Storia di una diciassettenne,di un guardiano dagli occhi di ghiaccio,di un generale precoce e,del loro viaggi alla ricerca dell'invocatrice scomparsa....
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Sinceramente non amavo molto viaggiare.Non mi piaceva rimanere lontana dalla mia abitazione.Si,forse questi son
solo dei capricci da bambina,ma in quel periodo non avevo proprio voglia di partire per una crociera nel Pacifico.
Ma i miei ci tenevano così tanto...e non potevo deluderli proprio adesso,che per il mio diciassettesimo compleanno
ricevetti da loro il regalo che sognavo da una vita:una playstation 2 color rosa perlato ed in più il primo capitolo
per PS2 della saga più famosa creata dalla Squaresoft:Final Fantasy X.Si,forse è da quel giorno che è iniziata la mia
dipendenza per quel gioco.Inizialmente non ero molto presa,ma quando la storia cominciava a prendere un percorso
lineare e si faceva sempre più avvinciente,la mia mente fu completamente travolta da quella trama,così intricata e
complessa e,per me esistevano solo il joystick ed il televisore.A volte fingevo di sentirmi male,mi facevo venire
i rigurgiti e usavo spessissimo il trucco del termometro sul termosifone e,con una buona dose di recitazione riuscivo
a convinciere mia madre a farmi restare a casa e non mandarmi a scuola.Quando poi lei,era ormai uscita per
lavoro,io uscivo fuori dal letto come un razzo ed in men che non si dica,mi ritrovavo a giocare,a volte anche
24ore su 24.Ed intanto era arrivato giugno.Le vacanze si avvicinavano ed io ero elettrizzata.Perchè avevo
appena finito il gioco,e visto il triste finale non potevo che sperare in un seguito.Quello in cui Yuna e Tidus
si sarebbero riabbracciati.Si,era quello lo scopo per cui giocavo.Ci passavo giornate intere,marinavo la scuola e
giocavo tutto il giorno.Finalmente conclusi il gioco.Avevo la mente sgombra da ogni tipo di pensiero:solo uno occupava
la mia testa:li suo sequel.Sapevo che ci sarebbe statoe, non volevo assolutamente perdermelo.Ma intanto il giorno
del viaggio si avvicinava.Non era poi la fine del mondo,anzi sarei dovuta essere super felice.Ma io avevo in mente solo ed
esclusivamente quel pensiero;lo so,potrei passare per l'ennesima drogata di videogiochi,ma la mia storia è diversa da tutte
le altre.Incomincierei con le presentazioni:Evangeline Karewada,17 anni appena compiuti e nutro passione per la play
e le arti marziali.Segni particolari?Sono meticcia,padre australiano e madre giapponese e........Avete tutti presente Yuna,
vero?Ecco,se non fosse per i capelli rossi scarlatti,sarei la sua fotocopia.Sopratutto per il taglio scalato dei capelli ed il
colore degli occhi.Verde e azzurro.Come vi avevo già preanunciato tutto cominciò quando dovetti partire per la crociera.
Preparati i bagagli e tutto,lasciammo,io e la mia famiglia,un po' a malincuore,quella che era la nostra abitazione e ci dirigemmo
verso il porto.Non c'era niente da dire:la nave era super lussuosa;doveva appartenere ad una di quelle società di gran-turismo
specializzate in vacanze da crociera.Mi guardavo intorno:quelle che mi circondavano erano tutte persone di un certo criterio:
sapevo già che sarebbe stato un viaggio noiosissimo e tra bon-ton e buone maniere,non c'era molto da divertirsi.Fortunata-
mente però,avevo una cabina vista mare tutta per me:la consideravo un po' il mio covo,il mio luogo di riparo dagli occhi inde-
siderati in cui poter sprigionare senza paura i miei pensieri.Però c'era da dire che stare chiusa in cabina per tutta la durata del
viaggio non era il massimo per trascorrere una crociera.Allora il secondo giorno mi feci forza(e per me ce ne voleva...)e decisi
di fare una passeggiata sul ponte principale della nave.Uscii dalla mia cabina e,che ci crediate o no,impiegai un quarto d'ora per
uscire da quelli che erano i lunghi ed intricosi corridoi della nave,tutti ornati con decorazioni d'oro e lustrini d'argento per ac-
cogliere tutti gli ospiti con grande stile.Ma io,sembravo essere passiva alla cosa...non me ne poteva fregare di meno.Sembravo
un fantasma che vagava per un mondo che non poteva essere il suo.Finalmente,eccomi arrivare nell'ultimo corridoio,quello
che conduceva al ponte principale della nave.Ma questo era diverso dagli altri.Lo so,è strano mettersi a riflettere sull'archi-
tettura dei corridoi,ma è difficile non farlo quando tutti gli altri sono di un cemento solidissimo mentre quest'ultimo era
interamente fatto di cristallo il quale, faceva riflettere i raggi solari contro di esso creando così dei bellissimi effetti
arcobaleno su tutta l'arcata della finestra.Essa dicevo,non aveva ne porte ne finestre,pertanto si poteva benissimo vedere
quel che succedeva sul ponte della nave.Credevo mi avrebbe acciecato chissà quale gran luce solare di fine Giugno ed,invece
mi trovai davanti un tramonto scarlatto che risaltava le acque dell'oceano eternamente calmo,il Pacifico,e anche la parte
rossastra dei miei capelli...Strizzai per un momento gli occhi.A causa del colore dell'iride sinistra,che tendeva a colorarsi
di un verde acqua chiaro rispetto all'azzurro-cyan dell'iride destra,i miei occhi non potevano reggere una fonte di luce
diretta ambedue nello stesso momento, quindi dovetti chiuderli per farli riposare qualche istante.Pochi secondi e li
riaprii.Non c'era nessuno sul ponte.Era strano.Credevo fosse molto affollato.Credevo che con la folla mi sarei mescola-
ta meglio in un atmosfera festiva di cui non mi sentivo partecipe fin dall'inizio.Ma mi sbagliavo evidentemente.Varcai
la soglia del corridoio di cristallo e giunsi sul ponte.Ma a poco a poco che avanzavo mi rendevo conto che i miei occhi
avevano commesso un errore:si,perchè li davanti a me,c'era qualcuno che non avrei mai e poi mai dovuto scoprire.
Avrei fatto meglio a voltarmi e a pensare"Vabbè,verrò un altra volta..."ma forse tutto questo è stato voluto dal destino,
o peggio ancora, da me stessa.