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Autore: OpunziaEspinosa    21/08/2011    15 recensioni
E se Isabella Swan fosse la ragazza più popolare della scuola? Se fosse Edward Cullen il ragazzo nuovo in città? Chi dice che non sia LEI a doversi prendere cura di LUI? Breve FF su una semplice storia d'amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hola! Come sta procedendo la vostra estate? Spero bene!
Sarei "chiusa per ferie" fino a settembre, ma ero in crisi di astinenza. Diciamo che "tengo aperto per mezza giornata" ;-)
I prossimi capitoli saranno intensi, soprattutto il 10 (per cui dovrete aspettare ancora un pochino, 8-10 giorni). La storia sta andando esattamente dove volevo che andasse, fin dall'inizio. E mi sta regalando dei momenti davvero belli. Spero di non deludervi. Aspetto come al solito i vostri commenti!
Un Bacione,
Opunzia



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Capitolo 9
 
Non riesco a credere a quello che ho appena fatto. Non sono solo un imbranato. Sono un idiota, un imbecille, un pazzo. La ragazza di cui sono perdutamente innamorato, la ragazza che venero come se fosse una dea, e che sogno ogni notte, mi bacia, ed io che faccio? Me ne resto lì, come un fesso, con gli occhi sgranati e la bocca serrata, senza muovere un muscolo, senza ricambiare il suo bacio. Peggio, la lascio andare via senza dire nulla, senza cercare di trattenerla, senza darle una spiegazione. Chi diavolo al mondo farebbe una cosa del genere? Nessuno. A meno di non essere un ritardato. Oppure di chiamarsi Edward Cullen. Che è più o meno la stessa cosa.
Ancora seduto sul muretto di cinta che delimita il cortile della palestra ‒ lo sguardo basso e la testa tra le mani ‒ maledico me stesso e la mia totale mancanza di nerbo e di carattere. Se ne avessi ‒ anche solo un briciolo ‒ avrei risposto al bacio di Bella, ed ora noi saremmo qui insieme. Ci staremmo ancora baciando, le starei passando le mani tra i capelli, la starei accarezzando. Forse sentirei la sua leggera pelle d’oca, perché il sole è tramontato da un pezzo, ormai, ed è fresco. Allora le presterei la mia giacca. Gliela appoggerei delicatamente sulle spalle. Poi la stringerei a me, ed affonderei il naso tra i suoi capelli. Mi riempirei i polmoni del suo delizioso profumo di prati verdi e fioriti, e poi le solleverei il mento con un dito, per continuare ad assaporare le sue labbra al gusto di ciliegia.
Invece no. Sono qui, da solo, a rivivere a rallentatore quello che è successo con Bella qualche istante fa, come nel più spaventoso dei film horror, ancora ed ancora. Lei che si avvicina, lei che chiude gli occhi, le sue labbra che si posano sulle mie, ed io che non reagisco in nessun modo. Santo cielo, è un incubo!
Bella se n’è andata senza che io riuscissi a trovare la prontezza e la forza di trattenerla. Non l’ho mai vista così: fragile, confusa e vulnerabile. Lei, sempre così forte e determinata. Chissà cosa pensa di me, ora. Di sicuro si è resa conto di aver gettato alle ortiche le ultime settimane; di aver perso tempo a cercare qualcosa che, evidentemente, non c’è. Probabilmente, ora lei pensa di essersi sbagliata, e che in me c’è molto meno di quanto credesse; che non sono un brutto anatroccolo pronto a trasformarsi in un cigno.
