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Autore: Roev_Chan    21/08/2011    1 recensioni
Mizu, dodici anni, residente a Flemminia insieme ai cugini Cloud e Regen nella fattoria dei suoi genitori. Il sogno di Mizu è partire per un'avventura coi pokémon, ma suo padre è contrario, e la costringe a rimanere a casa. Con l'arrivo di un misterioso "forestiero" che la incoraggerà nei suoi sogni, riuscirà la ragazza a trovare il coraggio di opporsi al padre?
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Mizu e Terra - Stories '
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In pochi minuti furono davanti al granaio. Scesero dal furgoncino.
–Mizu, vai a farti la doccia, io nel mentre metto a posto il miele nella dispensa, altrimenti tuo padre verrà a dirmi che sono un fannullone…- Le disse. Mizu si precipitò in bagno a lavarsi. Dopo essersi rinfrescata, si vestì e scese in cucina ad aiutare la madre con la cena. Stranamente, trovò Terra che la stava aiutando pure lui.
-Lascia, caro. Sei nostro ospite, non ti devi disturbare.- Disse Makea al ragazzo. Lui accennò un mezzo sorriso.
-Si figuri, tanto non avrei comunque niente da fare. Do volentieri una mano.- Rispose mentre sbucciava fagioli. Cloud entrò salutando e si avvicinò a Terra, allungandogli la mano.
-Piacere, io sono Cloud.- Terra ricambiò, poi il ragazzo andò a docciarsi. Quasi subito dopo arrivò Regen dal pascolo con il suo Vaporeon blu, presentandosi anche lui a Terra.
-Il bagno è occupato?- Chiese.
-Si, c’è Cloud.- Rispose Mizu mentre apparecchiava.
-Allora mi lavo qua sotto.- Disse entrando in una porta a fianco della cucina. Era uno stanzino buio e angusto, che nessuno usava quasi mai, così i genitori di Mizu decisero di mettere una piccola doccia “per casi urgenti” aveva detto suo padre.  Si sentì il rumore dell’acqua della doccia che cominciava a scendere.
-Sono simpatici, i tuoi fratelli.- Disse Terra poggiando la teglia di fagioli nel mobile in cucina. Mizu ridacchiò.
-Sono i miei cugini.- Disse sedendosi a tavola.
-Ah…- Fece sorpreso –Non l’avrei mai detto vi somigliate molto. Soprattutto tu e Cloud.- Disse. Mizu arrossì. In quel momento, entrò un uomo altro con il fisico palestrato e una barba corta che gli circondava la bocca e gli copriva il mento. Cloud, che era sulle scale si bloccò.
-Ciao papà.- Lo salutò Mizu avvicinandosi e dandogli un bacio sulla guancia. L’uomo le accarezzò i capelli, scompigliandoglieli.
-Ciao zio Rasken…- Lo salutò Cloud sedendosi a tavola timoroso.
-Bentornato caro.- Fece Makea dalla cucina. L’uomo si sedette a tavola e dietro di lui apparve uno Zoroark, che si mise ai piedi del tavolo chiudendo gli occhi. Rasken scrutò Terra con uno sguardo freddo.
-Tu devi essere quel forestiero che è arrivato questa mattina... Come ti chiami?- Gli chiese col suo possente vocione. Mizu pregò che Terra rispondesse senza fare repliche.
-Terra.- Rispose il ragazzo con impassibilità allo sguardo dell’uomo.
-Ah. E quanti anni hai, Terra?-
-Quattordici.-
-Da dove vieni?-
-Orocea.-
-E’ molto lontana da qui, Orocea…- Osservò Rasken.
-Lo so, ma non importa, io ho deciso di intraprendere il mio viaggio con i pokémon e sono felice così.- Rasken si accarezzò la barba.
-E dimmi: da quanto tempo sei in viaggio?-
-Quattro anni.-
-I tuoi genitori non pensavano alla tua incolumità?-
-Io ho parlato chiaramente a loro delle mie aspirazioni, e voglio diventare l’allenatore di pokémon più forte del mondo. Per questo mi sono messo in viaggio. E loro hanno deciso di appoggiarmi nella mia scelta.-
Regen uscì vestito dalla doccia e si sedette a tavola salutando l’uomo.
-Ma sei da solo. Proprio un lupo solitario.- Disse convinto Rasken.
-No.- Rispose Terra fulminandolo letteralmente con lo sguardo –Io non sono mai da solo. I miei pokémon sono miei amici e compagni di tutti i giorni, con loro non sono mai solo.- Disse deciso. Makea arrivò con la cena, servendo ognuno. Allungò le ciotole con il cibo per i pokémon a Mizu.
