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Autore: DanP    19/08/2011    1 recensioni
Missing moment e AU che fanno parte della serie "Love.Be afraid."
1.La famiglia Stilinski. 2.Hale & Stilinski. 3.Hale e i piccoli 4.Stilinski padre e figlio (in corso...)
"Era Stiles, che comunque, odiava il suo vero nome esattamente come lui aveva previsto." (capitolo 1)
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love. Be afraid.'
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2. Twinkle, twinkle little Wolf.

 

Beacon Hills era una sorta di paradiso incontaminato e abbandonato nelle profondità della California. Un polmone verde fitto di alberi e animali, di ogni genere e sorta.
Era una stagione particolarmente calda, in cui la fauna si riparava nel sottobosco umido di rugiada per trovare refrigerio, tra questi piccoli animali, come una macchia strana, inusuale nel panorama boschivo, si aggirava un bimbo.
Nella concezione più comune de termine, avrebbe avuto nove anni e un viso pulito, con lunghe ciglia sottilissime e folte, come quelle di una bimba, con occhi chiari come un cielo terso, senza ombre e una pelle morbida come pesca e nivea.
Una bambola rifinita in tutto e per tutto.
Ma si distingueva ,in quel contesto da normalissimo bambino, grazie allo sguardo tagliente e diretto, con cui fissava qualunque cosa.
Dai rami che creavano degli arabeschi di luce sul suolo coperto di foglie verdi, alla lussureggiante vegetazione ai suoi piedi, in una distesa verde-marrone che rimbalzava sul suo viso come un vetro smerigliato.
Passeggiando nel sottobosco, con lo scalpiccio dei suoi piedi tra le foglie come unico compagno di giochi, il piccolo osservava con sguardo selettivo il suolo bagnato, la terra smossa, ogni traccia, da destra a sinistra e viceversa, del passaggio della sua preda giornaliera.
Suo padre gli aveva insegnato, tra le altre cose, che la pazienza portava ai risultati.
Non potevi accelerare i tempi, non se volevi essere meticoloso e letale, rapido, con quella che sarebbe diventata la sua vittima.
Si mise carponi, scostando i rami di un cespuglio con le mani e graffiandosi con facilità tra i rovi.
Guardò per qualche secondo le ferite rimarginarsi, ancor prima che si potesse scorgere qualche stilla di sangue sulla pelle delicata, con un sorriso soddisfatto che avrebbe perso col tempo.
Attese, con le mani ancora stese, senza fare il minimo rumore, che il suo bottino si facesse vedere.
E dopo attimi di intenso silenzio, interrotti delle volte dal picchiettare di un uccello o dal suo canto in allarme, afferrò saldamente l'animale che scattò fuori dalla tana, trattenendolo con poche forze, evitando di spezzargli le ossa, nel tentativo di ammansirlo tra le sue dita.
Lo avvicinò a sé, strisciando per uscire finalmente dalla sua postazione d'ombra e sotto un raggio di luce filtrata, osservò con orgoglio il suo trofeo.
Era piccolo, forse giovane e troppo sprovveduto, da avventurarsi fuori dalla tana senza prima controllare che non vi fossero pericoli mortali.
Lo fece ballonzolare un po', con una mano sulla testa e una che lo richiudeva a coppa in una sorta di carezza accennata.
Poi, trasportata dal vento, sentì l'impensabile.
Era convinto di essere solo, nell'intera zona circoscritta di casa Hale.
Nessuno al mondo poteva permettersi di entrare senza permesso e farla franca.
Gonfiando il petto e impostando sul suo viso un'espressione truce, si voltò, seguendo di qualche strofa una melodia cantata da una voce di bambino.

Twinkle, twinkle, little star.
How I wonder what you are.
Up above the wo...!”

Il bimbetto appena sbucato dal nulla si bloccò alla sua vista, la bocca paralizzata in una “o” e i grandi occhi castani sgranati. Era partito per una spedizione in solitaria,
borbottando contro il suo amico Scott per essere troppo spaventato dalla profondità del bosco per potercisi inoltrare, mugolando un: “E se ci sono lupi?”

