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Autore: Saretta L Lawliet    21/08/2011    3 recensioni
La mia pistola era carica e senza sicura. Avrei potuto ucciderlo da un momento all’altro, eliminare per sempre la minaccia di Kira dal mondo…
“Un attimo…” pensai colta da un fremito di terrore “… Non posso ucciderlo. Mi metterei al suo stesso livello. Non posso. Non posso farlo”.
Eppure la tentazione c’era.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io ti proteggerò - supposizioni pericolose

CAP. 2

SUPPOSIZIONI PERICOLOSE

 

Non potevo minimamente credere a ciò che stavo vedendo: l’asociale Ryuzaky, la persona più sola che avessi mai incontrato in vita mia, quella che credevo senza passato (oltre che senza il futuro che gli avrei di certo tolto) ma soprattutto senza legami, adesso era lì, sotto la pioggia battente, con una ragazza fra le braccia. A giudicare da come stavano avvinghiati l’un l’altra sembravano piuttosto… Intimi.
 “Davvero commovente”.    
 Non potei che fare una smorfia di disapprovazione: L con una donna. Non me lo sarei mai aspettato. Sembrava un ossimoro impossibile nonché sforzato il pensare che Ryuzaky potesse tollerare un qualunque tipo di affetto. Osservandolo mi era anche parso che non riuscisse a sopportare nessun tipo di contatto fisico, nemmeno il più accennato e casuale: persino quando uno di noi del quartier generale gli porgeva qualcosa in mano faceva di tutto per aumentare le distanze, anche se, di certo, camuffava bene il suo disagio. Vederlo così stretto ad un corpo estraneo mi faceva quasi… Tenerezza.
“Allora non sei così disumano come pensavo, caro il mio detective” A stento trattenni una sonora risata, sarcastica e diabolica al tempo stesso, quella stessa identica espressione che mi si dipingeva sul volto quando pensavo all’idea che presto sarei divenuto il dio di un nuovo mondo.
“Certo, questa fantomatica fidanzatina potrebbe crearmi qualche piccolo inconveniente. Non sarà facile separarvi ma sono sicuro che troverò il modo di sfruttare questa faccenda a mio favore. Dopotutto adesso ho trovato il tuo punto debole, Ryuzaky” Il mio pensiero correva più veloce che mai; tutto sembrava prendere quasi una piega divertente.
“E tu, ragazza di L, mi dispiace tanto, ma temo che soffrirai parecchio per la perdita che presto ti infliggerò. Hai scelto davvero la persona sbagliata per trascorrere il resto della vita. E’ un vero peccato, ma presto dovrete dirvi addio prostrandovi a me. Perché io sono la giustizia!”
Un lampo squarciò il cielo seguito immediatamente dal fragore di un tuono. Le mie risa si confusero con il fracasso del temporale.


