first regret
{ prompt #05: “I
love you” }
La lingua
può nascondere la verità, ma gli occhi mai.
- Michail Bulgakov -
agosto 1996
I tacchi di Verity si erano allontanati verso la cassa e Fred non aveva
potuto fare a meno di sogghignare, osservando il modo in cui lo sguardo di
George ne seguiva lo scintillio. Gli aveva sfilato di mano il nuovo scatolone
che si sarebbe dovuto trovare già
nel retro, non fosse stato per l’improvvisa negligenza del fratello.
« Da’ qua,
ci penso io. E sbrigati ad andarle dietro. Ho notato un tipo grosso il doppio
di te che la guarda con la tua stessa faccia da ebete. »
George gli aveva
affidato volentieri la scatola, accompagnando il gesto a un sorriso enorme.
« Non so che farei se non ci fossi tu. »
« Prega che non
succeda mai » e, ridendo, Fred si era voltato per andare a sistemare le
nuove scorte di Cappelli Scudo.
Ci aveva messo un
po’ ad accorgersi dei passi esitanti che l’avevano seguito.
Quando riemerse dal
pacco e si guardò alle spalle, non fu un’eccessiva sorpresa
ritrovarsi a ricambiare lo sguardo serio di Hermione.
« Ah, eccoti qui!
» le sorrise – come se niente fosse mai successo, e loro si
stessero ancora punzecchiando nella sala comune di Grifondoro.
« Dov’eravate finiti, voi tre? La mamma ha avuto una crisi
isterica, continuava a blaterare stupidaggini su Tu-Sai-Chi
appostato in Diagon Alley
per farvi fuori... »
Hermione arrossì. Fred si
scoprì immensamente felice di ricordare alla perfezione quella sfumatura
di rosso – anche se questa era
una cosa da dimenticare. L’aveva giurato a se stesso. E soprattutto a un
fratello che magari quella sfumatura non l’aveva mai neppure notata.
« Eravamo qui,
come ha detto Harry... »
« Sì,
certo. » Fred si appoggiò ai ripiani ingombri di confezioni di
Detonatori Ambulanti. Assunse un tono di ostentata complicità. «
Andiamo, Hermione, è con me che stai parlando!
E poi – senza offesa – non sei proprio capace di mentire. Siete
sgattaiolati via dal negozio, vero? A me puoi dirlo. Sappi che trovo
encomiabile una fuga in piena regola proprio sotto il naso di Molly Weasley. »
Il rossore di Hermione era così intenso da emanare quasi calore.
Li dividevano pochi passi, ma sembrarono molti di più quando
all’improvviso lei parlò e gli dimostrò che il suo
imbarazzo non aveva niente a che vedere con quel discorso.
« Perché
l’hai fatto? Quel giorno, in biblioteca... Non... Non riesco a smettere
di pensare... » La voce le si perse in un bisbiglio. « Perché? »
Continuare a sorridere
si rivelò più difficile del previsto. Fred non si voltò,
non abbassò gli occhi, non giocherellò neppure con i Detonatori
che gli sfioravano le dita; smettere di guardarla sarebbe stato come mancare di
rispetto al crollo della sottile barriera che Hermione
Granger aveva sempre eretto di fronte a sé,
oltre le copertine dei suoi libri.
« Perché
era giusto. Era giusto che lo facessi ed era ancora più giusto che non
succedesse mai più. »
Lei
s’incupì. Per un attimo – e Fred si sentì sciogliere
in un sorriso molto più sincero a quella vista – un po’
della sua aria da precisina tornò a farla
irrigidire in un’inconfondibile posa alla Percy.
« E questa ti sembra una risposta? »
« Questa è la mia risposta. Non farla
sembrare più complicata di quanto non sia. Avevo voglia di baciarti e
l’ho fatto. »
Hermione lo guardò a
lungo, il viso acceso e gli occhi lucidi. Non gli chiese nulla di più, e
Fred di colpo fu certo che avesse
capito, che l’avesse sempre saputo, e che, forse, se solo lui
gliel’avesse detto in tempo lei
non lo avrebbe guardato come lo guardava ora. Ma davvero preferiva non parlare,
non infliggerle quel colpo – preferiva che Hermione
convivesse in silenzio con la sua incapacità di essere alla sua altezza,
di calare la maschera come aveva fatto lei.
Ti ho baciata perché volevo baciarti fin da quando Ron
ti ha fatto piangere. Ti ho lasciata perché sono troppo pazzo di te per
non capire di non essere quello giusto.
Fu Hermione
a muoversi per prima, senza rompere il silenzio che Fred le offriva in cambio
di un’illusione infranta; e lui sapeva, sapeva che avrebbe dovuto muoversi, ritrarsi, uscire di lì,
ma ancora una volta non riuscì a distogliere lo sguardo quando lei gli
fu vicinissima e si sollevò sulle punte dei piedi.
« Su una cosa ti
sei sbagliato » gli mormorò. « Hai pensato che a me sarebbe stato bene se non fosse
successo mai più. »
Lo baciò, e
stavolta non fu il lieve sfiorarsi di labbra della biblioteca; stavolta era
davvero l’ultima volta, e lo sapevano entrambi il perché.
Fred la ricambiò,
sentendosi schifosamente egoista al pensiero che la bocca di Hermione sembrava l’incastro naturale della sua. La
strinse a sé nella stupida speranza che quel momento non fosse da dimenticare. Per un attimo,
un secolo, il tempo di un bacio, lei era sua, solo sua.
Da qualche parte del
negozio, la voce allegra e inconsapevole di Ron viaggiò fino a lui e lo
distrusse.
[ 800 parole ]
Spazio dell’autrice
E anche qui ho cercato di essere il più possibile attinente
ai libri. Dopo la partenza dei gemelli da Hogwarts, Hermione ha la possibilità di rivedere Fred solo in
estate ai Tiri Vispi Weasley;
vi ricordate, no?, l’occasione in cui lei e gli altri seguono Draco in Nocturn Alley, fingendo poi di essere sempre rimasti nel negozio. E
qui ho anche esposto il possibile motivo per cui il Fred/Hermione
non è mai ‘sbocciato’: Ron. Fred ha capito tutto molto prima
che capisse Ron, e da bravo fratello e da bravo innamorato ha deciso di tenersi
da parte. (Che è poi quello che potrebbe aver fatto George riguardo Fred
e Angelina.) Aww, un ragazzo così è da
sposare♥
Sto soffrendo fisicamente
all’idea di scrivere l’ultimo capitolo, che ho rimandato per secoli,
ma ormai non ho più scusanti. Devo farlo. Prenderò un bel respiro
– e un pacchetto maxi di fazzoletti – e ci proverò.
Fino ad allora, hope you liked
it.
Aya ~