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Autore: Alex Simon    20/08/2011    4 recensioni
Vi propongo una nuova Fic molto divertente e leggera, tratterà le avventure e le eventuali sventure di Roy Mustang ed Edward Elric, due amanti che si nascondono dal resto del mondo e che da un giorno all'altro si ritrovano un Cucciolo in casa a complicare le cose!
Ma questa bestiola potrebbe aiutare il loro rapporto...? Io credo di si :) Scopritelo insieme a me se volete! :D
[RoyxEd, Avvertenze: Non so ancora se questa Fic sarà composta da un solo capitolo o potrebbe diventare un eventuale raccolta, dipende se verrà seguita oppure no. Buona Lettura]
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era una soleggiata mattina di luglio, Edward ancora mezzo addormentato tra le candide e fresche lenzuola iniziava ad aprire gli occhi alla luce del sole mentre qualcosa di umido e morbido gli bagnava la mano facendogli al contempo il solletico, sorrise sporgendosi lungo la sponda del letto per incontrare lo sguardo di un festoso cagnolino già vivace di prima mattina al contrario del padrone.

Così anche se un po' controvoglia si alzò e con la bestiola sempre al seguito entrò in cucina per versargli del latte in un piattino di carta, che sembrò apprezzare moltissimo viste le energiche lappate e lo scodinzolare frenetico.

Sorrise a quella visione anche se la bevanda non era proprio nella topten delle sue preferite, una volta ricordò di aver bevuto della birra con Roy, che lo guardava sghignazzante e ripeteva di non voler prendere nessun drink a sua volta, altrimenti chi lo avrebbe riportato a casa?

Ma quell'idiota si sbagliava, non aveva alzato troppo il gomito e a fine serata era riuscito a tornare a casa in santa pace, senza barcollare o appoggiarsi a qualche porta tremolante alle sua vista... chissà se Roy ci sperava, forse voleva prenderlo in braccio e portarlo a letto, peccato per lui ma sarebbe stato sempre un sogno irrealizzabile.

Ma parlando del suo presunto amante... dove si era cacciato? Dopo una notte d'amore si aspettava di trovarselo a fianco con quell'espressione beatamente soddisfatta -o da schiaffi a suo dire- e invece niente, lo aveva lasciato lì con indosso solo quella camicia bianca troppo larga per lui che usava come vestaglia.

-Roy...?- Provò a chiamarlo addentrandosi nel corridoio verso il suo studio, a piccoli passi delicati, i piedi scalzi e piccoli, i lunghi capelli biondi sciolti lungo la schiena ancora scompigliati ma lisci e splendidi come sempre, quando finalmente intravide la sua figura seduta davanti la scrivania: Firmava qualche documento abbandonato lì la scorsa sera, prima che la passione prendesse possesso di lui e della sua mente malata.

Sicuramente si era ricordato all'ultimo che dovevano essere consegnati in mattinata e ce la stava mettendo tutta per terminare il lavoro.

Ad un certo punto mentre lui stava poggiato sullo stipite della porta a guardarlo, non avendo il coraggio di interrompere quel momento epico, il moro si stiracchiò con un leggero mugolio e mise ogni foglio in una cartellina che aveva preparato per portarli in ufficio: Aveva finito.

Chissà quanto tempo aveva impiegato... doveva essere sveglio da molto.

-Toc Toc...?-

-Ed... sei sveglio- Si voltò e sorrise allargando le braccia per invitarlo a sedere sulle sue gambe e come su richiesta lui obbedì saltellando fino ad arrivare a destinazione, tra le sue forti e accoglienti braccia.

-Ti eri dimenticato del lavoro un altra volta...?- Chiese posando la testa sulla sua spalla mentre l'altro lo stringeva a sé possessivamente baciandogli la fronte.

-Si... colpa tua che mi tenti-

-Colpa mia un corno sei tu che sei un pessimo colonnello-

-Come osi io sono un ottimo Taisa, futuro comandante supremo per giunta quindi portami rispetto!-

-Bugiardo...-

-A proposito di bugie caro mio...- Gli sussurrò all'orecchio con un tono che non prometteva nulla di buono -Oggi niente stivali?-.

