prima che fossi arrivata a postare la prima parte della FF....forse, a ben pensarci, perfino prima che io finissi di scriverla 0_0

Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato i capitoli precedenti! ^^ e invito chiunque a commentare, non vi preoccupate, non vi mordo.... prometto!

CHAPTER EXTRA III – THE MARRIAGE


Well I know this little chapel on the boulevard we can go,
No one will know,
Come on girl.
Who cares if we're trashed got a pocket full of cash we can blow,
Shots of patron,
And it's on girl.

Don't say no, no, no, no-no;
Just say yeah, yeah, yeah, yeah-yeah;
And we'll go, go, go, go-go.
If you're ready, like I'm ready.

Cause it's a beautiful night,
We're looking for something dumb to do.
Hey baby,
I think I wanna marry you.

Is it the look in your eyes,
Or is it this dancing juice?
Who cares baby,
I think I wanna marry you.


Marry You - Bruno Mars


POV CAKE


- Nervosa?- chiesi a Monica, in piedi su un piedistallo, mentre io le rassettavo per forse l’ultima volta il suo vestito blu notte.

- Dovrei esserlo … ma non lo sono. Non è normale – Monica incrociò il suo sguardo con un sorriso, prima di rivolgersi ancora allo specchio, come a vedere se tutto quello che stava vivendo era reale.

Reputai che il vestito fosse perfetto e mi rivolsi di nuovo all’amica, volgendomi direttamente al suo riflesso nello specchio.

- Non mi sembra che la normalità sia mai stata di casa nella nostra vita. Te ne preoccupi ora che devi sposarti?- come se si sposasse con una persona normale. Sorridemmo insieme.

No, decisamente non si poteva considerare Jared Leto una persona normale. Maniaco della perfezione fino a farmi venire una crisi di nervi per la sistemazione dei tavoli o della lista degli invitati. Ma normale no.

In quell’ultimo frangente di tempo prima del matrimonio avevo preso seriamente in considerazione di confabulare con il fratello di Jared, Shannon, e il mio datore di lavoro Brent, suo migliore amico, per ucciderlo nel sonno. Però poi riflettei su varie conseguenza quali rendere la mia amica vedova prima del tempo, non essere pagata per la cerimonia che avevo organizzato con rischio della mia salute mentale e lasciare il mio fidanzato non più tale. Ovviamente i pro erano meno dei contro.

Mi rivolsi verso Monica, porgendole il suo bouquet di rose blu raccolte insieme in un velo bianco, tutto in tinta con il suo abito lungo. Il suo vestito nuziale non era bianco, ma blu appunto, con uno scollo a V che partiva dall’estremità delle sue spalle rosee. Al collo faceva mostra di sé una catenina d’oro bianco che reggeva una goccia d’acquamarina. I capelli castani con i riflessi rossi erano in parte raccolti in alto, con piccole perle che qua e là facevano mostra di sé, e in parte lasciati andare in onde setose. Il trucco era il più naturale possibile e il fatto che fosse raggiante contribuiva al tutto.

Alla faccia di tutte le fangirls del cavolo!

Brent aprì la posta della stanza che ospitava i preparativi della sposa. Quel giorno indossava uno smoking color fumo di Londra con una rosa bianca nel taschino. D’altronde se era il testimone dello sposo, doveva presentarsi in una maniera adeguata

-Ragazze siete pronte? – aspettavano solo noi. – Jared sta diventando alquanto nervoso. Tomo sta seriamente pensando di sedarlo –

- Sì, arriviamo tra qualche minuto Brent – gli risposi – Dì a Tomo che se proprio J non ce la fa, di fargli ingoiare una camomilla a forza. A furia di fare la primadonna … -

Tutti e tre ridemmo. Monica si stava ancora capacitando del fatto che si stava sposando con forse uno dei più bei uomini al mondo. Io non potevo esprimermi al riguardo, ero già felicemente impegnata.

- Ti sta bene il lillà- osservò Monica. Io la guardai strana e poi mi osservai allo specchio. Indossavo un semplice vestito lungo lillà chiaro con due sottili spalline e una stola di una tonalità più scura. Io non mi ci vedevo più di tanto. I miei capelli erano fermati qua e là da piccoli fermagli con fiorellini dello stesso colore.

- Lo dici solo perché lo hai scelto tu e perché si abbinava ai colori scelti per il matrimonio –

- Ovvio. Io sono la sposa!-

- Pronta?- il momento fatidico era arrivato. Monica prese un lungo respiro chiudendo gli occhi. Io raccolsi il mio bouquet di rose bianche e rosa.

