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Autore: Paperetta    21/08/2011    6 recensioni
"Sulla sabbia sottile, rossa e dorata, splendente sotto la luce del tramonto, due splendidi cavalli correvano senza sosta, l’uno nero e l’altro bianco; a guidarli, un uomo e una donna, che godevano nella sua interezza di quel piccolo paradiso francese [...]"
One shot scritta per il concorso "One shot dell'estate".
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota: questa storia è stata scritta non prendendo in considerazione alcuni importanti avvenimenti. Oscar e André hanno combattuto durante la presa della Bastiglia senza essere uccisi, perciò, avendo paura l’uno della morte dell’altra e volendo rimanere finalmente insieme, hanno deciso di andarsene per un po’, così lei avrebbe potuto seguire i consigli del suo medico (la forma di Tubercolosi nel mio immaginario è più leggera e quindi riesce a guarire) per rimettersi. André continua a vedere poco dall’altro occhio, ma non perde completamente la vista; ho dovuto fare così, perché sembra proprio che l’autrice volesse farli morire ad ogni costo!

Queste saranno le premesse anche delle mie prossime fic ambientate dopo la fine della storia.

Ed ora, buona lettura!

 

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Un piccolo paradiso

 

Il lento avanzare delle onde sulla riva. Talvolta, il verso di un gabbiano che volava a pelo d’acqua. Non un altro suono a disturbare la quiete di quella piccola spiaggia, che risplendeva di rosso e arancio sotto i caldi raggi del sole che tramontava.

Nel pieno dell’estate, mentre tumulti rivoluzionari attraversavano il resto del paese, quel piccolo angolo di pace trasmetteva una tale serenità che tutto sembrava lontano, quasi fosse estraneo, quasi non facesse parte della bella e tormentata Francia.

Sulla sabbia sottile, rossa e dorata, splendente sotto la luce del tramonto, due splendidi cavalli correvano senza sosta, l’uno nero e l’altro bianco; a guidarli, un uomo e una donna, che godevano nella sua interezza di quel piccolo paradiso francese. E ogni volta che giungevano agli scogli, tornavano indietro e correvano ancora, perché tanto avevano atteso a terra, immobili, a guardare quel meraviglioso paesaggio senza provare l’ebrezza del vento tra i capelli, del mondo che scorre veloce accanto a sé.

Ma il tempo scorre rapido, e la sabbia era bianca come bianca è la luce della luna, che illumina e rischiara l’oscurità del mare; sembra che inviti ad avvicinarsi, ad immergersi nel buio delle onde fino a raggiungere quella luce riflessa, così da immaginare che non sia più notte.

E mentre la luna si ergeva sempre più alta sopra il mare, i due cavalli riposavano sulla sabbia e i due cavalieri, con la schiena poggiata su uno scoglio, osservavano con passione quello spettacolo meraviglioso; lui la stringeva al petto, quasi avesse paura di lasciarla andare, mentre con le dita le sfiorava i lunghi capelli biondi, carezzati dalla brezza marina di una tiepida notte d’estate.

“André”

“Sì, Oscar?”

“Ricordi quando venimmo qui per la prima volta? È stato molto tempo fa. Se non sbaglio, avevo cinque o sei anni”.

“Sì… sì, me lo ricordo”. Un sorriso comparve sulle labbra. “Eri stata poco bene e il dottore aveva detto di portarti in un posto dove l’aria fosse pulita. Rimanemmo tutta l’estate e, se la memoria non m’inganna, anche il mese di ottobre”.

“Già.  Ci era piaciuto così tanto stare qui che avevo quasi supplicato mio padre di lasciarci ancora un po’! Ricordo anche che avevamo costruito una immensa fortezza con la sabbia, vicino alla riva… qual era il punto preciso?”

Si guardarono attorno nel tentativo di riportare alla memoria il luogo in cui, tanti anni prima, era sorto il castello di sabbia.

“Credo che fosse lì, Oscar. Vedi? È di fronte all’ultima fila di alberi. Avevamo scelto quel punto perché potessimo ritrovarlo più facilmente”.

“È vero, era proprio lì! Però tu eri riuscito a perderti lo stesso, perché pensavi fosse dall’altra parte: abbiamo discusso un’ora intera prima che ammettessi che ti eri dimenticato!”

I due risero di gusto. Poi lei si alzò in piedi, liberandosi dal suo abbraccio e avvicinandosi alla riva; André la seguì e insieme passeggiarono nell’acqua fresca della notte, coi piedi scalzi bagnati dal mare fino quasi alle ginocchia.

“E questa volta quanto rimarremo, André? Faremo i capricci e resteremo un po’ di più?”

Il tono era divertito, ma la domanda sembrava avere grande importanza. Fermatasi accanto a lui, lo guardava in attesa di una risposta, così André si voltò e si avvicinò, sorridendole.

“Penso che farò i capricci per tutta la vita, Oscar, pur di rimanere qui con te”.

E mentre un intenso e lungo bacio suggellava la loro decisione, la luna correva a nascondersi, per lasciare il posto alla luce rosata dell’alba, che donò nuovo colore e vita a quel piccolo angolo di paradiso.

 

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1) Non ho voluto dare un’ambientazione troppo precisa del luogo, per cui immaginatelo nella zona della Francia che preferite ;)

2) La storia è volutamente breve e vede succedersi prima il tramonto, poi la notte ed infine l’alba; naturalmente, hanno parlato e camminato altre volte durante la notte oltre a quello che avete letto nella storia, ma non mi sembrava il caso di aggiungere altro: penso che avrebbe rovinato l’atmosfera!

3)Le parole sono 587

 

  
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