Era curiosa come cosa, Edward non scendeva mai dal letto senza mettere i suoi stivali... alche il Colonnello si era interrogato su questa faccenda, insomma era strano vederlo girare in camicia, ma con quegli stivali che stonavano in maniera impressionante.

Così quando un giorno la curiosità aveva iniziato a mangiargli l'anima, mentre Edward dormiva aveva preso le sue scarpe e le aveva fissate per interi minuti senza cavare un ragno dal buco... non poteva trattarsi di un legame affettivo erano solo scarpe... poi però guardando dentro notò un sottofondo... eh si, un sottofondo di almeno 5 o 6cm. E giunse a quella spassosa conclusione: Edward modificava le sue scarpe per sembrare almeno un po' più alto! E guardandole esternamente il trucco non si notava per niente...! Ma quando poi il biondino era corso a cercare i suoi amati stivali e quindi se l'era trovato davanti senza... aveva finalmente notato la differenza.

-Va al diavolo, tu e il tuo metro e ottanta!- Sibilò scendendo e lasciandolo senza coccole né baci né abbracci.

Doveva tenere la bocca chiusa... accidenti a lui e a quando tirava fuori quella storia.

-E dai Ed lo sai che io scherzo... dove vai?- Vedendolo uscire dalla stanza tutto altezzosamente arrabbiato lo seguì in fretta fino alla camera da letto dove il biondo si rivesti e rimise gli adorati stivali alzandosi un pochino da terra.

-Torno sui trampoli! Vecchio idiota!- Sputò velenosamente rimettendo la propria maglietta per uscire.

-Hai i capelli sciolti tesoro...- Ci scherzò su con un sorriso, mentre anche il cane li guardava interrogativo, continuando tuttavia a giocare con i rimasugli dell'elastico.

-Colpa tua brutto pervertito!! Mi hai strappato l'elastico a morsi!!- E detto ciò sbatté la porta alle sue spalle correndo verso gli alloggi militari, visto che suo fratello sarebbe andato a svegliarlo -in teoria- tra meno di venti minuti.





Quando entrò nel suo alloggio ancora leggermente arrabbiato, si affrettò a scoprire il letto per dare almeno l'illusione di essere stato lì quella notte, dopodiché si infilò in bagno per togliersi di dosso l'odore dell'acqua di colonia del Taisa che in questo momento detestava più che mai, controllò di non avere “segni sospetti” sul corpo e si vestì legando i capelli con l'elastico di riserva.

Quando Alphonse arrivò e lui era ancora nel bagno, mise una mano tra le lenzuola constatando la loro estrema freddezza... nessuno aveva dormito lì quella notte, tuttavia uscirono insieme senza dire nulla a riguardo.



Edward per tutta la mattina aveva ignorato ogni sguardo, ogni gesto ed ogni attenzione controllata del Colonnello, che non poteva esporsi più di tanto date le circostanze... ma era deciso a farsi perdonare dal suo scorbutico fagiolino, così all'ora di pranzo quando l'ufficio si era svuotato ed erano rimasti solo loro due si alzò dalla poltrona e a piccoli passi andò davanti alla scrivania dell'interessato sedendosi con disinvoltura sulla superficie dopodiché schiarendosi la gola per attirare la sua attenzione gli fece un sorriso pentito, alla “Cucciolo bastonato in cerca di coccole”.

-Mh... metti un labbro di fuori, inclina la testa e ci sei quasi...- Scherzò il biondo con un alzata di spalle.

-Non sei arrabbiato...?- Portò una mano alla sua chioma dorata prendendone una ciocca per girarsela tra le dita con un sorriso.

-No...- Sorrise a sua volta alzandosi dalla sedia improvvisamente per raggiungere le sue labbra in un bacio a stampo che diventò tutt'altro... ormai era a conoscenza che il suo caro Taisa trasformava sempre una piccola cosa in un'esagerazione, una battaglia per la precisione, un bacio passionale e senza limiti -se non di ossigeno-, il quale li vide costretti a separarsi.

-Mi piace fare la pace con te...- Sussurrò suadente, il fiato caldo sulle sue labbra ancora troppo vicine, i nasi che si sfioravano e gli occhi che si scrutavano con tutto l'amore che erano in grado di esprimere.