- Ora sono nervosa - ridemmo. Sì, sposare Jared Leto poteva fare questo effetto. Le feci strada fino al portone principale, a braccetto come due vecchie amiche.

- Se si comporta male chiamami che io e le altre lo picchiamo –

- Spero di non arrivare a tanto, ma nel caso ti farò un fischio-

Nell’atrio prima della grande sala scorgemmo la figura delle altre due damigelle e del padre di Monica attenderci.

- Ti voglio bene – dissi di getto.

- Ti voglio bene anche io – Monica mi abbracciò. Io la strinsi forte.

La cerimonia ebbe inizio. Attraversai la navata segnata dal ‘silver carpet ’ che risaltava sul pavimento nero della grande sala. In fondo al lungo tappeto circondato da entrambi i lati dalle file di sedie, gli invitati guardavano ogni mio passo in attesa dell’entrata della sposa. L’unico mio pensiero era mostrare un bel sorriso e cercare di non inciampare nel vestito. Cosa che, in una simile occasione, sarebbe stato davvero tipico di me.

Fortunatamente ciò non accadde. Nonostante tutto lanciai un’occhiata molto significativa a Jared, della serie non fare cazzate . Credo che lui, nel suo completo firmato grigio perla e cravatta blu scuro, seguendomi un attimo con lo sguardo, avesse capito quali fossero le mie intenzioni con quell’occhiata.

In seguito tutta la sua attenzione si rivolse verso la mia amica, insieme agli sguardi di tutta la sala.

Tutti gli sguardi tranne uno.

Quell’unico sguardo era rivolto a me

Prima di volgermi completamente verso di lui passai con lo sguardo lungo tutta la fila. C’era mia madre, con la pelle abbronzata, segno del suo ritorno da un viaggio all’estero per trovare nuove opere da esporre nella sua galleria d’arte. Accanto a lei mio fratello James con Nikki, la cui relazione sembrava più forte di qualunque altra mio fratello avesse avuto precedentemente, poi Demone, che stava riprendendo tutto mentre accanto a lei Discepola faceva le foto nonostante ci fosse un fotografo professionista. Accanto a loro amici, parenti, parte del cast di Twilight … compreso lo sguardo che stavo cercando e che ora, con quel paio di occhi verdi, esprimeva una serena tranquillità.

Sorrisi.

Era davvero una giornata da ricordare.

Mi sembrò che tutto passasse come se qualcuno avesse premuto sull'acceleratore. Un momento prima ero ad osservare Monica che infilava emozionata una fede d'oro bianco nell'anulare di Jared e l'attimo dopo noi tutti stavamo lanciando riso e petali di rosa agli sposi all'uscita della sala cerimoniale.

Mi sentivo strana. Non ero triste perché Monica si era sposata. E non era perché stavo male.

Ci misi un paio di minuti, il tempo di raggiungere la sala del ricevimento di nozze e perdere qualche diotria grazie al flash del fotografo, per capire come mai mi sentivo strana.

Ero felice.

Tutto qui.

Me ne resi conto veramente solo in quel momento. Sul mio viso comparve un sorriso così spontaneo che, se l'attenzione non fosse stata catalizzata sugli sposi e sul pranzo di nozze, probabilmente mi avrebbero presa per pazza davvero stavolta.

Lo sfarzoso, opulento, ricco menù di nozze a base di pesce pian piano minò la salute del mio povero stomaco, dandomi con i due dolci e il sorbetto al limone il colpo di grazia, unendo fiumi e fiumi di vino bianco frizzante.

Quella sera non avrei mangiato nulla a casa. Giù di camomilla. Con tutto quello che avevo ingerito non avrei avuto bisogno di cibo per due giorni come minimo.

Nonostante tutto l'espressione di felicità persisteva.

Mancava solo un piccolo particolare. Particolare che non tardò ad arrivare appena una mano sinuosa sfiorò la curva del mio collo. Mi voltai verso la mia destra.

- Ciao straniera – i miei occhi verdi preferiti mi guardavano con un luccichio tutto loro. Un sorriso passò attraverso le sue labbra.

- Ciao straniero – Lui mi squadrò un attimo e arricciò le sue labbra.

- Ti sta bene il lillà – Roteai gli occhi e mi alzai. Era da tre ore che ero seduta e le danze stavano per cominciare. Avevo decisamente bisogno di sgranchirmi le gambe.

- A quanto pare “Ti sta bene il lillà” sembra la frase di oggi, non lo sai?

