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Autore: Alchbel    18/08/2011    11 recensioni
La storia si propone di ripercorrere con voi le tappe del rapporto tra Blaine e Kurt, soffermandosi sui pensieri che i due hanno avuto durante le canzoni che li hanno visti protagonisti... Verranno inoltre inseriti dei “missing moments” attraverso i quali si indagherà ancora sulle dinamiche del loro rapporto. Enjoy!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~ Klaine Songs ~

 

 

6°_Hey, soul sister ~ Kurt

~ Quando a volte Rachel Berry si dimostra, stranamente, utile e carina ~

 

 

Hey, hey, hey

Tonight

Hey, hey, hey

 

Ed eccomi qui, finalmente alle Provinciali. Certo non stanno andando esattamente come avevo sempre sognato: nella mia immaginazione sarei stato con Rachel, Mercedes e tutti gli altri. Avrei dovuto lottare per ottenere un assolo – che sarebbe invece finito alla sempre dolce e simpatica Rachel Berry. Ovviamente si noti il sarcasmo, anche se in questi ultimi giorni si sta dimostrando davvero gentile nei miei confronti. Pensare che prima ci siamo anche abbracciati!

Comunque, a parte questo, mi ero sempre immaginato al fianco delle New Directions alle Provinciali. Invece loro sono seduti da qualche parte fra il pubblico.

 

 

Your lipstick stains
On the front lobe of my
Left-side brains
I knew I wouldn't forget you
And so I went and let you
Blow my mind

Let you blow my mind

 

Voglio fare una buona impressione. So perché ci tengo: è la mia vena da diva che viene fuori, desiderosa di colpire il pubblico.

Non so spiegarmi però perché io voglia impressionare loro. Forse voglio far vedere loro che non ho alcuna intenzione di “trattenermi” soltanto perché me li ritrovo come nemici. Oppure voglio che vedano di cosa i Warblers sono capaci – di cosa siamo capaci. Ormai sono uno di loro, è inutile crogiolarsi così.

 

Blaine mi guarda, interagendo con me, come previsto dalla coreografia. Sorrido un po’ forzatamente, con lo stomaco in subbuglio come al solito. E certo che dovrei ormai averci fatto l’abitudine ai suoi sorrisi, o a lui in generale.

 

 

Your sweet moonbeam
The smell of you in every
Single dream I dream
I knew when we collided
You're the one I have decided
Who's one of my kind

One of my kind

 

Mentre venivamo qui, mi sono addormentato, in pullman. C’è stato un momento di imbarazzo quando, aprendo gli occhi, mi sono ritrovato spalmato sul petto di Blaine, ma lui mi ha salutato con un sorriso. Inutile dire che i miei neuroni si sono suicidati buttandosi giù dalle mie orecchie. Tuttavia, svegliarmi e trovarlo al mio fianco, mi ha fatto incredibilmente bene, soprattutto dopo l’incubo appena avuto: ho sognato che mi abbandonava, trasferendosi in un’altra scuola, perché non poteva sopportare di stare in stanza con me.

È un’esagerazione, lo so, ma per ora sto bene alla Dalton soprattutto perché c’è lui; non ho ancora legato molto con gli altri ragazzi. Loro sono gentili con me, ma non li sento ancora come degli amici.

 

Quando ho scoperto che io e Blaine eravamo finiti in camera insieme, mi sono quasi dovuto trattenere dal saltellare per la stanza – in una sua perfetta imitazione tra l’altro: è lui il re dei saltelli qui.

Peccato che poi il messaggio di Mercedes mi abbia fatto abbandonare il mio animo entusiastico per uno assai più deprimente; ma anche lì, Blaine è riuscito a “tirarmi per i capelli” e a salvarmi dal baratro della depressione.

Sorrido un po’, non potendo evitare di guardarlo mentre fa in modo che l’attenzione si focalizzi tutta su di lui.

 

 

Hey soul sister
Ain't that mister mister
On the radio, stereo
The way you move ain't fair, you know
Hey soul sister
I don't wanna miss
A single thing you do
Tonight

 

Già, l’attenzione.

Se al McKinley dovevo lottare e alzare la voce per ottenere qualcosa, qui a quanto pare è qualcosa che non viene vista di buon occhio.

Posso capire che forse la scelta della canzone per la mia audizione fosse un tantino esagerata, ma era la canzone che meglio rappresentava il mio stato d’animo. Non vedo sinceramente dove ho sbagliato, anzi, credo che il problema sia stato proprio l’opposto, come mi ha detto Blaine: ho volato troppo alto.

