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Autore: melottina    21/08/2011    2 recensioni
Dopo la guerra la vita di Harry è immobile, ma un piccolo turbine di nome Teddy sta per fare il suo ingresso nella vita del Salvatore. Una nuova missione l'aspetta: questa volta non di morte, ma di vita e sarà il collante di vecchi amici e nemici.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NdA: Non so perché i dialoghi siano venuti fuori puntati, prima o poi lo scopriro, ma per il momento abbiate pazienza e chiudete un occhio. Colgo l'occasione per ringraziere la mia beta lunamo64 per il suo prezioso lavoro. Buona lettura!

* * *

Erano trascorse tre settimane. Settimane che sarebbero state considerate infernali da qualsiasi mago sano di mente. Per Harry, invece, erano state una benedizione: nessun pensiero triste e legato alla guerra aveva sfiorato il cervello del giovane; nonostante l'ansia che la situazione gli procurava, Harry non aveva sprecato un minuto a rimuginare tra sè o a piangere sul passato che era, appunto, passato e lì restava, fermo e immutabile; il futuro era tutta un'altra cosa. Il futuro richiedeva pianificazione e azione, una buona dose di coraggio e molta energia ed Harry le aveva finalmente ritrovate.

Per prima cosa Hermione l'aveva aiutato a scrivere le lettere: il Ministero aveva risposto dopo qualche giorno: dopo un paio di scambi era stato raggiunto l'accordo per cui Teddy sarebbe passato in sua custodia il secondo fine settimana di Agosto. Questo lasciava il tempo di sistemare le altre faccende e di prendere un minimo di confidenza col piccolo, prima del trasferimento ad Hogwarts per l'ultimo anno. Ebbene sì, alla fine Hermione l'aveva avuta vinta: la Preside aveva risposto subito e aveva fissato un appuntamento con Harry per la settimana successiva, il 31 Luglio, precisamente...

 

* * *

 

In molti si erano proposti di accompagnarlo al colloquio con la McGrannit, ma il neo-diciottenne-Harry aveva preferito andare da solo. Il castello avrebbe risvegliato ricordi e sentimenti dolorosi: si rendeva anche conto, però, che avrebbe dovuto affrontarli e superarli il più presto possibile, se voleva viverci per un altro anno. Così si era Materializzato davanti ai cancelli di Hogwarts trattenendo il fiato e con gli occhi chiusi. Dopo aver preso un bel respiro li aveva aperti e le sue iridi verdi si erano accese di speranza: il castello era stato quasi completamente ricostruito.

Attraversò il parco e raggiunse il portone d'ingresso: ad ogni passo sentiva il cuore alleggerirsi e allargarsi. Una volta entrato non si stupì nel vedere che era tornato quasi tutto come prima: certo, mancavano ancora delle piccole cose come le clessidre per i punti delle Case e alcuni quadri alle pareti, ma il grosso del lavoro era fatto; non v'era alcun dubbio che, all'apertura dell'anno scolastico, tutto sarebbe stato in perfetto ordine e la scuola pronta a ricevere i ragazzi del primo anno e a sorprenderli con le sue meraviglie.

Quando fu davanti al Gargoyle, il passaggio alle scale che portavano nell'ufficio della preside si aprì, senza bisogno della password e ad Harry parve quasi di vedere un inchino appena accennato da parte della statua di pietra: per un attimo pensò di chiedere alla Preside, ma cambiò subito idea; se fosse stato solo uno scherzo della sua testa, una domanda del genere sarebbe stato solo indice di boria e sfrontatezza. Forse aveva davvero visto male...

  • Entri Mr. Potter!

Ecco un'altro mistero insolvibile: non faceva mai in tempo a bussare che veniva invitato ad entrare in presidenza; le prime volte gli era quasi venuto il dubbio che nel magico castello venissero usati metodi babbani, come telecamere a circuito chiuso e sensori a infrarossi... un giorno si era persino messo a cercarle.

  • Professoressa, la ringrazio per avermi ricevuto, so quanto sia impegnata in questi giorni e, la prego, mi chiami Harry!
  • E' un piacere vederti, Harry, il tuo periodo di distacco, per quanto pienamente comprensibile, ha preoccupato anche me, ma sono lieta di sapere che hai intenzione di tornare tra queste mura! Accomodati e prendiamo un tè, mentre discutiamo delle pressanti questioni di cui mi hai accennato nella lettera.
  • La ringrazio Professoressa...

La titubanza del ragazzo era chiara come il sole agli occhi attenti dell'insegnante più anziana e saggia della scuola. Harry non sapeva come cominciare a parlare di tutti i dubbi che lo assillavano: voleva tornare a scuola e provare ad avere una vita normale, o quasi. Voleva raggiungere quegli obiettivi che si era prefissato per orgoglio personale, una volta tanto: non aveva davvero la più pallida idea di come avrebbe potuto conciliare tutto ciò con la presenza di Teddy nella sua vita.

