Tastava con le mani il buio e stava attenta ad ogni passo che faceva, per capire ciò che i suoi piedi calpestavano. Non c'era nulla intorno a lei, sentiva solo il rumore dei suoi passi che, ritmicamente, rimbombavano nel luogo dove si trovava. Probabilmente era un luogo chiuso perchè, quando si era lasciata andare nel buio, non aveva sentito il vento muoverle i capelli.
Sophie, intanto, continuava a camminare nel buio tastando con le mani il vuoto finchè non trovò una parete. Con il corpo si accostò alla parete trascinandosi lungo questa, facendo scivolare le mani lungo i fianchi. Continuando a camminare lungo il muro trovò un interruttore. Sophie premette il pulsante e un bagliore comparve dall'esterno, probabilmente era l'interruttore di una luce secondaria. La luce fioca illuminava leggermente il posto dove si trovava Sophie. Era una stanza o una camera, molto somigliante ad una soffitta o ad una cantina. Dappertutto c'erano delle ragnatele che pendevano sui muri circostanti. Su una parete c'era una libreria, con pochi libri, i cui titoli erano scoloriti dal tempo. Sulla seconda parete c'era un grande finestra che dava sulla stanza di fronte. Sulla terza parete c'era una poltrona, il cui rivestimento era rovinato e usurato. La poltrona era color rosa, un tempo forse accesso ma ormai sbiadito. Infine, sull'ultima parete, c'erano degli scatoloni. In totale ne erano due. Sophie rovistò dentro il primo e poi dentro il secondo, non trovando niente. Si avvicinò alla libreria e un libro di color giallo, accesso, le saltò agli occhi. Sophie pensava a voce alta
< l'unico libro che è ancora di un color acceso, probabilmente era stato più usato rispetto agli altri e per questo non si era incrostato con la polvere >.
Lo aprì, il titolo, pur sbiadito, si leggeva chiaramente. “Un anno dopo”, quel titolo non le diceva niente ma girò pagina, incuriosita. Sulla seconda pagina c'era un foglietto. Sophie lo staccò e lesse
< Ad Hilary, per il suo diciassettesimo compleanno. Con affetto, Eric >.
Girò il foglietto e nel retro si vedevano i tratti di una matita che dicevano
< Non ti dimenticherò mai, sei la mia vita, tesoro! ... >.
Sophie non continuò a leggere, rimase sbalordita davanti all'ultima parola, una data. Superato il primo momento pensò
<ma... questa data è di ieri. Eppure sembra che qui non ci vivi più nessuno da anni >.