 

Vedo Rachel dal pubblico farmi cenno di sorridere, riportandomi coi piedi a terra. Cerco di farlo, anche se l’agitazione – e ora anche un po’ di rabbia mista a dispiacere – si stanno impossessando del mio cuore.


The way you can cut a rug
Watching you is the only drug I need
So gangster, I'm so thug
You're the only one I'm dreaming of
You see, I can be myself now finally
In fact there's nothing I can't be
I want the world to see you'll be with me

 

Speravo davvero di passare l’audizione e sinceramente credevo di farcela: insomma, ho una voce abbastanza particolare, io, per essere relegato in angolo! Oddio inoltre questa frase fa molto Dirty dancing, ma è comunque tipico di me.

Ottenere un assolo avrebbe di certo significato sentirmi accettato in un posto nuovo, sentirmi parte di qualcosa di grande, proprio come quando ero al McKinley.

Certo, non dovrei lamentarmi dal momento che nessuno mi spinge contro gli armadietti o mi getta le granite in faccia, ma… non mi sento ancora a casa. Non mi sento parte di quel posto.

 


Hey soul sister
Ain't that mister mister
On the radio, stereo
The way you move ain't fair, you know
Hey soul sister
I don't wanna miss
A single thing you do
Tonight

 

Riattacchiamo con il ritornello finale, la canzone sta per finire. E tutto d’un tratto, sento le nostre voci levarsi alte, all’unisono, come se fossimo un’entità unica. Blaine mi guarda di nuovo, sorridendo, eccitato dall’adrenalina che gli scorre nel corpo.

 

E, improvvisamente, mi sento finalmente bene. Perché sì, ora siamo tutti insieme, Blaine compreso; e capisco che lui, senza il nostro supporto, non canterebbe così.

Non lo sto sminuendo, non mi oserei mai, ma ora rivedo ciò che mi aveva colpito tanto la prima volta che avevo visto i Warblers in azione: sebbene uno di loro emerga, sono comunque tutti collegati. Non esisterebbe l’uno senza l’altro.

L’unica differenza è che adesso anche io stesso faccio parte di loro; e la cosa mi rende incredibilmente felice.

 

 

Hey, hey, hey
Tonight
Hey, hey, hey
Tonight

 

 

Non posso fare a meno di sorridere quando la canzone termina. Non potevo immaginare che nel tempo di una canzone riuscissi a sentirmi parte di loro, di questa… famiglia.

Il mio sorriso non può fare altro che allargarsi di più quando vedo Rachel e Mercedes, seguite da tutti gli altri, alzarsi in piedi tra la folla, salutandoci con un applauso entusiastico; anche il resto della platea li segue, facendosi coinvolgere in un lungo applauso.

 

Quando il sipario cala, tutti si voltano verso di me e improvvisamente mi si avventano contro, stringendomi in un abbraccio. Rimango piacevolmente stupito del loro affetto e ricambio le strette e le pacche sulle spalle che ricevo. Poi, sento un profumo forte invadermi le narici e una voce familiare nell’orecchio.

 

«A quanto pare tutti ti adorano»

 

Vengo scosso dai brividi quando il suo fiato si scontra con la pelle nuda del mio collo; rabbrividisco impercettibilmente ma non posso fare a meno di stringerlo a me – anche per evitare che mi guardi in faccia e veda quanto sono arrossito.

 

Non appena si stacca, gli sorrido e alzo un sopracciglio, divertito.

«Nessuno può farne a meno!»

 

La sua risata si mescola a quella degli altri; ben presto anche la mia si unisce alle loro. Era da tantissimo che non ridevo così.

 

 

~∞~

 

La gioia per aver vinto le Provinciali non ci ha abbandonato un attimo; durante il viaggio di ritorno abbiamo fatto baldoria, cantando a squarciagola mentre un infastidito autista del pullman stava palesemente cercando di non sterminarci tutti.

 

Durante i festeggiamenti ho avuto modo di osservare Blaine in mezzo ai suoi amici; è un vero leader anche se a volte è talmente impacciato da sfiorare la goffaggine – e questo non fa altro che renderlo ancora più tenero ai miei occhi.

Tuttavia l’attenzione di tutti era concentrata su di me. A turno venivano a  chiedermi come stessi e come mi stavo trovando lì alla Dalton; mi hanno fatto domande sulle New Directions, su come mi trovassi con loro – anche se mai mi è sembrato volessero avere delle informazioni per poterli battere: sembravano soltanto curiosi.