-Maniaco... vedi di trattenerti, la pausa pranzo è finita e presto questo ufficio tornerà pieno di gente...-

-Ma io ti voglio adesso...- Fece spostare le sue attenzioni -e le sue labbra bramose- verso il collo ma il biondino glielo impedì posando le mani sulle sue spalle per allontanarlo.

-Non ora...-

-Facciamo a casa dopo il turno...?-

-D'accordo conservati per dopo...- Aggiudicò dopo qualche sbuffo baciandolo un'ultima volta.

-Taisa noi andiamo...- Avvertì Havoc alla fine del turno, seguito dagli altri sottoposti, tutti impazienti di lasciare l'edificio per tornare a casa e riposare senza il pensiero delle scartoffie -Lei che fa?-.

-Finisco di vedere qualche documento e andrò via anche io...-

-D'accordo... buonanotte signore-

I soldati uscirono in fila indiana dall'ufficio lasciandolo ai suoi falsi documenti, messi sulla sua scrivania solo per dare l'illusione di avere ancora del lavoro da fare. In realtà pensando alla sua serata con Edward aveva già controllato ogni misera scartoffia e anche quelle che aveva davanti erano state firmate e corrette adeguatamente.

Usciti di scena i sottoposti, Mustang infatti -creatosi un alibi- se la svignò per i corridoi controllando di non essere seguito o osservato da nessuno, dopodiché entrò con disinvoltura nel bagno degli uomini.

-Era ora ma quanto ci hai messo?-

-Scusa se ne sono andati solo ora...- Roy si voltò per incrociare lo sguardo ambrato di un certo sottoposto del tutto desiderato, che attirò immediatamente tra le sue braccia per stampargli sulle labbra un bacio di cui non si sarebbe dimenticato facilmente.

Quando l'ossigeno veni a mancare ancora una volta Roy lo guardò con tutta la passione che era in grado di dimostrare e prendendolo per mano lo trascinò fuori impaziente di portarlo da qualche parte dove sarebbero stati solo loro due, senza paure né timori.

Ma imboccata la scalinata che li avrebbe condotti fuori dal QG si accorsero che nel parcheggio poco distante sostavano ancora Havoc e Hawkaye, lui fumava una sigaretta all'aria aperta e lei si lamentava del suo brutto vizio che l'avrebbe fatta rincasare troppo tardi visto che viaggiavano sulla stessa auto per questioni di comodità.

-E adesso...?-

-Se ci vedono è un casino...-

-Questo lo so anche io... ma che facciamo?-

-Non ne ho idea...-

-Fammi pensare... al tuo appartamento non si può andare perché non possiamo uscire da qui senza essere notati... però il mio alloggio è libero, Al è nella casa in città con Winry-

-Non dovevi passare la serata con loro?-

-Si ma ho finto un mal di pancia...-

-Allora andiamo...-

E così fecero dietro front molto lentamente e come due ladri in punta di piedi arrivarono davanti la porta dell'alloggio di Ed.

-Ma dobbiamo fare piano...- Avvertì questo a bassa voce.

-Per quale motivo? L'alloggio a fianco al tuo è vuoto e tu sei l'ultimo del corridoio... non ci sente nessuno-

-Ti sei rimbecillito...?- Sibilò lanciando un'occhiata all'alloggio davanti a loro, parallelo al suo.

-Di chi è?-

-Di Breda... e anche se ha il sonno pesante e russa come un trombone non ci tengo ad avere visite notturne a causa di rumori indiscreti-

-D'accordo sarò silenzioso come un topo...-

Detto ciò aprirono la porta e una volta chiusa Roy si lanciò nuovamente sulle sue labbra, mordendole, leccandole, baciandole freneticamente con la foga del momento, del pericolo, dell'adrenalina.

Mentre continuavano passo dopo passo si avvicinavano al letto e nel frattempo cadevano i vestiti ed ogni altra cosa: Guanti, orologi d'argento... ma quando fu il momento delle scarpe, gli stivali del Taisa caddero senza problemi ma quelli di Ed no.

-E dai Ed... ancora con questa storia?- Gli sorrise inginocchiandosi a terra per levargli gli stivali con eleganza.

-...- Senza rispondere voltò la testa di lato come se fosse stato insultato.

-Posso sfilarle la scarpetta?- Ci scherzò su il più grande ridendo.