Però… Però io amo Bella. Di un amore totale ed incondizionato. Farei di tutto per renderla felice. Non c’è cosa che non sarei disposto a regalarle, se me la chiedesse. Perché lei è così straordinaria da meritare solo il meglio. Ma come faccio a darle ciò che le spetta di diritto se non sono neppure in grado di baciarla? Come posso darle ciò che porto dentro? I miei sentimenti per lei sono talmente intensi che, a volte, mi sembra di bruciare. Se lei lo sapesse, se Bella capisse tutto questo, ciò che nascondo, ciò che non riesco a dimostrarle, forse comprenderebbe, e magari riuscirebbe anche a perdonarmi e a darmi un’altra possibilità. Giuro che questa volta non la butterei via, come ho fatto pochi minuti fa.
È vero, è dal primo bacio che si capisce se c’è alchimia tra due persone, ed il nostro primo bacio è stato un disastro. Ma quello non ero io. Quello è l’idiota che mi imbriglia da troppo tempo, e che sta rendendo la mia vita un inferno. Quello che ha paura di rischiare, che teme il giudizio delle persone, e si lascia condizionare dalle sue stupide insicurezze, facendosi del male. Quello che vuole fare la cosa giusta, ma finisce con lo sbagliare, sempre. Perché ascolta tutti meno che se stesso, meno che il proprio cuore.
È successo anche stasera. Paralizzato dall’idea che gli altri avrebbero avuto di me, vedendomi ballare, dal ridicolo a cui mi sarei sottoposto con i miei modi, goffi ed impacciati, sono fuggito da Bella. Mentre avrei dovuto infischiarmene; avrei dovuto preoccuparmi solo di lei, di come rendere questa serata indimenticabile per entrambi. Pur sapendolo, non l’ho fatto. Ho iniziato a rimuginare sulla mia inadeguatezza, come al solito, ed ho rovinato un momento bello ed importante: il nostro primo bacio.
Il mio problema più grande, ciò che mi blocca costantemente, è il non sentirmi sufficientemente speciale, il non sentirmi all’altezza, mai. Mi capita sempre, nelle circostanze più disparate. Ma soprattutto con Bella. Non capisco come lei possa volermi. Continuo a chiedermi: perché io? E non trovo una risposta. Ma non deve esserci necessariamente una risposta, giusto? L’amore è così: irrazionale. Non ci sono regole, non ci sono perché, non ci sono formule matematiche. L’amore non è una dannata equazione. È istinto, è passione, è necessità. Io ho bisogno di Bella e, miracolosamente, anche lei sembra aver bisogno di me. Devo solo accettarlo ed esserne felice e riconoscente. Nient’altro. Non c’è bisogno di analizzare tutto, di sapere l’esatto perché. Infondo lei me lo ha già detto.  Mi ha già spiegato cosa le piace di me. Mi è forse indispensabile capirne le ragioni? No. È così e basta.
Mi alzo e, con una risolutezza che mi era sempre stata estranea fino ad ora, decido di andare a cercare Bella. È probabile che la piccola umiliazione a cui l’ho sottoposta stasera, rifiutando il suo bacio, le abbia fatto cambiare idea sul mio conto, e l’abbia allontanata definitivamente da me. Ma questo non mi impedisce di sperare. Forse Bella ha ancora voglia di ascoltarmi, di riprovarci, di concedermi un’altra possibilità. E se, disgraziatamente, non dovesse essere così, accetterò la sua decisione, e mi scuserò per quanto è successo.  Comunque vadano le cose, le devo delle scuse; se le merita. Merita di sapere che non è colpa sua, che non ha fatto nulla di sbagliato. Al contrario, lei è stata perfetta, come sempre. Sono stato io a rovinare ogni cosa.
Torno in palestra e mi guardo intorno. Mi infilo tra gli altri studenti, percorro tutta la pista da ballo, con un nodo allo stomaco e le mani che mi sudano per la paura che tutto sia finito ancor prima di essere cominciato, pregando che Bella abbia la voglia di ascoltarmi e la pazienza di perdonarmi. Ma di lei non c’è traccia.
“Leah, hai visto Bella?” chiedo in preda all’ansia, una volta raggiunto il bancone del bar.
