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Autore: Eldur    20/08/2011    5 recensioni
James Potter era un bel ragazzo alto, per di più Cercatore di Grifondoro. Ma Lily sapeva anche che era soprattutto un irresponsabile, un prepotente. Se ne andava in giro per il castello tronfio e pieno di sé, avendo la cura di non rispettare le regole di Hogwarts.
Nessuno sarebbe mai riuscita a convincerla. Mai. James Potter non avrebbe conquistato il suo cuore.

STORIA REVISIONATA E CONCLUSA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 10: Hogsmeade


Il locale dei Tre Manici di Scopa era accogliente come sempre quando Lily, Mary e Kate entrarono e si sedettero a un tavolo. Le tre non avevano proferito parola per tutta la mattina, dopo che avevano portato via Lily da James.
Lily aveva marciato nervosa su e giù per la strada principale del villaggio, finché non si era decisa a fermarsi. Ora, nel locale, si mangiucchiava deliberatamente le unghie, nella speranza di scaricare la tensione altrove. Le amiche, d’altra parte, la stavano fissando abbastanza turbate: non avevano mai visto Lily Evans perdere così vistosamente il controllo - tranne, ovviamente, quando insultava Potter.
Mary si schiarì la gola improvvisamente e si alzò dal tavolo di legno. “Vado a ordinare qualcosa. Cosa volete, voi?”, chiese, senza alcuna traccia di emozione.
“Una Burrobirra a tutte e tre, no?”, disse Lily, facendo una smorfia simile a un sorriso. Kate ridacchiò, ma ben presto trasformò la sua risata in colpi di tosse quando Mary le fece un’occhiataccia.
“Per me va bene, Mary”, disse poi, cercando di rimanere seria.

 *
 

“Scusami, James, ma posso chiederti che cosa hai fatto perché la Evans ti perdonasse?”, chiese Peter a uno dei suoi tre amici, mentre camminavano per il villaggio. Sirius sospirò, divertito. James scosse la testa, incredulo.
“Ti dirò due cose, Codaliscia”, cominciò, alzando un dito. “Uno: non chiedere mai se puoi fare una domanda se non ti stai rivolgendo a una bella ragazza che deve considerarti un gentiluomo”. Remus roteò gli occhi e Sirius ridacchiò. “E…”, continuò James, “due: possibile che tu sia così ingenuo? Probabilmente le ho fatto le mie più sentite scuse, no?”. Si inchinò con aria giocosa.
“Oh, James, piantala per favore”, sbuffò Remus. “Spero soltanto che tu abbia fatto qualcosa di ragionevole. E…“, aggiunse, quando vide che Ramoso stava per interromperlo, “non ho intenzione di sapere cos’è”. Ramoso sorrise beffardamente e Lunastorta sospirò.
“E io non ho intenzione di dirv-“.
“Come?”, lo interruppe Sirius, “Non mi dirai niente?”. James alzò un sopracciglio, ridendo.
“Beh, mi scusi signor Voglio-sapere-tutto, ma non mi pare che ieri sera tu mi abbia detto dove sei andato. Ti stavo cercando perché avevo bisogno di te, ma tu non mi hai risposto”. Sirius si mordicchiò un labbro.
“Mi dispiace, ma non ho sentito niente”, disse.
“E lo credo bene, lo specchio era ancora sul tuo comodino. Da quand’è che ti dimentichi di portarlo dietro?”.
“Ieri mi sono dimenticato di metterlo in tasca, contento?”, sibilò Sirius, spintonandolo. James scosse la testa, facendo sporgere il labbro inferiore.
“No, non sono contento per il fatto che te ne vai in giro a fare disastri senza di me, Felpato”, piagnucolò.
Sirius fece la sua risata simile a un latrato e James e Peter si unirono a lui. Anche Remus si aprì in un sorriso.
“Allora, tutti da Zonko?”. E così si diressero verso il piccolo negozio di scherzi di Hogsmeade.
“Avremo bisogno di una fornitura a vita di Polvere Pruriginosa”, sussurrò Sirius, mentre entravano.
“Già, così finiremo un altro mese in punizione come l’anno scorso, Felpato”, sibilò Remus a denti stretti, infastidito. Ma James, purtroppo per lui, non era dello stesso avviso.
“Hai ragione, amico mio. Io direi di prendere anche un paio di fuochi d’artificio. Non vedo l’ora di mettere delle Caccabombe nel letto di qualcuno…”, commentò contento. Peter sorrise svogliatamente e li seguì.
Il negozio era talmente affollato che si faceva fatica a muoversi verso gli scaffali, e Remus, annoiato da tutto quel trambusto decise di uscire. Così lo urlò ai tre amici tra la folla. “Ehi, voi tre! Io vado a prendermi una Burrobirra!”.
“Cosa?”, urlò Sirius in risposta. Remus sbuffò.
“Vado ai Tre Manici di Scopa!”, ripeté più forte.
“Che hai detto, Lunastorta?”, chiese James senza guardarlo, impegnato a riempirsi le tasche di scherzi.
“HO-DETTO-CHE-VADO-AI-TRE-MANICI-DI-SCOPA!”, sbraitò.
“Non ti sentiamo, Rem!”, gridò Sirius. Peter gli fece spallucce.
“Oh, non importa”, sospirò Remus, rassegnato. “Peter, vi aspetto qui fuori! Andiamo dopo insieme!”, disse al ragazzo paffuto dagli occhi acquosi. Lui annuì e Lunastorta uscì dalla porta del negozio. Vide una panca poco lontana e si sistemò lì, aspettano che i suoi amici uscissero.
Era lì da poco tempo quando vide per caso due persone in un vicolo buio di fronte a lui mentre si Smaterializzavano.

