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Autore: xXx Veleno Ipnotico xXx    20/08/2011    6 recensioni
Questa storia è nata puramente per caso, in seguito ad una scommessa con una mia amica! Chi ma avrebbe detto che sarebbe finita su EFP?!
La storia narra principalmente di due due personaggi: Fred Weasley e Elizabeth, un nuovo personaggio (che avrebbe la stessa età di Ginny, per intenderci ^^).
Si svolge brevemente in sei dei sette anni di scuola di Elizabeth, anche se più particolarmente nel suo quarto anno (Ordine della Fenice) e nel suo sesto (Doni della Morte).
Elizabeth è una ragazza silenziosa, di poche parole.. Ma presto conoscerà l'unica persona che sarà in grado di farla sorride, divertire e scherzare! L'unica peronsa che amerà con tutta se stessa. Dal primo momento, fino a l'ultimo. Ma il male, purtroppo, sta sorgendo nuovamente..
-Storia revisionata fino al capitolo 3-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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La scuola ebbe inizio più presto di quanto avessi potuto immaginare.

Il carattere, i lungi capelli mossi di un castano scuro, gli occhi color mogano e l’amore per i libri, non erano l’unica cosa che avevo ereditato da mia madre; infatti, proprio come lei, il cappello mi smistò nella casa di Corvonero.

Le mie giornate nel castello, se pure a volte monotone e a tratti stressanti, erano ricche di momenti felici.

È vero, sì, la paura dell’incombente ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato era molta, ma perché fasciarsi la testa prima di essersela rotta?! Se proprio dovevamo morire tutti, allora, non era giusto divertirsi il più possibile prima dell’imminente resa dei conti?

Purtroppo non tutti la pensavano come me; per questo ben presto mi ero ritrovata sola, con pochi amici. Ma non mi importava. Non mi importava più niente, ormai; mi bastava solo sapere che la mia filosofia era direttamente proporzionale al modo di agire del “ragazzo che sorrideva”.

Oh, sì... Lo avevo rivisto tante e tante volte dopo quella volta a Diagon Alley. Non conoscevo il suo nome; e in effetti non conoscevo molte altre cose sul suo conto, ma riusciva ugualmente a ispirarmi quel senso di felicità che poche volte avevo provato nella mia vita; così, in poco tempo, la mia cotta si trasformò in amore.

Come detto, sapevo poco sul suo conto, ma a me bastava. Mi piaceva anche solo osservarlo per ore e ore, in silenzio e in disparte, perché a volte, i silenzi possono dire molto più di mille parole.

Pochi mesi dopo l’inizio della scuola, però, iniziai a preoccuparmi: ero forse così innamorata da essere impazzita? Possibile che lo vedessi ovunque, a volte, addirittura, in due posti contemporaneamente? Poco dopo, però, scoprii che non ero io che stavo impazzendo, ma lui che possedere un gemello.  

Entro la fine dell’anno, grazie a una mia compagna di classe, Ginny, scoprii molte altre cose sul suo conto: Ginny era loro sorella, facevano tutti parte della casa di Grifondoro, ed entrambi i gemelli frequentavano il quarto anno.

Ora mi chiederete: ma come fai a sapere quale dei due era quello che avevi visto quel giorno a Diagon Alley?

A parte il fatto che quel giorno solo uno di loro si trovava a Diagon Alley, il mio cuore avrebbe saputo riconoscerlo anche se avesse avuto altri quindi gemelli.

Era lui la persona che di li a poco tempo mi avrebbe insegnato nuovamente a sognare. Era lui, che dal primo momento in cui i miei occhi avevano visto il suo sorriso, non aveva fatto altro che affollare i miei sogni. Era lui che ben presto avrei iniziato ad amare veramente. Era lui il “ragazzo che sorrideva”... Fred Weasley.

 

 

Tre anni dopo...

 

Il potere dittatoriale della Umbridge si era espanso in così poco tempo, che in molti già pensavano avrebbe preso presto il posto di preside nella scuola e il fatto che il ministero le attribuisse tutto quel potere, non faceva altro che renderla ancor più maniacale, se così si può definire.

La sua ambizione a voler ridefinire gli standard di Hogwarts aveva suscitato parecchi dissapori tra gli studenti della scuola, ma non solo. Infatti anche tra i professori non era ben vista, ma il suo grande potere di Inquisitore Supremo era bastato a far tacere tutti.

Anche i suoi modi di soffocare ogni diceria riguardante il ritorno del Signore Oscuro erano palesemente contestati, così Harry e gli altri ebbero la grande idea di formare un esercito segreto per allenarci in Difesa Contro le Arti Oscure (dato che la Umbridge, la nuova insegnate dell’anno, sotto richiesta esplicita del ministero, aveva negato ogni approccio con la difesa, dato che secondo il suo parere non vi era niente contro cui difendersi).