Stiles, questo il nome dell'intrepido avventuriero, l'aveva piantato in asso mentre lo pregava di tornare a casa con lui o avrebbe raccontato a suo padre quel che aveva fatto.
Nessuno deve entrare nel bosco da solo, specie un bambino. Stiles aveva prontamente riso davanti alla sua espressione contrita e preoccupata, dicendogli che non erano mica nelle favole, dove i bimbi venivano rapiti da streghe e messi a bollire in calderoni o mangiati vivi da un gigantesco lupo famelico. Non aveva esitato un istante di più, già pronto a scoprire chissà quante meraviglie che quello stupido di Scott si sarebbe perso di sicuro.
Ma mai si sarebbe aspettato un incontro simile, con un ragazzo, un bambino più grande di lui che teneva in mano...
Coniglio!” esclamò in un gridolino, spaventando alcuni uccellini nei paraggi, che si alzarono in volo, disturbando una volta per tutte l'atmosfera da sogno che il bimbo dagli occhi azzurri aveva tanto agognato.
Stiles si fiondò incurante verso lo sconosciuto, con le mani alzate e lo sguardo luminoso, prima di frenare violentemente a pochi passi dall'altro.
Non era educazione aggredire così le persone, gli suggerì un angolino della sua mente che lui solitamente metteva subito in castigo, perciò prese un bel respirone profondo e parlò.
Hey!” disse quasi sovrappensiero, la concentrazione tutta sull'animale che si muoveva senza sosta e con poca voglia di fare presentazioni.
Sei in una proprietà privata.” lo avvertì il misterioso figuro.
Era alto, molto più di Stiles e aveva un'aria minacciosa che non turbò per nulla il piccoletto dai capelli color nocciola.
Davverooo?Esistono cose del genere a Bicon?”
Non riusciva a pronunciare correttamente il nome della città, sebbene la sua parlantina fosse più che fluente, pensò un piccolo Hale, irritato da tanta sfacciataggine.
Sì e tu ci sei dentro senza permesso.” replicò gelido, continuando a squadrarlo, sperando che se ne andasse e subito.
Ooh!Hey!Hai preso un coniglietto!” ribattè lo Stilinski in miniatura, additandolo quasi con nonchalance, quando qualche istante prima l'aveva guardato come fosse la cosa più bellissima del mondo, qualcuno che teneva in mano un coniglio selvatico.
Wow.
Dov'è la trappola?” gli chiese guardandosi intorno e dietro il moretto, che lo fissava inacidito.
Non ho usato trappole, riesco a farcela da solo.” spiegò piccato il fanciullo, offeso da tanta insistenza e dalla sfiducia di quel moccioso nelle sue abilità di caccia.
Stiles non prestò attenzione a nemmeno una parola, continuando a fissare impaziente la piccola palletta bianca e tremante.
Ma non gli stai facendo male?” domandò impensierito, vedendo come il bambino acido premeva sul pelo morbido del coniglietto.
L'idea era quella...”
Oh.” per nulla felice di quella risoluzione, portò avanti la sua piccola battaglia verbale.
Ma è piccolino, magari cerca la sua mamma...” pigolò in tono confuso e speranzoso.
Sbuffando il bambino più grande capì che non c'era possibilità di uscirne vincitore da quella conversazione, lasciò che Stiles, quel tipetto invadente, accarezzasse un po' l'animale dalle sue mani, poi si chinò e lo lasciò libero.
Ecco, sei contento adesso?” commentò Hale, irritato all'inverosimile per quella mancanza di compostezza.
Stiles annuì con un sorrisone, battendosi le mani.

Il misterioso individuo, tuttavia, non rimase a guardarlo gioire della libertà e si girò, puntando senza indecisioni verso casa sua, tra gli alberi.
Hey, ma dove vai?” Il bimbo di nove anni lo fulminò in pieno, riuscendo a fargli perdere un po' di quel sorriso radioso.
A casa, mi sembra ovvio.” replicò asciutto con un tono un po' troppo maturo per la sua età.
Stiles si grattò un fianco, pulendosi le mani sulla maglietta sporca e rattoppata, fissò un po' il terreno, smuovendo del muschio con un piedino e poi lo guardò con l'aria di un cagnetto bastonato, tenendo ancora la testa bassa.
Non stai ancora un pò qui?” miagolò il piccino, toccando chissà quale tasto dolente nel cervello dell'altro.
Che colto subito da un dubbio, diede voce ai suoi pensieri.
Non ti sarai mica perso, vero?” sorrise alla sua volta, mettendosi le mani sui fianchi e redarguendolo con garbo e astuzia.
Che dici?So benissimo dove sono!” obbiettò Stiles, le guance imporporate e i pugni stretti ai fianchi. Il piccolo proprietario della zona ridacchiò, ottenendo un'occhiata imbarazzata e rabbiosa da quella peste in miniatura.
Ma non so dov'è il papà...” dichiarò incerto, peggiorando se possibile ancor di più la sua posizione.
Girava intorno al problema, vedendolo sotto un altro aspetto, furbo, ma mai quanto lui.
E magari vuoi che ti ci accompagni...” dichiarò sempre sorridendo il bel moretto.