- Allora vuol dire che il lillà ti sta bene. Il ragionamento non fa una piega -

Sorridemmo insieme. Quel suo sorriso però mi faceva venire in mente ben altri pensieri che non riguardavano per niente i vestiti.

O almeno, riguardavano i vestiti ... se si pensava come toglierglieli di dosso, possibilmente portandolo in qualche stanza dell'immensa villa in cui ci trovavamo.

- Smettila … - fece lui guardando altrove, evitando di guardarmi e osservando, come tutti, la scena di Monica e Jared che, con sottofondo 'With or without you' degli U2, ballavano per la prima volta come marito e moglie.

- Di fare cosa? - mi misi ad osservare anche io i due novelli sposi. Monica sembrava un po' impacciata e, strano a dirsi, anche Jared lo sembrava. Questo sì che era strano.

- Di guardarmi con quello sguardo. Giuro, mi viene voglia di spogliarti seduta stante -

A quanto pare non ero l'unica che aveva certi pensieri al momento...

Di sicuro ero l'unica che al momento stava raggiungendo tonalità facciali degne di una delle migliori commedie. Certo che se me lo diceva con quella voce, tutte le intenzioni di fare la brava ragazza se ne andavano via bellamente con la benedizione del dio Eros.

- Dato che non puoi scomparire visto che sei una delle damigelle, che ne dici di ballare e dopo magari vedere chi prenderà il bouquet della sposa? -

- Perché, ti ricordi ancora come ballare un valzer? - mentre gli dicevo queste parole lui, prendendomi per mano, mi aveva già condotto sulla pista da ballo. Ora eravamo faccia a faccia e molto, molto, molto vicini.

Sentivo l'odore del dopobarba che si era messo quella mattina dopo essersi rasato. Quella stessa mattina, mentre lui faceva le sue cose con molta tranquillità, io bestemmiavo al cellulare in tutte le lingue che conoscevo contro la mia povera assistente che non ce la faceva più a stare appresso allo sposo, eternamente indeciso su alcuni aspetti fondamentali della cerimonia, quale la sistemazione dei tavoli, e alla sua segretaria tuttofare Emma che prima o poi avrebbero fatto santa.

- E' come andare in bicicletta. Una volta imparato... e poi, ho avuto un'ottima insegnante.- mi canzonò.

- Se non fossi io la tua pseudo insegnante, potrei darti del lecchino-

Lui rise. Se non fosse che era il mio uomo ( ogni volta che ci pensavo gongolavo come una scema ) gli avrei dato come minimo un pizzicotto.

Risi assieme a lui. Con Jackson il tempo sembrava sempre passare nel miglior modo possibile. O forse ero semplicemente io che vedevo il mondo con gli occhi di chi ama: tutto rosa. Non mi accorsi nemmeno che stavamo danzando finché la musica non cessò. Forse ero troppo impegnata a godermi la sua mano lungo il mio fianco e la visione dei suoi occhi verdi.

Ero dipendente dai suoi occhi. Solo Dio poteva sapere come sarebbe andata la mia vita se lui non avesse deciso di mandare a monte un matrimonio da milioni di dollari. Solo per me.

Uno schiamazzo interruppe il nostro piccolo rintanarci nel nostro personale mondo.

Ogni ragazza o donna stava accorrendo dai tavoli bianchi e argento contornati da rose blu per aggregarsi tutte insieme in attesa che Monica lanciasse il bouquet. La massa di genere femminile era tipo a un metro da noi e la mia amica stava per fare il conto alla rovescia.

- Tre....

Jackson mi guardò con fare interrogativo. - Non vai a conquistare il bouquet?

- Due ….

- Direi che la mia vita ultimamente ha avuto un'impennata di fortuna da fare invidia.

- Uno...

- Dici?- agiva come quello che non centrava nulla. Come se il tango non si ballasse in due, vero?

- Lanciooooooooo!!!!!!!!!!

- Sì. Se beccassi anche il bouquet avrei decisamente vinto la sfiga su tutti i fronti!- risi.

Non so come, mi ritrovai qualcosa fra le mani. Alzai lo sguardo e vidi Jackson trattenersi dal ridere come uno scemo.

Avevo il bouquet di rose bianche e blu di Monica tra le mani.

Oh cazzo.

Guardai di nuovo Jackson che mi diede un bacio come a darmi un contentino. Sentivo le risate delle mie amiche che a momenti rotolavano per terra.

- Che dici? Incominciamo a fissare una data per il matrimonio?-

Ora era Jackson a rimanere traumatizzato dalla mia domanda.

Ma ero io quella che si stava mettendo a ridere in quel momento.



   
 
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