“Credevo fosse con te,” risponde distrattamente Leah, mentre svuota in una pattumiera dei piattini di plastica rossa. “Jake,” chiede al suo ragazzo, a pochi passi di distanza. “Hai visto Bella? Edward la sta cercando.”
Jake mi lancia uno sguardo enigmatico. “Sì,” dice. “Poco fa. Ha preso Alice per mano e se ne sono andate, insieme. Sembrava piuttosto turbata.”
“Dove?” chiedo guardandomi intorno freneticamente, senza riuscire a celare il nervosismo.
“Cosa le hai fatto?”
“Dove, Jake?” insisto.
Jake si avvicina e stringe gli occhi. Mi osserva con l’aria scettica ed un po’ ostile, appoggiando entrambe le mani al bordo del bancone. “Cosa le hai fatto, Cullen?” chiede di nuovo, sporgendosi in avanti, minaccioso.
Leah guarda me, poi Jake, poi di nuovo me, senza capire. “Che succede, ragazzi?” chiede allarmata.
“Lascia stare,” borbotto. “La trovo da solo.” E senza aggiungere altro, me ne vado.
Non capisco perché Jake sia sempre così sgarbato con me. Perché ha subito pensato che io abbia fatto del male a Bella? Beh, sì, è vero, l’ho ferita, credo. Ma di sicuro non nel modo in cui pensa Jake. In fondo, chi potrebbe immaginare quello che è successo tra me e Bella, poco fa? Chi riuscirebbe a crederci?
Cammino alla cieca per un po’, ripercorrendo la palestra, controllando con lo sguardo gli spalti.
Dove vanno le ragazze, per parlare? Dove vanno le ragazze quando si sentono giù, quando si vogliono confidare tra di loro?
Inquadro il portoncino a due battenti che conduce agli spogliatoi e capisco. Lo raggiungo, afferro i maniglioni antipanico e li spingo. Poi imbocco il corridoio e lo percorro, lentamente. La luce è fioca, solo una delle lampade al neon appese al soffitto è accesa. Alle mie spalle sento la musica affievolirsi e trasformarsi in una sorta di strana eco. La porta degli spogliatoi delle ragazze è socchiusa. Mi guardo intorno, con circospezione, e mi accerto che non ci sia nessuno. La spingo un poco, tendo l’orecchio, e resto in ascolto. Poi, come speravo e temevo allo stesso tempo, sento due voci femminili. Sento le voci di Bella e di Alice.
Lo so, non dovrei restarmene qui, nella semioscurità, appoggiato alla parete ad origliare la loro conversazione. È disgustoso, oltre che vile. Dovrei andarmene, lasciarle al loro momento di intimità. Permettere a Bella di sfogarsi con la sua migliore amica ed aspettarla altrove, in attesa che finisca. Ma è più forte di me. Ho bisogno di sapere quello che lei pensa senza filtri; quello che lei dice di me alle sue amiche quando non sono presente. Cos’ha provato quando non ho ricambiato il suo bacio? Ho ancora qualche speranza con Bella? Mi voglio buttare, ma se avessi una piccola indicazione su come comportarmi, forse potrei evitare di sfracellarmi al suolo. Ho troppa paura di sfracellarmi al suolo.
Fatico a capire cosa dicono, e capto solo delle parole isolate e mezze frasi. La voce di Alice è più bassa e tranquilla. Quella di Bella, invece, si anima di tanto in tanto, certamente vittima dell’enorme frustrazione a cui l’ho sottoposta. E non solo stasera.
“… ma Bella, devi capire…”
“… lui non parla…  confusa … rifiutata…”
“… ne vale la pena… Edward… sicura… al tuo posto…”
“… non lo so… deprimente… è così fragile…”
“… non è giusto… Chicago… anno prossimo… ne sei sicura?”
“… per favore… impotente… farne a meno…”
“… taglio netto… soluzione…”
“… fa male…”
Oh, mio Dio… Ho capito bene? Alice sta forse convincendo Bella a lasciarmi perdere?