*
 

   Mary portò tre boccali di Burrobirra al tavolo dove erano sedute Lily e Kate.
“Grazie Mary”, disse Lily avvicinando il bicchiere alle labbra. Il liquido la riscaldò immediatamente, e lei  si sentì più calma quando appoggiò boccale di vetro sul legno.
“Allora Lily, ti senti meglio adesso?”, le chiese Kate. Lily sorrise e annuì. L’amica sospirò di sollievo.
“Oh, grazie al cielo, altrimenti potevamo dire addio alla nostra intelligente e razionale Caposcuola”, ammiccò. “E sappiamo tutti quanto abbiamo bisogno di un aiuto in pozioni…”. Lily rise.
“E’ tardi.”, disse Mary guardando l’orologio da polso, “Sono quasi le cinque e mezza e stasera c’è il banchetto di Halloween”. Le altre due annuirono.
“Dai, James, fai in fretta che dobbiamo tornare”.
“Ho capito! Ne prendo quattro e torno subito”.
James entrò all’improvviso dalla porta del negozio, camminando velocemente verso il bancone, e incrociò le tre ragazze che stavano uscendo. Fece un cenno di saluto, un sorriso, e poi si rivolse a Madama Rosmerta che gli portò quattro Burrobirre. Lui posò delle monete davanti alla barista e due secondi dopo sembrava non fosse mai entrato. Lily alzò un sopracciglio.
“Scusa, ma come è possibile che James Potter sia entrato e scomparso in pochissimo tempo e senza creare danni?”, chiese ad alta voce, arrovellandosi.
“Beh”, disse Kate, “a te non sembra più strano il fatto che ti abbia dato solo un’occhiata veloce e poi sia scappato senza proferire parola o senza una delle sue battutine?”. Mary ridacchiò.
“Cosa ne so io di quello che pensa o fa?”, chiarì Lily, cercando di cancellare la sua prima domanda. “E poi, secondo te mi importa qualcosa? Può fare quello che vuole, basta che non faccia disastri”. Kate piegò la testa da un lato, scettica.
“Come no, Lils”. Lily aprì la bocca per ribattere arrabbiata la sua risposta, ma Mary, per calmarla, la prese sottobraccio e disse a voce innaturalmente alta: “Oooooook, ora andiamo, eh?”.
Appena chiusa la porta del locale dietro di sé, Lily rabbrividì e si strinse nel suo mantello: l’aria fredda di novembre era alle porte
.

   
*

 

