1.
Twist
of Fate
"La
verità è che io faccio
fatica a non pensarci, alla fine mi sono arreso. Ho smesso di provare a
liberarmi un po' la testa ma non riesco perché lei c'è. C'è
sempre. Con il suo sorriso e i suoi occhi, perfino col
suo caratteraccio. E quando non c'è la cerco. La cerco in
casa, a Rodorio, la cerco
nelle canzoni dei Kiss che ho imparato ad apprezzare e dentro le frasi
dei pochi
libri che ha letto qui. E sai cosa? C'è ancora. E' ancora
dappertutto. L'ho
cacciata, ma non riesco a levarmela dalla testa."
Milo tacque, aspettando
che Camus proseguisse.
Ma non lo fece, Camus
pareva perso in pensieri tutti suoi, pensieri che Milo conosceva fin
troppo
bene.
"Amico mio, sei messo
proprio male."
E tutto questo, a partire da quel
giorno al Goro-Ho.
*
Estate 2003, Goro-Ho (Cina).
L'aveva conosciuta quasi per caso, quando era stato
mandato in Cina dal Maestro Dohko su ordine del Grande Sacerdote
perché "qualcosa stava per succedere".
Lui doveva cercare di convincere il Saint di Libra a unirsi
alla loro causa e Ares aveva inviato lui perché
più diplomatico di DeathMask,
che scalpitava per andare ad attaccar briga da qualche parte.
Speranza vana.
"…non ho nessuna intenzione di muovermi da qui,
Aquarius." aveva ridacchiato Dohko, sempre costantemente fermo sul suo
picco. "….se Athena avesse voluto sollevarmi da questo
compito, l'avrei
già saputo. Dieci cavalieri d'oro sono più che
necessari per proteggere il
Grande Tempio." dichiarò infine, criptico, lasciando Camus
perplesso.
Dieci? Cosa…??
"Apprezzo molto la gentilezza che hai usato per
rivolgerti a me, ma…"
"Sono dell'idea che ogni cosa si può risolvere
parlando con calma, senza l'uso della violenza."
E DeathMask l'avrebbe usata, eccome.
"Sagge parole, mio buon ragazzo. Ma devo ugualmente
diniegare." concluse Dohko, chiudendo definitivamente la questione.
"Rientra al Santuario, Camus, e riferisci al Grande Sacerdote che non
è
mia intenzione disubbidire a un ordine della Dea, e che, pertanto, non
rientrerò ad Atene."
A Camus non rimase altro che restituire l'inchino che gli
aveva rivolto Dohko.
"Riferirò, Maestro."
"Maestro!"
Lo sguardo di ghiaccio del Gold Saint si posò sul giovane
allievo di Dohko, Shiryu, che doveva aver avvertito il suo cosmo.
"… cosa fate qui? Cosa volete??" gli aveva
domandato, con un atteggiamento che trovò irritante e
inutilmente aggressivo.
"Frena la tua lingua, ragazzo. Non
sono qui con intenzioni maligne, non indosso nemmeno
l'armatura." lo riprese Camus, incrociando le braccia sul petto e
squadrando il giovane da capo a piedi.
"Avete sentito che cos'ha detto? Il mio maestro non
si muoverà da qui! Andate!"
E allora, l'aveva vista.
"Non sono affari che ti riguardano, Shiryu, se ne
occuperà il maestro. Rientra dentro."
Non troppo alta, snella, lunghi capelli neri, decisamente
rassomigliante al ragazzo che era intervenuto in difesa di Dohko.
"Va tutto bene Mei, non preoccuparti." aveva
interloquito quest'ultimo. "E nemmeno tu, Shiryu. In ogni caso io e
Camus
abbiamo finito."
Dopo un breve cenno di saluto nei suoi confronti in
seguito a una lunga occhiata, la ragazza era quindi rientrata in casa
seguita
da Shiryu e da quella che, in base a quanto ricordava, doveva essere la
figlia
adottiva di Dohko.
*
Come previsto il Grande Sacerdote non fu felice della
risposta data da Camus e del suo insolito fallimento: se nemmeno lui,
il Diplomatico
del Santuario che svolgeva regolarmente il compito di ambasciatore in
giro per
il mondo, aveva convinto Dohko, avrebbe dovuto passare a mezzi di
persuasione
più… pesanti.
"Sono piuttosto contrariato, Camus. Avrei giurato di
vederti tornare insieme al vecchio Maestro… ma a quanto pare
l'osso è più duro
di quel che immaginavo."