Quella morsa che già mi stringeva lo stomaco si fa ancora più stretta.
Mi avvicino di un altro passo, quasi infilo la testa nella porta, e trattengo il respiro, nella speranza che questo possa aiutarmi a sentire meglio. Sono sicuro di non aver equivocato, malgrado abbia recepito solo brevi stralci della loro conversazione. Tuttavia una piccola parte di me spera di essersi sbagliata, o se non altro che Bella confessi ad Alice di volermi regalare un'altra chance.
Mentre mi concentro e tendo l’orecchio, in lontananza sento una porta sbattere; poi un gruppo di voci maschili, ed una risata sguaiata e fastidiosa che conosco bene.
“Gli spacco la faccia a quello stronzo. Gliela faccio pagare, lo giuro…”
Nella penombra intravedo la figura di James, in compagnia di un gruppo di tre o quattro ragazzi che non ho mai visto prima. Forse sta parlando di me, o forse no. James odia tutti, qui a scuola. Non mi stupisce sapere che voglia prendere a pugni qualcuno. Ciò di cui sono assolutamente certo, però, è che sono in cima alla sua lista. Quando mi capita di incrociarlo nei corridoi del liceo, o magari per strada, o al Red Lion, mi lancia occhiate cariche d’odio. Poi, immancabilmente, si porta un dito alla gola e lo fa passare da destra a sinistra, lentamente, come per dire: “se ti prendo ti sgozzo.”
Non ho mai capito perché James ce l’abbia tanto con me: non gli ho mai fatto nulla. Non riesco a credere che mi detesti così tanto solo perché sono finito sotto l’ala protettiva di Bella e dei suoi amici. Inoltre non capisco perché abbia paura di Bella e, in sua presenza, malgrado non riesca a nascondere la stizza, si faccia mansueto come un agnellino. L’ho chiesto a Bella, ma lei è rimasta sul vago, ed io non ho insistito nel cercare una spiegazione.
Qualunque sia il motivo, farmi sgozzare, o spaccare la faccia ‒ se è di me che James sta parlando con i suoi amici ‒ non mi alletta per niente. Così me la svigno in silenzio, terrorizzato dall’idea che mi possa aver visto.
 
Trovo rifugio in cortile. Mi siedo su una panchina ed inizio ad osservare i miei compagni di scuola. Fanno avanti e indietro dalla palestra, probabilmente cercano un po’ di refrigerio nell’aria fresca della notte, dopo lo sforzo del ballo. Si riuniscono in piccoli gruppi isolati: chiacchierano, ridono, si fumano una sigaretta, o bevono una birra di nascosto.  Alcune coppie si appartano tra gli alberi per scambiarsi delle effusioni. Hanno tutti l’aria felice e spensierata di chi si diverte, di chi ha diciassette anni e non ha pensieri per la testa. Quanto li invidio.
“L’hai trovata?” Mi volto e vedo Jake, in piedi, con le mani in tasca. Mi osserva a pochi metri di distanza, lo sguardo serio.
“Sì,” rispondo, consapevole che sta parlando di Bella, anche se non l’ha nominata. Forse si aspetta che aggiunga qualcosa, ma non lo faccio. Mi giro di nuovo e ricomincio ad osservare chi mi sta intorno.
Jake resta in piedi dietro di me per qualche istante, in silenzio. Poi decide di sedersi sull’estremità opposta della panchina. “Avete risolto?” chiede.
Sento il suo sguardo penetrante ed indagatore addosso. Mi mette a disagio, ma peggio del bacio‒non‒bacio con Bella credo non possa esserci nulla. Non rispondo, ed alzo le spalle con un gesto eloquente.
“Cosa le hai fatto, Cullen?” Jake tenta di mantenere un tono neutro, per non spaventarmi, od offendermi, ma è evidente che si sta sforzando parecchio.
