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Autore: Lady Aquaria    15/08/2011    5 recensioni
"La verità è che io faccio fatica a non pensarci, alla fine mi sono arreso. Ho smesso di provare a liberarmi un po' la testa ma non riesco perché lei c'è. C'è sempre. Con il suo sorriso e i suoi occhi, perfino col suo caratteraccio. E quando non c'è la cerco. La cerco in casa, a Rodorio, la cerco nelle canzoni dei Kiss che ho imparato ad apprezzare e dentro le frasi dei pochi libri che ha letto qui. E sai cosa? C'è ancora. E' ancora dappertutto. L'ho cacciata, ma non riesco a levarmela dalla testa."
E tutto questo, a partire da quel giorno al Goro-Ho.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le vie del Destino'
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Capitolo 1 Prequel revisionato

1.

Twist of Fate

"La verità è che io faccio fatica a non pensarci, alla fine mi sono arreso. Ho smesso di provare a liberarmi un po' la testa ma non riesco perché lei c'è. C'è sempre. Con il suo sorriso e i suoi occhi, perfino col suo caratteraccio. E quando non c'è la cerco. La cerco in casa, a Rodorio, la cerco nelle canzoni dei Kiss che ho imparato ad apprezzare e dentro le frasi dei pochi libri che ha letto qui. E sai cosa? C'è ancora. E' ancora dappertutto. L'ho cacciata, ma non riesco a levarmela dalla testa."
Milo tacque, aspettando che Camus proseguisse.
Ma non lo fece, Camus pareva perso in pensieri tutti suoi, pensieri che Milo conosceva fin troppo bene.
"Amico mio, sei messo proprio male."

E tutto questo, a partire da quel giorno al Goro-Ho.

*

Estate 2003, Goro-Ho (Cina).
L'aveva conosciuta quasi per caso, quando era stato mandato in Cina dal Maestro Dohko su ordine del Grande Sacerdote perché "qualcosa stava per succedere".
Lui doveva cercare di convincere il Saint di Libra a unirsi alla loro causa e Ares aveva inviato lui perché più diplomatico di DeathMask, che scalpitava per andare ad attaccar briga da qualche parte.
Speranza vana.
"…non ho nessuna intenzione di muovermi da qui, Aquarius." aveva ridacchiato Dohko, sempre costantemente fermo sul suo picco. "….se Athena avesse voluto sollevarmi da questo compito, l'avrei già saputo. Dieci cavalieri d'oro sono più che necessari per proteggere il Grande Tempio." dichiarò infine, criptico, lasciando Camus perplesso.
Dieci? Cosa…??
"Apprezzo molto la gentilezza che hai usato per rivolgerti a me, ma…"
"Sono dell'idea che ogni cosa si può risolvere parlando con calma, senza l'uso della violenza."
E DeathMask l'avrebbe usata, eccome.
"Sagge parole, mio buon ragazzo. Ma devo ugualmente diniegare." concluse Dohko, chiudendo definitivamente la questione. "Rientra al Santuario, Camus, e riferisci al Grande Sacerdote che non è mia intenzione disubbidire a un ordine della Dea, e che, pertanto, non rientrerò ad Atene."
A Camus non rimase altro che restituire l'inchino che gli aveva rivolto Dohko.
"Riferirò, Maestro."
"Maestro!"
Lo sguardo di ghiaccio del Gold Saint si posò sul giovane allievo di Dohko, Shiryu, che doveva aver avvertito il suo cosmo.
"… cosa fate qui? Cosa volete??" gli aveva domandato, con un atteggiamento che trovò irritante e inutilmente aggressivo.
"Frena la tua lingua, ragazzo. Non sono qui con intenzioni maligne, non indosso nemmeno l'armatura." lo riprese Camus, incrociando le braccia sul petto e squadrando il giovane da capo a piedi.
"Avete sentito che cos'ha detto? Il mio maestro non si muoverà da qui! Andate!"
E allora, l'aveva vista.
"Non sono affari che ti riguardano, Shiryu, se ne occuperà il maestro. Rientra dentro."
Non troppo alta, snella, lunghi capelli neri, decisamente rassomigliante al ragazzo che era intervenuto in difesa di Dohko.
"Va tutto bene Mei, non preoccuparti." aveva interloquito quest'ultimo. "E nemmeno tu, Shiryu. In ogni caso io e Camus abbiamo finito."
Dopo un breve cenno di saluto nei suoi confronti in seguito a una lunga occhiata, la ragazza era quindi rientrata in casa seguita da Shiryu e da quella che, in base a quanto ricordava, doveva essere la figlia adottiva di Dohko.

