Nota: questa storia è stata scritta non
prendendo in considerazione alcuni importanti avvenimenti. Oscar e André hanno
combattuto durante la presa della Bastiglia senza essere uccisi, perciò, avendo
paura l’uno della morte dell’altra e volendo rimanere finalmente insieme, hanno
deciso di andarsene per un po’, così lei avrebbe potuto seguire i consigli del
suo medico (la forma di Tubercolosi nel mio immaginario è più leggera e quindi
riesce a guarire) per rimettersi. André continua a vedere poco dall’altro
occhio, ma non perde completamente la vista; ho dovuto fare così, perché sembra
proprio che l’autrice volesse farli morire ad ogni costo!
Queste
saranno le premesse anche delle mie prossime fic
ambientate dopo la fine della storia.
Ed ora,
buona lettura!
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Un piccolo paradiso
Il lento
avanzare delle onde sulla riva. Talvolta, il verso di un gabbiano che volava a
pelo d’acqua. Non un altro suono a disturbare la quiete di quella piccola
spiaggia, che risplendeva di rosso e arancio sotto i caldi raggi del sole che
tramontava.
Nel pieno
dell’estate, mentre tumulti rivoluzionari attraversavano il resto del paese,
quel piccolo angolo di pace trasmetteva una tale serenità che tutto sembrava
lontano, quasi fosse estraneo, quasi non facesse parte della bella e tormentata
Francia.
Sulla sabbia
sottile, rossa e dorata, splendente sotto la luce del tramonto, due splendidi
cavalli correvano senza sosta, l’uno nero e l’altro bianco; a guidarli, un uomo
e una donna, che godevano nella sua interezza di quel piccolo paradiso
francese. E ogni volta che giungevano agli scogli, tornavano indietro e
correvano ancora, perché tanto avevano atteso a terra, immobili, a guardare
quel meraviglioso paesaggio senza provare l’ebrezza del vento tra i capelli,
del mondo che scorre veloce accanto a sé.
Ma il tempo
scorre rapido, e la sabbia era bianca come bianca è la luce della luna, che
illumina e rischiara l’oscurità del mare; sembra che inviti ad avvicinarsi, ad
immergersi nel buio delle onde fino a raggiungere quella luce riflessa, così da
immaginare che non sia più notte.
E mentre la
luna si ergeva sempre più alta sopra il mare, i due cavalli riposavano sulla
sabbia e i due cavalieri, con la schiena poggiata su uno scoglio, osservavano
con passione quello spettacolo meraviglioso; lui la stringeva al petto, quasi
avesse paura di lasciarla andare, mentre con le dita le sfiorava i lunghi
capelli biondi, carezzati dalla brezza marina di una tiepida notte d’estate.
“André”
“Sì, Oscar?”
“Ricordi
quando venimmo qui per la prima volta? È stato molto tempo fa. Se non sbaglio,
avevo cinque o sei anni”.
“Sì… sì, me
lo ricordo”. Un sorriso comparve sulle labbra. “Eri stata poco bene e il
dottore aveva detto di portarti in un posto dove l’aria fosse pulita. Rimanemmo
tutta l’estate e, se la memoria non m’inganna, anche il mese di ottobre”.
“Già. Ci era piaciuto così tanto stare qui che
avevo quasi supplicato mio padre di lasciarci ancora un po’! Ricordo anche che
avevamo costruito una immensa fortezza con la sabbia, vicino alla riva… qual
era il punto preciso?”
Si
guardarono attorno nel tentativo di riportare alla memoria il luogo in cui,
tanti anni prima, era sorto il castello di sabbia.
“Credo che
fosse lì, Oscar. Vedi? È di fronte all’ultima fila di alberi. Avevamo scelto
quel punto perché potessimo ritrovarlo più facilmente”.
“È vero, era
proprio lì! Però tu eri riuscito a perderti lo stesso, perché pensavi fosse
dall’altra parte: abbiamo discusso un’ora intera prima che ammettessi che ti
eri dimenticato!”
I due risero
di gusto. Poi lei si alzò in piedi, liberandosi dal suo abbraccio e avvicinandosi
alla riva; André la seguì e insieme passeggiarono nell’acqua fresca della notte,
coi piedi scalzi bagnati dal mare fino quasi alle ginocchia.
“E questa
volta quanto rimarremo, André? Faremo i capricci e resteremo un po’ di più?”
Il tono era
divertito, ma la domanda sembrava avere grande importanza. Fermatasi accanto a
lui, lo guardava in attesa di una risposta, così André si voltò e si avvicinò,
sorridendole.
“Penso che
farò i capricci per tutta la vita, Oscar, pur di rimanere qui con te”.
E mentre un
intenso e lungo bacio suggellava la loro decisione, la luna correva a
nascondersi, per lasciare il posto alla luce rosata dell’alba, che donò nuovo
colore e vita a quel piccolo angolo di paradiso.
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1) Non ho
voluto dare un’ambientazione troppo precisa del luogo, per cui immaginatelo nella
zona della Francia che preferite ;)
2) La storia
è volutamente breve e vede succedersi prima il tramonto, poi la notte ed infine
l’alba; naturalmente, hanno parlato e camminato altre volte durante la notte
oltre a quello che avete letto nella storia, ma non mi sembrava il caso di
aggiungere altro: penso che avrebbe rovinato l’atmosfera!
3)Le parole sono 587