Il motto era un po’ “se il ministero non vuole insegnare a difenderci, è bene che lo faccia qualcun altro!”. Così fu fondato l’ES e Harry fu messo a capo dell’insegnamento.

Personalmente non vedevo l’ora di partecipare a ogni incontro solo per poter vedere Fred quel tanto in più che invece non mi capitava quando lo incrociavo in un corridoio.

Il fatto che ora scambiassimo almeno qualche parola, era rincuorante per certi versi, ma è forse sbagliato dire che desideravo di più?

A ogni parola mi perdevo in quei suoi splendidi occhi ambrati e a ogni suo sorriso avrei preferito la morte al pensiero che non sarebbe mai stato mio.

Come dire... Ero più una bambolina di porcellana per lui; un qualcosa di delicato che va preservato per paura che possa rompersi.

<< Liz! >> mi voltai di scatto << Tutto bene? Avevi di nuovo lo sguardo assente. >>

Mi voltai verso Ginny, gli occhi stanchi e lo sguardo vuoto << Tutto bene. >> mentii fingendo un sorriso. Erano passati tre anni, ma ero sempre la stessa ragazzina sognante e poco loquace di quel giorno da Madama McClain.

<< È per mio fratello, non è vero? >> chiese lei con aria comprensiva << Dai, non mi piace vederti così! >>

<< Non... Non è per nessuno. >> continuai a mentire << Sto bene, Ginny. Davvero. >>

<< Silenzio là in fondo! >> gridò la voce squittente della Umbridge, come al solito di circa due ottave più acuta del normale.

Ginny alzò gli occhi al cielo << Ne parliamo più tardi. >>

<< Non c’è nulla di cui parlare. >> sussurrai abbassando la testa sulla mia pergamena.

<< Fai come vuoi... >> replicò Ginny un po’ afflitta e dispiaciuta << Ma non ti puoi tenere sempre tutto dentro! >>

Sospirai, perché in fondo aveva ragione: in qualche modo dovevo sfogarmi con qualcuno. Ma per dire cosa? Era piuttosto imbarazzante confidarsi con la sorella del ragazzo che si ama da circa quattro anni!

Tutto quello che desideravo in quel momento era solo poter partecipare a uno degli incontri dell’ES...

***

Quella sera, sulle monete stregate da Hermione, comparve l’avviso di una nuova riunione dell’ES.

Non stavo più nella pelle. In quel clima così dittatoriali, ormai, quegli incontri erano la sola cosa che riusciva a rendermi felice; sia perché potevo vederlo, sia perché avremmo potuto finalmente fare vere magie.

<< Ti vedo molto felice, questa sera. >> esclamò Luna, avvicinandosi con la sua solita aria stralunata. In mano teneva una grossa rapa ancora sporca di terra.

Ci trovavamo nella nostra Sala Comune, in attesa che si facessero le nove, l’orario scelto da Hermione per incontrarci.

Le sorrisi cordiale, il volto illuminato << Lo sono. >>

<< È per la riunione? Piacciono molto anche a te? >>

Risi << In un certo senso. >>

<< Mmh... >> fece lei in tono pensieroso << Avrei giurato che fosse per quel ragazzo rosso. >> continuò senza nemmeno un filo di malizia << Quello che ha un gemello. >>

Sorpresa sgrani gli occhi, poi agitandomi e premendomi il dito indice sulle labbra, sussurrai un forte << Sssh! >> mi guardai in torno furtiva << Luna, ti prego. Non deve saperlo nessuno. >>

<< Oh, non ti preoccupare. A meno che un Gorgosprizzo non mi entri nel cervello e me lo confonda, il tuo segreto è al sicuro con me. >>

Segreto... Mi faceva ridere quella parola. Ormai lo sapeva troppa gente per essere considerato ancora un segreto.

Le nove di sera arrivarono molto presto. Sgattaiolai fuori dalla Sala Comune insieme a Luna e senza farci vedere raggiungemmo la stanza delle necessita al settimo piano.

Ci volle un po’ prima che arrivassero tutti. A me, personalmente, piaceva arrivare presto, in modo da non perdermi nemmeno un secondo di lui.

<< Ehi, Liz! >> esclamò Ginny avvicinandosi << Ciao, Luna. >>

La salutai con un sorriso.

<< Vedo che ti è tornato il buonumore. >>

Luna mi guardò perplessa, poi si rivolse a Ginny << Oh, è una cosa che...>> si fermò a guardarmi con la speranza che le dessi il permesso per continuare, ma alla fine fui io a concludere al posto suo << Lei lo sa, Luna. Non ti preoccupare. >>

<< Eccome se lo so! >> esclamò Ginny sorridente << È pazza di mio fratello da tre anni. >> alzò la voce così tanto da attirare l’attenzione di Hermione, che si trovava lì vicino.