*


Come previsto il Grande Sacerdote non fu felice della risposta data da Camus e del suo insolito fallimento: se nemmeno lui, il Diplomatico del Santuario che svolgeva regolarmente il compito di ambasciatore in giro per il mondo, aveva convinto Dohko, avrebbe dovuto passare a mezzi di persuasione più… pesanti.
"Sono piuttosto contrariato, Camus. Avrei giurato di vederti tornare insieme al vecchio Maestro… ma a quanto pare l'osso è più duro di quel che immaginavo."
"Non ha voluto sentire ragioni."
"…perché evidentemente non hai usato i modi giusti." interloquì DeathMask, facendo il suo ingresso nel tredicesimo tempio. "Ora capisco perché mi avete chiamato, Eccellenza."
Camus assottigliò lo sguardo, mentre DeathMask si avvicinava allo scranno.
"Le persone civili discutono, non attaccano un rispettabile anziano così, giusto per il gusto di muovere le mani." replicò.
"Quando richiederò il tuo intervento DeathMask, allora potrai parlare." intervenne Ares, fermando sul nascere la sua risposta verso Camus. "Le sue esatte parole?"
"Ha detto che non intende disobbedire a un ordine della Dea e che non mi avrebbe seguito." ripeté Camus.
"Mh." Ares rifletté qualche istante sulle parole di Camus, prima di fare un cenno in direzione di DeathMask. "Non sono propenso a usare violenza su un nostro parigrado che ha quasi il doppio delle nostre età sommate insieme… ma la sua presenza al Santuario è di vitale importanza, la settima casa ha bisogno del suo custode e non deve rimanere disabitata."
"Ci penso io al vecchio Libra, vedrete."
"Immagino." fu il commento di Camus, guardando in tralice il commilitone.
"Che intendi dire, fetuso??"
"Hai solo voglia di attaccare briga, tu. Non otterrai niente, come sempre. Dohko ha deciso così, e nessuno riuscirà a smuoverlo."
"Sono molto persuasivo, io."
Camus ridacchiò appena.
"Che farai? Ti presenterai al Goro-Ho con coppola e fucile a canne mozze parlando come Vito Corleone?"
"Andrò come mi pare e vincerò dove tu hai fallito. Del resto vi avevo avvisato Ares, ma voi non avete voluto darmi ascolto."
"Non mi sembra il luogo per parlare di questo. E sia, Cancer, domani andrai tu in Cina."
DeathMask rise, con la solita risata satanica che metteva i brividi.
"Ho carta bianca?"
Ares si alzò dallo scranno.
"L'importante è che porti il maestro qui, intero. Per il resto, fa' come vuoi, uccidi chi ti pare se lo ritieni necessario, ma Dohko mi serve vivo." replicò Ares, enfatizzando l'ultima parola.
Uccidi chi ti pare?
Il suo pensiero corse, senza nemmeno accorgersene, alla ragazza che aveva visto.
Che ne sarebbe stato di lei, se DeathMask avesse usato anche solo un millesimo dei suoi poteri?
Si congedò, e tornò rapidamente all'undicesima casa dove ad attenderlo trovò come sempre Milo, questa volta appoggiato alla sua Honda.
"Ha detto di no." disse, non appena lo vide.
"Ha detto di no." annuì Camus. "Non potevo certo forzare la mano, è pur sempre il vecchio Maestro."
"E poi il vecchio Dohko è capacissimo di farti fuori in pochi secondi, se gli va."
"Mh."
"C'è dell'altro."
"Sì ma non ho molto tempo per pensare a come rimediare al disastro che sta per accadere." rispose Camus.
"Già. Mentre pensi possiamo andare in quella taverna a Megara, a bere qualcosa." disse Milo. "Dai, prendi la tua moto e andiamo."
Scosse la testa.
"Non sono in vena di guidare." diniegò.
"Oh. E se invece scendessimo dal vecchio Mirkos, a farci due goccetti di ouzo?" 
Dal vecchio Mirkos, in quella bettola mascherata da bar?
"Assolutamente no." replicò. "L'ultima volta ho dovuto far risuolare gli stivali: i pavimenti di quel locale sono più appiccicosi di una fabbrica di colla."
Milo scoppiò a ridere.
"L'igiene non sarà il massimo ma la sua birra è ottima."
"Avrei da ridire in merito. Su, levati quel ghigno dalla faccia e andiamo."
"A proposito: tu hai la faccia di uno che è stato reso felice da una donna."
Camus lo guardò, malissimo.
"Ho la mia solita faccia."
"Oh no. Hai capito bene che cosa intendo dire."
"Insomma, Milo, ma pensi solo al sesso?"
Milo scoppiò a ridere.
"Il sesso fa bene, mio caro, è uno dei motivi per cui vivere. Mangiare, bere e fare sesso. Ecco cosa ci tiene in vita!"
"Fare l'amore, Milo. Amore, non sesso."
"Ah, l'amore, l'amore… quello lo fai con la tua donna, ma se non ce l'hai, fai sesso, e basta." commentò Milo.
Camus afferrò chiavi e casco, e salì in sella alla sua Norton.
"Dai muoviti, Megara non è dietro l'angolo."