  • Oh! Avanti Harry! Qualsiasi cosa tu debba dirmi non sarà terribile quanto un basilisco nel seminterrato! Sono certa che troveremo una soluzione a qualsiasi tuo problema! Non sei solo, ragazzo, e si dà il caso che la tua attuale alleata sia la preside e non un paio di amici dodicenni, per quanto coraggiosi essi fossero!

Il sorriso del giovane si rispecchiò in quello della sagace signora, la quale assaporando il tè, si apprestò ad ascoltare il ragazzo.
 

  • Professoressa il mio periodo di distacco è finito nel momento in cui ho ricevuto la lettera del Ministero dove mi si chiedeva di prendermi cura di Teddy Lupin...

 

Harry non aveva mai sopportato troppi giri di parole, meglio essere chiari e diretti: i problemi venivano inquadrati più facilmente e le soluzioni trovate più velocemente, se c'erano....
 

  • Lui è fondamentalmente il motivo per cui sono qui: voglio essere un bravo tutore per lui, voglio che sia soddisfatto, felice di stare con me, ma non posso fare in modo che tutto questo accada a meno che io per primo non realizzi me stesso. Hermione pensa, e io con lei, che la prima cosa da fare sia scegliere cosa voglio essere da grande: visto che non ho le idee molto chiare al riguardo, credo che frequentare l'ultimo anno e diplomarmi sia la migliore soluzione: mi darebbe il tempo per capire quale sia il mestiere più adatto a me e le capacità di svolgerlo...

Hermione, la sua studentessa più brillante e, anche se non lo dava a vedere in pubblico, anche la sua preferita. Si era affezionata a lei ed era stato un punto di riferimento ed un aiuto eccezionale durante la guerra. Evidentemente la sua intelligenza e il suo supporto non venivano a mancare neanche nella vita di tutti i giorni.


  • Il problema è che Teddy dovrebbe star....
  • Il problema non sussiste Harry! Tu a diciassette anni hai risolto uno dei problemi più grandi che il Mondo Magico abbia mai avuto, il minimo che posso fare è procurarti un alloggio adeguato alle tue esigenze e anche il supporto di cui avrai bisogno per conciliare lo studio e i doveri di tutore. Si dà il caso che gli alloggi per i ragazzi dell'ottavo anno non siano ancora stati sistemati; l'idea è di dare ad ognuno di voi una stanza singola con bagno personale; questo perché dall'anno prossimo non esisterà più l'ottavo anno e le stanze saranno utilizzate per gli ospiti occasionali. Come vedi non sarà difficile aggiungere alla tua stanza ciò di cui ha bisogno un bambino. In questo modo non sarai separato dai tuoi compagni, potrai fare una vita da studente, anche se in modo limitato, e allo stesso tempo avrai il piccolo Teddy vicino. Inoltre ti assegnerò un paio di elfi della scuola con il ruolo di baby-sitter e sarai tu a relazionarti con loro, così da avere la totale gestione della vita del bambino.

Ad Harry mancavano le parole, non che ci fosse molto altro da dire, ma il fatto di far sembrare tutto molto semplice era una caratteristica che la Preside condivideva con Hermione: forse era il fatto che entrambe facevano affidamento sulla logica o forse erano semplicemente donne.... a pensarci bene anche Molly aveva sempre una soluzione semplice e lineare per tutto, o quasi...

Ma la donna in questione non aveva ancora finito, Harry lo sapeva; era sempre così: finito il discorso pratico iniziava quello morale/psicologico/sentimentale.... i discorsi con Ron finivano sempre prima e di questo ne era grato.

  • Rgazzo mio! Non sarai mai solo! Come amava ricordare Albus: Hogwarts tenderà sempre una mano a coloro che lo chiederanno.

  • Grazie Professoressa!

Ed Harry era veramente grato alla Preside. Era tutto così strano. Sembrava che ad ogni piccolo passo in avanti il mondo fosse più luminoso e il cuore più leggero. Sembrava che ad ogni gradino ci fosse qualcuno che lo incitasse a braccia aperte. Sembrava che per magia il buio fosse sempre più lontano. Certo, non sarebbero mancate le sfide, ma erano appunto questo: sfide. Avvincenti, impegnative, ma nessuna catastrofe, nessuna tragedia, solo la vita.

E con questo stato d'animo il ragazzo aveva passato il resto della mattinata, chiacchierando del più e del meno. Nonostante l'invito a fermarsi per il pranzo, Harry aveva preferito congedarsi: c'erano ancora molte cose da risolvere e non molto tempo per farlo.