“Perché pensi che le abbia fato qualcosa?” borbotto, chiaramente infastidito.
“Mi sbaglio?”
Non confermo, e neppure smentisco. Ma, in fin dei conti, Jake ha ragione: ho ferito Bella.
“Allora?” insiste.
“Niente,” esclamo sconsolato, appoggiando i gomiti alle ginocchia, e prendendo  la testa tra le mani. “È questo il problema: niente…”
“Potresti spiegarti meglio?”
Mi tiro su ed abbandono la testa all’indietro, sospirando. Il cielo è coperto, come al solito. Non si vede neppure una stella, e non c’è traccia della luna. È molto probabile che scoppi un acquazzone da un momento all’altro.
“Bella ha cercato di baciarmi…” ammetto. Quello che è successo è vergognoso ed umiliante, ma non posso fare a meno di dirlo ad alta voce, di parlarne con qualcuno. Preferirei che al posto di Jake ci fosse Jasper. Con lui mi è più facile comunicare. Ma Jake è il migliore amico di Bella. Forse lui può darmi un consiglio, dirmi ciò che devo fare; se posso ancora rimediare e, soprattutto, come.
“E?” chiede con estrema cautela. “Non le sarai mica saltato addosso, Cullen?” Jake si anima improvvisamente. “Per questo era così turbata? Le sei saltato addosso?”
Mi volto di scatto verso di lui, quasi divertito dall’idea che Jake mi possa ritenere capace di fare una cosa simile. “Jake,” gli faccio presente. “Stiamo parlando di me. Tu credi che io possa saltare addosso ad una ragazza? Davvero?”
Lui scrolla le spalle. “Di solito sono quelli dall’aria ingenua ed innocua ad essere i più pericolosi,” borbotta.
“Beh, non è il mio caso, Jake,” sospiro. “Non le sono saltato addosso,” ammetto, distogliendo lo sguardo, ed arrossendo, credo. “Bella mi ha baciato, ed io sono rimasto lì, immobile. Non ho ricambiato il suo bacio.”
“Tu non hai…”
“No.”
“Perché?”
“Panico?”
“Oh.”
“Ho combinato un casino…”
Spero in qualche parola di incoraggiamento, tipo: “Ma no, figurati, si sistemerà tutto.” Ma Jake non dice nulla, ed il suo silenzio mi getta ancora di più nello sconforto. Come si dice? Chi tace acconsente?
“Piaci a Sally Winters,” dice dopo un po’.
“Eh?”
“Piaci a Sally Winters, ed anche a Vanessa Young.”
“Che?” Sally Winters? Vanessa Young? Non so neppure chi siano.
“Non piaci solo a Bella, a quanto pare,” mi spiega. “Ci sono altre ragazze, a scuola, che stravedono per te.”
Ragazze che ‘stravedono’ per me? Qui a Forks? Impossibile. Non ci credo.
“Jake, mi stai prendendo in giro? Se è così, non è divertente…”
“No. Le sentivo chiacchierare al bar, poco fa. Entrambe pensano che tu sia molto… carino,” dice facendo una smorfia ed alzando gli occhi al cielo, come se gli costasse una fatica enorme. Non tanto farmi un complimento, quanto parlare di queste cose: sentimenti. “Amano la tua aria stralunata, i tuoi modi gentili, i tuoi occhi verdi, e… che altro? Ah, sì: il tuo sorriso così ‘luminoso’,” conclude sollevando entrambe le mani e tracciando immaginarie virgolette nell’aria.
Io lo osservo con gli occhi sbarrati, come se mi trovassi di fronte ad un pazzo in pieno delirio.