<< Ginny, ti prego. >> la implorai sussurrando, guardando di sottecchi la povera Hermione, che stava sistemando alcuni libri di teoria.

<< Oh-ho! >> cantilenò d’un tratto, fissando la porta della stanza delle necessità << Eccolo che arriva. >> punzecchiarmi era il suo sport preferito << Quale sarà, tra i due, l’aitante giovanotto che... >>

<< Lo sai che so riconoscerli benissimo. >> la rimproverai, con le guance visibilmente roventi.

<< La cicatrice sul sopracciglio sinistro non vale. >>

Quando entrambi i gemelli ci sorpassarono, alzai nuovamente lo sguardo. Per quanto possa suonare strano, mi piaceva poterlo osservare da dietro e finalmente un sorriso mi colorò il volto.

<< Non è per la cicatrice. È che... >>

Ginny rise << Lascia stare. Lo vedo che sei cotta. E se non lo so io, chi è che lo sa?! >>

In quel momento Fred si voltò dalla nostra parte. Il mio cuore iniziò a battere più forte che mai, le mani presero a sudarmi, e quando mi rivolse un saluto con un cenno della mano, il sorriso che avevo si trasformò in un “grande sorriso”. Ricambiai il saluto e lo guardai avvicinarsi ad alcuni ragazzi con la valigetta dei prodotti Weasley tra le mani.

<< So quello che stai pensando. >> la voce di Ginny risuonò quasi fastidiosa in quel momento << Ma non ti permetterò di compare altre Merendine Marinare o Torrone Sanguinolento. >> mi guardò in tono di rimprovero << Liz, non puoi buttare tutti i tuoi soldi in questo modo, solo per avere qualche minuto di conversazione con lui. >>

<< Dice che sono la sua miglior cliente! >> esclamai in tono sognante, continuando a fissarlo.

Cosa mi faceva quel ragazzo... Ero la razionalità fatta a persona, prima di conoscerlo, e ora? Beh, la nuova Liz non poteva non piacermi. Stavo tornando quella di un tempo; la Liz sognatrice, quella che crede nelle favole a lieto fine e... Cosa più importante, ero tornata a sorridere di nuovo. Già, perché era questo l’effetto che Fred mi faceva: mi rendeva una persona solare, sorridente e addirittura spiritosa. Con lui riuscivo a battere tutte le barriere che mi ero creata atorno; riuscivo a dialogare senza problemi, non come con le altre persone, che dovevano cavarmi le parole di bocca con le tenaglie.

Ero malata di Fred Weasley, e non sarei voluta guarire per nessun motivo al mondo.

Ginny continuava a parlare, ma io non l’ascoltavo nemmeno. La mia mente era concentrata su quello che stava dicendo Fred. Parlava a voce alta, senza preoccuparsi che chiunque potesse ascoltarlo. Stava parlando delle Cucine di Hogwarts: esisteva un modo preciso per entrarci, e loro ci andavano di nascosto tutte le sere, per sperimentare le loro creazioni. Poi vidi George allontanarsi, fino a riuscire nuovamente dalla stanza.

<< George è in punizione con la Umbridge. >> osservò Ginny in tono cupo << Quell’arpia... Solo perché era andato a vedere gli allenamenti di Quidditch! Non gli è bastato espellerli dalla squadra insieme a Harry?! >>

<< George è in punizione? >> chiesi d’un tratto, incuriosita.

<< Si. >> rispose lei, guardinga << Perché tutto questo improvviso interesse? >>

Ma io la ignorai, e continuai ad ascoltare il discorso di Fred << Così questa sera mi tocca sperimentare i Pasticcetti Svenevoli senza il suo aiuto... >> stava dicendo ad un ragazzo piuttosto entusiasta, del primo anno << ...Una gran seccatura! >>

Una sensazione di incompletezza mi strinse lo stomaco. Se volevo dare una svolta a quella situazione, quella era l’occasione giusta. Ma come avrei a fatto a raggiungerlo? Io non sapevo qual era il modo per entrare nelle cucine, purtroppo.

<< Liz! >> mi chiamò Ginny con aria scocciata << Ma mi stai ascoltando? >>

<< Come si raggiungono le cucine? >> chiesi improvvisamente, senza giri di parole << Tu lo sai? >>

Ginny mi guardò stralunata << Nelle cantine. Per entrare si deve fare il solletico alla pera nell’arazzo della frutta. Ma perché... >>

<< Grazie Ginny! >> esclamai con un sorriso << Grazie davvero. >>

Rivolsi nuovamente il mio sguardo su Fred. Sorrideva divertito, proprio come la prima volta che lo avevo visto.

Quel sorriso mi provocò una forte stretta allo stomaco ed era per quello che mi ero decisa: quella sera sarei andata nelle cucine e lo avrei affrontato. Una volta per tutte gli avrei detto quello che provavo e nel bene o nel male mi sarei tolta un grande peso dal cuore.

   
 
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