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Autore: roxy92    19/08/2011    2 recensioni
Dal prologo "Un oggetto pesante cadde in acqua. Lo udì sbattere con un tonfo sordo ai piedi del fiume. Un mugolare sommesso gli permise di identificare qualcosa di vivo. Ne avvertì l’aura e non era umana. Sospirò seccato volando nella giusta direzione. Era sicuro solo di una cosa a quel punto: rogne."
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Allora? Il gatto ti ha mangiato la lingua?”

Seduta a gambe incrociate su di una roccia, la ragazza aspettava con impazienza di liberarsi da quell’apparente impiccio.

“Posso esprimere un tuo desiderio. Non mi sembra una cosa così difficile da capire…”

Alzò il viso alle nubi che proiettavano la loro ombra su di lei per poi scattare in piedi con un balzo.

“Ricchezza, conoscenza, potere? Scruta negli intimi recessi del tuo cuore. Dimmi cosa desideri.”

Aveva preso ad avanzare nuovamente verso di lui. Stavolta il namecciano si girò dall’altra parte, avendo cura di non incrociare il suo sguardo.

“Sei una creatura ambigua. Chi mi assicura che non esaudirai il desiderio in modo da fregarmi? Come ci si può fidare di una capace di annebbiare la mente delle persone e immobilizzarti con un morso?”

Stavolta la risata di lei fu forte e argentina. Leara si trattenne la pancia, tanto pareva divertita dal timore dell’altro.

“Sono solo trucchi innocui, di cui sarebbe capace anche un bambino. Non pensavo di averti impressionato tanto.“

Tornata seria, si spiegò meglio.

“Il mio veleno immobilizza pochi minuti, mi concede giusto il tempo per scappare.”

“Quanto al potere dei miei occhi…”

Ammise quasi con tristezza.

“…si tratta di semplice ipnosi. Basta avere uno spirito molto forte, per non esserne soggiogati. Quanto a te, hai dimostrato di essere indomabile.”

Appena arrossito a quel complimento, il guerriero incrociò le braccia al petto.

“Resti comunque ambigua. E’ da pazzi fidarsi di te.”

Ad ogni modo, l’aveva guardata di nuovo. Si tranquillizzò di continuare a restare se stesso.

“Adesso che hai capito che non sto macchinando per ucciderti, ti sbrighi con quel desiderio?”

Il sorrisetto beffardo sulle labbra del namecciano, erano il segno che aveva deciso.

“Rendimi più forte.”

“Di quanto?”

Quella battuta lo irritò.

“Che significa di quanto?”

“Di quanto vuoi diventare più forte…”

La vide roteare la mano in aria come se stesse ripetendo a memoria qualcosa di molto noioso.

“Tu fa quel che puoi. Poi sparisci.”

Si costrinse ad ignorare la delusione della fanciulla.

“Posso farti diventare due volte più forte di quel che sei ora. Tuttavia…”

La tenne d’occhio mentre aveva preso a girargli attorno con l’aria furbetta di un bambino che sta per compiere una marachella.

“…col mio medaglione, credo di riuscire a farti diventare anche tre volte più forte di come sei ora. Perché non mi aiuti a cercarlo?”

Leara si sporse verso di lui, ma fu bloccata da una mano aperta dinnanzi alla faccia.

“Mi ci hai già fregato così, carina. Non credere di riuscirci di nuovo.”

Mettendo il broncio, lei assicurò che voleva niente più di quanto avesse detto.

“Pensaci. In fondo è un accordo vantaggioso per entrambi.”

Piccolo constatò che, dopotutto, non aveva nulla da perdere.

“Spiegami prima perché questo medaglione sarebbe tanto importante.”

Raggiante, la giovane gli raccontò di avere scelto di addestrarsi alla via della guerra.

“Nella mia razza, tre cose sono importanti per un guerriero: velocità, forza e magia. La magia di cui la mia gente è capace, per essere efficace, ha bisogno di una fonte di energia inesauribile. Il medaglione fa questo. Ogni giorno raccoglie la luce del sole e la converte in energia utile. Quando siamo privati del medaglione, la magia sfrutta direttamente il nostro corpo. In questo modo, abbiamo riserve sufficienti solo per 24 ore. Scaduto questo lasso di tempo, perdiamo ogni sorta di potere. Vedi da te che sono veloce ma ho una forza irrisoria. Sono una maga di grande abilità e attacco in questo modo. Senza il medaglione, posso solo scappare. Non ho una gran resistenza. Ipnosi e veleno sono solo sciocchi diversivi. Quando capiranno che sono viva e torneranno a cercarmi sarò priva di difese. Non avrò scampo. A meno che tu non mi aiuti a trovare ciò che ho perso. In cambio, prometto che ti renderò invincibile.”

Piccolo annuì. Pareva convinto.

“Raccontami pure dei tuoi nemici.”

La vide agitare le mani, come per scacciare una mosca fastidiosa.

“Nemici miei, non tuoi. Nella malaugurata ipotesi che ci trovassero insieme, a te non farebbero nulla. Neppure se provassi di aiutarmi.”

L’ultima frase era stata buttata là con uno scopo preciso, prontamente tradito. “Tranquilla, carina. Non ti toglierei mai il privilegio di risolvere da te i tuoi problemi.”

“E ti pareva! Alla faccia della cavalleria…”

Piccolo, dato l’udito sopraffino, recepì anche l’ultimo commento rivolto alla sua persona, anche se esposto a bassa voce. Sarcasticamente, non ebbe niente da obiettare, essendo perfettamente d’accordo. Capiva, invece, che c’erano particolari che gli erano stati taciuti ma non gli parvero rilevanti. Si accorse di aver sbagliato di grosso, poco dopo.

Dai prossimi comparirà anche qualcun altro. Speriamo bene. Nel frattempo spero che non risulti sgradevole questo, di capitolo. Ciao ciao! ;)


  
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