Stiles gli si avvicinò, senza paura, senza pensare alla sua reazione.
Annuì sorridendo e tenendo testa al bimbo dagli occhi di cielo.
Sconfitto su tutta la linea Hale sospirò, voltandosi ed iniziando a camminare nella direzione opposta che aveva preso all'inizio.
Andava a passo sostenuto, ma vedendo che l'altro incespicava di continuo, impose al suo corpo un'andatura più lenta, in modo che potesse stargli a fianco.
Poi, inaspettatamente, avvertì una corrente scorrergli vicino al polso e Stiles lo prese per mano, stringendogli un ditino per assicurarsi che non gli sfuggisse, alzando su di lui, uno sguardo unico ed innocente.
Se ci teniamo per mano è meno pericoloso.” sancì tranquillo, osservando l'espressione dell'altro diventare di pietra e guardarlo come avesse visto un fantasma.
Pericoloso per me?” chiese, come se fosse la cosa più assurda del mondo.

Scosse la testa quando Stilinski tornò a guardare di fronte a sé, saltellando sopra rami secchi e radici bene in vista.
In ogni caso...non ti ha insegnato nessuno che non si parla con gli sconosciuti?” Hale lo interrogò, pensando all'assurdità della situazione in cui si trovava, solitamente, quando qualcuno aveva a che fare con un Hale, passava un bel po' di tempo prima che avesse il coraggio di prendere la parola invece quello strano tipino lo prendeva addirittura per mano, del tutto alieno ad un normale comportamento di fronte ad un pericoloso cacciatore, cosa che lui era, età ed aspetto a parte.
Stiles deglutì a vuoto, suo padre glielo diceva spesso, sperando che il figlio gli desse retta ed evitasse gli estranei, ma lui faceva orecchie da mercante e lo ignorava bellamente.
Ma noi non siamo sconosciuti!” replicò senza riserve.
Il mio nome?” domandò Hale, storcendo gli occhi e la bocca.
Stiles ci pensò su, gliel'aveva detto?O no?
Si fermò e liberò le mani dall'intreccio, portandone una davanti al petto del suo gentile accompagnatore.
Sono Stiles.” si presentò informale, radioso. Il ragazzo più grande spese qualche momento a rimuginare sull'idiozia di quel piccoletto.
Dico davvero, dovresti mettere un po' d'ordine in quello che hai nel cervello, prima di parlare.”
Stiles battè le mani, incerto se fosse un complimento o meno.
Sei strano, e dici cose strane, ma buffe!” rispose, senza capire bene.
Sicuro di non parlare per te?” sbuffò Hale, scatenando ancor di più l'ilarità del piccino che allargò le braccia saltando, per qualche oscuro motivo.
Mi piaci!Mi piaci proprio tanto, diventiamo amici?” lo sorprese, afferrandogli una mano tra le sue, gracili e pallide. A confronto sembravano le mani di una bambola che stringevano quelle della sua padroncina.
Amici.” esalò funereo il moro, quasi sconvolto.
Sì, non migliori migliori amici, quello è Scott per me, ma magari amici....”
Si sforzò di trovare un ruolo al nuovo venuto, incrociando le braccia e pensando intensamente a qualcosa che fosse un po' meno di “migliore” e un po' più di “amico”.
Era difficile, conosceva tante paroline ma una così non era semplice da trovare, avrebbe dovuto chiedere alla mamma, lei di sicuro l'avrebbe aiutato.
E comunque non ti devi preoccupare, non sono pericoloso, mio papà è lo scheriffo di Bicon.” gli spiegò in breve, ritornando ad un discorso ormai morto.
Almeno aveva ottenuto un'informazione in più, da tutto quel guazzabuglio di parole al vento, pensò un giovane Hale, frastornato.
Era il figlio dello sceriffo, certo, bhè scheriffo per lui. Non gli diceva nulla di sconvolgente, in ogni caso, al di fuori della sua famiglia non c'era molto che gli importasse, anzi, facendo bene due conti, non c'era nulla che gli importasse.
Scrollò le spalle, per nulla interessato alle chiacchiere di quel coniglietto.