“Vanessa vorrebbe chiederti di uscire,” continua. “Ma sa che sei cotto di Bella. Sembrava piuttosto contrariata. Lei pensa di essere più adatta a te. Giudica  Bella troppo ‘appariscente’. È evidente che non la conosce affatto…”
“Jake, ti sei fumato qualcosa?” chiedo, in un impeto di coraggio. Non mi sono mai rivolto a Jake in modo così diretto e sfacciato. Mi aspetto un ceffone da un momento all’altro.
Con mio enorme sollievo Jake si limita a lanciarmi un’occhiataccia. “Senti, Cullen, primo: io non mi faccio canne. E poi ti sembro il tipo che si inventa storie di questo genere per tirare su il morale ad un amico?”
“A‒Amico?” Ma chi è questo tizio che mi siede di fianco? Il gemello buono di Jacob Black?
“Beh,” borbotta con il suo solito fare da orso. “Mi pare che tu, ormai, sia ufficialmente parte del gruppo.”
“Credevo di non piacerti...” azzardo, ancora incredulo.
“Perché?”
“Sei sempre così freddo, distaccato…”
“Cullen, io sono fatto così. Io non sono un compagnone. Io non sono amichevole con nessuno, a parte la mia ragazza e Bella.”
“Questo è vero…” ammetto.
“È una questione di carattere. Tu sei timido, Bella è solare ed io sono diffidente. Questo non significa che tu sia uno sfigato, o Bella una sciacquetta, od io uno stronzo. Non ti pare?”
Sorrido. Jake ha colto nel segno. È un bravo ragazzo, dopotutto. Ora capisco perché Bella gli voglia così bene.
“Perché mi hai raccontato di Vanessa e Sally?”
“Perché hai bisogno di credere di più in te stesso. E sapere che Bella non è l’unica pazza a provare qualcosa per te, forse ti può aiutare a superare le tue insensate paure. Porca miseria, Cullen, davvero non sei riuscito a baciarla?”
“Jake?!”
“Ok, ok…” dice sollevando le mani, in segno di resa. “Suppongo possa capitare. A nessuno di mia conoscenza,” riflette ad alta voce. “Ma suppongo possa capitare...”
È incredibile: Jake sta cercando di aiutarmi. Lo trovo surreale, ma è così. E lo apprezzo. Enormemente. “Grazie, Jake,” dico dopo qualche istante di imbarazzato silenzio.
“Di nulla… ma se riferisci a qualcuno della nostra conversazione, sarò costretto ad uccidere te e la persona con cui hai parlato. E ad occultare i vostri cadaveri.”
“Cercherò di essere discreto.”
“Perfetto. Va a cercare Bella, ora.”
Sentendo il suo nome, il mal di stomaco ritorna prepotentemente. “E se lei non mi volesse più?” chiedo, incapace di nascondere il mio terrore.
“Cullen, Bella non è una ragazzina, sciocca e superficiale. E poi è innamorata di te.”
Alzo la testa di scatto. “Innamorata?!”
So di piacere a Bella, ma non sospettavo minimamente che lei si fosse già innamorata di me. Credevo di doverle dimostrare molto di più, di doverla conquistare.
“Mio Dio, Cullen,” esclama Jake, scuotendo la testa, incredulo. “È tu dovresti essere quello intelligente del gruppo? Certo che Bella è innamorata di te! Non è evidente?”
Volgo il mio sguardo altrove, e comincio a fissare il vuoto, pensando a tutti i momenti che io e Bella abbiamo passato assieme, a scuola e a casa. Al modo in cui mi guarda, al modo in cui si rannicchia di fianco a me quando guardiamo la televisione. Oppure al modo in cui mi sorride, o ride alle mie battute sceme. Od ancora al modo in cui mi osserva estasiata quando suono per lei. A quando mi ha preso la mano per la prima volta, o a quando, meno di un’ora fa, mi ha trascinato sulla pista da ballo e mi ha attirato a sé, permettendomi di sentire il suo corpo ‒ tutto il suo corpo. A quando mi ha baciato... Forse sì, era evidente. Ma la mia insicurezza non conosce limiti.