Riattraversando il castello si accorse di quanti maghi fossero al lavoro. La McGrannit gli aveva spiegato che per la ricostruzione si era potuto fare affidamento su un numero incredibile di volontari, ma soprattuto sul finanziamento inaspettato da parte dell'erede dei Malfoy. La Preside gli aveva confidato che il ragazzo si era presentato da lei subito dopo il processo, chiedendo di poter essere ammesso a frequentare l'ultimo anno: era disposto a fare qualsiasi cosa, a pagare qualsiasi prezzo, perché, dopo la caduta nel fango della sua famiglia, diplomarsi era l'unico modo che aveva per accedere al suo futuro. Ovviamente il biondo non si era espresso con queste parole e ovviamente la Preside aveva sottolineato che ogni ragazzo, comunque, aveva diritto allo studio; se avesse voluto contribuire alla ricostruzione della scuola lo avrebbe dovuto fare per il desiderio di cominciare una nuova vita all'interno della comunità magica e non al di sopra di essa. Dopo un paio di giorni nelle casse della scuola si era riversata un'ingente somma da donatore anonimo e al cancello principale si era presentato il primo Malfoy della storia in tuta e scarpe da tennis pronto a dare una mano con i lavori di rifacimento. Non ci voleva un Corvonero per tirare le somme.

Svoltando l'ennesimo angolo di pietra, dopo aver sceso l'ennesima rampa di scale ancora immerso nei suoi pensieri, Harry si sentì chiamare. La sua speranza di essere lasciato in pace dai suoi fan si frantumò in un istante. In effetti la mancanza di sguardi furtivi e occhiate al suo arrivo quella mattina erano state una piacevole sorpresa; analizzando la cosa si era convinto che il suo aspetto attuale – capelli un po' più lunghi e montatura rettangolare con lenti fotosensibili, regalo di Hermione e della famiglia Wesley – differiva di parecchio dall'immagine più diffusa che il Mondo Magico aveva di lui – ferito e stravolto appena dopo l'uccisione di Voldemort. Come. quando e chi avesse scattato quella foto restava ancora un'incognita.

Rassegnato a strette di mano e sorrisi di circostanza alzò lo sguardo: quello che vide gli ricordò che il tono con cui era stato chiamato non era di totale ammirazione, ma si sorprese anche che non fosse di sprezzante disgusto; il tono con cui era stato chiamato, si accoppiava perfettamente con lo sguardo sorpreso e l'atteggiamento vagamente imbarazzato di Draco Malfoy.

Ed era tutto vero:indossava pantaloni di tuta blu, una maglietta a maniche corte bianca e scarpe da ginnastica! Intendiamoci era tutto pulito e in ordine come i suoi capelli, ma non erano di certo abiti di sartoria.

L'assenza di risposta del moro diede a Draco il tempo di riprendersi, di raddrizzare la schiena e di continuare da dove si era bloccato.
 

  • Potter, anche tu liberamente arruolato per la ricostruzione di Hogwarts?

Tono sprezzante, mezzo ghigno e sguardo perforante: tutto secondo copione; quei vestiti dovevano essere un difetto di vista. Ma qualcosa di diverso c'era: il sarcasmo non grondava malevolenza, solo rassegnazione e a pensarci bene forse non era neanche sarcasmo, ma solo ironia... o magari le sue orecchie erano difettate come i suoi occhi,
 

  • Sono solo venuto a supervisionare i lavori per il dormitorio dell'ottavo anno...

Il mezzo sorriso – perché lui non sapeva ghignare – comprometteva parecchio il suo tentativo di dimostrarsi al di sopra della manovalanza, e il biondo non si fece impressionare, ma stette al gioco.

  • Il Salvatore Del Mondo Magico ha richieste speciali per la sua stanza?

  • In effetti si. Ho già esposto le mie idee alla Preside...

Non era del tutto una bugia, ma il giovane non resse alla piccola prova d'attore e rise, di una risata leggere e autocanzonatoria. Scuotendo la testa continuò...

  • Ci si vede a Settembre, Malfoy!

  • Ci si vede a Settembre. E tanti auguri Potter!

Ok, questo lo aveva sorpreso un bel po'...
 

  • E' sul Daily Profet, tutto il Mondo Magico sa che oggi è il tuo compleanno...

Ora era tutto più chiaro, ma lui aveva smesso di leggere il giornale da molto tempo ormai. Con un cenno del capo si voltò e con il passo più veloce uscì dalla scuola.

 

* * *

 

Ed ora era davanti alla porta di casa di Andromeda Tonks: doveva solo bussare, entrare e fare in modo che la sua nuova vita cominciasse. Aveva deciso di andare da solo, non voleva che il piccolo Teddy si trovasse di fronte a troppe persone nuove. Le poche volte che Harry aveva incontrato il piccolo, questi si era dimostrato dapprima incuriosito e poi a proprio agio. Nonostante ciò si era stabilito che Andromeda andasse a Grimmould Place una volta al giorno finche non fossero partiti per Hogwarts. Era tutto pianificato.

Bussare, entrare e iniziare una nuova vita.

  
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