 

E così, tra una chiacchiera e l’altra, siamo arrivati in dormitorio abbastanza stremati, ma euforici. Nick voleva dare una festa, ma quando il suo corpo si è adagiato sul comodo divano della sala dei Warblers, ha improvvisamente cambiato idea; credo sia ancora sdraiato lì, profondamente addormentato. Posso capirlo: l’adrenalina, l’affaticamento e l’emozione hanno stancato anche me.

 

Tuttavia ora sono troppo distratto per poter andare a dormire; non potrei neanche volendo dal momento che lo scroscio dell’acqua appena aperta nella doccia non riesce a coprire la voce di Blaine che canta Hey, soul sister.

 

Deglutisco e mi siedo a gambe incrociate sul letto, cercando di non pensare a Blaine sotto la doccia. Ecco, l’ho appena fatto!

Sento le guance diventare immediatamente bollenti e velocemente le copro con le mani; oh, così non va affatto bene! Non posso continuare a vivere con lui se penso tutte queste cose! E’ sbagliato e poi lui non è interessato. Devo smetterla di farmi del male, anche se il fatto che lui sia gay è già buono per i miei standard.

 

La sua voce si fa sempre più alta e mi viene da ridacchiare: possibile che non sia ancora stufo di quella canzone?!

Mi alzo e inizio a camminare per la stanza; comincio a osservare Pavarotti per distrarmi, tentando di scacciare il desiderio di entrare nel bagno e la vergogna nell’aver appena pensato anche solo di avvicinarmi al bagno.

Purtroppo guardare il mio canarino non è abbastanza – anche perché mi torna in mente il sorriso di Blaine mentre mi consegnava la gabbietta.

 

Afferro il cellulare e compongo il numero della prima persona che mi viene in mente, Rachel. Mentre il telefono squilla, mi sento un po’ in colpa verso Mercedes; prima mi ero ripromesso che l’avrei chiamata non appena tornato alla Dalton, ma non voglio parlarle per telefono. Quando eravamo sul palco mi ha sorriso e salutato, ma abbiamo ancora molte cose da chiarire. Nel weekend, quando tornerò a casa, andrò a trovarla e ci faremo una lunga chiacchierata faccia a faccia.

 

Pochi istanti dopo Rachel risponde al telefono, la voce allegra e pimpante, anche se so benissimo che non lo è affatto. Questo weekend oltre che andare da Mercedes dovrò fare quattro chiacchiere con Finn.

 

«Kurt! Come mai questa telefonata?»

«Volevo solo fare quattro chiacchiere con un’altra diva!» mento spudoratamente – di certo non posso dirle che l’ho chiamata per cercare di distrarmi dal pensiero del mio compagno di stanza per cui ho una cotta gigantesca nudo sotto la doccia.

 

«Oh beh allora hai chiamato la persona giusta!»

«Già, immaginavo. Volevo farvi i complimenti per l’esibizione: siete stati fantastici!» sorrido, mentre un vago senso di dispiacere mi pervade.

«Saremmo stati di certo più bravi se Mr Schuester mi avesse affidato il duetto con Finn e l’assolo!» risponde lei piccata.

 

Sbuffo, ripensando a quante volte ho sentito Rachel lamentarsi, e nonostante tutto mi manca. Dev’essere davvero incredibile!

 

«Comunque anche voi siete stati molto bravi, davvero. Sono rimasta stupita.» Continua.

«Oh certo, con me lì in mezzo non potevamo che battervi!» la prendo in giro io.

«Non ci avete battuto, siamo arrivati a pari merito! Comunque, è carino il solista; è anche lo stesso ragazzo che ci ha interrotti. Chi è?»

 

Sento nuovamente le guance andare a fuoco mentre provo un improvviso moto di gelosia.

«Si chiama Blaine.» Rispondo sul vago, non voglio che Rachel capisca quanto sia interessato; purtroppo non va come avevo sperato.

«Oh allora è lui il famoso Blaine! Mercedes non fa altro che parlare di voi due!»

Un gemito strozzato mi esce di bocca. «Cosa?»

«Ma sì, dice che ti è stato molto vicino per la storia di Karofsky… è gay quindi: è un peccato, avrebbe potuto essere un perfetto compagno di duetti per me e diventare anche il mio fidanzato. Comunque, ti piace?»

 

Rimango in silenzio, troppo sconvolto dallo sproloquio di Rachel; quando finalmente riesco a rispondere, mi esce un flebile «Sì… parecchio.»

«Oh bene! E lui, ti sembra interessato?»