“Lei… lei pensa che io sia… fragile,” confesso, ricordando le parole che ho sentito dire a Bella poco fa in palestra.
Jake non è per nulla stupito. “Beh, non è così?” osserva, “Non mi pare una ‘rivelazione’…”
No, il fatto che io sia fragile, timido od insicuro non è una rivelazione. Ma quello che pensa Alice ‒ e che magari pensano anche gli altri ‒ per me lo è.
“Alice stava convincendo Bella a lasciarmi perdere,” continuo. “Ne stavano discutendo poco fa, negli spogliatoi.”
“Ne sei sicuro?”
“Al 90%.”
Jake tira un lungo sospiro, ma, ancora una volta, non si scompone. “La cosa non dovrebbe sorprenderti, Cullen.”
“Cosa?” balbetto. “Solo… solo perché non l’ho baciata? Io… io posso riprovarci…”
Possibile che nessuno abbia un briciolo di stima e di fiducia nei miei confronti? Ok, io sono il primo a non averne. Però…
“Cullen, non è per quel bacio,” mi spiega Jake. “Semplicemente nessuno di noi vuole che Bella soffra. E mettendosi con te accadrà. È inevitabile.”
“Ma che stai dicendo, Jake? Io… Io non potrei mai fare del male a Bella! Io l’amo.”
Cos’è questa storia? Tutti i nostri amici credono che io sia un male per Bella? È ridicolo. Farei qualunque cosa per lei, per renderla felice.
“Certo che l’ami, Cullen. Ma accadrà lo stesso. Anche Bella ne è consapevole.”
“Perché? Perché lei pensa questo? Perché?” chiedo, in preda allo sconforto. “Bella pensa che io possa farla soffrire?”
“Rifletti, Cullen:  tu te ne andrai. Non resterai a Forks per sempre. L’anno prossimo, a quest’ora, te ne sarai già andato. E Chicago non si trova qui, dietro l’angolo.”
La verità di Jake mi colpisce in faccia come un treno in corsa.
“No, non lo è…” balbetto, distogliendo lo sguardo. “Dio, che stupido,” dico, prendendo nuovamente la testa tra le mani. “Io non ci avevo mai pensato. Io… È di questo che parlate, tu e Bella?” chiedo, volandomi verso Jake. “È stata lei a dirti che ha paura?”
“Sì,” ammette. “Ne abbiamo parlato spesso. Ma non le importa. Vuole stare con te comunque.”
Mi sento un idiota. In queste settimane non ho fatto altro che concentrarmi sulle cose sbagliate. Ho pensato a come rendermi più attraente agli occhi di Bella, pensando di essere ben lontano da meritare le sue attenzioni. Ma lei era già innamorata di me, malgrado i vestiti che indossavo, od il mio osceno taglio di capelli. Ho pensato solo ed esclusivamente a me stesso, alle mie insensate e sciocche paure. Non ho mai neppure sospettato che anche lei potesse averne, e per delle ragioni ben diverse, più concrete e reali. Come il fatto che, all’inizio del prossimo anno, sarò costretto ad andarmene da Forks. Le ricerche dei miei genitori non dureranno per sempre. Anche se tra di noi dovesse funzionare, anche se dovessimo scoprire di essere fatti l’uno per l’altra, io tornerò a Chicago, è inevitabile. È nella mia città che terminerò il liceo e frequenterò l’università. Dovrò separarmi da Bella e la lascerò sola. Com’è possibile che io non ci abbia mai pensato? Come ho potuto essere così cieco ed egoista? Di questo lei si preoccupava. Eppure non si è allontanata. Non ha rinunciato a me. Non ha rinunciato a noi. Ancora una volta si è dimostrata straordinaria, di una forza inaudita. Com’è possibile che in quel corpo così minuto si possa nascondere tanto coraggio e tanta determinazione? Come ho potuto permettere che lei, sola, fosse forte per entrambi? Sono uguale a tutti quei maiali che hanno cercato di farsela, di conquistarla come un trofeo, senza badare ai suoi sentimenti, e solo perché è la ragazza più carina e popolare di Forks. Anzi, forse sono peggio. Perché sono un vigliacco, oltre che stupido e patetico. La volevo, esattamente come loro ‒ la desidero ancora, in realtà, più dell’aria che respiro ‒ ma, contemporaneamente, mi tiravo indietro, adducendo come scusa la mia timidezza. Non deve più accadere. Mai più.