-D'accordo brutto idiota...-

-La ringrazio- E levati gli stivali bugiardi via entrambi sotto le coperte che attutivano ogni rumore, ogni sospiro ed ogni gemito nascondendo loro e l'amore che si scambiavano.

La mattina seguente quando Edward aprì gli occhi si trovava ancora sul petto spazioso e caldo di Roy che dormiva come un bambino al suo fianco, se così si poteva dire... insomma il letto non era poi così spazioso e per questo motivo lui era stretto tra l'angolo e il corpo dell'altro.

Ma appena fece mente locale guardando fuori dalla finestra si ricordò di un minuscolo particolare...

... qualcuno stava bussando alla sua porta proprio in quel momento e fuori c'era il sole questo poteva significare solo una cosa: Era mattina e suo fratello era lì fuori come ogni giorno.

-Oh cazzo...- Sibilò e senza pensarci due volte mise una mano sulla bocca del moro per evitare che urlasse e poi gli tirò un ceffone che lo fece svegliare di soprassalto -e alquanto arrabbiato-.

-Shh... c'è Al fuori brutto imbecille! Non dovevi andartene questa mattina presto?!-

-Non mi sono svegliato!- Si lamentò mettendosi in piedi per riprendere i suoi vestiti il più in fretta possibile.

-Fratellone...?- La voce di Al gli mise ancora più fretta mentre i colpi alla porta aumentavano. -Posso entrare...? Sei sveglio?-.

-No!!- Gridò Ed in preda al panico -Non puoi entrare Al... perché... ho chiuso la porta dall'interno e devo aprirti io!-

-D'accordo... ma va tutto bene?-

-Mh... più o meno...- Roy in quel momento gli stava facendo segno di prendere tempo mentre si nascondeva in bagno: Doveva trovare il modo di farlo uscire da quell'alloggio senza che qualcuno lo notasse, ma come?

-Ti senti bene? Hai ancora mal di pancia?-

-Si... aspetta un secondo che ti apro...- Si alzò e mise in fretta i boxer e la maglia nera chiudendo la porta del bagno, si guardò un momento allo specchio, spettinò i capelli e strofinò gli occhi per renderli almeno un po' lucidi, infine aprì la porta.

-Ed... non hai una bella cera...- Disse subito Al posandogli una mano sulla fronte -Ma non sei caldo... deve averti steso quel mal di pancia-

-Grazie al cielo...-

-Come?-

-Cioè volevo dire, grazie al cielo che l'hai notato...-

-Oggi non ti muovi di qui, anzi verrai con me all'appartamento così potrò tenerti d'occhio e Winry farà lo stufato che ti piace tanto, in queste condizioni non puoi mangiare le schifezze che ingurgiti di solito!-

-Si si hai proprio ragione Al... mangio troppe schifezze... che ne dici se io mi do una sistemata e tu vai ad avvertire il Taisa che oggi non ce la faccio a lavorare?-

-D'accordo, torno tra cinque minuti-

Chiusa la porta si aprì quella del bagno e Roy lo guardò subito male.

-Come fa a dire al Taisa che sei malato se sono qui!?-

-Infatti adesso lo raggiungi imbecille! Ma intanto ti ho liberato la strada... non c'è di che-

E infatti quando riaprì la porta il corridoio era deserto, i militari erano già usciti per recarsi nei rispettivi uffici, stessa cosa che fece anche il Colonnello, entrando nel suo miracolosamente prima di Alphonse che forse si era fermato per strada per parlare con qualcuno.

E Edward... aveva un giorno di malattia per merito suo.

°*°{Angolino Autrice}°*°

Eccomi genteeeee ^__^ sono contenta che questa fic vi sia piaciuta!! E allora ho deciso di continuarla, con tanti cap come questo qui *-* hahaha mi sono divertita moltissimo a scriverlo e spero che anche voi vi siate divertiti leggendolo ^_^ Vi ringrazio per le recensioni, per me è molto importante sapere che quello che scrivo è apprezzato e contribuisce a strappare un sorriso ^^ ringrazio anche le persone che seguono, preferiscono o semplicemente ricordano ^^ 

Un bacio grandissimo a:

liena

Chiby Rie_chan

hachiko elric

  
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