«Non lo so; è molto carino con me, è gentile. Ma si comporta da amico.»

«Beh, puoi sempre fargli cambiare idea; lo vedi tutti i giorni!»

Ridacchio. «Oh veramente lo vedo anche tutte le notti: è il mio compagno di stanza.»

 

L’urletto eccitato di Rachel quasi mi perfora il timpano; allontano il telefono dal mio orecchio per evitare di diventare sordo. Quando mi sembra che si sia calmata dall’altro lato, lo riavvicino, titubante.

«Sì ed è terribile! Cioè no, è anche fantastico ma… beh ho paura che capisca che mi piace e che si allontani da me, come hanno sempre fatto tutti.» Senza che l’avessi premeditato comincio a snocciolarle tutti i miei dubbi su Blaine, cercando di tenere un tono di voce basso – ma non mi preoccupo più di tanto, sento ancora l’acqua della doccia scorrere.

«Io non posso permettermi di perderlo: è la prima persona con cui mi sia mai sentito così in sintonia e con lui riesco a parlare di qualsiasi cosa – o quasi.»

 

Rachel resta in silenzio mentre continuo con il mio monologo, che comprende anche la mia indecisione su quale regalo di Natale comprargli; lei mi ascolta, facendomi sfogare, ma a un tratto mi interrompe.

«Il regalo è il minimo; durante il weekend possiamo organizzarci io te e Mercedes e andare a cercare qualcosa. Però c’è un’altra cosa che voglio sapere prima: Blaine sa tutto di Karofsky? Sa perché alla fine ti sei trasferito alla Dalton?»

 

Resto in silenzio, punto sul vivo: non so perché non sia riuscito a dire a Blaine della minaccia subita da Karofsky. Non volevo farlo preoccupare, credo, non più di  quanto mi fosse sembrato; ormai ho capito che Blaine si rivede molto in me e credo sia per questo che ha deciso di starmi vicino. Mi viene spontaneo chiedermi chi gli sia stato affianco quando lui ha dovuto subire tutto questo.

 

«No io… non sono riuscito a dirglielo.»

«Perché?»

«Non lo so… forse non volevo farlo preoccupare. O forse non voglio che mi veda soltanto come qualcuno da proteggere, qualcuno a cui fare da mentore.» E forse è vero, forse è davvero così.

«Dovresti dirglielo Kurt, anche se posso capire quello che provi; ma tanto per cominciare, voi due siete amici. E credo che se gli nascondessi una cosa del genere potrebbe prenderla male.»

 

Strano, non avrei mai pensato che mi sarei trovato a dover dare ragione a Rachel Berry; ma questa volta credo di doverlo fare.

Sospiro, mentre mi rendo conto che l’acqua della doccia è stata sostituita da quella del rubinetto – immagino che Blaine si starà lavando i denti, quindi tra poco uscirà.

 

«Ora devo andare Rachel, Blaine sta per uscire dal bagno; comunque ci penserò… Grazie.»

«Figurati»

Restiamo entrambi in silenzio, forse imbarazzati per quello che entrambi stiamo provando; e poi, contemporaneamente, diciamo: «Mi mancate» «Ci manchi»

Scoppio a ridere, soprattutto per allentare il nodo alla gola, e sento anche Rachel ridere all’altro capo del telefono.

«Buonanotte Kurt.»

«Notte Rachel.»

 

Non appena poso il cellulare sul comodino vicino al mio letto – ho scelto quello vicino al muro, mi ha sempre fatto sentire più protetto – Blaine esce dal bagno completamente vestito, mentre si friziona i capelli ancora un po’ bagnati con l’asciugamano.

I miei pensieri deviano un attimo da quello che mi ha detto Rachel per seguire il percorso di una minuscola goccia d’acqua che gli scivola lungo il collo; fortunatamente la sua voce mi riporta alla realtà.

 

«Ehi, eri a telefono? O parlavi da solo?» mi rivolge un sorriso mentre si siede a gambe incrociate sul suo letto, rivolto però nella mia direzione.

«Uh, era solo Rachel; chiacchiere tra dive.» Spiego con un’alzata di spalle.

«Uhm.» Fa lui alzando un po’ il mento e socchiudendo un po’ gli occhi, osservandomi.

 

Distolgo lo sguardo dal suo dopo pochi secondi per puntarlo sul copriletto; credo che seguirò il consiglio di Rachel. È giusto che Blaine sappia tutto di Karofsky e della minaccia; glielo devo e poi a essere sinceri è un amico, nonostante sia cotto di lui.