"Non ha voluto sentire ragioni."
"…perché evidentemente non hai usato i modi
giusti." interloquì DeathMask, facendo il suo ingresso nel
tredicesimo
tempio. "Ora capisco perché mi avete chiamato, Eccellenza."
Camus assottigliò lo sguardo, mentre DeathMask si
avvicinava allo scranno.
"Le persone civili discutono, non
attaccano un rispettabile anziano così, giusto per
il gusto di muovere le mani." replicò.
"Quando richiederò il tuo intervento DeathMask,
allora potrai parlare." intervenne Ares, fermando sul nascere la sua
risposta verso Camus. "Le sue esatte parole?"
"Ha detto che non intende disobbedire a un ordine
della Dea e che non mi avrebbe seguito." ripeté Camus.
"Mh." Ares rifletté qualche istante sulle
parole di Camus, prima di fare un cenno in direzione di DeathMask. "Non
sono propenso a usare violenza su un nostro parigrado che ha quasi il
doppio
delle nostre età sommate insieme… ma la sua
presenza al Santuario è di vitale
importanza, la settima casa ha bisogno del suo custode e non deve
rimanere
disabitata."
"Ci penso io al vecchio Libra, vedrete."
"Immagino." fu il commento di Camus, guardando
in tralice il commilitone.
"Che intendi dire, fetuso??"
"Hai solo voglia di attaccare briga, tu. Non
otterrai niente, come sempre. Dohko ha deciso così, e
nessuno riuscirà a
smuoverlo."
"Sono molto persuasivo, io."
Camus ridacchiò appena.
"Che farai? Ti presenterai al Goro-Ho con coppola e fucile a canne
mozze
parlando come Vito Corleone?"
"Andrò come mi pare e vincerò dove tu hai fallito. Del resto vi avevo avvisato
Ares, ma voi non avete voluto darmi ascolto."
"Non mi sembra il luogo per parlare di questo. E
sia, Cancer, domani andrai tu in Cina."
DeathMask rise, con la solita risata satanica che metteva
i brividi.
"Ho carta bianca?"
Ares si alzò dallo scranno.
"L'importante è che porti il maestro qui, intero.
Per il resto, fa' come vuoi, uccidi chi ti pare se lo ritieni
necessario, ma Dohko
mi serve vivo." replicò
Ares,
enfatizzando l'ultima parola.
Uccidi chi ti pare?
Il suo pensiero corse, senza nemmeno accorgersene, alla
ragazza che aveva visto.
Che ne sarebbe stato di lei, se DeathMask avesse usato
anche solo un millesimo dei suoi poteri?
Si congedò, e tornò rapidamente all'undicesima
casa dove
ad attenderlo trovò come sempre Milo, questa volta
appoggiato alla sua Honda.
"Ha detto di no." disse, non appena lo vide.
"Ha detto di
no." annuì Camus. "Non potevo certo forzare la
mano, è pur sempre
il vecchio Maestro."
"E poi il vecchio Dohko è capacissimo di farti fuori
in pochi secondi, se gli va."
"Mh."
"C'è dell'altro."
"Sì ma non ho molto tempo per pensare a come rimediare al
disastro che sta
per accadere." rispose Camus.
"Già. Mentre pensi possiamo andare in quella taverna
a Megara, a bere qualcosa." disse Milo. "Dai, prendi la tua moto e
andiamo."
Scosse la testa.
"Non sono in vena di guidare." diniegò.
"Oh. E se invece scendessimo dal vecchio Mirkos, a farci due goccetti
di ouzo?"
Dal vecchio Mirkos, in quella bettola mascherata da bar?
"Assolutamente no." replicò. "L'ultima volta ho dovuto far
risuolare gli stivali: i pavimenti di quel locale sono più
appiccicosi di una fabbrica di colla."
Milo scoppiò a ridere.
"L'igiene non sarà il massimo ma la sua birra è
ottima."
"Avrei da ridire in merito. Su, levati quel ghigno dalla faccia e
andiamo."
"A proposito: tu hai la faccia di uno che è stato reso
felice da una donna."
Camus lo guardò, malissimo.
"Ho la mia solita faccia."
"Oh no. Hai capito bene che cosa intendo dire."
"Insomma, Milo, ma pensi solo al sesso?"
Milo scoppiò a ridere.
"Il sesso fa bene, mio caro, è uno dei motivi per cui
vivere. Mangiare,
bere e fare sesso. Ecco cosa ci tiene in vita!"