Mentre penso a tutte queste cose, sento dei passi avvicinarsi. Sono Alice e Jasper.
“Ragazzi,” chiede Alice. “Avete visto Bella?”
Scatto in piedi. “Non era con te?”
“Sì, ma poi è venuta a cercarti. Non vi siete incontrati?”
“No, sono stato qui con Jake per tutto il tempo.”
“L’abbiamo cercata ovunque, non la troviamo,” si intromette Jasper.
“Forse è tornata a casa,” suggerisce Jake.
“No,” scuoto la testa. “Ho io le chiavi della Volvo,” dico portando istintivamente una mano alla tasca destra dei pantaloni per assicurarmi che sia così.
“Beh,” aggiunge Jake. “Non può essersi smaterializzata!”
“Ragazzi,” dico, l’ansia che sale. “Questa storia non mi piace. Alice, dove l’hai vista per l’ultima volta?”
“Eravamo negli spogliatoi. Poi io sono tornata in palestra, da Jasper, e Bella è uscita a cercarti.”
“Alice,” dice Jake sempre più nervoso. “Qui non è mai venuta.”
“Ragazzi!” Ci voltiamo. Rose ed Emmett stanno correndo verso di noi. “L’hanno vista!” urlano.
“Chi? Dove?” chiedo all’unisono con Jake.
Dopo averci raggiunto, Rose si piega sulle ginocchia, per riprendere fiato. “Con James,” dice allarmata, ed il mio cuore ha un sussulto.
“Ne sei sicura, Rose?” le chiedo prendendola per le spalle  e costringendola a tirarsi su.
“Sì,” conferma con l’aria atterrita. “Qualcuno l'ha vista allontanarsi con James, e degli altri ragazzi.”
“Chi? Quali altri ragazzi?” chiede Jasper.
“Non lo sappiamo,” dice Emmett. “Nessuno li ha mai visti, prima d’ora.”
“Cazzo!” esplode Jake, dando un calcio alla panchina. “Cazzo, cazzo, cazzo!”
Sapere che Bella è sola con James e quei brutti ceffi che l’accompagnavano mi paralizza. La furia di Jake, e le facce sgomente dei nostri amici, mi annientano. Sento il sangue defluire dal mio corpo, e le forze abbandonarmi. Sono terrorizzato. James è un pazzo. Uno psicopatico. E la odia.
Mentre cerco di prendere fiato, di ragionare, di capire cosa devo fare, il mio cellulare inizia a squillare. Prego che sia Bella, e che mi dica che sta bene, e dove posso andare a prenderla.
Estraggo il cellulare dalla tasca interna della giacca, incapace di controllare il tremito che mi scuote le mani, e quando leggo ‘Bella’ sul display ricomincio a respirare.
“Ragazzi, è lei!” dico, mostrando il telefono ai miei amici. Subito premo il pulsante ‘rispondi’ e porto il cellulare all’orecchio. “Bella!” esclamo. “Dove sei? Come stai? Va tutto bene?”
“Tranquillo, Edward. Va tutto bene. Non potrebbe andare meglio.”
No, non va bene. Per niente. Il numero è quello di Bella, ma la voce non è la sua. La voce è quella di James.
Sento una goccia bagnarmi il viso. Poi un’altra, ed un’altra ancora. E in un attimo, sta piovendo a dirotto. 


 

   
 
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