 
Io ed L eravamo zuppi fradici. Rientrammo all’interno del palazzo tenendoci per le mani dopo esserci guardati intorno: volevamo verificare che non ci fosse nessun membro del quartier generale nei paraggi; non volevamo essere visti, soprattutto da Light Yagami.
Non c’era anima viva, per fortuna.
D’istinto mi avvinghiai al braccio destro del mio ragazzo.
E sì, potevo dirlo forte: L ed io stavamo insieme e mi sembrava un sogno. Mi sentivo leggera nonostante la minaccia di Kira incombesse sulle nostre vite. In ogni caso non avrebbe potuto segnare la nostra esistenza per sempre; lo avremmo scoperto, acciuffato e arrestato. Ne ero sicura. Non poteva essere che così. Io ed L stavamo facendo tutto questo insieme, non ci avrebbe più divisi nient’altro e…
“Ho deciso di provare il quaderno su un condannato a morte la cui esecuzione è prevista entro tredici giorni. Nel caso in cui al detenuto non succeda niente gli verrà annullata o ridotta la pena. Devo capire se alcune regole contenute all’interno del quaderno sono false. Se riuscirò a provare ciò, il caso sarà risolto all’istante”.
Avevo capito alla perfezione le intenzioni di L, ma ripeterle ad alta voce mi inquietava. Non poteva essere tutto così… Semplice. Era vero che avevamo lavorato tanto e tutti gli indizi sembravano ancora portare a Light Yagami e a Misa Amane, specialmente considerando che gli omicidi erano ripresi proprio in corrispondenza della loro scarcerazione, ma c’era ancora qualcosa che non quadrava, qualcosa che rischiava di compromettere per sempre la nostra felicità.
Mi bloccai un attimo e lo stesso fece lui nello stesso istante.
“L…” La mia voce stava tremando leggermente “… Sei sicuro di quello che vuoi fare? Non ti sembra una soluzione un po’… Repentina? Forse stai correndo un po’ troppo…”
 Temevo la sua risposta. Avevo paura che potesse arrabbiarsi, che non afferrasse la mia preoccupazione e che giudicasse la mia idea come priva di fondamento. Ma in effetti non avrebbe mai potuto considerare una mia considerazione di poca importanza.
“Perché mi dici questo? Non capisco per quale ragione dovremmo rinunciare ad una simile iniziativa…” Il timbro delle sue parole era di sicuro carico di stupore, ma sentivo che ero stata in grado di mettergli qualche pulce nell’orecchio. Ripresi il mio ragionamento cercando di essere il più calma possibile.
“E’ vero che se la regola dei tredici giorni fosse falsa avremmo provato la colpevolezza di Light e di Misa, ma credo che in ogni caso non possiamo ragionare solo con la nostra logica, quella umana intendo…” Esitai ancora un istante prima di proseguire. Mantenendo la presa della mia mano sul suo braccio mi voltai per guardarlo negli occhi
 “… Quel quaderno, anzi, quei quaderni, sono retti da forza sovrannaturali e sono tenuti da creature che non conosciamo…”
 Nella mia gola si era formato un nodo. Continuare a parlare mi risultava sempre più difficile.
 “… Gli shinigami, L. Gli shinigami. Noi ne abbiamo visto comparire uno non appena abbiamo preso in mano il quaderno. Lo stesso di sicuro sarà successo sia al primo che al secondo Kira molto tempo prima di quanto non sia accaduto a noi. Perciò chi ci dice che questo dio (o questi dei, se consideriamo l’ipotesi che per ogni quaderno esista almeno una di queste creature) non ci abbia omesso delle verità o che addirittura non sia dalla parte di Kira? Inoltre…” Avevo paura a proseguire quel discorso. Quello che la mia mente stava partorendo era persino troppo logico. Avevo cominciato a sudare freddo. I miei occhi avevano assunto una strana curvatura “… Potrebbero esserci delle regole non scritte che regolano il rapporto fra lo shinigami ed il possessore del quaderno”. La mia mano strinse il braccio del mio ragazzo con tutta la forza che poteva. Sembrava quasi che gli stessi dando un forte pizzico. Non potevo più camuffare la mia preoccupazione “Non possiamo essere così precipitosi, L. Non dobbiamo! La posta in gioco è troppo alta, soprattutto per te! Ti prego, L! Ho paura! Non voglio che ti capiti qualcosa di brutto. Non voglio perderti proprio adesso!”.
Senza rendermene nemmeno conto mi ero avvinghiata a lui con tutto il corpo. Lo stringevo così forte che quasi mi mancava il respiro. Lo sguardo di L invece era fisso in direzione di un qualche punto nell’oscurità. Dovevo aver detto qualcosa che aveva suscitato senza dubbio il suo interesse ma ancora non osava proferire parola.
 Ad un tratto mi staccò da sé. Parlò, i suoi occhi ancora non erano rivolti a me.
“Sì, potresti avere ragione, e molta. Non ci avevo minimamente pensato”
Con un sospiro rivolse finalmente ogni attenzione al mio viso.
“Sai, stavo quasi per proporre questa mia idea all’intero quartier generale senza prima avvisarti. In effetti sarebbe stata una mossa avventata e, chi può dirlo, magari sarei già morto”.
Nell’udire quelle parole il mio cuore percepì come un tonfo. L se ne accorse e mi strinse nuovamente a sé.
“Stai tranquilla, Amore mio. Grazie a te non è accaduto niente. Però…” Si fermò un istante come se non sapesse più cosa dire “… Però adesso dovremo necessariamente trovare un altro sistema per smascherare Light”.
  
 
  
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