"Fare l'amore, Milo. Amore, non
sesso."
"Ah, l'amore, l'amore… quello lo fai con la tua
donna, ma se non ce l'hai, fai sesso, e basta." commentò
Milo.
Camus afferrò chiavi e casco, e salì in sella
alla sua Norton.
"Dai muoviti, Megara non è dietro l'angolo."
Camus alzò gli occhi al cielo, mentre Milo faceva
l'occhiolino alla cameriera del pub, che gli aveva appena portato una
Caffrey's.
Lui si era limitato a un Kyr analcolico, non volendo rischiare la pelle
a
guidare ubriaco in moto.
"Quale ragazza?"
"Quella alla quale il tuo cervello sta pensando da
quando sei tornato dalla missione. La conosco?" proseguì
Milo.
"Chi ti dice che sto pensando a una ragazza?"
"Andiamo, non hai quello sguardo negli occhi nemmeno quando la tua
amata Paris
Saint Germain vince."
Tanto valeva dirglielo, visto che non l'avrebbe lasciato
stare.
"L'ho intravista al Goro-Ho."
Milo sgranò gli occhi.
"Non parli della figlia adottiva di Dohko, vero? La
piccola Shunrei è riserva di caccia di Shiryu, quello
t'ammazza!"
"No, stupido." disse, corredando le parole da
un'occhiata glaciale. "C'è un'altra ragazza, in quella casa.
Non parlavo
di Shunrei. È una …bambina."
Milo sorrise, sornione.
"Ha già tredici anni, sai che qualche epoca fa a
quell'età erano già pronte per sfornare qualche
pargolo?"
"E'-una-bambina."
ripeté Camus con una smorfia oltraggiata. "E non
è di lei che parlo. La
ragazza che ho visto ha come minimo la mia età."
"Ah, allora parli di Mei-Yin, la
sorella di Shiryu." disse. "L'ho vista una
volta sola…"
Camus sorseggiò la sua bevanda.
"…e?"
buttò lì, fingendo indifferenza.
Milo ci pensò su.
"Uhm… non so granché di lei. Comunque non
è
malaccio, a dirla tutta. All'incirca è un metro e
sessantasei, sessantotto al
massimo. Da quel che s'intravede dai vestiti dev'essere anche
particolarmente
magra e nervosa. Non ha molte curve però ha un bel corpo."
rispose. "Dicono
che abbia lunghi capelli neri e gli occhi del fratello, ma
più scuri… questo
però non posso confermartelo, non mi sono avvicinato
così tanto da verificare
se è vero o no."
Occhiata in tralice.
"Tessera sanitaria? Codice fiscale? Numero di ossa
fratturate?"
"Fortuna che non sapevi granché. Dì un
po’, le hai
fatto la radiografia??"
Milo sghignazzò.
"Quando una donna attira la mia attenzione, le
faccio anche un check-up completo, se voglio."
***
Lady Aquaria's corner.
(capitolo revisionato in data 07/05/2014)
Ho deciso di revisionare anche questa ff, aperta quasi
tre agosti fa (aperta per ampliare la storia tra Camus e Mei, dove
racconto
qualche retroscena o qualcosa lasciato un po' in ombra) dopo essermi
accorta di
qualche sciocchezzuola dettata dalla fretta e da qualche problema.
Qualche
capitolo sarà più lungo dell'originale, altri si
limiteranno a qualche
sporadica correzione.
1. il
titolo si riferisce a una stupenda canzone di Olivia Newton John,
"Twist
of fate", appunto, colonna sonora del film "Due come noi - Two of a
kind", che a me, in barba alle recensioni negative che il film ha
ricevuto, è piaciuto molto (e che non c'entra affatto con la
fanfic). Ho scelto
questo titolo perché significa "scherzo del destino"
perché, insomma,
Mei e Camus si conoscono così, grazie al destino.
2. I
fatti sono tutto traslati di circa diciassette anni rispetto alle date
dell'anime, più o meno. E non dite che non l'avevo detto.
è_é
3. Caffrey's:
è una birra scura irlandese, simile alle sue sorelle
più famose come Guinness o
Murphy's . Il Kyr, invece, di solito è alcoolico, ed
è composto da succo di
ribes e vino bianco, o champagne nel caso del Kyr Royal (tutte info
date da mia
sorella, che studia all'alberghiero). Nel pub che frequento di solito,
a Torino,
lo fanno anche analcolico, con l'acqua tonica.
Alla prossima!
Vale^^
Lady Aquaria