"Allora, vuoi dirmi chi è, questa ragazza?"
Camus alzò gli occhi al cielo, mentre Milo faceva l'occhiolino alla cameriera del pub, che gli aveva appena portato una Caffrey's. Lui si era limitato a un Kyr analcolico, non volendo rischiare la pelle a guidare ubriaco in moto.
"Quale ragazza?"
"Quella alla quale il tuo cervello sta pensando da quando sei tornato dalla missione. La conosco?" proseguì Milo.
"Chi ti dice che sto pensando a una ragazza?"
"Andiamo, non hai quello sguardo negli occhi nemmeno quando la tua amata Paris Saint Germain vince."
Tanto valeva dirglielo, visto che non l'avrebbe lasciato stare.
"L'ho intravista al Goro-Ho."
Milo sgranò gli occhi.
"Non parli della figlia adottiva di Dohko, vero? La piccola Shunrei è riserva di caccia di Shiryu, quello t'ammazza!"
"No, stupido." disse, corredando le parole da un'occhiata glaciale. "C'è un'altra ragazza, in quella casa. Non parlavo di Shunrei. È una …bambina."
Milo sorrise, sornione.
"Ha già tredici anni, sai che qualche epoca fa a quell'età erano già pronte per sfornare qualche pargolo?"
"E'-una-bambina." ripeté Camus con una smorfia oltraggiata. "E non è di lei che parlo. La ragazza che ho visto ha come minimo la mia età."
"Ah, allora parli di Mei-Yin, la sorella di Shiryu." disse. "L'ho vista una volta sola…"
Camus sorseggiò la sua bevanda.
"…e?" buttò lì, fingendo indifferenza.
Milo ci pensò su.
"Uhm… non so granché di lei. Comunque non è malaccio, a dirla tutta. All'incirca è un metro e sessantasei, sessantotto al massimo. Da quel che s'intravede dai vestiti dev'essere anche particolarmente magra e nervosa. Non ha molte curve però ha un bel corpo." rispose. "Dicono che abbia lunghi capelli neri e gli occhi del fratello, ma più scuri… questo però non posso confermartelo, non mi sono avvicinato così tanto da verificare se è vero o no."
Occhiata in tralice.
"Tessera sanitaria? Codice fiscale? Numero di ossa fratturate?"
"Uh?" Milo parve confuso.
"Fortuna che non sapevi granché. Dì un po’, le hai fatto la radiografia??"
Milo sghignazzò.
"Quando una donna attira la mia attenzione, le faccio anche un check-up completo, se voglio."

***

Lady Aquaria's corner.
(capitolo revisionato in data 07/05/2014)
Ho deciso di revisionare anche questa ff, aperta quasi tre agosti fa (aperta per ampliare la storia tra Camus e Mei, dove racconto qualche retroscena o qualcosa lasciato un po' in ombra) dopo essermi accorta di qualche sciocchezzuola dettata dalla fretta e da qualche problema. Qualche capitolo sarà più lungo dell'originale, altri si limiteranno a qualche sporadica correzione.

1. il titolo si riferisce a una stupenda canzone di Olivia Newton John, "Twist of fate", appunto, colonna sonora del film "Due come noi - Two of a kind", che a me, in barba alle recensioni negative che il film ha ricevuto, è piaciuto molto (e che non c'entra affatto con la fanfic). Ho scelto questo titolo perché significa "scherzo del destino" perché, insomma, Mei e Camus si conoscono così, grazie al destino.

2. I fatti sono tutto traslati di circa diciassette anni rispetto alle date dell'anime, più o meno. E non dite che non l'avevo detto. è_é

3. Caffrey's: è una birra scura irlandese, simile alle sue sorelle più famose come Guinness o Murphy's . Il Kyr, invece, di solito è alcoolico, ed è composto da succo di ribes e vino bianco, o champagne nel caso del Kyr Royal (tutte info date da mia sorella, che studia all'alberghiero). Nel pub che frequento di solito, a Torino, lo fanno anche analcolico, con l'acqua tonica.

Alla prossima!
Vale^^

Lady Aquaria

   
 
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