-Dallo ai pokémon.- Le ordinò. Servì prima l’Eevee e il Pidgeotto di Terra, poi ai Vaporeon di Regen e Cloud, Zorua, e infine Zoroark, che la guardò male ringhiando piano. Lei appoggiò a terra la ciotola, ignorandolo. Appena si sedette notò lo sguardo truce del padre che fissava Terra. Capì subito che non lo aveva preso per niente in simpatia. Mangiarono in silenzio, e alla fine del pasto, Mizu aiutò la madre a sparecchiare mentre Rasken e i due cugini giocavano a carte i salotto. Terra andò in cucina dalle due.
-Mizu, ti posso parlare?- Le chiese. La ragazza guardò lui, poi la madre.
-Vai pure.- Le disse Makea. I due ragazzi andarono nelle camere e si misero per terra in mezzo alla stanza di Mizu. Terra notò la collezione di  pokébambole che la ragazza teneva su uno scaffale in cima alla scrivania in legno: Piplup, Cyndaquil, Drifloon, Chatot e tantissime altre.
-Ti piacciono molto i pokèmon, non è vero?- Le chiese. Lei annì, poi si avvicinò alla scrivania e aprì un ripiano nascosto nel cassetto, estraendo una pokéball. Liberò un Treecko.
-Questo me lo hanno regalato i miei cugini per il compleanno. Ma mio padre non lo sa e non lo deve sapere, se no ho paura di quello che possa fargli…- Terra scrutò il piccolo pokémon verde che si accoccolò tra le gambe della ragazza.
-Ma non lo potrai tenere rinchiuso qui per sempre…- Mizu abbassò lo sguardo.
-Lo so…- Disse solo. Terra rimase un attimo a pensare a qualcosa, poi parlò.
-Ti voglio raccontare una cosa che mi successe anni fa, quando ero piccolo…- Mizu lo guardò.
-Non l’ho mai raccontata a nessuno questa cosa, ma mi sembra giusto dirtela almeno a te.- Tese un respiro profondo, e cominciò a parlare –Ero molto piccolo quando a Hoenn, la regione dove sono nato fu colpita da gravi cataclismi. Questi cataclismi erano stati generati dai due pokémon Groudon e Kyogre, due leggendari ed eterni rivali. Il loro risveglio era stato causato da una banda di vandali che volevano usare i loro poteri per conquistare il mondo, ma pure loro avevano perso il controllo di loro. La battaglia si svolse a Ceneride, e quel giorno io ero presente: Groudon e Kyogre lottavano con una ferocità inaudita. Nessuno aveva mai visto lottare due pokémon con quella violenza. Poi, quando tutto sembrava perduto, dal cielo planò qualcosa di grosso: un pokémon verde e maestoso che fermò i due con il suo ruggito. Groudon e Kyogre si ritirarono e placarono la loro ira, mentre il pokémon verde, Rayquaza, tornò nella sua dimora: la Torre Cielo di fianco allo scogliera di Oroecea, la mia città. Volevo scalare la torre per andare a cercare Rayquaza. A quel tempo ero solo un allenatore pivello, così mi impedirono di andare da lui. Decisi di diventare sempre più forte allenandomi duramente. E, come ho detto prima: voglio diventare l’allenatore più forte del mondo, non per interesse personale. Rayquaza mi sta aspettando alla Torre Cielo, e io ho intenzione di sfidarlo.- Fece una pausa –Ho cominciato il mio viaggio partendo da Hoenn, e sono arrivato fin qui a Sinnoh. Ci sono ancora una sacco di luoghi che non ho vistato. Capisci come per me sia importante tutto questo? E’ la mia vita.- Concluse guardandola dritta negli occhi, Mizu rimase molto colpita da quel racconto.
-Quando capirai di essere diventato davvero il più forte?- Gli chiese.
-Non lo so.- Rispose –Sinceramente non ci ho mai pensato.- Si alzò in piedi –Esco un attimo.- Disse andandosene. Mizu scese in cucina a finire di aiutare sua madre mentre Terra usciva di casa. Il ragazzo percorse la stradina sterrata davanti alla fattoria e attraversò la prateria, dirigendosi verso il centro pokémon. Entrò salutando l’infermiera Joy e si diresse verso il computer. Effettuò una chiamata.
-Terra, ti vedo in forma. Come stai? Guarda come ti sono cresciuti i capelli, non sarebbe ora di tagliarli?- Da dietro lo schermo apparve un giovane con i capelli ricci e una barbetta incolta.
-Preferisco tenerli così, Professor Birch.- Rispose il ragazzo –Mi farebbe un favore? Avrei bisogno di un pokémon e due oggetti…- Disse Terra serio.
-Strano, a te non serve mai niente ogni volta che mi chiami. E’ successo qualcosa?- Chiese Birch.
-Più o meno… le racconto tutto se ha un attimo di tempo…- Rispose il ragazzo. L’uomo da dietro lo schermo del computer annuì.
-Ti ascolto.- Disse. Così, Terra cominciò a raccontare.
   
 
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