Stiles!!” entrambi scattarono sull'attenti quando una voce maschile, arrabbiata e preoccupata nel medesimo tempo, interruppe le loro chiacchiere -le chiacchiere di uno dei due, almeno- e li fece allontanare l'uno dall'altro.
Stiles corse incontro al proprietario di quella voce, con le lacrime che già minacciavano di scendere. Non si voltò mai, nemmeno quando fu inghiottito dal fitto degli alberi.
Lo vide gettarsi tra le braccia del padre -aveva la divisa, per cui non c'erano dubbi che fosse lui- e piagnucolare.
Il bambino rimasto solo, si ritirò dietro ad un albero, sotto l'ombra , per evitare di essere visto.

Derek.” sobbalzò, mettendosi quasi sull'attenti come se un generale avesse richiamato all'ordine un soldato semplice, mentre suo padre, austero, integerrimo, splendido, si faceva largo tra la vegetazione, posandogli una mano sulla spalla, senza alcuna pressione di troppo.

Sembrava divertito per aver colto in fallo il figlioletto, le sue iridi lapislazzuli che brillavano come non mai e i capelli neri, con qualche ciuffetto selvaggio che gli copriva la fronte si muovevano sospinti da un vento che nemmeno si percepiva.
Derek, questo il nome del pargolo, secondogenito degli Hale, abbassò il capo, preparandosi a chissà quale rimprovero, per aver offeso qualche importante codice di caccia della famiglia, distraendosi con quel piccolo.
Captando la sua tensione, accentuò il sorriso, facendo intravedere una fila di denti bianchissimi con i canini più appuntiti del normale. Aveva un'aria sbarazzina, suo padre, ma aristocratica nei modi e nel parlato, come discendesse da una lunga stirpe di impeccabili gentleman.
Gli accarezzò la testa, scostando qualche ciuffo di capelli scintillante di rugiada, del tutto simili ai suoi.
Non sono arrabbiato...” lo informò, incoraggiante.
L'aveva preso ma poi l'ho lasciato.” parlò Derek, riferendosi al coniglio e non volendo in alcun modo deludere le sue aspettative.
Ho visto.” commentò il padre, guardandolo con affetto, poi lo rimproverò bonariamente: “Temo però che Laura avrà qualche difficoltà a crederti.”
Non la sopporto, non le va mai bene niente di quel che faccio.” disse Derek, incrociando le braccia e mettendo il muso.
Su, su, è perché vuole spingerti a migliorarti, lo faccio sempre anch'io, no?” ma suo padre non lo prendeva mai in giro, lo sosteneva, lo amava in modo del tutto incondizionato, forse anche più di Laura, e mai l'avrebbe lasciato indietro.
Andiamo a casa ora, vuoi?” Derek annuì sorridendo, mentre Hale senior lo prendeva in braccio senza alcuno sforzo, tenendolo per uno soltanto, lasciando l'altra mano libera di muoversi, permettendo che il fanciullo si aggrappasse al suo collo.
Quando arriviamo vicino ti metto giù, sennò Laura ti prenderà in giro.” gli disse in un orecchio, con la voce gentile.
Non gli importava molto che sua sorella lo sbeffeggiasse, gli piaceva stare tra le braccia di suo padre ed era una cosa a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Poi, pensò, chissà perché, anche Stiles, quel bambino strano, aveva abbracciato suo padre come se non volesse lasciarlo andare più. Qualcosa avevano in comune, ma rifletté sul fatto che, nonostante tutto, non l'avrebbe mai più rivisto.

Il piccolo Stiles, nel frattempo, affacciato al finestrino della macchina di servizio, si chiese chi fosse mai quello strano bambino che lo aveva accompagnato per un pezzo di strada. Quando aveva detto al papà di essere entrato in una proprietà privata lui aveva sbuffato un “Hale...” e se n'era rimasto zitto, rimbrottandogli contro di tanto in tanto. Però, continuando a canticchiare la sua canzoncina preferita, pensò che quel bambino somigliava davvero ad un piccolo animale, un lupo magari, con quei due occhi azzurri che sembravano diamanti, come la piccola stella nel cielo notturno e sperò di rivederlo per poter giocare ancora assieme.

 

...Up above the world so high,
Like a diamond in the sky.
Twinkle, twinkle, little star.
How I wonder what you are.”

 

 

Fine.

 

NdA: Forse necessita di qualche revisione, ma penso che scriverò ancora su loro due assieme, e per l'amor del cielo, come si fa a non amarli?A breve con il prossimo capitolo di “Be a Werewolf” recensite mi raccomando, così saprò che devo continuare a infangare questa sezione con i miei deliri!Dan

   
 
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