 

«Ho bisogno di dirti una cosa.»

«Spara!» fa lui, chinandosi un po’ di più verso di me.

«Giura che non ti arrabbierai però!» quasi lo imploro mentre rialzo gli occhi su di lui, che ridacchia, colto alla sprovvista dalla mia ultima frase. Tuttavia sembra notare dal mio sguardo che sono serio, così anche lui perde il sorriso e allunga una mano, afferrando la mia mano posata sul ginocchio.

«Non lo farò.»

 

Prendo un profondo sospiro prima di continuare, rassicurato dal calore della sua mano sulla mia.

«C’è un motivo più grave per cui alla fine mi sono trasferito qui.»

La sua stretta si fa più forte, ma sembra non accorgersene.

«Immaginavo fosse successo qualcos’altro. Che cosa ti ha fatto?»

 

Ha capito che dev’essere successo qualcos’altro con Karofsky, era inevitabile; così com’era inevitabile che avesse capito che c’era qualcosa di ancora più grosso che essere spinto contro gli armadietti e venire baciato dietro al mio trasferimento improvviso. 

 

«Ha minacciato di uccidermi.»

La sua mano lascia immediatamente la mia e la riavvicina a sé, stringendo il pugno; l’altra mano è invece stretta alla coperta, stropicciandola. Fa un respiro profondo, allontanando gli occhi dai miei. Ho paura che si stia arrabbiando con me, perché non gli ho detto subito come stavano le cose.

 

«Scusami se non ti ho detto tutto subito Blaine ma…» cosa fare? Dirgli la verità, rischiando che capisca quanto mi piace, o mentire? Opto per la verità, anche se so già che probabilmente me ne pentirò. «… non volevo farti preoccupare di nuovo, né volevo che tu ti sentissi in dovere di… proteggermi o cose del genere.»

 

Abbasso lo sguardo, avvampando. Qualche secondo dopo sento le molle del letto cigolare un po’ mentre lui si siede vicino a me e mi sfiora un ginocchio con la mano.

«Va bene Kurt, stai tranquillo, non me la sono presa. L’importante ora è che tu sia al sicuro.»

Sorrido un po’, titubante.

 

«Credo sia meglio che vada a farmi una doccia.» Sussurro, non volendo tuttavia togliermi da questa posizione tanto presto.

Lui sembra scuotersi e toglie la mano dal mio ginocchio, balzando in piedi e afferrando il suo orologio sul comodino. «Sì, forse ti conviene: è tardi e domani abbiamo lezione.»

 

Mi alzo in piedi anche io e, afferrato il pigiama e della biancheria – che cerco di nascondere in mezzo al pigiama – mi avvio verso il bagno. Mentre sto per chiudermi la porta alle spalle però, Blaine parla.

 

«Comunque non mi sento in dovere di proteggerti: mi va di farlo, tutto qui.» alza le spalle, come a voler sottolineare la cosa.

«Non devi farlo, non sono una principessa in pericolo.» Ironia e sarcasmo, quanto vi amo! Mi salvate sempre dalle situazioni imbarazzanti.

«Non è per quello che lo faccio. Dico solo che gli amici devono prendersi cura gli uni degli altri, e tu sei mio amico.» Sorride, abbagliandomi.

 

Nonostante le sue parole dovrebbero farmi male, perché è chiaro che lui mi veda solo come un amico, non posso fare a meno di sorridere.

Sotto la doccia penso che per ora posso farmi bastare questo: la sua amicizia. Di certo ne vale la pena, anche solo per rivedere il sorriso luminoso che mi ha rivolto poco fa.

 

 

 

NOTE:

Qui è di nuovo Pachelbel =)

Allora, tanto per cominciare vorrei spendere qualche parolina per Rachel – che io adoro alla follia nella sua…follia – e soprattutto per dire quanto io sia stata felice dell’inizio di questa amicizia tra lei e Kurt. Secondo me insieme sono assolutamente splendidi! *__*

 

Detto questo… dove siete finiti tutti??? DDD: Come direbbe Santana, NO ME GUSTA!

Seriamente, se avete qualche consiglio da darci, scrivete pure. Le recensioni servono a noi autrici per migliorare. E poi insomma, non vi facciamo tenerezza?? Io e la mia collega stiamo a controllare ogni due per tre se ci sono nuove recensioni, anche di notte! xD

 

Magari è solo l’effetto vacanze comunque… speriamo di vedervi presto più numerosi che mai! =)

 

Baci <3

   
 
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