La Sala Grande era affollatissima come la sera dello Smistamento. Lily si sedette al tavolo di Grifondoro con Mary, Kate, Dorcas, Marlene e Alice, ma tutte non bastavano a coprire i posti intorno alla rossa. Difatti rimasero un posto alla sua destra e uno di fronte a lei.
Alcuni pipistrelli neri volarono per il perimetro della stanza fino al soffitto in alto trapunto di stelle lucenti. Tutti sapevano che il soffitto non era davvero spalancato alla notte, ma guardando in alto ci si sentiva lo stesso all’aperto, in balia di una delicata brezza.
Sui tavoli delle diverse case c’erano un buon numero di candele dentro le zucche intagliate che erano anche appese al soffitto e rilucevano insieme alle torce ai lati della stanza.
Silente si alzò dalla sua sedia dietro al lungo tavolo degli insegnanti e con un bel sorriso e un tono gioviale annunciò l’inizio della cena. I piatti si riempirono da soli di buonissime pietanze preparate dagli elfi domestici nelle cucine. Lily non avrebbe mai saputo dire dove si trovassero… il castello era pieno di passaggi celati e solo i malandrini sembravano conoscerne tutti i segreti: erano loro che durante le feste nella sala comune portavano da mangiare e da bere.
I grandi battenti della Sala Grande si aprirono improvvisamente rivelando James, Sirius, Remus e Peter in ritardo che correvano a rotta di collo verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti gli studenti si zittirono e li guardarono divertiti, ma Lily sbuffò e girò la testa per guardare il Preside che aveva alzato un sopracciglio.
“Signore… mi dispiace… tanto… non volevamo… fare tardi”, proferì James con il fiatone. Un paio di ragazze ridacchiarono e lui ammiccò, mentre Lily scuoteva la testa in rabbiosa disapprovazione.
“Sì, signore… la prego di… scusarci”, continuò Sirius. Il Preside si alzò nuovamente dalla sedia e li fissò in silenzio. Poco dopo si aprì in un sorriso e dichiarò: “Signor Potter e signor Black, sono sicuro che avete fatto del vostro meglio per arrivare… siete appena in tempo, sedetevi”. James sorrise e ringraziò. Altre ragazze ridacchiarono interrottamente, guardandolo di sottecchi.
Che cosa?!, pensò Lily, è imperdonabile!
“Ma, professor Silente, è sicuro di non voler…”, iniziò la professoressa McGrannitt, alzandosi dalla sedia. Silente sorrise e si rivolse a lei.
“Suvvia, Minerva, stiamo festeggiando. E ora torniamo a mangiare!”, esclamò.
Kate, seduta di fronte a Mary, indicò a Sirius il posto vuoto di fronte a Lily, sventolando velocemente la mano. Lily articolò un “no” con le labbra ma lui si era già seduto, sorridendo. Lily sospirò e capì subito quello che sarebbe arrivato di lì a poco. Kate, seppure dispiaciuta, le fece spallucce e una smorfia triste prima di tornare a parlare con Sirius, sorridendo come non mai.
“Ehilà, salve gente!”, esclamò allegramente James Potter, sedendosi alla destra di Lily. Lei, disperata, chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso, appoggiando il gomito destro sul tavolo per nascondersi a James.
Remus prese posto di fronte a James insieme a Peter e cominciò a mangiare, rosso in volto. A lui sì che dispiaceva di essere arrivato in ritardo.
“Ciao Evans”, la salutò James contento, “e ciao anche alle altre due!”. Kate e Mary sorrisero e tornarono a mangiare.
“Allora…”, gli disse Lily, cercando di nascondere quanto fosse davvero arrabbiata con lui perché era arrivato in ritardo e se l’era cavata lo stesso, “sei riuscito a sederti lo stesso vicino a me senza arrivare prima, eh Potter? Non approvo per niente questo comportamento, sappilo”. James agitò una mano con noncuranza mentre infilzava una patata con la forchetta.
“So che non approvi perchè non ho avuto una punizione. Vorrà dire che dopo potrai darmi tutte quelle che vuoi, e se non lo farai le andrò a chiedere alla McGrannitt”.
In un primo momento Lily strabuzzò gli occhi, poi, richiamando la sua calma naturale rispose: “Non ce n’è bisogno, non preoccuparti. Era solo un mio capriccio”.
Stavolta fu il turno di James a essere sorpreso, ma non fu bravo come lei a nasconderlo perché di stampò un bel sorriso in viso. “Grazie, Evans”.
“Non c’è di che”, disse, abbozzando anche lei un sorriso, senza riuscire a trattenerlo.
James sembrava così felice per aver parlato con lei senza che si gridassero addosso e quando sfoderava quell’espressione contenta che ora aveva in faccia appariva ingenuo, sincero e spontaneo come non lo era mai stato. 






Angolo dello scrittore
Finalmente sono riuscita a postare un nuovo capitolo :)
Sì, è piuttosto inutile, lo so, ma è un pezzo intermedio della storia. Il prossimo capitolo sarà più emozionante, ve lo prometto ;)
Ringrazio le persone che leggono la mia storia e che l'hanno inserita tra le seguite, preferite e ricordate. Ma soprattutto, chi spende un po' del suo tempo per lasciarmi qualche recensione. Vi adoro e lo ripeterò mille volte ancora u.u Come fate a leggere la storia di una pazza come me? XD
Spero con tutto il cuore che siate riusciti a iscrivervi a Pottermore :D (io purtroppo non ce l'ho fatta -.-).
Il prossimo capitolo arriverà più velocemente, spero sarete contenti :)
Au revoir!

   
 
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